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Napoli, Spalletti si presenta: squadra che mi piace e mi assomiglia, faremo bene

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E’ il giorno tanto atteso di Luciano Spalletti presso il Training Center di Castel Volturno: al tecnico toscano sono affidate le sorti della squadra del Napoli, e lui si dichiara orgoglioso di questo ruolo sotto gli occhi di un soddisfatto presidente, Aurelio De Laurentiis che lo ha ascoltato con grande interesse accanto all’Amministratore Delegato Andrea Chiavelli e al Direttore Sportivo Cristiano Giuntoli.

Aurelio De Laurentiis

Lunedì previsto appuntamento per il rientro al lavoro per tutti i tesserati, faccia eccezione per coloro che hanno giocato e stanno giocando i campionati Europei di calcio che si aggregheranno al gruppo a Castel di Sangro. Per gli atleti previsti test medici (visite sportive e tamponi anti-covid anche se sono tutti vaccinati) prima della partenza per Dimaro il 15 luglio.  Spalletti ha sentito Dries Mertens il giorno prima e il giorno dopo il suo intervento alla spalla. Al belga sarà concesso qualche giorno in più utile alle terapie per la sua ripresa.

Il suo primo obiettivo

“Il Napoli è forte e sono curioso di entrarci dentro per vedere fino in fondo quanto ne è consapevole, perchè poi essere forte se non sai di esserlo non completa il tuo comportamento. Mi renderò conto di questo strada facendo. Da quando mi hanno detto che sarei stato l’allenatore del Napoli non ho tolto gli occhi da dosso a questa squadra. Mi piace, mi assomiglia, però bisogna entrarci dentro”.

Il ritorno in panchina

“Ho avuto la possibilità di stare a casa. Ma a casa, per quelli come me, le cose sono facili da fare. Si vive in campagna e si sta con la famiglia, si guardano la partite. Vivere in campagna fa bene, rinforza i piedi, e siccome di strada ce n’è da fare avere dei piedi forti è una bella cosa. Io sono emozionato sempre, è un lavoro che mi piace. A Napoli completo un po’ il mio tour dell’anima. ho allenato a Roma, nella città del papa ed eterna, a San Pietroburgo, patria degli zar.  Poi Milano e ora allenerò il Napoli. Io a Napoli sono orgoglioso di venirci perchè siederò sulla panchina dove ha giocato Diego Armando Maradona; completerò il tour dell’anima perchè qui ci ha giocato lui ed è anche la città di San Gennaro. La città dove il calcio e i miracoli sono la stessa cosa”.

Far innamorare di nuovo i tifosi dopo Napoli Verona del 23 maggio

“Abbiamo solo una strada, una risposta. Il calcio va accostato ai risultati per essere credibile. Ai tifosi del Napoli quello che gli dai te lo rendono con gli interessi. Mi piace lo slogan ‘sarò con te’ lo slogan di battaglia di tante partite: un grido di appartenenza che non dovrebbe mai mancare. Una mano che ti tende la città, da stringere forte. E’ la squadra della città, qui sono quasi tutti tifosi del Napoli, dobbiamo restituire questo amore, questo affetto, col comportamento e la disponibilità in campo”

Insigne

“Secondo me sarebbe meglio che io parli prima con lui, ma io ne parlo bene (ride, ndr). Gli ho fatto i complimenti dopo un gol in nazionale, gli ho detto che a me farebbe piacere fare questo percorso con lui al mio fianco. Poi naturalmente ci sono altre questioni nel calcio e quelle le vedremo quando ritornerà. Faccio i complimenti, a lui, Di Lorenzo, per l’europeo spettacolare, ha fatto vedere più volte il suo marchio di fabbrica e faccio i complimenti anche a Di Lorenzo che è completo, forte fisicamente, presente, che si adatta a fare tutto in maniera di qualità. La Nazionale di Mancini sembra più una squadra che una selezione di calciatori. Molti allenamenti credo siano per fare gol ed un calcio offensivo, perciò complimenti”.

