Collegati con noi

In Evidenza

Napoli, Manfredi si insedia come sindaco e promette: in settimana ci sarà anche la giunta

Pubblicato

del

“La Giunta ci sarà in settimana, mi sono insediato oggi e non potevo fare la Giunta prima di essermi insediato”. Il nuovo sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, proclamato in Corte d’Appello ha confermato che nella sua squadra di governo ci saranno il prefetto Antonio De Iesu, già questore e il professore universitario Edoardo Cosenza, già assessore nella Giunta regionale di centrodestra guidata da Stefano Caldoro tra il 2010 e il 2015. In merito agli altri nomi che, nei giorni scorsi, sono circolati come papabili assessori, Manfredi ha spiegato che “sono tutti nomi giornalistici. La definizione della Giunta avverrà nelle prossime ore”.

Dopo la Corte di Appello Manfredi è andato a Palazzo San Giacomo, dove c’è il suo ufficio per i prossimi 5 anni. Qui c’è stato il passaggio di consegne ufficiale con il primo cittadino uscente Luigi de Magistris.  “È stato un incontro molto cordiale, abbiamo ovviamente discusso del futuro della città, dell’importanza di dedicare ogni sforzo al bene della nostra comunità, dei napoletani e della città di Napoli” ha detto Gaetano Manfredi.

“Si apre una stagione di grande lavoro – ha aggiunto l’ex Rettore e ministro -, di grande impegno, le sfide che abbiamo davanti sono tante della riorganizzazione della macchina amministrativa al riequilibrio dei conti del Comune, la necessità di affrontare quelle che sono le grandi sfide della ripartenza post Covid, la necessità di intercettare le risorse del Pnrr, la nuova sfida dei fondi europei, della ripresa degli investimenti pubblici e privati nella città”.

Advertisement

Cronache

Piero Marrazzo racconta la sua caduta e redenzione nel libro “Storia senza eroi”

Pubblicato

del

Nel suo nuovo libro “Storia senza eroi”, Piero Marrazzo, (nella foto di Imagoeconomica in evidenza) giornalista ed ex presidente della Regione Lazio, rivela i dettagli drammatici della sua vita personale e politica, segnata dallo scandalo che lo coinvolse nel 2009. Marrazzo, che fu ricattato da quattro carabinieri infedeli mentre si trovava in un appartamento di via Gradoli a Roma, con una prostituta trans, ripercorre gli eventi che lo portarono a una profonda crisi personale e professionale.

La telefonata di Berlusconi

Uno dei momenti più significativi narrati da Marrazzo è una telefonata ricevuta dall’allora presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, che lo informò di un video compromettente. Berlusconi, con tono riservato, gli disse che un’agenzia fotografica aveva contattato la Mondadori per segnalare l’esistenza di un filmato che riguardava proprio Marrazzo. La notizia fu devastante per l’ex governatore, che si ritrovò a gestire la tempesta mediatica che stava per abbattersi su di lui.

Il crollo emotivo

Nel libro, Marrazzo descrive il suo crollo emotivo dopo aver appreso la notizia. Nonostante cercasse di mantenere un’apparenza di normalità durante gli impegni pubblici, come un intervento all’Auditorium Parco della Musica di Roma, dentro di sé sentiva che la sua carriera e la sua vita stavano per andare in frantumi. La pressione psicologica lo portò a momenti di disperazione e vergogna, soprattutto nei confronti della sua famiglia.

Il peso delle responsabilità familiari

Un tema ricorrente nel libro è il rapporto di Marrazzo con le sue figlie e la sua famiglia. Descrive il dolore nel dover affrontare la verità con le sue figlie, Giulia, Diletta e Chiara, e la moglie Roberta. La vergogna e il senso di colpa per non averle messe al corrente degli eventi prima che i giornali pubblicassero la notizia lo tormentavano.

La svolta e la liberazione

Uno dei passaggi più toccanti del libro è quando Marrazzo racconta di essersi finalmente sentito libero dopo aver confessato tutto al suo inner circle e dopo aver affrontato il processo in cui fu parte lesa. “Finalmente mi sento libero, la mia coscienza si è liberata”, disse, sottolineando come la verità, seppur dolorosa, gli avesse tolto un enorme peso.

