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Napoli, sopralluogo di Borrelli nella Galleria Umberto I: degrado e subcultura criminale

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Sabato notte, il deputato di Alleanza Verdi Sinistra, Francesco Emilio Borrelli, ha effettuato un sopralluogo nella Galleria Umberto I di Napoli per verificare l’efficacia delle misure di controllo della movida. L’esperienza, racconta Borrelli, si è rivelata un duro confronto con il degrado e con una realtà criminale profondamente radicata nella città.

“Degrado e minacce: un triste spettacolo davanti a cittadini e turisti”

Borrelli ha descritto la scena nella Galleria come “un triste viaggio nel degrado e nella subcultura criminale,” con cittadini, turisti e spettatori del vicino Teatro San Carlo costretti a confrontarsi con situazioni degradanti. Durante il sopralluogo, diversi individui, spesso in gruppo, si sono avvicinati per insultare e minacciare di morte il deputato, urlando slogan come “viva la camorra.”

Movida e legalità: “Difficile prevenire nuove tragedie”

Non è la prima volta che il deputato vive situazioni di questo genere. “Le scene cui ho assistito sabato sera in Galleria, le ho vissute venerdì sera a Secondigliano e ancora prima in diversi quartieri della città,” ha dichiarato Borrelli, denunciando un quadro di violenza e intimidazione che rischia di rendere ancora più ardua la lotta per la legalità.

Minorenni armati e assenza familiare: l’appello di Borrelli

Borrelli ha infine sottolineato come parte della responsabilità ricada sulle famiglie, spesso assenti nella vita di giovani che crescono esposti a contesti difficili e pericolosi. “Non è concepibile abbandonare la città a sé stessa, in balìa di gruppi di minorenni armati e pronti a colpire e a uccidersi anche per futili motivi,” ha concluso il deputato, lanciando un appello alle istituzioni e alle famiglie affinché si intervenga con urgenza per frenare l’escalation di violenza giovanile.

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Conte replica a Grillo: “Il Movimento è la comunità degli iscritti, no a concezioni padronali”

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Durante un evento a Cesena, Giuseppe Conte ha risposto alle recenti affermazioni di Beppe Grillo riguardo al Movimento 5 Stelle con parole decise e cariche di significato. “Un padre ha il diritto a dar la vita, non a dare la morte ai figli. Quindi non esiste la possibilità che uno si arroghi il diritto, con prepotenza, di determinare l’estinzione,” ha dichiarato l’ex Presidente del Consiglio, evidenziando una linea netta tra il ruolo di fondatore e quello della “comunità degli iscritti” che oggi compone il cuore del Movimento.

Conte ha poi affermato che “al di fuori di questo esistono concezioni padronali che non si giustificano per forze politiche”, un messaggio chiaro, che respinge qualsiasi idea di controllo unilaterale sul partito. La dichiarazione arriva in un momento delicato per il Movimento 5 Stelle, impegnato in un percorso di ridefinizione identitaria e organizzativa, che ha spesso visto tensioni interne sul ruolo del fondatore e sulla guida attuale.

Conte ha voluto sottolineare che il Movimento 5 Stelle è ormai una realtà collettiva, radicata nella volontà degli iscritti e lontana da logiche personalistiche. Una risposta, la sua, che conferma il desiderio di mantenere il Movimento 5 Stelle su una strada indipendente e plurale, valorizzando le voci dei suoi sostenitori e la comunità politica che ha contribuito a costruire negli ultimi anni.

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L’Italia celebra i 70 anni del ritorno di Trieste

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“L’Italia è tornata!”. Così Giovanni Bartoli, il primo sindaco di Trieste eletto democraticamente alla fine del secondo conflitto mondiale, il 26 Ottobre 1954 celebrò il ritorno di Trieste all’ Italia in “piazza Grande” (l’attuale piazza Unita’ d’Italia). Era tale l’entusiasmo che pochi fecero caso a bora scura e temporali. Oggi l’ attuale sindaco di Trieste, Roberto Dipiazza, per il 70/o anniversario di quel ritorno all’ Italia, si è richiamato proprio a Bartoli. Per le celebrazioni è arrivato il presidente del Senato, Ignazio La Russa, e in piazza si è incontrato con Arianna Meloni, giunta ieri per un incontro di FdI e diretta a Udine per una analoga assemblea. In prima fila nel settore delle autorità c’era anche Roberto Menia, con il tricolore al collo, e tanti altri esponenti di destra. Cancellato, a poche ore dall’evento, il concerto della band di estrema destra ‘Ultima frontiera’ previsto, come festa privata, all’Ippodromo della città, il cui utilizzo era stato autorizzato. Una decisione che aveva scatenato forti polemiche vista la natura dei testi della band.