Cosa chiede Spalletti a Spalletti

“Io ho tutto, mi sveglio sempre in forma, poi mi deformo a seconda di chi incontro nel corso della giornata. Sono qui per allenare al meglio questo Napoli, per fare risultati. Napoli è piena di uomini che hanno lasciato il segno nella sua storia, Napoli ama come nessuna altra città i propri eroi, io e la mia squadra vorremmo diventare delle persone ricordate dai tifosi azzurri, questo vorrei”.

Su Totti

“Felice di avergli dato la possibilità di fare una fiction, ma aveva i contenuti per farla anche su di lui, mi dispiace che non abbia avuto grande successo se me lo dicevano prima io un paio di scene per fargli fare il pieno le facevo (ride, ndr). Io non voglio sottrarmi, poi ci sarà spazio per le cose meno importanti, ma ora ci sono il Napoli ed i suoi calciatori”.

Come arrivare in champions

“Il presidente ha toccato i tasti giusti, deve mettere a posto i conti e puntare alla Champions. La prima caratteristica è di avere calciatori forti per entrare nelle 4 perchè ci sono grandi squadre, ma è chiaro che sarà la mia ambizione. Napoli ho letto che è la città che ha più napoletani in giro per il mondo ed è già il primo motivo per non restare fuori dell’Europa che conta. E’ venuto fuori che io terrei tutti quelli a disposizione e sarei contento così, ed era un tentativo anche per fare i complimenti a chi ha creato la squadra che è forte, poi sappiamo che per contratti in scadenza e Covid e altre questioni il prossimo Napoli qualche conseguenza e sarà differente dai precedenti, ma siamo qui per questo, per costruirne un altro altrettanto forte, i dirigenti lavorano per questo”.

Mercato: teme di perdere qualche pezzo pregiato?

“Noi siamo pronti a capire quello che succede. Ne abbiamo parlato ma alcune cose non le possiamo raccontare. Dobbiamo lavorare in modo serio-. Nella partita dobbiamo mettere tutte le cose giuste”.

Come vorrebbe il suo Napoli?

“Un calcio che somiglia alla città, gli sportivi ne devono essere orgogliosi. Vorrei una squadra sfacciata: mi piacerebbe avere degli scugnizzi che credano nel proprio talento, che lo mettano in pratica contro ogni avversario. Tengo molto all’Europa League, tengo molto anche alla coppa Italia, al campionato, alle partite amichevoli… tengo molto ad ogni allenamento che mette un premio giornaliero. Se ti alleni bene per 7 gg stai tranquillo che giochi meglio in partita. Io rappresento Napoli calcisticamente insieme alla società, non si snobba niente.  Sono abituato in campagna, nel bosco ci sono gli animali, anche quello più feroce mette tutta la forza che ha sempre. Quando vesti la maglia del Napoli si fa sul serio”

Squadra che ha perso forza negli ultimi 10 metri, l’ultima giornata, perché?

“Quando mi ha contattato il Presidente gli ho dato la mia disponibilità ma gli ho detto che avrei preferito iniziare adesso. Gattuso ha fatto un ottimo lavoro, con grande sentimento. Cosa può essere successo, non lo so, per quel risultato mancato. I ragazzi hanno pedalato forte nel girone di ritorno, a volte ci sono momenti in cui si trovano squadre che hanno meno da dire, o niente, ma fanno grandi partite. Dobbiamo avere le potenzialità di guardare in faccia qualunque avversario”.

 

Su Inter Juventus di tre anni fa 

“Mi sembra ci sia stato anche un cambiamento nella classe dirigenziale dell’Aia. Per me diventa difficile sindacare. Puoi avere decisioni a favore o contro, ho grosso rispetto. Sotto questo aspetto non posso aggiungere altro”.

Quanto si può incidere per ottimizzare la potenzialità dei calciatori

“Se fossi il presidente prenderei un allenatore capace di incidere sui calciatori. Conosco molti dello staff del Napoli, tipo Giuntoli che viene dalle mie parti. Difficile sbagliare totalmente la scelta di un giocatore.  Può darsi che non renda al massimo ma troviamo le motivazioni che gli permettano di esprimere tutto il suo valore giorno dopo giorno. L’importante è andare avanti e mai indietro”.

