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Nations League: Frattesi-Kean, Italia fa bis con Israele

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 Un’Italia giovane e concreta supera Israele (2-1) bissando la bella vittoria a Parigi contro la Francia, nella seconda giornata della fase a gironi della Nations League. Sul campo neutro di Budapest del ‘Bozsik Stadion’, di fronte a non più di 2.000 spettatori, tra i quali anche il ministro dell’Agricoltura Lollobrigida, gli azzurri di Spalletti, con cinque nuovi innesti rispetto al match del Parco dei Principi, partono piano per scatenarsi nel finale del primo tempo quando trovano il vantaggio sull’asse interista Di Marco-Frattesi, con l’ex Sassuolo ancora in gol come nel trionfo in terra transalpina.

Nella ripresa la Nazionale chiude la pratica raddoppiando con Kean e sfiorando il 3-0. Poco prima del fischio finale arriva il gol di Abu Fani che accorcia le distanze ma non incide sulla convincente prestazione azzurra. Un’altra vittoria per l’Italia dunque che sa di conferma e le permette di fare un importante passo in avanti verso le Finals di Nations League con l’obiettivo di ipotecare un posto tra le teste di serie al sorteggio per le qualificazioni al prossimo Mondiale. Nell’altra partita del Gruppo 2 la Francia batte il Belgio lasciando Tonali compagni da soli in testa alla classifica a quota sei punti. Spalletti, fedele alla parola data alla vigilia, apporta cinque cambiamenti alla squadra vittoriosa al Parco dei Principi. Entrano Gatti e Buongiorno in difesa per Di Lorenzo e Calafiori. Bellanova parte al posto di Cambiaso come terzino destro, mentre Raspadori, entrato con un grande impatto a Parigi, e Kean partono in attacco.

Nell’undici di Israele Ben Shimon fa quattro cambiamenti alla squadra scesa in campo contro il Belgio al Nagyerdei Stadion di Debrecen, in quello che sembra essere un probabile 4-2-3-1. Entra Revivo come terzino sinistro, Kanichowsky e Dor Peretz, che è il capitano della squadra, a centrocampo e Abada sull’ala. Gandelman, Gropper, Abu Fani, Gloukh vanno in panchina. Partenza lenta dell’Italia che lascia l’iniziativa a Israele nei primi minuti su un campo reso viscido dalla pioggia. La squadra di Ben Shimon prova a impensierire Donnarumma ma la difesa azzurra riesce a neutralizzare agevolmente. Tra i più attivi per l’Italia Di Marco e Bastoni guidati dalla regia di un Tonali sempre vivo.

A metà primo tempo la prima vera occasione dell’Italia: da sinistra verso destra la palla arriva a Bellanova che colpisce malissimo da buona posizione e la sua conclusione termina a lato. Poco dopo anche Israele vicino al vantaggio con Solomon che spara alto da due passi. Un bel rischio che sembra svegliare gli azzurri che trovano il gol dell’1-0 con Frattesi: al termine di una bella azione ricca di passaggi veloci, dalla destra Di Marco mette in mezzo un tiro-cross sul quale interviene il centrocampista dell’Inter che di petto devia in rete. In avvio di ripresa l’Italia è la stessa di quella vista alla fine dei primi 45′ con Frattesi ad un passo dal raddoppio: l’interista si inserisce per l’ennesima volta in area, riceve e calcia, Gerafi in qualche modo devia il pallone. 

Poi gli azzurri si distraggono rischiando di incassare il gol del mari in due occasioni, ma invece dell’1-1 arriva il 2-0 firmato da Kean: Frattesi recupera palla, la cede a Raspadori che calcia subito, Gerafi respinge, irrompe Kean che da pochi passi non sbaglia. Messa in cassaforte la partita, Spalletti cambia mettendo dentro Cambiaso e Brescianini al posto di Bellanova e Raspadori. Poi dentro anche Udogie per Di Marco per un’Italia che si diverte a sprecare occasioni sempre con Kean ed anche con Tonali. In campo infine anche Zaccagni e Retegui per Ricci e Kean: il gol del 3-0 non arriva, mentre al 90′ è Israele ad accorciare le distanze per il 2-1 finale con Abu Fani che si ritrova la palla sul piede e in diagonale fulmina Donnarumma. Finisce così con l’importante conferma di una Nazionale targata Spalletti che appare rinata rispetto a quella horror vista agli Europei in Germania.

