Collegati con noi

Sport

MotoGp: Bagnaia pole e sprint a Misano, Martin più vicino

Pubblicato

del

Prima la pole position e poi la gara sprint. Comincia al meglio il weekend della MotoGp a Misano per Francesco Bagnaia che dopo aver firmato in mattinata il record della pista domina anche la gara corta battendo il leader del Mondiale Jorge Martin superandolo a metà corsa dopo che lo spagnolo lo aveva passato al semaforo verde. Sul podio anche l’altra Ducati ufficiale di Enea Bastianini, mentre Marc Marquez chiude quarto ai piedi del podio. Ora la situazione in classifica piloti vede il campione del mondo a soli -4 punti da Martin e Marquez più lontano a quota 265 contro i 321 del leader.

Una bella sfida vinta da Bagnaia a sei giri dalla fine approfittando di un errore di traiettoria di Martin che era riuscito a superarlo al via. Dietro ai due big Bastianini riuscito a tenere a distanza per tutta la gara un Marc Marquez a cui la rimonta dalla settima posizione in griglia è riuscita solo a metà. In mattinata altra festa per Bagnaia con la pole position ed il record della pista nella 14/a tappa del Motomondiale. “Ho cercato di dare il 100% e – ha detto Bagnaia – credo di esserci riuscito, non è andata bene la partenza ma poi è andata meglio. Il passo era incredibile, grazie a tutti i tifosi.

La differenza che stiamo facendo io e Jorge è pazzesca. Sarà fondamentale essere precisi per la lotta modiale, oggi abbiamo pescato diversi jolly. Avrei faticato ad accettare un altro secondo posto: volevo vincere a ogni costo, è importante esserci riusciti”. Diverso l’umore di Martin: “Non sono riuscito e tenere la concentrazione – ha spiegato lo spagnolo – ed ho fatto quel piccolo errore ed ho sprecato una chance, vediamo domani di portar a casa la vittoria”.

Giornata super per Bagnaia che punta al bis nella gara della domenica, grazie alla pole centrata in qualifica con il record della pista in 1:30.031, davanti a Martin e Bastianini. Delusione per i fratelli Marquez in Gresini: Marc cade e apre la terza fila, Alex parte ultimo. “Essere in pole è importante. Hanno verniciato le linee bianche e quelle interne fanno scalino e si scivola, non ci potevamo avvicinare. Martin? Siamo i più veloci come passo e time attack. Sarà fondamentale partire bene, dobbiamo dare il massimo” le parole di Pecco dopo il tempo record che gli è valso la pole.

Da parte sua per Martin “pensare non serve, siamo a un livello incredibile e io e Bagnaia siamo i più forti. Ho migliorato la qualifica di due settimane fa, di passo siamo forti e anche Bastianini ci proverà. Vedremo se si può lottare per la vittoria. Nel secondo tentativo pensavo che con un riferimento potesse andare meglio, ma con Bagnaia e Morbidelli non è stato facile, c’era però del margine. Partenza? Siamo veloci entrambi, dobbiamo vedere tutto”.

Advertisement

Sport

La prima Roma di Juric: è la mia grande occasione

Pubblicato

del

Allenatore della Roma da poco più di 72 ore e un silenzio attorno a lui che fa rumore. Ivan Juric si presenta da solo alla vigilia dell’esordio sulla panchina giallorossa contro l’Udinese. I Friedkin, infatti, non sono più nemmeno a Trigoria, hanno lasciato la capitale dopo un blitz nato e concluso per esonerare Daniele De Rossi, mentre il resto della dirigenza resta in silenzio come negli ultimi otto mesi. Dunque nessun’eccezione, nemmeno per le prime parole del nuovo allenatore che ricorda da solo il proprio curriculum: “Alleno da 14 anni, di cui gli ultimi otto in Serie A e a buon livello, ma la Roma è la squadra più forte che mi è capitata. Per me è una grandissima occasione, con un club così non pensi al contratto, devi solo dimostrare di essere capace”. Una missione non certo semplice e non tanto per il valore della rosa che definisce “ottimo”, quanto per il clima creatosi intorno alla squadra dopo la cacciata di De Rossi.

