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Ambiente

Nel 2024 sorpasso delle rinnovabili sulle fossili

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Nei primi sei mesi del 2024 la produzione di elettricità da fonti rinnovabili in Italia ha superato quella da fonti fossili. Lo ha reso noto oggi Terna, la società pubblica che gestisce la rete elettrica. Le fonti pulite nella prima metà del 2024 hanno fornito poco più del 50% della produzione nazionale, mentre da quelle fossili è arrivato circa un terzo. Il resto è stato importato dall’estero, soprattutto dal nucleare francese. Da gennaio a giugno la produzione elettrica italiana da fonti rinnovabili è salita del 27,3% rispetto al primo semestre 2023, mentre la produzione da fonti fossili è calata del 19%. La quota di produzione a carbone è scesa del 77,3%.

La produzione idroelettrica ha raggiunto un risultato record (pari a 25,92 TWh, +64,8% rispetto ai 15,73 TWh del periodo gennaio-giugno 2023), grazie ad una notevole disponibilità di acqua al Nord In questi sei mesi, la capacità rinnovabile è aumentata di 3,691 Gigawatt (di cui 3,341 Gw di fotovoltaico), valore superiore di 1,074 Gw rispetto allo stesso periodo del 2023 (+41%). Allargando lo sguardo agli ultimi 12 mesi, tra giugno 2023 e giugno 2024 la capacità installata di fotovoltaico ed eolico è aumentata di 6,831 Gw (+17,3%), raggiungendo i 46,321 Gw complessivi.

E’ ancora poco rispetto all’obiettivo del Pniec (il piano energetico nazionale) di 12 nuovi Gigawatt all’anno. Ma è anche una decisa accelerazione rispetto agli 0,8 Gw del 2020. Nel solo mese di giugno 2024, le fonti rinnovabili hanno coperto il 52,5% della domanda elettrica italiana. Era il 43,8% a giugno 2023. Il valore del giugno di quest’anno è lo stesso di maggio, e rappresenta il valore mensile più alto di sempre.

Il mese scorso la domanda di energia elettrica italiana è stata soddisfatta per l’88,5% dalla produzione nazionale e per la quota restante (11,5%) dal saldo dell’energia scambiata con l’estero. A giugno, la produzione nazionale netta è risultata pari a 22,9 miliardi di kWh. In aumento la fonte idrica (+29,4%), grazie essenzialmente al contributo degli impianti del Nord Italia, la fonte eolica (+29,2%) e fotovoltaica (+18,2%). L’incremento del fotovoltaico (+638 GWh) è dovuto alla maggior produzione per l’aumento della capacità in esercizio (+803 GWh), che ha compensato la minore producibilità legata all’irraggiamento (-165 GWh). In diminuzione la fonte geotermica (-2,8%) e termica (-13,7%) come diretta conseguenza della crescita delle rinnovabili.

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In 10 anni 146 disastri meteo, agricoltura in ginocchio

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In Italia negli ultimi dieci anni, in particolare dal 2015 al 20 settembre 2024, sono stati registrati 146 eventi meteo estremi che hanno causato danni all’agricoltura, pari al 7,4% del totale degli eventi avvenuti nello stesso periodo in Italia. Lo evidenzia il report Città Clima – speciale Agricoltura di Legambiente realizzato in collaborazione con il Gruppo Unipol – indicando che “preoccupa in particolare l’accelerata degli ultimi due anni 2023-2024, con 79 eventi meteo estremi con danni al settore, che è oltre la metà del totale registrato negli ultimi 10 anni. Sei le regioni più colpite: Piemonte con 20 eventi, seguito da Emilia-Romagna (19), Puglia (17), Sicilia e Veneto (ciascuna con 14), Sardegna (11) con danni alle produzioni di frutta, ortaggi, mais, barbabietole, frutteti e vigneti che sono stati sradicati.

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Ambiente

Trovato un ecosistema preistorico fossile in Valtellina

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Orme di anfibi e rettili, ma anche piante, semi, impronte di pelle e persino gocce di pioggia: è un vero e proprio ecosistema fossilizzato su lastre di arenaria, quello scoperto nel Parco delle Orobie Valtellinesi in provincia di Sondrio. Riportato alla luce dallo scioglimento di neve e ghiaccio causato dal cambiamento climatico, conserva tracce di vita risalenti a 280 milioni di anni fa. I primi reperti, recuperati pochi giorni fa a 3.000 metri di quota con una spettacolare operazione supportata da un elicottero, sono stati mostrati per la prima volta al Museo di Storia Naturale di Milano.

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Ambiente

Copernicus: 2024 l’anno più caldo, sforerà limite 1,5 gradi

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Il 2024 sarà l’anno più caldo mai registrato, e la temperatura media globale sarà più di 1,5 gradi sopra i livelli pre-industriali, probabilmente più di 1,55 gradi. Lo scrive in un comunicato il servizio meteo della Ue, Copernicus.

“L’anomalia media della temperatura globale per i primi 10 mesi del 2024, da gennaio ad ottobre – scrive Copernicus -, è stata di 0,71 gradi superiore rispetto alla media 1991-2020: è la più alta mai registrata per questo periodo, e di 0,16 gradi più alta dello stesso periodo del 2023”.

Secondo il servizio meteo della Ue, “è ora virtualmente certo che il 2024 sarà l’anno più caldo mai registrato. L’anomalia della temperatura media per il resto del 2024 dovrebbe crollare quasi a zero perché il 2024 non risulti l’anno più caldo”. Inoltre, prosegue Copernicus, “dato che il 2023 è stato 1,48 gradi sopra il livello pre-industriale, è virtualmente certo che la temperatura globale annuale per il 2024 sarà di più di 1,5 gradi sopra il livello pre-industriale, ed è probabile che sarà superiore di più di 1,55 gradi”.

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