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Mps crolla in Borsa con l’inchiesta sugli Npl

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Lo spettro delle inchieste giudiziarie torna ad allungarsi sul Monte dei Paschi di Siena e manda al tappeto il titolo in Borsa, con gli investitori preoccupati dal rischio che la banca, di recente uscita indenne dalla vicenda dei derivati, possa restare invischiata in un nuovo, lungo e incerto procedimento penale. In una seduta in rosso per tutta Piazza Affari (-1,47% il Ftse Mib) il Monte ha ceduto il 5,4%, a 4,82 euro, dopo che ieri il gip della Procura di Milano, Teresa De Pascale, ha disposto l’imputazione coatta per cinque persone, tra cui l’ex ad Marco Morelli e gli ex presidenti Alessandro Falciai e Stefania Bariatti, accusati di false comunicazioni sociali e di manipolazione del mercato per non aver correttamente rettificato, nei bilanci 2016 e 2017, il valore di miliardi di euro di crediti deteriorati.

Il gip – che ha archiviato per avvenuta prescrizione le posizioni di Alessandro Profumo, Fabrizio Viola e Paolo Salvadori in relazione ai medesimi fatti ma riferiti ai bilanci 2012-2014 – ha inoltre disposto l’iscrizione nel registro degli indagati di Morelli, Falciai, Bariatti e dell’ex dirigente Nicola Clarelli per truffa aggravata ai danni dello Stato, assegnando alla Procura un termine di sei mesi per lo svolgimento di nuove indagini. A detta di De Pascale, infatti, “merita menzione il profilo sollevato” da Giuseppe Bivona, consulente di alcuni fondi in causa con Siena, “ed in alcun modo investigato dalla Procura, inerente alla denunciata truffa ai danni dello Stato per i 5,4 miliardi” della ricapitalizzazione precauzionale dell’agosto 2017. Secondo il gip “non appare peregrino che le false comunicazioni sociali abbiano potuto indurre in errore l’ente erogatore”, cioè il Tesoro, consentendo a Mps di “conseguire indebitamente un finanziamento pubblico in assenza dei presupposti che lo legittimavano”.

La notizia di un probabile nuovo processo rappresenta una battuta d’arresto nel virtuoso percorso di rilancio messo a segno dall’amministratore delegato, Luigi Lovaglio, e non giocherà a favore di un’aggregazione, introducendo un elemento di incertezza sul Monte. L’inchiesta e il conseguente scivolone in Borsa non fa gioire neppure il Tesoro, impegnato a privatizzare la banca, di cui detiene ancora una quota del 26,7% che potrà riprendere a ridurre a partire dal 2 luglio, una volta concluso il periodo di lock-up. Per ora gli analisti sono cauti: il procedimento “era noto – afferma Mediobanca – ma con la decisione di ieri il suo raggio è stato ampliato. Il petitum ammonta a 495 milioni di euro al marzo 2024 e ci aspettiamo che ci vorrà tempo per avere visibilità sull’esito”.

Sulla stessa frequenza d’onda Equita che parla di “incertezza in merito alle tempistiche processuali”. In ogni caso ora Siena è una banca risanata, con un livello di capitale (Cet1) ai vertici in Europa e una struttura dei costi e un portafoglio crediti normalizzati che le hanno permesso di ritrovare, grazie a una forte rete commerciale, una significativa redditività e di tornare a pagare il dividendo dopo 13 anni di vacche magre. Di “ulteriore fase processuale del tutto inutile” parla invece Giuseppe Iannaccone, avvocato di alcuni degli ex vertici sotto accusa.

“La Procura di Milano ha già accertato la perfetta buona fede dei miei assistiti, che hanno rispettato tutti gli obblighi di corretta redazione dei bilanci ed i pareri espressi dagli organi di vigilanza nazionali ed internazionali interpellati. Tutto ciò, agendo sempre nell’interesse di Mps, dei suoi azionisti ed anche dello Stato italiano”.