Domani è prevista una forte contestazione all’Olimpico con i gruppi organizzati che entreranno dopo mezz’ora e poi continueranno a protestare contro giocatori e proprietà. Contestazione preannunciata in questi giorni con striscioni contro la proprietà e l’amministratore delegato, Lina Souloukou (“Ddr il mare di Roma… Lina il male di Roma” la scritta esposta dai tifosi): per questo la ceo giallorossa è stata sottoposta a ‘misure di tutela’. All’Ad della società non è stata assegnata una scorta vera e propria: le valutazioni verranno fatte nei prossimi giorni in sede di Comitato per l’ordine e la sicurezza in prefettura. Ecco allora che a difendere la Roma ci prova Juric, prima elogiando il lavoro fatto dal suo predecessore e poi mettendosi a scudo dei suoi nuovi calciatori. “Il lavoro di Daniele non è tutto da buttare – ha spiegato – Ci sono tanti spunti da prendere e ai quali poi aggiungere alcune mie caratteristiche, come l’aggressività. Ma questa è una squadra che ha dimostrato di poter scendere in campo in un certo modo e di potersela giocare con chiunque”.

Per la sua Roma “servirà tempo”, ma dopo esser subentrato di problemi non ne ha riscontrati. “E’ una squadra che ha dato tutto per De Rossi, non c’erano problemi all’interno. Purtroppo gli allenatori pagano i risultati”, le parole di un tecnico che vorrebbe concentrarsi solo sull’Udinese e invece è costretto a occuparsi anche di tanto altro per cercare di mantenere a galla una nave che nell’ultima settimana ha rischiato di affondare. Sugli obiettivi non si nasconde: “La proprietà è stata molto chiara, ha chiesto risultati e sviluppo dei giocatori, alzando il livello della rosa, poi dobbiamo arrivare in Champions e rimanerci”. Più facile a dirsi che a farsi, soprattutto quando all’esordio affronti un Udinese che “sta over perfomando”, sempre parole di Juric.

Per contrastare i friulani pensa al 3-4-2-1 e non esclude la possibilità di far giocare insieme Dybala e Soulé dietro Dovbyk. In squadra, inoltre, potrebbe rivedersi anche Zalewki, finito fuori rosa per volere della proprietà, ma la cui situazione “sta rientrando” ha spiegato l’allenatore croato, sottolineando come Nicola sarebbe “un elemento valido per lo sviluppo della stagione”. Ma alla fine solo i risultati possono allontanare tensioni e polemiche dell’ultimo periodo. Lo sa bene Juric che già con l’Udinese non può sbagliare.

Continua a leggere

Sport

F1: a Singapore pole Norris, e si rivede Verstappen

Pubblicato

del

Charles Leclerc penalizzato e nono, Carlos Sainz a muro e decimo. Le ambizioni della Ferrari sul GP di Singapore si spengono nella Q3, proprio quando inizia la lotta per la pole, importantissima in un circuito cittadino come Marina Bay. In prima fila partiranno i due più bravi a sfruttare il momento topico del sabato: Lando Norris (McLaren, in 1’29″525) e Max Verstappen (Red Bull, 1’29″728), separati nel mondiale piloti da appena 59 punti a favore dell’olandese. “Ho avuto un buon feeling e fiducia con la macchina fin dall’inizio del weekend. Mi piace quando le cose si fanno difficili, diventa divertente”, ha commentato Norris. In gara saranno certamente scintille fin dai primi metri con in Verstappen bravo a riprendersi dopo un venerdì difficile, chiuso con il 15/o tempo.

“Alla fine, le qualifiche sono andate abbastanza bene, siamo riusciti a migliorare la macchina e sessione dopo sessione siamo riusciti a progredire – le parole del campione del mondo – Se guardo a dove eravamo ieri, questa prima fila è davvero gradita”. Arbitre del duello tra i primi ecco le Mercedes di Lewis Hamilton e George Russell, mentre in terza fila scatteranno Oscar Piastri con l’altra McLaren e Nico Hulkenberg sulla Haas, davanti a Fernando Alonso (Aston Martin) e Yuki Tsunoda (Racing Bulls). Per la Ferrari quella asiatica è notte fonda. Quando mancavano 8’4″ alla fine della Q3, Sainz ha perso il controllo della vettura all’uscita dell’ultima curva prima del rettilineo dei box, mentre stava per lanciarsi a caccia del suo giro veloce. L’impatto con il posteriore sulle barriere protettive è stato forte.

Pilota illeso, ma macchina irreparabilmente rovinata e qualifiche finite per lo spagnolo (vincitore a Marina Bay lo scorso anno), spettatore da lì in poi e domani solo decimo in griglia. L’incidente di Sainz, inoltre, ha indirettamente danneggiato anche Verstappen, che si è visto cancellare un ottimo 1’29″791 per non aver rispettato la doppia bandiera gialla esposta dopo il botto. Quando la pit lane è stata riaperta, al box di Leclerc si è atteso un po’ troppo per rimandarlo in pista. Il monegasco ha ottenuto un non esaltante settimo tempo nel suo unico giro lanciato, che però gli è stato tolto per un track limit in curva 2. Si è così ritrovato nono, senza avere tempo per tentare un ultimo assalto al cronometro. Per le due Ferrari una quinta fila sinonimo di gara in salita e con poche chance di agguantare il podio, al netto dei mille imprevisti di un gran premio. “Sono molto deluso e preferisco non pensare alla gara.

