Narcisista, paranoico e antisociale. È la fotografia clinica fatta nel 2019 dalla psichiatra Barbara Capovani firmando le dimissioni dal reparto di colui che circa tre anni dopo è diventato il suo assassino, Gianluca Paul Seung, 35 anni, arrestato con l’accusa di averla aggredita e di averne causato la morte, avvenuta domenica sera in ospedale a Pisa. Ora è indiziato di omicidio volontario premeditato. Lo hanno portato in carcere al don Bosco ed è sorvegliato a vista in una cella singola. Mercoledì ci sarà l’interrogatorio di garanzia. Il referto di dimissioni del 4 dicembre 2019, destinato dalla dottoressa Capovani al medico curante, riportava una diagnosi di “disturbi narcisistico, antisociale, paranoico di personalità” dopo un ricovero disposto dal tribunale in seguito a un arresto. Capovani scriveva che dalle “numerose visite” durante il ricovero “sono emersi numerosi sintomi appartenenti allo spettro” di quei disturbi. Sintomi, spiega però l’anamnesi, “che non riteniamo responsivi al trattamento farmacologico perché strutturati nell’assetto di personalità”.
Per la psichiatra “il paziente appare totalmente consapevole delle proprie azioni e del loro disvalore sociale”, quindi punibile per i reati eventualmente commessi. Che la personalità del presunto killer sia narcisistica lo dimostra pure il video girato da lui stesso nei momenti dell’irruzione della polizia a casa sua, a Torre del Lago, la notte tra sabato e domenica e che lo ritrae in quelle fasi concitate mentre si sente la voce di un poliziotto che gli intima più volte: “Stai fermo, stai fermo”. E lui replica: “Sto qua, non faccio nulla”, “Non ho niente, guarda, non faccio nulla”. Un filmato di 25 secondi, circolato sulle chat, che mostra l’appartamento dove c’è evidente disordine degli arredi e degli oggetti. Secondo quanto emerge il video è stato condiviso da lui stesso ai suoi contatti, che poi lo hanno inoltrato ad altri finché stamani è arrivato pure ai cronisti.
Oggi a Pisa è stato il giorno del dolore. Nella notte si è diffusa la notizia della morte della dottoressa, evento che tutti speravano che non arrivasse mai. Decine di colleghi si sono riuniti a mezzogiorno fuori dal reparto per osservare un lungo e commosso momento di raccoglimento al quale ha partecipato anche il sindaco Michele Conti annunciando “il lutto cittadino nel giorno dei funerali” poi “ci saranno modi e tempi per cercare risposte che dobbiamo a chi paga ingiustamente con la vita la scelta di occuparsi dei più fragili. La nostra società senza perdere l’umanità necessaria deve poter avere gli strumenti per arginare la pericolosità sociale di certi soggetti”. “L’aggressività fa parte del nostro lavoro – ha spiegato Angelo Cerù, direttore del Dipartimento Salute mentale e dipendenze della Asl Nord Ovest – ma oggi ci ritroviamo con persone che non sono pazienti, non sono malati ma sono solo delinquenti. Occorre rivedere certe leggi, certi criteri sulla imputabilità o non imputabilità. Quello che è successo può accadere a qualsiasi di noi che lavora nei reparti di salute mentale o nelle dipendenze. Ci troviamo ad affrontare situazioni che non ci competono”. Parla di “violenza inaccettabile” il ministro della Salute, Orazio Schillaci, “la sicurezza di tutti gli operatori sanitari e socio-sanitari mi sta particolarmente a cuore ed è una priorità”. La Federazione degli Ordini dei medici dedicherà la medaglia al merito della sanità pubblica a Barbara Capovani.