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Movida violenta e ristorazione poco igienica, controlli con denunce e sequestri di locali a Posillipo e Bagnoli

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Nella notte scorsa, un’intensa operazione di controllo ha interessato le zone di Bagnoli e Posillipo a Napoli. Il Comando Provinciale dei Carabinieri, supportato da personale dell’ASL e del Nucleo Ispettorato del Lavoro, ha presidiato numerosi locali notturni e esercizi commerciali frequentati soprattutto nei fine settimana.

Tra i locali sottoposti a verifica ci sono stati “Tufò”, rinomato risto-gourmet, e “Elettroforno”, celebre per le sue specialità di rosticceria e pizzetteria. Entrambi hanno ricevuto sanzioni per violazioni igienico-sanitarie, con sequestri di alimenti non tracciati o in cattivo stato di conservazione.

L’intervento ha visto anche controlli stradali mirati, con l’utilizzo dell’etilometro per prevenire incidenti stradali, particolarmente frequenti nella zona. Undici sanzioni sono state elevate per infrazioni al codice della strada, tra cui tre patenti ritirate per guida in stato di ebbrezza.

I militari hanno inoltre denunciato cinque parcheggiatori abusivi, già noti per reati simili nel biennio precedente, e hanno eseguito controlli in dodici attività di ristorazione. “Tufò” e “Elettroforno” hanno visto sospesa temporaneamente l’attività di ristorazione e deposito a seguito dei sequestri di alimenti non conformi alle normative.

Il lavoro delle Forze dell’Ordine è stato mirato a garantire la sicurezza dei cittadini e a salvaguardare l’ordine pubblico, riflettendo un impegno costante per il rispetto delle normative igienico-sanitarie e stradali nella movida cittadina.

Il caso è ora al vaglio della Procura per le eventuali implicazioni legali sui titolari degli esercizi controllati.

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Femminicidio a Cagliari, il marito ha confessato

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Ha confessato: dopo oltre sei mesi in cui si è sempre dichiarato innocente ha ammesso le proprie responsabilità Igor Sollai, il 43enne attualmente in carcere con le accuse di omicidio volontario aggravato e occultamento di cadavere per aver ucciso e nascosto il corpo della moglie, Francesca Deidda, di 42 anni, sparita da San Sperate, un paese a una ventina di chilometri da Cagliari, il 10 maggio scorso e i cui resti sono stati trovati il 18 luglio in un borsone nelle campagne tra Sinnai e San Vito, vicino alla vecchia statale 125.

Sollai, difeso dagli avvocati Carlo Demurtas e Laura Pirarba, è stato sentito in carcere a Uta dal pm Marco Cocco. Un interrogatorio durato quattro ore durante il quale il 43enne ha confessato il delitto descrivendo come ha ucciso la moglie e come poi si è liberato del cadavere. Non avrebbe invece parlato del movente. Nessun commento da parte dei legali della difesa. Non è escluso che l’interrogatorio riprenda la prossima settimana.

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‘Ndrangheta: patto politico-mafioso, assolti i boss

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featured, Stupro di gruppo, 6 anni ,calciatore, Portanova

Mafia e politica, assolti i boss. La Corte di Appello di Catanzaro ha ribaltato totalmente la sentenza di primo grado riformando la sentenza di primo grado del processo “Sistema Rende”. I giudici di secondo grado hanno assolto i boss e gli appartenenti alle cosche di Cosenza e Rende finiti nell’inchiesta su mafia e politica che coinvolse amministratori ed esponenti dei principali clan cosentini. Assoluzione perche’ il fatto non sussiste per Adolfo D’Ambrosio e Michele Di Puppo (che in primo grado erano stati condannati rispettivamente a quattro anni e 8 mesi di reclusione), l’ex consigliere regionale Rosario Mirabelli e per Marco Paolo Lento (condannati in primo grado entrambi a 2 anni di carcere). Confermate poi le assoluzioni di Francesco Patitucci e Umberto Di Puppo, condannato in passato per aver favorito la latitanza del boss defunto Ettore Lanzino. Secondo l’inchiesta “Sistema Rende”, alcuni politici e amministratori rendesi (tra i quali gli ex sindaci Sandro Principe e Umberto Bernaudo) avrebbero stipulato un patto politico-mafioso grazie al quale avrebbero ottenuto sostegno elettorale in cambio di favori come le assunzioni in alcune cooperative del Comune. Ora la parola spetta alla Cassazione.

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Attacco hacker ad archivi InpsServizi, alcuni server bloccati

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“InpsServizi S.P.A. (Società in House di INPS) ha recentemente subito un attacco informatico di tipo ransomware che ha portato al blocco di alcuni server, rendendo temporaneamente indisponibili alcuni applicativi gestionali e i dati forniti a propri clienti”. E’ quanto si legge in una nota dell’Inps nella quale si precisa che “l’accaduto è stato denunciato prontamente a tutte le autorità competenti”. “Attualmente, sono in corso indagini approfondite. È importante rassicurare i cittadini che il Contact Center, principale servizio di assistenza, non è stato colpito dall’attacco e rimane operativo”. “Le azioni in corso sono concentrate sul ripristino delle infrastrutture compromesse in modo tempestivo e sicuro”.

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