Le gomme non erano pronte nemmeno al 50% – ha poi spiegato Leclerc – Siamo usciti dai box e le temperature degli pneumatici anteriori erano più basse di non so quanti gradi rispetto all’ideale. Peccato, sappiamo che qui a Singapore le qualifiche sono tutto…Questa situazione mette decisamente in salita le cose in vista della gara e abbassa di molto le nostre aspettative”. “Non volevamo che uscisse per primo e con Charles abbiamo aspettato un po’ di più del dovuto. E’ lì che abbiamo perso la temperatura – ha ammesso a Sky il team principal Frederic Vasseur – Poi, si sa che quando c’è solo un giro a disposizione bisogna spingere e si è al limite. Credo abbia tagliato la linea di curva 2 di un paio di centimetri”.

Continua a leggere

Sport

Prima gioia in serie A del Venezia, Genoa battuto

Pubblicato

del

Inizia nell’ultimo giorno dell’estate il campionato del Venezia, che si aggiudica per 2-0 la sfida tra le ex repubbliche marinare e sorpassa momentaneamente una mezza dozzina di squadre. Il Genoa è apparso sottotono ed è uscito mentalmente dal campo dopo il gravissimo infortunio alla caviglia subito da Malinovsky, portato d’urgenza in ospedale a inizio ripresa. Alla fine Joronen non farà nemmeno una parata. Di Francesco – che ha conquistato la 100/ma vittoria in A – è in piena emergenza a centrocampo per l’infortunio di Duncan e la squalifica di Nicolussi Caviglia, per questo arretra Busio e inserisce Andersen. Davanti tocca a Oristanio e Ellertsson ispirare Pohjanpalo. Gilardino risponde lasciando in panchina Pinamonti a beneficio di Ekuban, con capitan Badelj, inossidabile, a orchestrare la manovra.

La prima occasione da gol – clamorosa – arriva sui piedi di Oristanio che da pochi passi, servito dopo che Ellertsson ha seminato il panico, scarica a rete, ma Gollini ha un riflesso felino e salva la porta. Risponde il Genoa al 22′: Pohjanpalo perde una palla sanguinosa e centrocampo innescando un contropiede 4 contro 2, ma Vitinha è egoista e Svoboda salva in extremis in corner. A dispetto del teorema secondo cui in zona salvezza non si dovrebbero fare sconti sul piano fisico, Marchetti fischia il primo fallo al 26′, anche se un paio di minuti prima aveva decretato un rigore per il Genoa, ma Vitinha era in netto fuorigioco. Il Venezia ci prova di più e al 34′ Busio – alla centesima in maglia arancioneroverde – si divora una rete: servito da uno spiovente di Svoboda, colpisce di testa solissimo, ma la palla varca di poco la traversa.

Dopo la sosta si riparte con gli stessi 22 dell’avvio, ma dopo 90′ secondi Malinovski in un recupero difensivo si infortuna gravemente alla caviglia – immediato il ricovero all’ospedale – e viene sostituto da Pinamonti. Gli ospiti sono sotto choc e i padroni di casa potrebbero approfittarne al 13′: Pohjanpalo serve Busio che viene steso a centro area: rigore netto che Pojanpalo spreca, complice una super parata di Gollini che legge benissimo le intenzioni del bomber finlandese e lo ipnotizza. La gioia del primo gol stagionale in casa è solo rimandata di pochi minuti: al 18′ Busio lascia partire un filtrante verso la porta, Oristanio e un difensore non ci arrivano, ma il loro movimento tradisce Gollini che si fa sorprendere e non riesce a intercettare prima che la sfera varchi la linea.

L’estremo difensore passa in pochi istanti da salvatore della patria a colpevole di una grave disattenzione. Il Genoa non riesce a reagire e così Gilardino si affida in avanti al 17enne Ekhator, lo scorso anno in C. Di Francesco risponde coprendosi con Doumbia e Sverko, per un Ellertsson in grande spolvero e per Haps, subito dopo aver richiamato Oristanio per l’esordio dell’ecuadoregno Yeboah. Il Venezia la chiude al 40′ con il solito Pohjanpalo, che spacca la porta con una conclusione al volo su un assist al bacio proprio di Yeboah, che ubriaca di finte i difensori avversari prima di pennellare il traversone su cui il finlandese manda in paradiso lo stadio Penzo.

Continua a leggere

In rilievo

error: Contenuto Protetto