 

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L’Udinese rimonta e passa a Parma, è la nuova capolista

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L’Udinese e tutto il Friuli sognano. La formazione di Kosta Runjaic ribalta una partita incredibile al Tardini di Parma e conquista un successo che vale la prima posizione in classifica. Dieci punti dopo quattro gare, tutti meritati, per una squadra che sta davvero sorprendendo. Contro il Parma alla fine ha meritato ma i padroni di casa possono recriminare. Avanti di due reti, gli emiliani hanno chiuso il primo tempo praticamente con la vittoria in tasca ma nella ripresa, complice anche un cartellino rosso, si sono sciolti di fronte agli avversari che hanno colpito tre volte, imponendosi per 3-2 in una gara davvero spettacolare. Pecchia aveva rinforzato l’attacco schierando sulla trequarti Cancellieri alle spalle di Bonny e confermando Mihaila e Man sulle fasce. In porta Chichizola al posto dello squalificato Suzuki.

Runjaic invece ha puntato su un centrocampo più muscolare con Lovric preferito a Brenner e, in avanti, Thauvin a fare coppia con Lucca. L’obiettivo era chiaro per entrambe le squadre: vincere senza se e senza ma. L’Udinese però deve subito rincorrere. Dopo soli due minuti il Parma è avanti. Angolo dalla destra, cross basso in area piccola di Mihaila per Delprato che, in mezzo a due avversari, infila la palla di piatto alla sinistra di Okoye. Per il capitano è il primo sigillo in carriera in serie A ed è subito pronto anche in difesa smorzando, al 6′, un tiro di Thauvin. Ma il Parma c’è, due minuti dopo, con Cancellieri ben servito da Coulibaly, ma impreciso nella conclusione.

Al 16 è invece Okoye ad opporsi a Man, mentre l’Udinese sfiora il pareggio al 19′ con Thauvin in rovesciata. Ma non si possono elencare tutte le azioni pericolose del primo tempo, viste anche le occasioni capitate a Mihaila, Lovric, Lucca e Payero. Al 28′, su respinta sbagliata di Coulibaly, il Parma rischia l’autorete con palla sulla traversa. L’Udinese gioca più palloni ma i padroni di casa sono implacabili. Bonny al 43′ raddoppia. Man si accentra e serve in area l’attaccante crociato, Bijol è attaccato alle sue spalle ma non può nulla col colosso francese che si gira e segna. Sfortunati invece i friulani due minuti più tardi con Lucca: tiro perfetto ma dritto dritto sul palo alla destra di Chichizola.

A inizio ripresa Runjaic getta nella mischia Kabasele ed Ekkelenkamp, forze fresche senza stravolgere la squadra e l’Udinese va a segno al 5′ con Lucca, di testa, su cross di Kamara. Il Parma soffre e al 23′ subisce il pari. Davis, appena entrato per Lucca, trova l’assist perfetto per Thauvin che deve solo appoggiare in rete. Male invece Keita nel Parma: l’acquisto più oneroso dell’estate (prelevato per 12 milioni dall’Anversa) entra al 10′ ed esce per doppia ammonizione dopo soli 18 minuti. L’Udinese a quel punto deve solo affondare il colpo, e lo fa. Al 32′ Thauvin, ancora su un’iniziativa di Davis, va a segno. L’arbitro annulla per fuorigioco, ma il Var, giustamente, lo corregge e convalida la rete friulana. Le forze cominciano a calare e gli innesti freschi di Pecchia non sortiscono alcun effetto. Unico guizzo, nei minuti di recupero, di Camara, entrato al posto di Mihaila, ma il risultato non cambia. Vince l’Udinese, vince la nuova capolista del campionato di serie A.

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Alla Lazio basta un tempo, con il Verona sono 3 punti

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Grazie ad un avvio scoppiettante la Lazio coglie i tre punti contro un bel Verona e si accomoda al sesto posto in classifica. La seconda vittoria in campionato arriva al termine di una partita non facile, prima molto fisica, quindi meno dinamica ma più ragionata e tattica. Il 2-1 finale, con tutte le marcature concentrate nei primi 20 minuti, è lo specchio di 90′ ben interpretati da entrambe le squadre, decisa da quel tanto di intraprendenza in più mostrata dai padroni di casa. Baroni, che ritrova il suo club della scorsa stagione, conferma Castellanos come vertice offensivo.

