I vicoli che improvvisamente pullulano di lampeggianti blu e l’eco delle sirene che fa tremare i quartieri. E’ la corsa sfrenata di ambulanze e pattuglie dei carabinieri che venerdi’ sera accorrono in un’abitazione di Burgos, un paesino nel cuore del Sassarese, dove si e’ consumata una tragedia ancora tutta da chiarire. Varcata la soglia le forze dell’ordine e i soccorritori si ritrovano davanti una scena raccapricciante con tanto sangue e sporcizia. E poi un fagottino immobile poggiato su un letto: il corpicino senza vita di una neonata apparentemente denutrita. La mamma 28enne l’aveva partorita in casa cinque giorni prima e non c’e’ ancora certezza sulle cause esatte della morte. E’ stata la stessa giovane a chiedere l’intervento dell’ambulanza quando pero’ purtroppo non c’era piu’ niente da fare. Le indagini sono partite immediatamente. I militari, guidati dal capitano della compagnia di Bono, Davide Masina, hanno informato la Procura compente, quella di Nuoro, che ha lasciato lavorare gli investigatori sino a notte fonda per avere un quadro piu’ chiaro della vicenda. I carabinieri hanno rintracciato il fidanzato della giovane, si presume il padre della neonata, che si trovava in un altro paese della zona, per informarlo dell’accaduto. E sabato mattina il sostituto procuratore Giorgio Bocciarelli ha aperto un fascicolo e iscritto nel registro degli indagati la 28enne, i suoi genitori e sua sorella, cioe’ le persone che si trovavano all’interno dell’abitazione. Per tutti e quattro l’ipotesi di reato e’ abbandono di incapace. Il magistrato gia’ nella serata di venerdi’ aveva anche disposto il sequestro della salma e lunedi’ affidera’ l’incarico per l’autopsia al medico legale di Cagliari Alberto Chighine. L’esame verra’ effettuato nell’istituto di patologia forense di Sassari, dove e’ stato trasferito il corpo della neonata. I risultati saranno determinanti per stabilire l’esatta causa della morte della piccola e serviranno agli inquirenti per valutare un eventuale aggravamento delle ipotesi di reato. Secondo le prime ricostruzioni, anche grazie ai rapporti del personale sanitario consegnati agli inquirenti, l’ipotesi piu’ verosimile sulla quale si indaga e’ morte per inedia o malnutrizione. La Procura cerca infatti di stabilire se dopo il parto la piccola si stata alimentata correttamente e perche’ la madre non si sia affidata alle cure di un medico. La tragedia ha gettato nello sconforto il piccolo paese del Sassarese, una comunita’ di meno di mille anime. “In questo momento, come primo cittadino e anche come compaesano di questa famiglia – dice il sindaco di Burgos, Leonardo Tilocca – posso soltanto esprimere profondo sconcerto. Tutta la cittadinanza e’ sconvolta per questo episodio e credo che il nostro compito ora sia quello di stare vicini alla famiglia”. Il sindaco e’ tra le poche persone che hanno potuto parlare col padre della 28enne, il nonno della neonata. “Stamattina sono riuscito a parlargli – racconta – e a parte lo stato d’animo che tutti possono immaginare, mi ha detto che almeno fisicamente stanno tutti bene. Siamo una piccola comunita’ – aggiunge Tilocca – e quindi ci conosciamo tutti. Nessuno si poteva immaginare una cosa simile, tra l’altro stiamo parlando di una famiglia economicamente a posto, non hanno necessita’ di nulla, ma di quello che accade all’interno delle mura domestiche molte volte si viene a conoscenza soltanto a fatti accaduti”.
Il 23 novembre 1980 è una data incisa nella memoria dell’Italia. Alle ore 19:35, una scossa di terremoto di magnitudo 6,8, seguita da un’altra di magnitudo 5, devastò le province di Avellino, Salerno e Potenza, colpendo anche altre zone della Campania e della Basilicata. Una tragedia che causò migliaia di vittime e distrusse interi paesi, lasciando ferite profonde nel cuore delle comunità.
A 44 anni di distanza, i Vigili del Fuoco di Avellino, insieme alle istituzioni e ai cittadini, vogliono rendere omaggio alle vittime e ai feriti di quella catastrofe, ricordando anche il sacrificio di chi, con coraggio e abnegazione, si mobilitò per portare soccorso.
Il ricordo dei soccorritori
I Vigili del Fuoco furono tra i protagonisti della risposta all’emergenza. Nonostante le difficoltà rappresentate da un territorio montagnoso, dalle condizioni meteorologiche avverse e dalle vie di comunicazione interrotte, operarono senza sosta per mesi. Ragazzi che, con il loro spirito di adattamento, riuscirono a superare ogni ostacolo, guadagnandosi il rispetto e l’ammirazione della popolazione colpita.
«Vogliamo ricordare l’immane lavoro dei nostri colleghi Vigili del Fuoco, che affrontarono sacrifici personali senza precedenti per fronteggiare una situazione straordinaria», sottolineano oggi i rappresentanti del corpo.
