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Cronache

Morte del tifoso Belardinelli, disposta la sorveglianza per l’ultras interista Piovella: è pericoloso ma non guidò l’assalto ai napoletani

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Aldilà di “un evidente contributo di natura morale dovuto” al suo ruolo “carismatico” tra gli ultras “di componente del ‘direttivo della Curva Nord'” interista, “non emergono elementi probatoriamente qualificanti per ritenere” che Marco Piovella “abbia avuto un ruolo di organizzazione e/o di direzione materiale dei violenti scontri” di via Novara del 26 dicembre prima di Inter-Napoli, in cui morì Daniele Belardinelli. Lo scrive la Sezione misure di prevenzione del Tribunale milanese, presieduta da Fabio Roia, nel decreto con cui ha sì disposto la sorveglianza speciale per pericolosita’ sociale per l’ultra’ interista detto ‘il Rosso’, uno dei sei arrestati nell’inchiesta, ma per 1 anno e 6 mesi e non per tre anni, come richiesto dalla Questura e dalla Procura milanese. I giudici (Roia-Tallarida-Pontani) hanno anche bocciato la richiesta dei pm di divieto di soggiorno in Lombardia per Piovella, difeso dal legale Mirko Perlino, stabilendo invece che si dovra’ tenere “ad almeno tre chilometri di distanza dai luoghi” delle manifestazioni sportive.

Nell’indagine, a Piovella, 34 anni, imprenditore nel settore delle luci e in carcere dal 31 dicembre, viene contestato di essere uno degli organizzatori dell’agguato contro gli ultras napoletani, sulla base di dichiarazioni di Luca Da Ros (arrestato e che ha collaborato nell’inchiesta) che ha detto, secondo gli inquirenti, “di aver avuto precisi ordini” sulle modalita’ del blitz dal ‘Rosso’. La difesa, coi legali Perlino e Carlo Melzi D’Eril, pero’, ha dimostrato con una memoria e in udienza che ne’ Da Ros “ne’ alcun altro afferma di avere avuto precisi ordini” da Piovella e che non c’e’ prova che lui “avrebbe personalmente organizzato l’assalto”. Nell’udienza, poi, lo stesso Piovella, oltre a raccontare che quel giorno “ha perso la vita un suo grande amico” ha ribadito di essere “soltanto il responsabile delle coreografie ed il ‘lanciacori’ della curva Nord”. I giudici, sulla base degli atti a disposizione, hanno valutato che non c’e’ prova che lui diresse il blitz “non risultando in particolare accertata una sua presenza all’interno del pub Cartoons, locale dal quale sarebbero partiti gli ordini”. La sua “potenzialita’ criminale”, dunque, secondo i giudici, e’ “meno intensa” di quella rappresentata da Questura e Procura, anche se e’ comunque socialmente pericoloso, anche perche’ “da almeno 15 anni” riveste “un ruolo di leader e di soggetto di riferimento all’interno di una struttura della tifoseria estrema interista”. Anche se su questa “struttura”, spiegano i giudici, “nessun elemento e’ stato portato all’attenzione del Tribunale probabilmente a causa di un momento di stasi nella necessaria struttura di conoscenza dei movimenti della tifoseria che dovrebbe coinvolgere tutti gli attori interessati ad una analisi preventiva del fenomeno”. Ad ogni modo, gli altri ultras “possono subire o soffrire processi di natura manipolatoria” da parte di un leader come Piovella. Cosi’, sulla base di tre fatti a lui attribuiti, compreso il blitz di via Novara, gli e’ stata applicata la sorveglianza speciale col divieto specifico di stare lontano da tutte le manifestazioni sportive.

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Femminicidio a Cagliari, il marito ha confessato

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Ha confessato: dopo oltre sei mesi in cui si è sempre dichiarato innocente ha ammesso le proprie responsabilità Igor Sollai, il 43enne attualmente in carcere con le accuse di omicidio volontario aggravato e occultamento di cadavere per aver ucciso e nascosto il corpo della moglie, Francesca Deidda, di 42 anni, sparita da San Sperate, un paese a una ventina di chilometri da Cagliari, il 10 maggio scorso e i cui resti sono stati trovati il 18 luglio in un borsone nelle campagne tra Sinnai e San Vito, vicino alla vecchia statale 125.

Sollai, difeso dagli avvocati Carlo Demurtas e Laura Pirarba, è stato sentito in carcere a Uta dal pm Marco Cocco. Un interrogatorio durato quattro ore durante il quale il 43enne ha confessato il delitto descrivendo come ha ucciso la moglie e come poi si è liberato del cadavere. Non avrebbe invece parlato del movente. Nessun commento da parte dei legali della difesa. Non è escluso che l’interrogatorio riprenda la prossima settimana.

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‘Ndrangheta: patto politico-mafioso, assolti i boss

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featured, Stupro di gruppo, 6 anni ,calciatore, Portanova

Mafia e politica, assolti i boss. La Corte di Appello di Catanzaro ha ribaltato totalmente la sentenza di primo grado riformando la sentenza di primo grado del processo “Sistema Rende”. I giudici di secondo grado hanno assolto i boss e gli appartenenti alle cosche di Cosenza e Rende finiti nell’inchiesta su mafia e politica che coinvolse amministratori ed esponenti dei principali clan cosentini. Assoluzione perche’ il fatto non sussiste per Adolfo D’Ambrosio e Michele Di Puppo (che in primo grado erano stati condannati rispettivamente a quattro anni e 8 mesi di reclusione), l’ex consigliere regionale Rosario Mirabelli e per Marco Paolo Lento (condannati in primo grado entrambi a 2 anni di carcere). Confermate poi le assoluzioni di Francesco Patitucci e Umberto Di Puppo, condannato in passato per aver favorito la latitanza del boss defunto Ettore Lanzino. Secondo l’inchiesta “Sistema Rende”, alcuni politici e amministratori rendesi (tra i quali gli ex sindaci Sandro Principe e Umberto Bernaudo) avrebbero stipulato un patto politico-mafioso grazie al quale avrebbero ottenuto sostegno elettorale in cambio di favori come le assunzioni in alcune cooperative del Comune. Ora la parola spetta alla Cassazione.

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Attacco hacker ad archivi InpsServizi, alcuni server bloccati

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“InpsServizi S.P.A. (Società in House di INPS) ha recentemente subito un attacco informatico di tipo ransomware che ha portato al blocco di alcuni server, rendendo temporaneamente indisponibili alcuni applicativi gestionali e i dati forniti a propri clienti”. E’ quanto si legge in una nota dell’Inps nella quale si precisa che “l’accaduto è stato denunciato prontamente a tutte le autorità competenti”. “Attualmente, sono in corso indagini approfondite. È importante rassicurare i cittadini che il Contact Center, principale servizio di assistenza, non è stato colpito dall’attacco e rimane operativo”. “Le azioni in corso sono concentrate sul ripristino delle infrastrutture compromesse in modo tempestivo e sicuro”.

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