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Morta Amelia Cortese Ardias, il cordoglio di Bassolino

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“La scomparsa della Cortese Ardias mi rattrista davvero. Amelia è stata una esponente liberale di primo piano, una donna delle istituzioni ed impegnata nella vita culturale e sociale”. Lo afferma in una nota Antonio Bassolino. “Mio padre – aggiunge l’ex sindaco di Napoli – era amico del marito. Le ho voluto molto bene e tra di noi vi sono sempre stati sentimenti di stima ed affetto. Un abbraccio ai familiari”.

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Torna il maltempo, allerta arancione in sei regioni

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Torma il maltempo e domani sarà allerta arancione in sei regioni e gialla in nove. Piogge e temporali, dalla serata di oggi, cadranno sulle regioni di Nord-Ovest e la Toscana, poi la perturbazione si estenderà nella giornata di domani al Nord-Est e in parte al Centro. Il Dipartimento della Protezione Civile d’intesa con le regioni coinvolte – – ha emesso un avviso di condizioni meteorologiche avverse.

I temporali da stasera riguarderanno la Liguria e poi, dalle prime ore di domani, Piemonte, Emilia-Romagna e Toscana, successivamente Lombardia, Veneto e, dal pomeriggio, Friuli Venezia Giulia, Marche, Umbria e Lazio. Possibili anche locali grandinate e forti raffiche di vento. Sulla base dei fenomeni previsti è stata valutata per la giornata di domani allerta arancione per rischio temporali e idrogeologico su buona parte di Toscana, Emilia-Romagna Liguria, Veneto e Lombardia e su tutto il Friuli Venezia Giulia. Allerta gialla su resto di Toscana, Liguria, Emilia-Romagna, Lombardia, Veneto, oltre che su Umbria e parte di Sardegna, Marche e Piemonte.

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A cento anni gli rinnovano la patente a Ravenna

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Ha compiuto cento anni e ogni pomeriggio, insieme alla moglie Tebe, di quattro anni più giovane di lui, da Ravenna va al mare nella vicina Lido Adriano, guidando la sua auto. Potrà continuare a farlo ancora, perché Luciano Gulmini, che il 23 agosto ha festeggiato il fatidico traguardo del secolo di vita, nei giorni scorsi si è infatti visto rinnovare anche la patente per due anni, fino al 2026. Gulmini, ex dipendente di Cgil e Pci, qualche giorno prima è andato all’Aci, dove dopo l’esame della vista, dell’udito, un breve colloquio e una visita che ha certificato la sua abilità psico-fisica a guidare la macchina, si è visto infatti prorogare la validità della patente.

Guida una Lancia Y, comprata trent’anni fa, ma in perfetto stato. Che è il mezzo, appunto, che durante la stagione estiva porta i due coniugi ravennati al bagno Alessandro di Lido Adriano dove li aspettano i loro amici. Gulmini, come ha raccontato all’edizione ravennate del Resto del Carlino, è un guidatore esperto: per molti anni, insieme alla moglie, ha girato l’Europa, prima in Lambretta, poi sempre in macchina. La prima patente l’ha presa ormai 75 anni fa, per poter guidare una Lambretta, con la quale lui e la moglie hanno fatto vacanze anche fuori dai confini italiani. Nei primi anni Sessanta è arrivata la prima macchina, una Fiat 500 che li ha accompagnati in numerosi viaggi in tenda.

“Soprattutto – ha raccontato Luciano – nella ex Jugoslavia, dove all’epoca c’era il presidente Tito. L’abbiamo visitata per parecchi anni, siamo andati a Spalato, Dubrovnik, Mostar, Sarajevo, ma anche in tanti piccoli paesini, a contatto con la cultura degli altri. Ci è sempre piaciuto viaggiare, incontrare gente, lo abbiamo sempre fatto almeno per un mese all’anno”.

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