Fatti i complimenti a Insigne, Di Lorenzo, Jorginho… e ad Emerson?

Non posso rispondere, ma può essere che sia accaduto.

Su Osimhen

“Non vedo perché non dovremmo far bene con la rosa attuale, Osimhen rientra in questo discorso, attacca la profondità e siccome va di moda venirci a prendere col portiere, con la difesa sulla metà campo, alzano la linea e lui negli spazi ha grandi qualità, sa far gol, aiuta la squadra, copre quegli spazi e non li lascia agli altri, se li conquista da solo, è uno forte come Mertens, Petagna e ci vorranno un po’ tutti per arrivare in fondo, le distanze da colmare sono ampie”.

Sulla filosofia di gioco:

“Bisogna essere bravo a fare un po’ tutto, a volte alcune cose gli altri non te le permettono. Se vedi le big Liverpool, City, Real, ci sono momenti in cui pure loro si mettono davanti la linea a fare blocco difensivo, a volte per tattica per gli spazi a campo aperto. La nazionale ha saputo adattarsi ed è andata in finale, ma il passaggio fondamentale è che si faccia tutto come squadra, non disuniti ma sempre in 30 metri, aggressivi e cattivi quando si va in pressione, correre per la squadra quando si deve difendere, la partita va riempita di cose, non una sola”

Il modulo del suo Napoli

“4-2-3-1 è la base, se si parla di calcio attuale deve emergere la qualità dei calciatori, sono loro che fanno la differenza. Poi si modella con il possesso palla, la lateralità diventa tutta la larghezza. Si cerca lo spazio sulla trequarti senza preoccuparsi della palla, continuare ad affittare pezzi di campo lì per poi farci stare un altro, un sostituirsi di ruoli, la rumba nella ricerca delle posizioni. Complimenti all’Atalanta di Gasperini, è chiaro il progetto di gioco di quella squadra. Ci si rende conto delle potenzialità a disposizione, le caratteristiche dei calciatori e poi si va.

Stadio Maradona: cosa si aspetta dal pubblico

“Lo stadio Diego armando Maradona con il pubblico sarà differente dalle ultime partite giocate dove si sentiva il rumore della palla”.

In Campionato si aspetta di trovare Insigne, Koulibaly, Fabian Ruiz oppure ha un piano B?

Vorrei trovarli si ma occorre per la Società fare altre valutazioni, questo è il momento di Giuntoli.

Ancora su Napoli verona, qual è la cura Spalletti per ripartire dopo il finale della scorsa stagione?

Loro sono già in debito con me e lo dirò ai miei calciatori.

Spalletti come Mourinho? Vincere malgrado tutto (la frase topica scritta fuori la palestra)

“Non si possono fare paragoni con Mourinho, sotto l’aspetto motivazionale è il migliore. Noi sulla casacca di allenamento abbiamo fatto scrivere una frase “sarò con te, e tu non devi mollare”.  C’è racchiuso un po’ tutto, un inno giusto. La mattina tu sei un professionista, ti alzi e trovi quello che sei, non devi avere la mente debole. Io non motivo nessuno, sei motivato già di tuo perchè giochi nel Napoli”

Su Meret e Ospina

“Due grandi portieri ci sarà bisogno di gestire tante partite, tanto stress, occorrono 20 atleti + 3 portieri forti, un grande vantaggio”

Il Var

“Il var è perfetto, mette a posto tante situazioni”

La città di Napoli

“Piena di iniziative, movimento, una città emozionante. Non ci sono stato per lunghi periodi, ho ricevuto anche un premio a castel dell’ovo. Sono stato da alcuni amici ad Ischia. Non sono adatto a girare tanto, farò una vita molto focalizzata, sarò felice di fare felici i napoletani”.

