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Napoli

Navigare, tutto pronto per il Salone nautico napoletano: aumentano gli spazi in acqua

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Tutto pronto per la 37esima edizione di Navigare che stavolta  amplia gli spazi in acqua aggiungendo 200 metri al Molo Luise: per l’occasione è infatti stata realizzata a Mergellina una banchina galleggiante per aumentare la disponibilità di posti barca per il tempo della manifestazione. Il Salone internazionale della nautica inizierà sabato 18 per finire domenica 26, e  si presenterà con un look strutturale completamente nuovo. La sede dell’esposizione, al molo Luise di Mergellina, subirà una trasformazione grazie a un pontile galleggiante di 100 metri lineari, ma 200 di spazio, che amplierà la disponibilità di ormeggio, attualmente di oltre 600 metri lineari di molo, ma soprattutto di fruibilità per i visitatori.

Navigare: salone nautico internazionale
Foto: Stefano Renna

Sabato si parte alle 10,30 ma la cerimonia inaugurale è stata fissata alle ore 15.00 e vi  prenderanno parte: il Sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, il presidente dell’Autorità Portuale di Napoli, Andrea Annunziata, il presidente della Camera di Commercio di Napoli, Ciro Fiola, il Contrammiraglio Pietro Vella, Direttore Marittimo della Campania e il presidente BCC Napoli e Campania, Amedeo Manzo.

La formula del Salone Internazionale, che ha nelle prove in mare il punto focale del progetto, è stata al centro del nuovo disegno della Marina di Mergellina, voluta dagli organizzatori di AFINA – Associazione Filiera Italiana della Nautica – per ampliare la presenza delle imbarcazioni, circa 100, e favorire l’accesso gratuito del pubblico.

Gennaro Amato Foto: Stefano Renna

“Abbiamo voluto aumentare la superficie espositiva non solo per la crescita della domanda di partecipazione dei cantieri, + 50% rispetto allo scorso anno – spiega Gennaro Amato, presidente di AFINA -, ma abbiamo voluto realizzare, allo stesso tempo, una dimostrazione pratica di come poter aumentare i posti barca nei Marina cittadini senza troppi iter burocratici. Perché uno dei problemi principali della nautica da diporto è l’assenza di ormeggi. Il salone Nautico internazionale di Napoli è strategico – conclude Amato -, perché ha una doppia valenza nei calendari fieristici internazionali, da un lato chiude il 2023 e, allo stesso tempo, porta la città di Napoli al centro dei mercati fieristici. Il 2024, infatti, riparte dalla nostra città con il Nauticsud alla Mostra d’Oltremare, un appuntamento che quest’anno taglia il traguardo delle 50 edizioni”.

Z340 by Nautica Mediterranea Yachting

Domanda in crescita, ma non solo degli espositori e dei cantieri presenti. Il Navigare, salone nautico internazionale di Napoli, è diventato di fatto punto di riferimento per molti amanti del mare e armatori. L’ultimo appuntamento del calendario solare delle esposizioni internazionali, infatti, favorisce l’afflusso di chi vuole determinare l’acquisto di una barca per il prossimo anno. A questa opportunità si aggiungono anche i visitatori del Salone Internazionale di Bologna che, dopo soli 15 giorni dall’esposizione a secco nel capoluogo felsineo, possono provare in acqua l’imbarcazione prescelta. L’evento, che già ha fissato le date del 2024 (9/17 novembre), punta così sempre più a divenire un’opportunità per i cantieri costruttori, che definiscono la pianificazione produttiva dell’anno prossimo, e per i concessionari che pianificano la programmazione vendite.

Tutti presenti i maggiori cantieri del territorio, dai Cantieri Fiart, Italiamarine, Cantieri Mimì, Nuova Jolly, Blue Emme di Evo yacht, Esposito Mare, Sea Prop, Collin’s Marine, così come i più importanti distributori e concessionarie, come Autosalone Italia con i brand Azimut, Prestige, Jeanneau e Wellcraft, Rio Italia e Marine System con i marchi Bavaria, Ideamarine e Beneteau.

 

Questi gli orari del NAVIGARE: sabato e domenica 10.30-19.00 / lunedì – venerdì: 12.30 – 17.00. Accesso libero e gratuito. Info www.afina.it

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Cronache

Il respiro della vita: la festa del cuore giunge all’ottava edizione

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La solidarietà incontra l’arte e la scienza nell’ottava edizione de “l’ORigano”, l’iniziativa senza scopo di lucro ideata dalla giornalista, naturalista e divulgatrice scientifica Olga Fernandes. Un evento annuale che unisce impegno umanitario e cultura per promuovere un progetto ambizioso: fare della Campania una regione cardioprotetta.

