Collegati con noi

Cronache

‘Ndrangheta, il pentito Cosimo Virgiglio parla di Gioia Tauro: ero a disposizione dei servizi segreti

Pubblicato

del

E’ un quadro a tinte fosche, quello delineato dal collaboratore di giustizia Cosimo Virgiglio, massone deviato e vicino ai servizi segreti italiani, che ha deposto oggi nel dibattimento scaturito dall’operazione “‘Ndrangheta stragista” dinanzi alla Corte d’Assise di Reggio Calabria, dove sono imputati il boss di Melicucco, Rocco Filippone, e quello di Cosa nostra Giuseppe Graviano, capo mandamento di Brancaccio. Rispondendo alle domande del procuratore aggiunto distrettuale Giuseppe Lombardo, Virgiglio – indagato nel procedimento connesso “Stato parallelo” – originario di Gioia Tauro, ha parlato della sua attivita’ imprenditoriale di spedizioniere “che andava a gonfie vele”, fino al momento dell’avvicinamento del boss, poi assassinato, Rocco Mole’, esponente della cosca omonima e imparentato con i Piromalli. Secondo il pentito, “Mole’, dopo un periodo di carcerazione, aveva iniziato ad ampliare la sua sfera di influenza criminale, non accettando le antiche regole di convivenza con i parenti”. Mole’ aveva cominciato a trafficare merce contraffatta di provenienza cinese ed aveva bisogno di qualcuno che lo aiutasse burocraticamente a far sdoganare i container “compromessi” e, per questo, aveva chiesto a Virgiglio di “appoggiarlo”. Secondo il pentito, Mole’ poteva contare all’interno del porto di Gioia Tauro su numerose complicita’, ma per la parte burocratica necessitava dell’assistenza di Virgiglio, che lo aiuto’ a superare i controlli, diventati asfissianti dopo l’insorgere del terrorismo internazionale. Virgiglio ha anche raccontato che Rocco Mole’ aveva rapporti con l’ex capitano dei carabinieri Saverio Spadaro Tracuzzi – recentemente condannato per avere favorito la cosca Logiudice di Reggio – che in un’occasione lo aveva aiutato a sdoganare un container di merce proveniente dall’Asia. Il collaboratore ha inoltre affermato di essere stato una “fonte” dei servizi segreti italiani per sei anni, dal 2001 al 2007, e di essere stato iniziato in una loggia massonica ‘spuria’. Virgiglio ha anche detto di essere entrato in contatto “con un finanziere, Giacomo V., e con un maresciallo dei carabinieri, appartenenti ai servizi di sicurezza italiani” che gli avevano chiesto di “comunicare loro ogni carico sospetto che potesse riguardare il traffico d’armi”. Virgiglio ha anche riferito di un container di passaggio bloccato da un’ispezione inaspettata. “Il funzionario della Dogana – ha detto – voleva fare un’ispezione fisica e noto’ che la prima fila del carico era costituita da divani, mentre il resto appariva vuoto. Il doganiere chiese allora agli addetti alla movimentazione di svuotare completamente il container, ma fu impossibile a causa delle proteste del personale della Maersk che sollecitava l’imbarco immediato sulla nave, quasi in partenza. Dopo l’imbarco del container sospetto, il funzionario denuncio’ l’episodio alla Procura della Repubblica di Palmi”.

Advertisement
Continua a leggere

Cronache

Gratteri: i magistrati oggi ai minimi storici di credibilità

Pubblicato

del

“Noi magistrati oggi siamo ai minimi storici di credibilità, perché abbiamo fatto degli errori”. Lo ha detto il procuratore del Tribunale di Napoli, Nicola Gratteri, intervenuto alla seconda edizione di Capri d’autore, la rassegna culturale curata da Valentina Fontana e Gianluigi Nuzzi, e organizzata da Vis factor. Secondo Gratteri si sarebbe dovuto far dimettere i componenti del Csm “perché sul caso Palamara bisognava lanciare il messaggio alla gente che si stava voltando pagina, che si faceva un taglio netto. Non è stato fatto, con il risultato che è passato il messaggio che si voleva tutelare una corporazione che non voleva lasciare la poltrona. E questo ci ha reso più deboli, anche perché le correnti all’interno della magistratura sono ancora tante”.

Continua a leggere

Cronache

Boccia indagata, perquisita la casa di Pompei: sequestrati telefono, pc, occhiali smart e altri supporti

Pubblicato

del

La procura di Roma ha disposto la perquisizione domiciliare, il sequestro del telefono cellulare e l’acquisizione di materiale informatico nei confronti di Maria Rosaria Boccia dopo la denuncia dell’ex ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano. L’attività istruttoria, anticipata da ‘Dagospia’, è stata confermata. Le indagini sono curate  dai Carabinieri del nucleo investigativo di Roma. Boccia è stata iscritta nel registro degli indagati, come scritto oggi da ‘Repubblica’.