Politano e Manolas che ha già allenato

“Mi aspetto che diano il massimo sempre, non per me ma per loro e per aiutare i compagni.  I contratti ci fanno essere del Napoli per un numero di anni in questo ambiente; qui a Napoli le vittorie e i risultati che faremo possono farci entrare nella storia per sempre.”

Nell’attacco alla profondità anche Lozano e Insigne sono alternative?

“S’è dimenticato Zielinski che anche va di là, rispondevo su Osimhen, ma non è che gli altri non lo facciano, Insigne sa fare questo e quell’altro, dagli spazi stretti vede anche dove non guarda. Dipenderà anche dagli avversari e dal loro gioco”.

La promessa a sè stesso, a De Laurentiis, ai tifosi

“Mi impegnerò al massimo e farò di tutto affinchè si impegnino tutti coloro che sono accanto a me. Con il Presidente mi sono trovato bene spero sia un matrimonio lungo. Le cose bisogna farle bene sempre, ho i miei punti di vista e al Presidente lo dico, come fa lui”.

Si può pensare anche al 4-3-3?

“Quella è la più facile, si inverte vertice alto-basso e va da sè. Può essere anche 4-3-3, io ho detto 4-2-3-1 di base in funzione della palla agli avversari, quando ce l’abbiamo noi è una rotazione semplice, è un quadrato che tecnicamente viene scontato con i due mediani in verticale ed il mediano tra i centrali, Di Lorenzo spesso fa il terzo centrale più stretto ed alzano il terzino sinistro, l’importante è non tirare a campare”.

Lozano le piace?

“Lozano sì, è quello che mi ha buttato fuori dalla Champions con l’Inter (ride, ndr), fu una sua accelerazione a crearci problemi”.

Il capitolo Insigne

“Insigne? Sarebbe meglio parlare prima con lui che con voi giornalisti, comunque ci ho parlato al telefono, gli ho fatto i complimenti dopo il gol in nazionale e gli ho detto che mi farebbe piacere fare questo percorso con lui al mio fianco. Poi ci sono altre questioni che riguardano il club e le analizzeremo quando torna. Ora faccio solo i complimenti a lui e Di Lorenzo per questo europeo spettacolare che stanno facendo”.

 

Osimhen, Mertens e gli altri attaccanti

“Osimhen è un uomo che sa attaccare la profondità, dentro gli spazi ha grandissime qualità’. Si danna per la squadra, gli interessa coprire spazi e metri per non lasciarli agli altri, ma poi abbiamo Mertens che ho sentito dopo l’intervento, Petagna, Lozano. Voglio che tutti si sentano uniti anche dalla scritta che abbiamo sulla casacca di allenamento”.

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L’ira di Calenda per le uscite, traditi gli elettori

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Sostenuto compattamente dai membri della Direzione – riferisce una nota – a sera Carlo Calenda ribadisce che il posizionamento di Azione è “distinto dal campo largo e dai populismi di destra e di sinistra” e “al centro dello schieramento politico così come hanno voluto gli elettori”, per offrire una sua proposta “riformista e pragmatica”. Parole che censurano l’addio al partito di Mariastella Gelmini, Mara Carfagna, Giusy Versace ed Enrico Costa, dopo la scelta di Calenda di sostenere il candidato di centrosinistra anche per la successione di Giovanni Toti in Liguria, dopo l’Emilia Romagna e l’Umbria. Calenda ha provato a fare buon viso, augurando loro “Buona strada”. Ma poi le ha accusate di cattivo gioco: “L’unico dispiacere è che quando si viene eletti all’opposizione, se si ha rispetto per gli elettori, normalmente non si passa in maggioranza a metà legislatura. E’ chiaro che tradiscono il mandato elettorale e ne rispondono agli elettori”.

Per il momento, le destinazioni delle tre ex di Azione non sono ufficiali. Certo è che lo schieramento a cui guardano è scontato e lo rivendicano loro stesse: il centrodestra. Qualche invito lo hanno già ricevuto: “Noi moderati – ha scritto Maurizio Lupi – da sempre è un partito impegnato a rafforzare l’area centrista, popolare, liberale, sussidiaria e riformatrice del centrodestra, che si riconosce nei valori e nei principi del Ppe, la nostra famiglia politica europea. Guardiamo con grande rispetto al disagio politico di chi si è impegnato a costruire una forza centrista e poi, pur non avendo una storia personale di sinistra, si è trovato di fatto nel cosiddetto Campo largo”.

