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Cronache

Nereo Parisotto, l’imprenditore costretto a cercare operai specializzati per la sua azienda su Facebook: i centri per l’impiego sono inutili

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“Ho usato direttamente Facebook perche’ i Centri per l’impiego e, prima, gli uffici di collocamento, sono sempre stati del tutto inutili”. Lo ha spiegato oggi Nereo Parisotto(nella foto), l’imprenditore di Paese da ieri al centro dell’attenzione dei media per l’allarme lanciato relativo alla difficolta’ di assumere operai specializzati a causa della mancanza di candidature o della indisponibilitá alle trasferte. L’azienda ha lanciato un appello su Facebook per l’assunzione di una trentina di operai, finora ne ha trovati solo sette. La carenza di figure in grado di operare nell’azienda, che si occupa della realizzazione di ponteggi edili per infrastrutture ed opere complesse, avrebbe provocato una rinuncia a commesse per un valore corrispondente a circa un milione di euro negli ultimi cinque mesi del 2018. “I nomi di persone in grado di accontentare le nostre richieste – ha sottolineato – non transitano di certo per i Centri per l’impiego data la forte carenza di manodopera di questo tipo. Trovare occupazione, cioe’, per figure di questo genere, e’ immediato e, secondo i calcoli svolti con alcuni miei colleghi, oggi in Italia i lavoratori con tali capacita’ sono inferiori ai reali fabbisogni per almeno 5 mila unita’”. La sua azienda, la “Euroedile”, fondata 35 anni fa, oggi ha un fatturato di circa 8 milioni di euro ed impiega 90 addetti, la meta’ dei quali di nazionalita’ straniera, dagli europei dell’est ai nordafricani. Il contratto di lavoro applicato e’ quello nazionale dei metalmeccanici, a tempo indeterminato dopo un rapporto a termine “di prova” della durata di circa tre mesi.

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Femminicidio a Cagliari, il marito ha confessato

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Ha confessato: dopo oltre sei mesi in cui si è sempre dichiarato innocente ha ammesso le proprie responsabilità Igor Sollai, il 43enne attualmente in carcere con le accuse di omicidio volontario aggravato e occultamento di cadavere per aver ucciso e nascosto il corpo della moglie, Francesca Deidda, di 42 anni, sparita da San Sperate, un paese a una ventina di chilometri da Cagliari, il 10 maggio scorso e i cui resti sono stati trovati il 18 luglio in un borsone nelle campagne tra Sinnai e San Vito, vicino alla vecchia statale 125.

Sollai, difeso dagli avvocati Carlo Demurtas e Laura Pirarba, è stato sentito in carcere a Uta dal pm Marco Cocco. Un interrogatorio durato quattro ore durante il quale il 43enne ha confessato il delitto descrivendo come ha ucciso la moglie e come poi si è liberato del cadavere. Non avrebbe invece parlato del movente. Nessun commento da parte dei legali della difesa. Non è escluso che l’interrogatorio riprenda la prossima settimana.

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Cronache

‘Ndrangheta: patto politico-mafioso, assolti i boss

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featured, Stupro di gruppo, 6 anni ,calciatore, Portanova

Mafia e politica, assolti i boss. La Corte di Appello di Catanzaro ha ribaltato totalmente la sentenza di primo grado riformando la sentenza di primo grado del processo “Sistema Rende”. I giudici di secondo grado hanno assolto i boss e gli appartenenti alle cosche di Cosenza e Rende finiti nell’inchiesta su mafia e politica che coinvolse amministratori ed esponenti dei principali clan cosentini. Assoluzione perche’ il fatto non sussiste per Adolfo D’Ambrosio e Michele Di Puppo (che in primo grado erano stati condannati rispettivamente a quattro anni e 8 mesi di reclusione), l’ex consigliere regionale Rosario Mirabelli e per Marco Paolo Lento (condannati in primo grado entrambi a 2 anni di carcere). Confermate poi le assoluzioni di Francesco Patitucci e Umberto Di Puppo, condannato in passato per aver favorito la latitanza del boss defunto Ettore Lanzino. Secondo l’inchiesta “Sistema Rende”, alcuni politici e amministratori rendesi (tra i quali gli ex sindaci Sandro Principe e Umberto Bernaudo) avrebbero stipulato un patto politico-mafioso grazie al quale avrebbero ottenuto sostegno elettorale in cambio di favori come le assunzioni in alcune cooperative del Comune. Ora la parola spetta alla Cassazione.

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Attacco hacker ad archivi InpsServizi, alcuni server bloccati

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“InpsServizi S.P.A. (Società in House di INPS) ha recentemente subito un attacco informatico di tipo ransomware che ha portato al blocco di alcuni server, rendendo temporaneamente indisponibili alcuni applicativi gestionali e i dati forniti a propri clienti”. E’ quanto si legge in una nota dell’Inps nella quale si precisa che “l’accaduto è stato denunciato prontamente a tutte le autorità competenti”. “Attualmente, sono in corso indagini approfondite. È importante rassicurare i cittadini che il Contact Center, principale servizio di assistenza, non è stato colpito dall’attacco e rimane operativo”. “Le azioni in corso sono concentrate sul ripristino delle infrastrutture compromesse in modo tempestivo e sicuro”.

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