In base a quanto si apprende la perquisizione è stata svolta nell’abitazione dell’imprenditrice a Pompei. Gli inquirenti avrebbero trovato in casa anche gli occhiali smart, utilizzati in passato da Boccia per effettuare una serie di filmati anche all’interno della Camera dei deputati. Quanto posto sotto sequestro verrà adesso analizzato dai carabinieri che hanno ricevuto la delega dai pm di piazzale Clodio.

Continua a leggere

Cronache

Tenta di difendere una donna rapinata, giovane ucciso a Mestre

Pubblicato

del

Questa sera doveva suonare con la sua crew, Flour Sound, aprendo il Veneto Blaze 18 al centro sociale Rivolta di Marghera, ma la vita di Giacomo “Jack” Gobbato, 26enne di Jesolo, si è spezzata ieri sera per un gesto di generosità. E’ stato accoltellato insieme ad un amico, Sebastiano, in pieno centro a Mestre, per difendere una donna da un uomo che stava tentando di rapinarla. Quando è giunto all’ospedale era già in fin di vita per i fendenti che gli sono stati inferti soprattutto all’addome ed è morto poco dopo nel pronto soccorso.

Meno gravi le condizioni di Sebastiano, colpito ad una gamba e già dimesso dai sanitari. Figlio di un imprenditore jesolano, la vittima si era diplomata al liceo artistico e da alcuni anni lavorava in uno studio di tatuaggi a Vicenza. Il presunto assassino è un cittadino moldavo di 40 anni che sembrerebbe non avere precedenti penali. L’uomo è stato fermato dalla squadra mobile per omicidio, poco dopo il fatto. Stamane si è tenuta una riunione di coordinamento convocata d’urgenza in Prefettura assieme a tutte le forze dell’ordine, alla quale ha partecipato anche il sindaco Luigi Brugnaro. “Questo è il momento del cordoglio e del dolore. Non ci sono parole” ha detto al termine dell’incontro.

I giovani del centro sociale Rivolta hanno annullato l’evento di stasera, organizzando invece un raduno di cordoglio, al quale hanno preso parte in 300 – compresi i genitori della vittima, l’amico Sebastiano e il sociologo Gianfranco Bettin – nel tardo pomeriggio. proprio al’altezza del liceo Guggenheim in Corso del Popolo dove è accaduto il fatto. “Giacomo è morto perchè non si è girato dall’altra parte- hanno scritto su Facebook – non ha fatto finta che tutto andasse bene, perchè era un fratello generoso che quotidianamente lottava contro le ingiustizie, per un mondo più giusto e senza discriminazioni”. Oggi a Mestre in Corso del Popolo i ragazzi che frequentano il centro sociale erano ammutoliti ed hanno preferito non commentare. “Era un ragazzo altruista, generoso – sottolinea per tutti Michele Valentini – e lo è stato fino alla fine”.

Significativo lo striscione che hanno esposto sul luogo del delitto, scandendo lo slogan “Jack è vivo e lotta insieme a noi. Le nostre idee non moriranno mai”. Sono stati i residenti della zona, svegliati dal trambusto, a chiamare le pattuglie della polizia che sono giunte immediatamente insieme ai mezzi di soccorso. Dal riserbo delle indagini, emergerebbe comunque che l’aggressore è stato bloccato a poca distanza dall’omicidio, mentre cercava un altro colpo, per portare via la borsa ad un’altra donna. “Il primo pensiero e omaggio va alla vittima e all’amico aggredito, che hanno dimostrato abnegazione e altruismo in aiuto di una persona in pericolo – ha commentato il prefetto di Venezia, Darco Pellos, sottolineando che nella valutazione degli investigatori “si tratta di un fatto isolato”.

L’intenzione del Rivolta è quella di porre con forza il tema della sicurezza a Mestre, da tempo una delle piazze più frequentate dello spaccio di droga, con iniziative che proseguiranno anche nei prossimi giorni. Per il presidente del Veneto, Luca Zaia, quanto avvenuto “è di una gravità inaudita. Un fatto sul quale sono sicuro che gli inquirenti sapranno fare luce rapidamente, anche a tutela di tutta la comunità”. La morte di Giacomo, afferma Monica Sambo, segretaria del Pd di Venezia, “questo episodio è l’ennesimo di una lunga sequenza che ormai dura da anni: questa città ha smarrito la propria anima nelle strade e nei palazzi”

Continua a leggere

In rilievo

error: Contenuto Protetto