E’ la scelta dello schieramento di riferimento a non essere piaciuta a Carfagna, Gelmini e Versace, non tanto il candidato in Liguria del centrosinistra, l’ex ministro Pd Andrea Orlando. Ma i messaggi di addio hanno fatto infuriare Azione. “Andare via dicendo che Azione ha scelto il campo largo è una menzogna – ha detto il capogruppo alla Camera di Azione, Matteo Richetti – perché se c’è una cosa che ci rinfacciano gli elettori è di non aver scelto”, visto che nei territori Azione a volte sta col centrodestra altre col centrosinistra. “Noi scegliamo in base ai programmi e ai candidati”. E poi, a scanso di equivoci: “Il motivo per cui Azione non entra nel campo largo è che o cominciamo a costruire coalizioni che assicurano la capacità di governare, oppure possiamo anche fare l’ammucchiata per mandare a casa Meloni e la destra, ma il minuto dopo abbiamo un onere a cui non sappiamo rispondere”.

Il messaggio è arrivato anche alla segretaria Pd, Elly Schlein, che al campo largo ci lavora eccome, cercando equilibri fra il presidente del M5s Giuseppe Conte, il leader di Iv Matteo Renzi, Calenda e tutti gli altri. Un progetto che convince anche il governatore campano, Vincenzo De Luca, che pure con Schlein non va troppo d’accordo. “Serve un’alleanza politica, una coalizione – ha detto de Luca – Anche con i 5 Stelle? Ci devono stare tutti”. Renzi, a margine di un evento a Napoli proprio con De Luca, non ha perso l’occasione per la stoccata: “Tutti sappiamo che la scelta di Calenda di distruggere il Terzo Polo era un errore – ha detto – Ha iniziato col distruggere il Terzo Polo, ora distrugge anche Azione. Ma è un problema loro”. Poi ha ribadito che lui, invece, nel campo largo ci sta: “Siamo impegnati a portare le ragioni del centro nel centrosinistra e quindi portare il centrosinistra a vincere grazie al voto dei moderati e dei riformisti. Se non c’è il voto dei moderati e riformisti il centrosinistra perde”.

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Cinema

Sophia Loren e i suoi primi 90 anni

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Per tutti gli amanti del cinema, per l’immagine del Ventesimo secolo, per chi come Sophia Loren e’ stata divina nella vita e resta l’incontrastata star del cinema italiano, ma anche una delle stelle piu’ brillanti del firmamento di Hollywood, il giorno del suo compleanno, il 20 settembre, resta una “giornata particolare”. Loren festeggerà a Roma i suoi primi 90 anni venerdì. Per l’occasione il Ministero della cultura, insieme a Cinecittà, ha previsto una serata speciale, interamente a lei dedicata in uno dei templi della cinefilia italiana, a Roma. Una serata strettamente privata con ospiti e contributi da tutto il mondo per farle gli auguri. Insieme alla sua famiglia la diva ha confermato la sua presenza e riceverà uno speciale riconoscimento da parte del sottosegretario Lucia Borgonzoni accompagnata dalla presidente di Cinecittà, Chiara Sbarigia.

Sarà in verità solo la prima tappa di un articolato omaggio in programma oltre oceano da parte di Cinecittà che annuncia una sua retrospettiva al Lincoln Center di New York e poi, a novembre, al museo dell’Academy a Los Angeles. La vita di Sophia Loren e’ ormai leggenda, dall’infanzia stentata a Pozzuoli sotto la guida della ferrea mamma Romilda Villani che la vede come il riscatto delle occasioni perdute (doveva andare a Hollywood ma rimase incinta), ai primi passi sui rotocalchi e nei fotoromanzi fino al Premio Miss Eleganza creato per lei al concorso di Miss Italia nel 1950. Strano a dirsi per un’attrice che meglio di chiunque altro ha incarnato la “napoletanita’” come essenza della vita e cultura di strada dai valori universali, Sofia Villani Scicolone, è nata a Roma il 20 settembre 1934, figlia del marchese siciliano Riccardo Scicolone Murillo, che riconobbe la bimba ma non sposo’ mai Romilda.