Alle spalle dell’argentino Isaksen, Dia e Zaccagni. Zanetti in avanti si affida a Harroui e Lazovic per innescare Tengstedt, preferito a Mosquera. Il quinto minuto non è ancora trascorso e Dia si conferma uomo partita con la seconda rete consecutiva. Servito da Zaccagni, l’ex Salernitana si libera di Dawidowicz e con un rasoterra angolato batte Montipò. La reazione del Verona è però istantanea, favorita dal momento di euforia laziale. Kastanos vede un buco al centro della difesa per servire Tengstedt che a tu per tu con Provedel non sbaglia e fa 1-1 al 7′. La Lazio non ci sta e Rovella (16′) con un gran tiro costringe il portiere gialloblù a deviare in angolo.

Ma è Castellanos il protagonista del nuovo vantaggio laziale: prima si procura un angolo con una spettacolare ‘rabona’, poi devia la battuta di Zaccagni alle spalle di Montipò con un tocco al volo. E’ solo il 20′ e l’Olimpico ha già visto tre reti. Oltre che ricco di emozioni, il match è molto fisico e l’arbitro Zufferli deve distribuire un paio di gialli (Rovella e Tchatchoua) per farsi sentire. Dopo un avvio senza tatticismi, col passare dei minuti la Lazio prende l’iniziativa del gioco, col Verona pronto a pressare e ripartire. I padroni di casa vanno negli spogliatoi meritatamente in vantaggio, contro un avversario sempre presente nel flusso della partita. Poco dopo la ripresa, é Zanetti il primo a ricorrere alla panchina, inserendo Mosquera per Castanos. Il Verona è vivo e mostra di avere dei buoni palleggiatori. L’iniziativa è ancora prevalentemente laziale, ma con più fatica nel conservare il possesso palla.

Quando trovano spazio i biancocelesti sono però pericolosi. Al 16′ doppio miracolo di Montipò per impedire il 3-1 prima a Castellanos e poi Dia. Baroni ha visto i suoi abbassarsi troppo ed ordina un doppio cambio: fuori Castellanos e Isaksen, dentro Castrovilli e Tchaouna. Rispetto alla frenesia iniziale, ora la Lazio cerca di ragionare. Le discesa sulla sinistra di Tavares sono un pericolo costante per la difesa scaligera, ma non sempre sono assecondate dai compagni come meriterebbero. Tchaouna ci prova dalla distanza, gli risponde Montipò con l’ennesima parata.

Rischia anche la Lazio, come sul tiro di Tchatchoua, sul quale si immola Lazzari. Esce Rovella, in debito di lucidità, per Vecino. E’ il momento per la Lazio di gestire il vantaggio (dentro Marusic e Noslin per Lazzari e Zaccagni), per il Verona di alzare il ritmo (in campo Cisse e Sarr, escono Dailiuc e Dani Silva). Ma il forcing gialloblù non trova terminali. Guendouzi e Tavares sono l’ultima diga e dopo 5′ di recupero la Lazio può festeggiare.

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Tennis: Jasmine Paolini quinta nel ranking Wta

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Jasmine Paolini si conferma al quinto posto del ranking Wta. Pressoché invariate la prime 10 posizioni della classifica mondiale che vede in testa Iga Swiatek. Alle spalle della polacca la bielorussa Aryna Sabalenka, la statunitense Jessica Pegula e la kazaka Elena Rybakina. Dietro l’italiana la statunitense Coco Gauff, la cinese Qinwen Zheng e la statunitense Emma Navarro. Esce dalla top 10 la ceca Barbora Krejcikova (undicesima) a vantaggio della greca Maria Sakkari (nona) e della statunitense Danielle Collins (decima).

1. Iga Swiatek (POL) 10885 pts

2. Aryna Sabalenka (BLR) 8716

3. Jessica Pegula (USA) 6220

4. Elena Rybakina (KAZ) 5871

5. Jasmine Paolini (ITA) 5398

6. Coco Gauff (USA) 4983

7. Zheng Qinwen (CHI) 3980

8. Emma Navarro (USA) 3705 9. Maria Sakkari (GRE) 3416 (+1)

10. Danielle Collins (USA) 3178 (+1)

 

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