Il progetto “l’ORigano”: cuore, scienza e solidarietà

l’ORigano” premia ogni anno le eccellenze partenopee e internazionali che si distinguono per contributi significativi al progresso scientifico, artistico e sociale. Olga Fernandes spiega così l’obiettivo dell’iniziativa:

“Premiamo risultati innovativi raggiunti con il cuore, sostenendo al contempo la diffusione di apparecchiature salvavita come i defibrillatori”.

Negli ultimi otto anni, Fernandes si è dedicata con passione a combattere le morti improvvise per malori cardiaci, promuovendo la diffusione dei defibrillatori nelle comunità. La sua campagna, “l’ORigano in moto per il cuore”, ha donato cinque defibrillatori alla Polizia Municipale e formato gli agenti al loro corretto utilizzo.

Morti evitabili: il ruolo cruciale dei defibrillatori

I numeri sono impressionanti: in Italia si registrano oltre 200 decessi al giorno per infarto, molti dei quali potrebbero essere evitati. Fernandes sottolinea:

“Un defibrillatore costa quanto un telefonino, ma può salvare vite”.

L’impegno di “l’ORigano” va oltre la sensibilizzazione, includendo la formazione e il supporto pratico con l’installazione di dispositivi salvavita in luoghi strategici.

L’appuntamento 2023: Napoli protagonista

L’edizione 2023 si terrà il 19 novembre alle ore 20:30 presso il Teatro Bolivar di Materdei, Napoli. Durante la serata, due nuovi defibrillatori saranno donati a Procida: uno destinato a Torretta Corricella e l’altro al Procida Camp Resort.

L’evento sarà una vera e propria kermesse, con la partecipazione di artisti e personalità di spicco come Lino D’Angiò, Alan De Luca, Gigi Finizio, Marco Zurzolo e tanti altri.

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Cronache

Processo per l’omicidio di Matilde Sorrentino: la Cassazione annulla il verdetto e rinvia al secondo grado

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La Corte di Cassazione ha annullato con rinvio la sentenza che confermava la condanna all’ergastolo per Francesco Tamarisco, accusato di essere il mandante dell’omicidio di Matilde Sorrentino, la “mamma coraggio” di Torre Annunziata. Il delitto, avvenuto il 26 marzo 2004, fu un atto efferato per zittire la donna che, con le sue denunce, aveva permesso di smascherare un giro di pedofilia nella scuola del rione Poverelli.

Un nuovo processo per Tamarisco

La decisione della Cassazione riapre la possibilità di mettere in discussione l’intera vicenda nel merito. Tamarisco, potente narcotrafficante di Torre Annunziata, si è sempre dichiarato innocente, nonostante le accuse che lo indicano come il mandante del delitto, eseguito dal killer Alfredo Gallo.

Durante il processo di primo grado, Tamarisco arrivò persino a minacciare il procuratore aggiunto Pierpaolo Filippelli, dimostrando un atteggiamento di sfida nei confronti della giustizia. La nuova udienza in Appello si terrà nel 2025, e tra i punti chiave ci sarà il riesame delle dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia, la cui attendibilità è stata contestata dai suoi difensori, gli avvocati Alessandro Pignataro e Valerio Spigarelli.

Amarezza per la decisione

Elena Coccia, avvocato che ha seguito per anni il caso della pedofilia e l’iter processuale legato all’omicidio di Matilde Sorrentino, ha espresso delusione per il rinvio. «Provo grande amarezza. Non vorrei che la morte di Matilde cadesse in un buco nero e il suo sacrificio venisse dimenticato», ha dichiarato.

Coccia ha anche ribadito la solidità delle ricostruzioni fatte nei gradi precedenti: «Le motivazioni di secondo grado erano ben strutturate e provate. Non comprendo le ragioni della Cassazione, ma le sentenze si rispettano, anche se non si condividono».

La ricostruzione del delitto

Secondo l’accusa, Tamarisco avrebbe assoldato Gallo per punire Matilde Sorrentino, la cui testimonianza era stata fondamentale per smascherare il giro di pedofilia che coinvolgeva anche lui. Il killer, già noto per un altro omicidio commesso da minorenne, sarebbe stato ricompensato con un vitalizio da 500 euro al mese, un’auto costosa e 50.000 euro in contanti.

La Sorrentino aveva contribuito all’arresto di Tamarisco per pedofilia, una condanna che però fu annullata in Appello con una sentenza di assoluzione. L’affronto, secondo l’accusa, spinse Tamarisco a vendicarsi a distanza di anni, orchestrando l’omicidio della donna.