La sua carriera nel cinema ha tappe tanto precise quanto note: dapprima una quindicina di piccoli ruoli a fianco dei mostri sacri dell’epoca (memorabile la sua apparizione senza veli in “Due notti con Cleopatra” con Alberto Sordi); poi il concorso di bellezza che la fa notare al produttore Carlo Ponti e il contratto di esclusiva che per lui firma nel 1951: sette anni per diventare una diva internazionale prima col nome di Sofia Lazzaro e poi come Sophia Loren. Il primo film che fara’ storia e’ “Carosello napoletano” di Ettore Giannini poi a fianco di Toto’ in “Tempi nostri” (Alessandro Blasetti), per approdare all’incontro con il suo partner irripetibile, Marcello Mastroianni in “Peccato che sia una canaglia” ancora di Blasetti e infine con il suo vero pigmalione, Vittorio De Sica, in “L’oro di Napoli” tutti nel 1954.

Per la Loren quello restera’ l’anno memorabile e da li’ parte tutto: il suo personaggio, la sua icona, la sua anima d’attrice. Dopo essere diventata una diva italiana, una “maggiorata” degna di rivaleggiare con Gina Lollobrigida di cui prende il posto nel terzo episodio della trilogia “Pane amore e…” (Dino Risi, 1956) arriva per lei il successo internazionale grazie alla celebre copertina di “Life” che la incorona come emblema della bellezza mediterranea. Carlo Ponti (che nel frattempo convive con lei dando scandalo perche’ non puo’ divorziare dalla prima moglie secondo la legge italiana) la accompagna nell’avventura a Hollywood dove trovera’ partner come Cary Grant (amico fedele e assiduo quanto sfortunato corteggiatore), Frank Sinatra, John Wayne, William Holden, Tony Perkins e perfino Marlon Brando. Nonostante una lunga e fortunata stagione americana in cui si confronta da pari a pari con le dive piu’ popolari come Marilyn Monroe, Liz Taylor, Ingrid Bergman, e’ tornando a casa che ottiene la consacrazione mondiale.

Ed e’ di nuovo grazie ai due soli uomini che nella vita ha tenuto nel cuore oltre al marito: Vittorio De Sica che le fa vincere l’Oscar per “La ciociara” (1962) e Marcello Mastroianni con cui farà coppia fissa in ben 15 film. I tre si ritrovarono tutti insieme sul set di “Ieri, oggi, domani” del ’63 e portarono il film fino all’Oscar per il miglior film straniero e poi in “Matrimonio all’italiana” dell’anno successivo. La lista dei suoi film indimenticabili e’ lunghissima, ma un capitolo a parte meriterebbe “Una giornata particolare” del 1977 quando Ettore Scola la rimette a fianco di Mastroianni per quello che resta forse il piu’ bel film sul fascismo nella storia del cinema italiano. Altrettanto lunga e’ la lista dei premi conquistati in circa 60 anni di attivita’: dall’Oscar alla carriera del 1991 ai 10 David di Donatello, dalla Coppa Volpi del 1958 (“Orchidea nera” di Martin Ritt) alla Legion d’onore del ’91, dall’Orso d’oro del ’94 al Leone d’oro alla carriera del ’98. Ma i riconoscimenti sono talmente tanti che nel 2009 e’ entrata nel Guinness dei primati come l’attrice italiana piu’ premiata di sempre ed è stata coronata nel 2021 dall’ovazione ai David, premiata per il suo ultimo film “La vita davanti a sè” (diretto dal figlio Edoardo e vincitore all’Oscar per la migliore canzone, di Laura Pausini).

