Stati Uniti belli e ingenui al cospetto di un Galles brutto ma molto più concreto. Finisce 1-1 il secondo match del gruppo B ai Mondiali in Qatar dove il sogno americano richiamato dal presidente Usa, Joe Biden, svanisce solo nel finale. Eppure per i giocatori a stelle e strisce era cominciata benissimo la serata all’Ahmad Bin Ali Stadium di Ar-Rayyan: il tutto nel segno del figlio d’arte Timothy Weah, origini liberiane ma nato a New York, che porta meritatamente in vantaggio i suoi. Un 1-0 che dura fino alla doccia gelata servita nel finale di match da Bale, che si conquista e realizza il rigore che salva i gallesi fermando il risultato sull’1-1 e lasciando aperte tutte le soluzioni in chiave qualificazione.
Formazione spregiudicata quella che presenta Berhalter per la gara d’esordio contro i Dragoni. Nel 4-3-3 del Ct Usa c’era tanta curiosità per vedere all’opera il figlio dell’ex rossonero George Weah, riferimento avanzato della squadra supportato da Pulisic e Sargent. A centrocampo Adams e Musah insieme allo juventino McKennie in campo con una capigliatura colorata di bianco, rosso e blu in onore della bandiera. In difesa dal 1′ il milanista Dest. In difesa Ream vince il ballottaggio con Carter-Vickers per un posto accanto a Zimmerman. Non è meno spregiudicata l’idea di formazione del Ct gallese Page.
Nel 3-4-3, Bale, fresco di titolo in Mls, affiancherà Wilson e James. In campo il giocatore dello Spezia Ampadu a centrocampo accanto a Ramsey vista l’indisponibilità di Allen. In difesa spazio a Mepham, Rodon e Davies. Pronti via con gli Stati Uniti che partono a razzo sfiorando il vantaggio più volte: su tiro cross di Weah jr Rodon devia verso la sua porta e il portiere del Galles Hennessy d’istinto respinge. Sull’azione successiva Sargent di testa colpisce il palo esterno. Con il passare dei minuti l’inerzia del match non cambia con gli Usa costantemente in attacco, mentre il Galles si difende con l”italiano’ Ampadu che, subito ammonito per una brutta entrata, ce la mette tutta a fare filtro a centrocampo per fermare i giocatori a stelle e strisce.
Un forcing continuo che dà i primi frutti al 36′ grazie al bel gol di Weah che, lanciato verso l’area da un ispiratissimo Pulisic, con grande freddezza insacca. Raggiunto il vantaggio McKennie e compagni continuano a spadroneggiare senza lasciare sbocchi offensivi ai gallesi guidati da un Bale troppo nervoso. Ne è una prova l’ammonizione presa a fine primo tempo per aver atterrato brutalmente un avversario. Nel secondo tempo il Galles si gioca la carta del ‘gigante’ Moore in avanti al posto di James per provare a sfondare l’attenta difesa americana.
Bale e i suoi ci provano a sprazzi a raggiungere il pari anche se gli Stati Uniti sono sempre più pericolosi in contropiede. Prima Davies poi Moore sfiorano il gol dell’1-1 di testa, me niente. Gli Usa controllano agevolmente, ma quando sembra fatta, per gli americani arriva la doccia fredda a dieci minuti dal termine: Bale viene atterrato in area (fallo ingenuo di Zimmermann) e rigore trasformato dalla stessa stella gallese per un pari non proprio meritato, ma molto molto prezioso per un possibile passaggio del turno. L’1-1 finale spezza il sogno degli americani di cominciare con una vittoria, ma resta la grande soddisfazione per una buona prestazione grazie all’estro e alla velocità dei suoi giovani guidati dal figlio di un certo George Weah.