“Ogni anno si ripete il miracolo dell’unione tra la patria e Trieste in memoria di quel giorno e in memoria di quello che successe un anno prima, nel 1953, quando 6 ragazzi vennero uccisi perché volevano che Trieste tornasse all’Italia” ha detto La Russa a margine della cerimonia. Sul palco si sono succeduti vari interventi istituzionali e al termine le bandiere sono state issate confondendo il tricolore di tessuto con quello nebulizzato lasciato in aria dai fumi delle Frecce tricolori che hanno effettuato alcuni suggestivi sorvoli sulla piazza. “Questa città – ha aggiunto La Russa – non è soltanto nel cuore dell’Italia ma è nel cuore dell’Europa”. Poi, il bagno di folla. “Abbiamo un futuro e abbiamo radici perché senza radici non c’è futuro – ha detto a margine il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani – Trieste è la città più italiana di tutto l’Occidente”.

La premier Giorgia Meloni ha inviato un messaggio che è stato letto, non formale e con una proiezione verso il futuro, seppur non tralasciando di sottolineare le lacerazioni e le sofferenze che caratterizzarono gli anni della guerra e quelli del dopoguerra.

“Trieste non è più la città della periferia d’Italia e dell’ Europa, ma è al centro di un’Europa radicata in una comune identità fatta di radici, libertà, democrazia, lavoro e opportunità. È una città al centro di snodi strategici e può ambire a diventare una grande piattaforma logistica proiettata sull’Adriatico, del Mediterraneo e non solo”, ha scritto Meloni. Grandi prospettive di crescita “potrebbero arrivare dallo sviluppo del corridoio economico India-Medio Oriente-Europa” e inoltre se Trieste è “allo stesso tempo ‘la più italiana’ e ‘la più mitteleuropea’ tra le città italiane”, è anche “un ponte naturale tra l’identità italiana e latina, con quella dei popoli slavi e germanici a noi più vicini”. E ipotizza “un ruolo da protagonista anche nella proiezione verso i Balcani Occidentali”, una “regione che non può rimanere ancora a lungo fuori dalla casa comune europea”. L’Italia “continuerà a lavorare affinché il processo di riunificazione dei Balcani occidentali all’Europa possa proseguire”.

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Grillo: rivendico diritto all’estinzione del Movimento, Conte è il mago di Oz

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“Io non voglio assolutamente fare casino o meno, io rivendico da creatore del movimento. Rivendico il mio diritto all’estinzione del movimento. Io quando vedo questa bandiera dei 5 Stelle, con davanti il mago di Oz che parla di democrazia diretta, mi viene un buco nello stomaco. Quindi, va benissimo, dobbiamo essere persone civili. Lui si può fare il suo bel partito, si può fare il suo manifesto con la sua faccia bella, simpatica, sincera, con scritto, Oz e i suoi 22 mandati può arrivare all’8%”. Così sul suo blog Beppe Grillo

“Vorrei anche dire due cose, io, perché dopo Bruno Vespa, anche Vespa si inserisce in questa liturgia terrificante di avvocati e notai, Vespa, già leggere un libro di Vespa è perversione figurarsi essere messo dentro con un’intervista, siamo nel feticismo della comunicazione, quindi è tornare trent’anni indietro – esordisce il post di Grillo -. Comunque tutta questa cosa perché ho esercitato un mio piccolissimo diritto. Di Garante, per capire questa assemblea straordinaria, assolutamente giusta, di democrazia dal basso, questa costituente… quali potevano essere i crismi, cioè vedere un po’ cosa stava succedendo, quanta gente era stata falcidiata in agosto… Questo comitato anonimo che non rispondeva a nessuno, non riusciva ad avere un dato. Ho insistito, ho fatto 4,5 domande, la risposta è stata, un notaio nominato, non l’innominato, il nominato notaio è venuto fuori con un video, dicendo che io non conto nulla, perché l’Assemblea sarà quella, ma finché non c’è l’Assemblea “non conto nulla” perché nello statuto è una figura che non conta nulla, cioè lo statuto, che l’ha fatto il mago di Oz, non l’ho fatto io. Se lo leggete basta, basta leggerlo, poi basta leggi, i capitoli, vedi il Presidente Presidente, Presidente, Presidente, Presidente, Presidente, Presidente, Presidente, Presidente, Presidente, Presidente il garante, il Presidente. Ecco allora se vogliamo essere sobri e anche un po’ e anche intelligenti, si capisce benissimo che c’è qualcosa che non quadra”, dice il fondatore del Movimento. “Io accampo questo diritto all’estinzione perché”, “lo sappiamo tutti, il movimento non c’è più è evaporato – spiega -. È evaporato, però, come tutte le evaporazioni anche il mare evapora. Però poi magari questa evaporazione si trasforma in una tromba d’aria, in un ciclone. Qualcosa non lo so. So solo che è compostabile, il movimento non è biodegradabile, è compostabile, contiene ancora l’humus. Gli zuccheri, le proteine ci sono ancora dentro, è molto moderno. Io sono vecchio, posso essere passato di moda, però dentro ci sono ancora delle idee meravigliose, di ripensare anche il mondo di come sarà il lavoro fra vent’anni, l’artigiano, il pescatore, l’agricoltore, cioè come saranno i mestieri, che tipo di produzione si dovrà fare? Che tipo di energia si dovrà produrre? Come produrla? C’è tutto un mondo da ripensare e noi invece ribadiamo questa politica ormai stramorta. Noi abbiamo candidati trapassati tra il passato e il trapassato, quindi vi saluto e vi ringrazio”, conclude.

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