Un lungo percorso verso la giustizia

Il delitto di Matilde Sorrentino è rimasto impresso nella memoria di Torre Annunziata come un atto barbaro contro chi aveva avuto il coraggio di opporsi a un sistema criminale. L’esecutore materiale, Alfredo Gallo, sta già scontando l’ergastolo, mentre Tamarisco fu “incastrato” solo nel 2017 grazie alle indagini dei carabinieri del Nucleo Investigativo di Torre Annunziata, coordinate dalla Procura.

Il nuovo processo rappresenta un ulteriore passaggio in una vicenda lunga e dolorosa, che ha segnato profondamente la comunità di Torre Annunziata. Mentre il sistema giudiziario prosegue il suo corso, il sacrificio di Matilde Sorrentino resta un simbolo di coraggio e determinazione contro le ingiustizie.

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Cronache

Omicidio Antonio Morione: il racconto della vedova in aula e i dettagli inediti sul delitto

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Torre Annunziata torna a fare i conti con una tragica pagina di cronaca. Il processo per l’omicidio di Antonio Morione (nella foto in evidenza), il commerciante ucciso il 23 dicembre 2021 durante una rapina nella sua pescheria a Boscoreale, entra nel vivo con le testimonianze toccanti dei familiari. Dinanzi alla Corte d’Assise di Napoli, la vedova di Morione ha raccontato tra le lacrime i drammatici momenti che hanno segnato quella sera di festa trasformata in tragedia.

Un sacrificio per salvare i familiari

«Antonio aveva riconosciuto i suoi rapinatori e ha fatto di tutto per attirarli fuori, per invitare tutti a restare calmi», ha dichiarato la moglie durante l’udienza. Morione, 41 anni, cercò di portare i rapinatori all’esterno della pescheria dopo che l’arma era stata puntata verso sua figlia minorenne. Nel tentativo di dissuadere i criminali, squarciò la gomma dell’auto del commando, ma fu raggiunto da un colpo di pistola che gli tolse la vita.

La vedova ha descritto con precisione gli ultimi istanti del marito: «Pensavo che rientrando nel negozio si fosse accasciato per proteggersi. Solo dopo ci siamo resi conto che c’era sangue». Un dettaglio inedito è emerso dalla sua testimonianza: «Il killer aveva gli occhi azzurri sgranati», una descrizione che potrebbe aprire nuovi interrogativi sulla ricostruzione dei fatti.

Gli imputati e il quadro investigativo

A processo ci sono quattro uomini accusati di far parte del commando che ha messo a segno due rapine quella sera, tra cui l’assalto alla pescheria del fratello di Antonio Morione. Luigi Di Napoli, considerato un aspirante boss di camorra, sarebbe entrato armato nella pescheria, passando poi l’arma a Giuseppe Vangone, indicato come l’esecutore materiale del delitto. Angelo Palumbo e Francesco Acunzo, invece, si sarebbero occupati della gestione logistica, dalla custodia dell’arma alla distruzione dell’auto usata per il colpo.

Tuttavia, la descrizione fornita dalla vedova potrebbe entrare in contrasto con le conclusioni investigative, aprendo la possibilità a ulteriori approfondimenti.

Testimonianze e dettagli tragici

Durante l’udienza, sono stati ascoltati anche altri testimoni, tra cui familiari e un cliente presente nei pressi della pescheria al momento del delitto. Un parente ha ricordato: «Antonio ha cercato di parlare prima di morire, ma dalla sua bocca non è uscita alcuna parola». Un cliente ha aggiunto: «Ero a una settantina di metri di distanza quando ho sentito gli spari. Mi sono rifugiato dietro un’auto e sono uscito solo dopo che l’auto dei rapinatori era andata via. Quando sono arrivato nei pressi della pescheria, ho sentito le grida provenire dall’interno».

La posizione della famiglia Morione

La famiglia di Antonio Morione ha scelto di non costituirsi parte civile, pur partecipando al processo con il proprio legale, Giuseppe De Luca. La Fondazione Polis, rappresentata dagli avvocati Alessandro De Costanzo e Gianmario Siani, ha invece richiesto i danni, ribadendo il proprio impegno a sostegno delle vittime innocenti della criminalità organizzata.

Il processo continua a gettare luce su una vicenda che ha profondamente segnato la comunità di Torre Annunziata e Boscoreale. Mentre i familiari cercano giustizia per Antonio Morione, le testimonianze in aula evidenziano il coraggio del commerciante, che ha sacrificato la propria vita per proteggere i suoi cari.

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