Le conseguenze dello scandalo

Lo scandalo ebbe un impatto devastante sulla carriera politica di Marrazzo, costringendolo a dimettersi dalla carica di presidente della Regione Lazio nel 2009. Il libro racconta come quattro carabinieri, successivamente condannati, abbiano orchestrato l’imboscata per ricattarlo, utilizzando il video come leva.

“Storia senza eroi” è un racconto intimo e personale, in cui Marrazzo non solo ripercorre la sua caduta pubblica, ma riflette anche sul percorso di redenzione che ha intrapreso da allora.

Un libro di confessioni e riflessioni

Con questo libro, Marrazzo non cerca giustificazioni, ma piuttosto offre una riflessione profonda su come un uomo possa rialzarsi anche dopo essere stato travolto dagli eventi. Una storia di caduta, ma anche di rinascita, che invita i lettori a guardare oltre lo scandalo per comprendere l’essenza umana dietro l’ex politico e giornalista.

Continua a leggere

In Evidenza

Ambientalisti, dal Ponte sullo Stretto impatti gravissimi

Pubblicato

del

Le Associazioni ambientaliste demoliscono il Ponte sullo Stretto, fortemente voluto dal vicepremier e ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture Matteo Salvini. “Rimane un progetto dall’impatto ambientale gravissimo e irreversibile, non compensabile né mitigabile”, mettono nero su bianco Italia Nostra, Kyoto Club, Legambiente, Lipu, Man e Wwf Italia, insieme alla ‘Società dei Territorialisti’ ai ‘Medici per l’Ambiente – Isde’ e ai Comitati ‘Invece del Ponte e ‘No Ponte – Capo Peloro’ nelle “nuove Osservazioni”, presentate alla Commissione Via del ministero dell’Ambiente. E lo fanno “contestando nel metodo e nel merito” le integrazioni depositate dalla Stretto di Messina un mese fa in risposta alle richieste della Commissione stessa. In un corposo testo di oltre 600 pagine, elaborato da 39 tecnici ed esperti per conto delle Associazioni, si sottolinea che il lavoro di analisi prodotto dalla Stretto di Messina contiene un “errore eccezionalmente grave”, ovvero, “la totale assenza di una valutazione della somma che i vari impatti connessi alla realizzazione dell’opera producono”.

L’assenza del cosiddetto “effetto cumulo” rappresenta “una palese violazione della normativa vigente, sia comunitaria che nazionale”, denunciano. Inoltre, essendo il Ponte un “progetto ideologico”, voluto politicamente, indipendentemente dalla sua utilità e realizzabilità, l’altra “palese violazione” è relativa alla cosiddetta “opzione zero” che “non viene analizzata correttamente”, in particolare nel rapporto costi, non solo economici, ma anche ambientali, e benefici tra fare o non fare l’opera, spiegano ancora le Associazioni, specificando che dal punto di vista economico, il Ponte rappresenta “un buco nero nei bilanci pubblici”. Il vicepremier e ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture però non ci sta e, prendendo la parola, ad un evento organizzato dalla Camera di Commercio Americana in Italia, tuona: “Solo l’Italia vede la politica dividersi sulle infrastrutture, il dibattito sul sì o no al ponte è un delirio esclusivamente italiano. Il ponte è sovranista, il ponte è fascista, è il ponte di Salvini”, dice.

“Mi fa piacere che dall’estero siano più sereni, obiettivi, curiosi e che guardino all’Italia come un modello”, aggiunge Salvini, auspicando che “sia un milanese a posare la prima pietra dei lavori” per il Ponte sullo Stretto “perché tutte le imprese italiane, in primis quelle lombarde, si avvantaggeranno dai lavori per questa infrastruttura”. L’obiettivo è “arrivare al 2032 per arrivare a vedere il compimento delle grandi opere”, conclude il ministro. Tra gli altri punti evidenziati nelle Osservazioni, la presenza di “faglie sismiche attive e capaci nell’area interessata dall’opera”, quindi il “pesantissimo impatto sulla ricchissima biodiversità dell’area, in special modo sull’avifauna”. Le Associazioni ambientaliste e i Comitati ritengono pertanto che la Commissione non potrà che chiudere il procedimento Via in corso “con parere negativo”. La Commissione dovrebbe esprimersi entro metà novembre per poi trasmettere il suo parere alla Conferenza dei servizi, che a sua volta chiuderà i lavori e presenterà al Cipess tutto il materiale raccolto. Il dl Infrastrutture fissa al 31 dicembre la scadenza per la decisione del Cipess sul progetto definitivo del Ponte sullo Stretto.

