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Nel favoloso mondo Sky nello stesso giorno licenziano 46 dipendenti e promettono abbonamenti gratis a Dazn

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Anche quest’annata calcistica italica comincia con una mega-offertona della piattaforma Sky ai suoi abbonati che da anni pagano un abbonamento mensile salato.
Anche quest’anno, fino ad oggi, e cioè fino alla seconda di campionato, Sky ha incassato mensilmente un canone per consentire ai suoi abbonati di assistere al campionato di calcio di Serie A ma poi, di fatto e di diritto, con quel canone un tifoso di una squadra di calcio può vedere appena 7 delle dieci partite di serie A settimanali. Dunque non tutto il campionato di calcio come pubblicizzato ma appena il 70 per cento. L’altro 30 per cento delle partite, se uno vuole godersele, deve fare un secondo abbonamento a Dazn, una piattaforma inglese che è “godibile” in streaming in Italia.
“Godibile” è un modo di dire considerato il funzionamento della fibra in Italia o meglio in alcuni posti d’Italia. Comunque sia, per chi ama il calcio e ama il campionato italiano, abbonarsi a Sky non basta per godersi l’intero spettacolo. È come decidere di comprare un biglietto al Lirico San Carlo di Napoli per godersi la Tosca, emozionante opera lirica di Giacomo Puccini. E alla fine del secondo Atto, quando si intravedono i bastioni di Castel Sant’Angelo, e Mario è ormai pronto a morire tanto è che inizia a scrivere un’ultima lettera d’amore a Tosca, all’improvviso si chiude il sipario e ti si chiede di sposarti al Teatro alla Scala di Milano per completare la visione della Tosca. Ovviamente pagando un altro biglietto per completare la visione della Tosca. Insomma Sky, anche quest’anno, nella sua martellante campagna pubblicitaria, a parte un sacco di sciocchezze da marketing, ha dimenticato di dire che pagando l’abbonamento non si gode del campionato di calcio di serie A ma solo di una parte.
L’anno scorso, quegli italiani che si erano abbonati a Sky convinti di poter vedere tutte le partite del campionato, per poi scoprire che ne avrebbero viste 7 su 10, ebbero soddisfazione dall’Autorità garante della concorrenza e del mercato che stangò Sky Italia accertando due gravi violazioni del Codice del Consumo per aver fatto pubblicità ingannevole verso i suoi clienti.
La multa da pagare ammontava a 7 milioni di euro. Ecco il testo del provvedimento di condanna: Provvedimento Antitrust Dazn
 Che cosa è accaduto quest’anno? Che cosa è cambiato? Fino ad oggi nulla. Fino alla seconda di campionato Sky ha fatto finta che nulla sia accaduto. Compresa la multa dell’Antitrust dello scorso anno. Comprese le motivazioni per cui fu trascinata dai consumatori davanti all’Antitrust. Nel frattempo i consumatori, però, con le tante battagliere associazioni, per gli abbonati “ingannati” (uso il termine giuridico dell’Antitrust), vogliono il rimborso, o meglio che sia  prevista una qualche forma di rimborso. Poi si vedrà anche di parlare  dei danni morali per chi è stato ingannato e si è perso lo spettacolo irrinunciabile del calcio tanto decantato da Sky. Quanto volte Sky nelle sue campagne pubblicitarie ha detto che è “un campionato tanto bello che non puoi perderti”? Bene, grazie a Sky che si è fatta pagare, qualche milione di italiani è stato ingannato perchè non ha potuto vedere tutto il calcio che credeva di aver acquistato.
https://www.juorno.it/autorita-per-le-comunicazioni-e-antitrust-fanno-sul-serio-a-sky-multe-per-10-miliomi-di-euro-in-15-giorni-viola-i-diritti-degli-utenti/
Da poche ore però Sky ha sguinzagliato i suoi anchors e i suoi commentatori a gettone dello sport per spiegare alla massa di abbonati abbondonati che , sulla base di calcoli, anzianità di canone, numero di pacchetti e paccotti, orari e altre astruserie che si possono eventualmente anche vedere tutte le partite. Come? Sky, pare ma non è vero, pagherebbe ai suoi abbonati (quelli vecchissimi “sì”, quelli vecchi” quelli e nuovi “no”) l’abbonamento a Dazn. Anzi Sky ha intenzione di dedicare a questa operazione-accordo con Dazn un canale, il 209, e lo vuole chiamare Dazn1.
Insomma il management di Sky ha fatto un altro casino per mettere una toppa ad un’altra quasi certa contestazione dell’Antitrust sia per il ritardo con cui si prova a far capire che l’abbonamento a Sky non copre l’intero campionato, sia per spiegare chi e come potrà avere diritto a tutte le partite pagando solo l’abbonamento Sky.
Questo è quanto sta accadendo relativamente all’accordo Sky-Dazn a partire dal primo settembre. Accordo che finirà sicuramente nuovamente davanti all’Antitrust perchè le associazioni dei consumatori sono agguerritissime. “NoiConsumatori” ad esempio ha già presentato esposto all’Antitrust per pubblicità ingannevole e ne depositerà un secondo a tutela degli abbonati Sky che sempre con una pubblicità ingannevole saranno costretti o invogliati con informazioni parziali a fare anche un abbonamento a Dazn, quand’anche scontato di due euro e dunque per 7,99 euro invece di 9,99 euro.
Questa “operazione toppa” di Sky però ha un costo. Perchè è evidente che Dazn non è una agenzia caritatevole di servizi ma una azienda che fa profitti. E allora qual è l’operazione commerciale che lega Sky a Dazn? Come è stata concepita? Si saprà appena Sky darà pubblicità a quanto sta facendo e appena semplificherà anche il messaggio pubblicitario (ad oggi astruso davvero) su chi, come, quando e fino a quando potrà godere dei nuovi servizi Sky-Dazn sul canale 209. Quello che ci pare di aver capito e di di poter anche dire con ragionevole certezza, è che in qualche modo questa operazione commerciale, che ha un costo, Sky la pagherà realizzando risparmi altrove.
Sarà una coincidenza che, a partire proprio da oggi, decorre il licenziamento di 46 cameramen?
Non cameramen dipendenti direttamente da Sky, capiamoci, ma personale che lavorava da anni in esclusiva per Sky attraverso aziende esterne.
Ebbene dal primo settembre queste 46 persone sono state licenziate perchè Sky non ha rinnovato il contratto in quanto ha di fatto “quasi” chiuso tutte le sedi Italia di quello che un tempo era un telegiornale.
Altro risparmio è stato realizzato tagliando molte collaborazioni di importanti commentatori del calcio. Avrete notato che mancano all’appello quest’anno tanti volti noti e ne sono arrivati di nuovi che hanno avanzato pretese economiche molto molto più miti.
Alcuni di quelli cosiddetti famosi  che sono rimasti, prima di farsi vedere in video, hanno dovuto accettare una drastica riduzione dei compensi.
Quanto ai licenziamenti dei 46 tecnici che lavoravano per Sky da anni di cui abbiamo detto, diciamo che sono licenziamenti passati sotto silenzio. La piattaforma Sky gode di buona stampa in Italia. La lobby che si occupa della reputazione di Sky lavora sempre a pieno regime ed è capace di silenziare tanti possibili giornalisti che potrebbero occuparsi di queste cose serie con cadeaux come assunzioni di mogli, figlie, programmi. Tanto ci sono un sacco di canali Sky dove occorrono contenuti. E poi si sa, affari e etica in Italia non vanno mai a braccetto.
https://www.juorno.it/sky-deve-pagare-7-milioni-di-euro-di-multa-per-condotte-commerciali-scorrette-e-ora-arriva-la-maxi-stangata-per-il-salasso-delle-13-mensilita/
 