Nello stesso anno riceve anche il Nastro di platino dei giornalisti di cinema. Se la sua vita privata e’ sempre stata improntata alla massima riservatezza (moglie esemplare, madre felice di Carlo Jr. e Edoardo, nonna di quattro nipotini), quella pubblica e’ stata burrascosa: dall’ingenuo flirt giovanile con Achille Togliani all’accusa di concubinato per la sua storia d’amore con Ponti fino al cambio forzato di cittadinanza (divenne francese per poter sposare l’uomo della sua vita) e alle accuse di evasione fiscale in cui difese a spada tratta il marito seguendolo nell’esilio americano. Né le è mancato un arresto per frode finanziaria che le costo’ 17 giorni di prigione a Caserta salvo poi essere interamente scagionata nel successivo giudizio penale.

L’abbiamo amata in 97 film e oltre 120 volte è apparsa nel ruolo di se stessa, compreso il cortometraggio “Cosa farebbe Sophia Loren” di Ross Kauffman proposto da Netflix nella primavera del 2021 e il bel documentario di Marco Spagnoli del 2022. Oggi salutiamo in lei una donna e una diva che non è possibile separare, tanto ha dedicato al cinema tutta se stessa, portando sullo schermo la sua indole, la sua fierezza, la sua umanità.

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Economia

Salone nautico Genova, più spazi e mille barche per 64^ edizione

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– Ci sono tutti i grandi marchi della nautica, e anche molti nuovi, a presentare gli ultimi modelli dei più innovativi, performanti, eleganti e anche sostenibili yacht, barche a vela e imbarcazioni di ogni taglia e tipologia. Il Salone Nautico internazionale di Genova, arrivato alla 64 esima edizione aprirà i battenti domani, fino al 24 settembre, con più spazi rispetto all’edizione precedente e un “contenitore” più completo, grazie all’avanzamento dei lavori del Waterfront di levante di Genova, progettato dall’architetto Renzo Piano, anche se resta ancora un pezzo di cantiere: il nuovo ingresso nel “vecchio” Palasport ristrutturato, le barche esposte anche nel canale che circonda per intero l’isola del Padiglione Blu.

Al di là della cornice, a testimoniare l’importanza del Salone Nautico di Genova, che conferma la sua vocazione multispecialistica, dagli yacht e superyacht ai fuoribordo, la vela, la componentistica e gli accessori, ci sono i numeri della rassegna: 1.052 brand, 1.030 imbarcazioni esposte, 220 mila metri quadrati di esposizione fra terra e acqua, 100 novità con 30 première, 23 espositori esteri in più dell’anno scorso nel solo settore della produzione. E ancora, più biglietti venduti online rispetto all’anno scorso, la presenza del vicepremier e ministro delle Infrastrutture e Trasporti Matteo Salvini e di Nello Musumeci ministro delle Politiche del mare, a testimoniare l’importanza del settore per l’economia, più il presidente del Senato Ignazio La Russa.

Il fatturato nazionale della nautica da diporto è cresciuto ancora a doppia cifra, con una corsa che continua ininterrotta da 7 anni, e conferma la leadership globale nella produzione italiana di superyacht che nel 2023 ha registrato +21% rispetto all’anno precedente detenendo il 51% degli ordini globali. Una crescita all’insegna dell’innovazione e della sostenibilità, nei materiali, nelle propulsioni, nelle tecnologie, che vuole diventare una bandiera anche della manifestazione, con il Nautico che punta alla certificazione Iso 20121per l’organizzazione di eventi sostenibili. Moltissime le novità in tutti i settori.

Nel segmento degli yacht e superyacht, al Salone ci saranno fra gli altri l’Amer 120 (35,50 metri) di Amer Yachts, dotato di un sistema catalitico che riduce le emissioni, l’Exuma 35 (35,20 metri) di Maiora, dotato di una terrazza di oltre 130 metri quadrati, e il Sanlorenzo SL86A (26,60 metri) che con l’organizzazione asimmetrica del ponte ha rivoluzionato il mondo dello yachting.

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