Continua a leggere

In Evidenza

Da inizio anno 17 epidemie potenzialmente pericolose

Pubblicato

del

Dal virus di Marburg al vaiolo delle scimmie, dall’influenza aviaria alla dengue, nel 2024 si sono già verificati 17 focolai di epidemie pericolose, che ci ricordano “la vulnerabilità del mondo alle pandemie”. Lo scrive l’Organizzazione mondiale della Sanità in un rapporto presentato al Summit mondiale della Salute a Berlino. Mentre il direttore generale dell’Oms Tedros Ghebreyesus punta il dito contro la disinformazione: “durante la pandemia di Covid-19 le falsità su mascherine, vaccini e lockdown si sono diffuse rapidamente quanto il virus e sono state quasi altrettanto mortali”. E ora stanno “rallentando l’adesione al nuovo Piano pandemico dell’Oms”. Il rapporto, realizzato del Global Preparedness Monitoring Board, delinea 15 fattori chiave del rischio di pandemia, classificati in cinque gruppi: sociale, tecnologico, ambientale, economico e politico.

Un grande ruolo lo svolge la crescente probabilità di contagio tra esseri umani in un mondo sempre più interconnesso: basti pensare che nel 2023 sono stati registrati 36,8 milioni di voli aerei, con oltre quattro miliardi di passeggeri. Questo fattore, unito al surriscaldamento globale, ha facilitato la diffusione di malattie come la dengue o il virus Zika, trasmesse dalle zanzare Aedes aegypti, anche alle nostre latitudini, come dimostra il recente focolaio a Fano, nelle Marche, e i casi di infezione da virus del Nilo occidentale segnalati da 14 paesi europei, inclusa l’Italia. Tra le principali minacce identificate dall’Oms, la mancanza di fiducia negli operatori sanitari, che ha pesato molto nella diffusione del virus Ebola in Africa occidentale. Ma anche l’aumentare degli allevamenti intensivi, che favoriscono il diffondersi di patogeni come quello dell’aviaria H5n1, che ha fatto il salto di specie dagli uccelli alle mucche ed è stato individuato anche in alcuni casi nell’uomo. Mentre a maggio un’epidemia di tubercolosi ha portato a un’emergenza sanitaria a Long Beach, California. Una minaccia sono poi i conflitti violenti, “che registrano il livello più critico dalla fine della seconda guerra mondiale”: “colpiscono circa 2 miliardi di persone, con oltre 117 milioni di sfollati dalle loro case nel 2023” e hanno un impatto diretto sulla diffusione di malattie infettive.

Lo dimostrano i casi di poliomielite a Gaza e l’epidemia di mpox, o vaiolo delle scimmie, in Congo, di cui nel 2024, sono stati segnalati in Africa oltre 34.000 casi, ma anche 1.046 casi nell’Unione Europea. A pesare è poi la diffusione di fakenews che, ha sottolineato il direttore generale dell’Oms, “ha contribuito alla sfiducia nei vaccini” e oggi continua a minare i negoziati sull’Accordo Pandemico messo a punto dall’Oms che i governi stanno sottoscrivendo. “Media, celebrità, influencer e politici – ha detto Ghebreyesus – hanno diffuso false affermazioni secondo cui l’accordo farà cedere parte della sovranità nazionale all’Oms. Queste affermazioni sono del tutto false”. Il piano punta invece a “garantire che i servizi sanitari essenziali siano disponibili per tutti”, in particolare per le fasce le più svantaggiate, e “garantire che i piani di risposta alle pandemie siano regolarmente rivisti e flessibili”. Prerequisito a tutto questo, però, ha concluso Ghebreyesus, ricordando i conflitti in Ciad, a Gaza e in Ucraina è “la pace, che resta la migliore medicina”.

Continua a leggere

In rilievo

error: Contenuto Protetto