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Esteri

Nel duello tv Le Pen non convince, Macron all’attacco

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 Doveva essere la rivincita di 5 anni fa: 3 ore e mezzo di faccia a faccia in diretta tv a 4 giorni dal ballottaggio per le presidenziali. Ma sin dalle prime battute, i ruoli sembrano simili a quelli che nel 2017 sancirono la vittoria di Emmanuel Macron contro Marine Le Pen. La sfidante, attesa all’offensiva contro i 5 anni di mandato del presidente, e’ rimasta incerta e non ha convinto, lasciando a Macron, che la guardava a volte con un sorriso ironico, altre a braccia conserte, gran parte dell’iniziativa. Come quando il presidente l’ha attaccata sulla sua “dipendenza dalla Russia” e la sfidante e’ andata chiaramente in difficolta’. Il presidente uscente e’ apparso piu’ tranquillo e a proprio agio dall’inizio mentre l’avversaria e’ sembrata particolarmente a disagio nel primo quarto d’ora, forse ancora sotto l’influenza della pessima prestazione di 5 anni fa. Il primo quotidiano a diffondere in serata la sua prima pagina e’ stato Libe’ration, che propone una grande foto di Marine Le Pen con il titolo “Ancora una volta non all’altezza”.

Le Parisien ha risposto con una prima dal titolo esplicito: “Macron all’attacco, Le Pen in difesa”. Nell’attesissimo faccia a faccia su Tf1 e France 2 moderato dai giornalisti Gilles Bouleau e Le’a Salame’, Le Pen cercava di sovvertire i sondaggi, che danno Macron al 56% contro Le Pen al 44%. Macron e’ stato il primo dei due contendenti ad arrivare, sorridente e cordiale quando e’ entrata l’avversaria: sorriso, stretta di mano e anche una mano sulla spalla della Le Pen. Poi, a sinistra Macron, a destra Le Pen, la sfida e’ cominciata. “Perche’ lei pensa di essere un miglior presidente per i francesi?” e’ stata la prima domanda per entrambi i candidati. “Io saro’ la presidente del rinascimento democratico – ha esordito Le Pen – saro’ anche la presidente del quotidiano. Saro’ la presidente della concordia fra tutti i francesi, della giustizia, della fratellanza nazionale, della pace civile”. Macron ha attaccato subito sull’ecologia e sull’Europa: “La Francia sara’ piu’ forte se sapra’ cogliere la questione ecologica. E ha promesso di “rendere piu’ forte l’Europa” se sara’ rieletto alla presidenza della Repubblica. Ai primi scontri sul potere d’acquisto, tema preferito da Marine Le Pen per la sua campagna elettorale, la candidata della destra ha denunciato le prime incertezze. Soprattutto quando Macron ha attaccato: “Madame Le Pen, nel suo programma non appare nemmeno una volta la parola ‘disoccupazione'”. Marine Le Pen ha reagito con la proposta del suo programma che prevede di “restituire fra 150 e 200 euro al mese per ogni nucleo familiare”.

Le prime vere scintille sono pero’ arrivate quando e’ planato sul dibattito il tema della guerra in Ucraina e del ruolo della Francia. Soprattutto quando Macron ha accusato Marine Le Pen di essere “dipendente dal potere russo” per essersi presentata candidata grazie al prestito di una banca russa. E, di conseguenza, ne’ lei ne’ altri del suo partito possono essere credibili “quando ci fossero decisioni difficili da prendere”, ha aggiunto. Marine Le Pen ha reagito accusando il presidente e il potere in genere di non aver previsto un meccanismo attraverso il quale i candidati possano ottenere prestiti dalle banche francesi. E’ seguito lo scontro sull’Europa, con Marine Le Pen che ha ribadito la posizione del suo partito: “Non c’e’ un popolo europeo, non c’e’ una sovranita’ europea”. “Lei non lo dice – ha incalzato Macron – ma volete far uscire la Francia dall’Unione europea”. Scontro acceso anche sull’ecologia, con Macron che ha definito l’avversaria “clima-scettica” e la Le Pen che ha ribattuto “lei e’ clima-ipocrita”. L’allusione era alle pale eoliche in mare, che Le Pen ha accusato Macron di volere “ovunque” tranne a Le Touquet, dove il presidente ha una casa di vacanza. Scuola e stipendi degli insegnanti, ospedali e disagio del personale sanitario sono stati temi sui quali le visioni dei candidati sono apparse molto distanti, a volte opposti. E sulla sicurezza e sul divieto di velo islamico e’ stato l’ennesimo scontro, con la candidata di estrema destra a ribadire la sua intenzione di vietarlo nei luoghi pubblici. Macron l’ha accusata di fare “confusione” fra religione e ideologia, avvertendola che la sua proposta rischierebbe di provocare “una guerra civile”.

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Abusi su bambini in case d’accoglienza, 355 arresti in Malesia

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La polizia malese ha annunciato l’arresto di 355 persone nell’ambito di un’inchiesta su centinaia di casi di bambini vittime di aggressioni fisiche e sessuali in case d’accoglienza in Malesia. L’ispettore generale della polizia, Razarudin Husain, ha spiegato che i sospetti sono stati fermati nel corso di un’operazione contro membri il gruppo Global Ikhwan Services and Business (Gisb) che gestisce le case e accusato di avere legami con la setta islamica Al-Arqam bandita dalle autorità nel 1994.

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Esercito Israele in sede Al Jazeera Ramallah, stop 45 giorni

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Militari dell’esercito israeliano hanno fatto irruzione nella sede di Ramallah di Al Jazeera per notificare la chiusura per 45 giorni. L’ingresso dei militari negli uffici della Cisgiordania è stato testimoniato in diretta dalla stessa emittente qatariota.

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Quad, preoccupati per situazione in Mar cinese meridionale

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I leader del Quad – Usa, Australia, Giappone e India – si dicono “seriamente preoccupati” per la situazione nel Mar cinese meridionale. Lo si legge nella dichiarazione conclusiva del summit ospitato da Joe Biden a Wilmington, in Delaware.

Joe Biden, il premier australiano Anthony Albanese, quello indiano Narendra Modi e il primo ministro giapponese Fumio Kishida si impegnano a sostenere “in maniera inequivocabile” il mantenimento “della pace e della stabilità nella regione dell’Indopacifico quale elemento indispensabile della sicurezza e della prosperità globali”, si legge ancora nella dichiarazione finale. I leader del Quad si oppongono “fermamente a qualsiasi azione destabilizzante o unilaterale che cerchi di cambiare lo status quo con la forza o la coercizione. Condannano i recenti lanci missilistici nella regione che violano le risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ed esprimono seria preoccupazione per le recenti azioni pericolose e aggressive nel settore marittimo”.

“Cerchiamo una regione – affermano il presidente americano e i tre premier – in cui nessun Paese domina e nessun Paese è dominato, una regione in cui tutti i paesi siano liberi dalla coercizione e possano esercitare la propria influenza per determinare il proprio futuro. Siamo uniti nel nostro impegno a sostenere un sistema internazionale stabile e aperto, con un forte sostegno ai diritti umani, al principio di libertà, allo stato di diritto, ai valori democratici, alla sovranità e all’integrità territoriale, alla risoluzione pacifica delle controversie e al divieto della minaccia o l’uso della forza in conformità con il diritto internazionale, inclusa la Carta delle Nazioni Unite”.

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