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Imprenditore campano arrestato in Gallura per frode fiscale

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Avrebbe occultato beni mobili e somme di denaro per oltre 450mila euro e trasferito la sua attività commerciale da Cava De’ Tirreni a Santa Teresa di Gallura per sottrarre i suoi averi al recupero forzoso: un affermato imprenditore campano di 60 anni, è finito agli arresti domiciliari con l’accusa di bancarotta fraudolenta, frode fiscale e reati tributari. Firmato anche un decreto di sequestro preventivo dei beni finalizzato alla confisca. Le indagini che hanno portato all’applicazione della misura cautelare nei confronti dell’industriale, molto conosciuto nella provincia di Salerno, sono partite dalla Procura di Tempio Pausania e affidate alla tenenza della Guardia di Finanza di Palau e altri reparti. E’ stato così possibile ricostruire la vicenda fiscale dell’imprenditore attivo nel settore del commercio di abiti da cerimonia. A Santa Teresa di Gallura, attraverso il figlio, gestiva un bar ristorante, dichiarato poi fallito nel luglio del 2021.

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Napoli, sede Pd vandalizzata nella notte. Indagini in corso

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Questa mattina i carabinieri sono intervenuti in via Domenico Cirillo 30, in seguito a una segnalazione ricevuta al numero di emergenza 112. L’intervento si è reso necessario dopo che ignoti, probabilmente agendo durante le ore notturne, hanno fatto irruzione nella sede del Partito Democratico della Quarta Municipalità Napoli San Lorenzo.

All’interno del locale, i malintenzionati hanno provocato disordine, mettendo a soqquadro gli spazi. Nonostante i danni causati, dalle prime verifiche effettuate non sembrerebbe che siano stati sottratti oggetti di valore o documenti importanti.

Sul posto sono intervenuti gli specialisti del nucleo investigativo del comando provinciale di Napoli, che hanno effettuato i rilievi tecnici necessari per raccogliere elementi utili all’identificazione dei responsabili. Le indagini sono attualmente in corso per risalire agli autori dell’atto vandalico e chiarire le motivazioni dietro l’accaduto.

Questo episodio si aggiunge a una serie di atti vandalici e intimidatori registrati negli ultimi tempi in diverse città italiane, sollevando interrogativi sulla necessità di maggiori misure di tutela per le sedi di partiti e associazioni sul territorio.

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Consulta, illegittima residenza nella Regione per taxi-Ncc

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La Consulta ha dichiarato l’illegittimità costituzionale della legge della Regione Umbria del 1994 che prevedeva il requisito “di essere residente in uno dei Comuni della Regione Umbria” come necessario al fine dell’iscrizione nel ruolo dei conducenti per il servizio di taxi e per quello di noleggio di veicoli con conducente (Ncc).

Lo rende noto la Corte Costituzionale. La disposizione, antecedente alla riforma del Titolo V della Costituzione, era stata censurata dal Tar Umbria in quanto ritenuta lesiva del principio di ragionevolezza nonché dell’assetto concorrenziale del mercato degli autoservizi pubblici non di linea, giacché d’ostacolo al libero ingresso di lavoratori o imprese nel “bacino lavorativo” regionale.

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