Un messaggio dal Ministro Piantedosi
Il Ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, ha partecipato alle commemorazioni a Sant’Angelo dei Lombardi, uno dei comuni più colpiti dal sisma, ricordando con commozione il sacrificio delle vittime e il moto di solidarietà che ne seguì.
«Quella tragedia rappresentò uno spartiacque per il nostro Paese, evidenziando la necessità di un Sistema nazionale di protezione civile. Oggi, la Protezione Civile italiana è un modello d’eccellenza riconosciuto a livello internazionale», ha dichiarato Piantedosi.
L’impatto storico e umano
La scossa devastò un’area di 17.000 chilometri quadrati, rendendo i soccorsi estremamente complessi. Cinque giorni dopo il sisma, tutti i corpi erano stati estratti dalle macerie, ma il lavoro di ricostruzione e assistenza durò per mesi. Allora, il presidente Sandro Pertini denunciò i gravi ritardi nei soccorsi, sollevando l’urgenza di migliorare le risposte alle emergenze.
Quella tragedia fu il punto di partenza per la nascita, nel 1982, del Dipartimento della Protezione Civile, che oggi coordina le emergenze sul territorio nazionale con rapidità ed efficacia.
Un tributo all’Italia solidale
L’anniversario del terremoto in Irpinia è un’occasione per ricordare non solo il dolore, ma anche la straordinaria solidarietà che unì il Paese. Da ogni angolo d’Italia arrivarono soccorritori e aiuti per sostenere le popolazioni colpite.
I Vigili del Fuoco di Avellino celebrano oggi il coraggio e la dedizione di chi si sacrificò per portare speranza e sollievo in un momento di disperazione, riaffermando il valore della memoria collettiva e dell’impegno civile.
Questa mattina, alle ore 8:35, è stata registrata una lieve scossa di terremoto di magnitudo 2,2 della scala Richter sul Vesuvio, precisamente sul versante di Ottaviano. La scossa, localizzata a una profondità di appena 20 metri, è stata percepita dalla popolazione locale, sebbene senza provocare danni.
Un evento di natura superficiale
La particolarità di questo evento sismico è la sua natura superficiale: essendo avvenuto a una profondità molto ridotta, il movimento del suolo è stato avvertito con maggiore intensità nelle aree circostanti l’epicentro, pur trattandosi di una magnitudo contenuta.
La rete di monitoraggio sul Vesuvio
Il Vesuvio, uno dei vulcani attivi più monitorati al mondo, è costantemente sotto osservazione dagli esperti dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV). Gli eventi sismici di bassa intensità e profondità, come quello di questa mattina, rientrano nelle normali attività vulcaniche e tettoniche dell’area.
Cosa significa per la popolazione
Gli esperti sottolineano che una scossa di questa entità non rappresenta un motivo di preoccupazione. Tali fenomeni sono parte della normale attività geodinamica dell’area vesuviana e non indicano necessariamente cambiamenti significativi nel comportamento del vulcano.
Consigli per la cittadinanza
È sempre utile che la popolazione residente in aree vulcaniche adotti semplici pratiche di prevenzione e segua le comunicazioni ufficiali delle autorità locali e degli enti scientifici.
L’evento odierno, pur avvertito dalla cittadinanza, rientra nella casistica di scosse leggere che non destano particolari allarmi, ma che ricordano l’importanza di vivere consapevolmente in una zona caratterizzata da fenomeni naturali unici.
Ad Avellino l’intervento congiunto dei Vigili del Fuoco e della Polizia di Stato hanno portato al salvataggio di una donna e dei suoi figli da una situazione critica.
Il delicato intervento si è svolto ad Avellino, in via Circumvallazione, dove i Vigili del Fuoco sono intervenuti su richiesta della Polizia di Stato per affrontare una grave situazione di emergenza familiare. Un uomo, armato di coltello, minacciava la sua compagna, una donna di origini senegalesi, e i loro tre figli: due bambine e un maschietto.
La donna, temendo per la propria vita e quella dei suoi figli, si era rifugiata in una stanza chiusa a chiave. In cerca di aiuto, aveva portato i bambini sul balcone, attirando così l’attenzione delle forze dell’ordine e dei soccorritori. La tempestività dei Vigili del Fuoco, intervenuti con un’autoscala, ha permesso di mettere subito in salvo le due bambine, che sono state portate in un luogo sicuro.
Mentre l’operazione di soccorso continuava per raggiungere la madre e il figlio, l’uomo è riuscito a sfondare la porta della stanza, aumentando ulteriormente il rischio per i presenti. È stato in quel momento che gli agenti della Polizia di Stato, già sul posto, sono intervenuti con prontezza, riuscendo a bloccare e neutralizzare l’aggressore prima che potesse ferire qualcuno.
Completata la messa in sicurezza dell’uomo, i Vigili del Fuoco hanno riportato le bambine al fianco della madre, concludendo con successo l’intervento. Nessuno tra i coinvolti ha riportato ferite, e la donna e i suoi figli sono stati affidati alle cure dei servizi sociali per il supporto necessario.