E sono quattro, nel senso di medaglie italiane ai Mondiali di atletica. La staffetta azzurra della 4X100 conferma la propria dimensione planetaria e, dopo l’oro dei Giochi di Tokyo, sale anche sul podio mondiale di Budapest, dove a precedere gli azzurri sono stati solo gli Stati Uniti del superman Noah Lyles, al terzo oro dopo quelli nelle gare di sprint individuale. E, ancora una volta, gli americani hanno rischiato pasticciando con il testimone, e per questo c’è mancato poco, prima che Lyles mettesse tutti d’accordo, che gli azzurri Roberto Rigali, Marcell Jacobs (una super frazione la sua, e questo per lui può essere il momento della rinascita), Lorenzo Patta e Filippo Tortu facessero il colpo grosso.
Il loro tempo finale è stato di 37.62 (tre centesimi meglio rispetto a quanto fatto in batteria), dietro appunto agli Usa primi in 37.38 e davanti alla Giamaica, bronzo con 37.76 nonostante avesse un quartetto che a livello di personali era nettamente migliore di quello azzurro. L’Italia della velocità torna quindi sul podio iridato con la staffetta a distanza di 40 anni da Helsinki 1983, quando Stefano Tilli, Carlo Simionato, Pierfrancesco Pavoni e Pietro Mennea conquistarono l’argento alle spalle degli Usa di Calvin Smith e del ‘figlio del vento’ Carl Lewis. E’ poi arrivato l’ottimo quarto posto del quartetto femminile, con Dosso, Kaddari, Bongiorni e Pavesi che in finale hanno confermato quel quarto posto che era anche la loro posizione di partenza in base ai tempi nelle semifinali.
Di più, contro le superwoman degli Usa e della Giamaica e una Gran Bretagna che ha reso al meglio non si poteva chiedere, e in ogni caso per l’atletica italiana è un risultato di squadra senza precedenti nelle staffette. Infatti per la prima volta la squadra azzurra ha qualificato 4×100 uomini e donne e 4×400 uomini e donne nelle finali iridate, facendo quindi il poker. Arrivato grazie anche alla doppietta delle staffette azzurre nelle semifinali della 4×400 metri: entrambe avanti e di nuovo con un record italiano al femminile. Il quartetto con Alice Mangione, Ayomide Folorunso, Alessandra Bonora e Giancarla Trevisan ha corso in 3:23.86 migliorando di oltre un secondo dopo sette anni il primato di 3:25.16 stabilito all’Olimpiade di Rio. Si sono piazzate al terzo posto in batteria le azzurre, qualificate come il team maschile con Davide Re, Edoardo Scotti, Lorenzo Benati e Alessandro Sibilio in 3:00.14. Nell’asta è nono Claudio Stecchi con 5,75 alla terza prova, poi tre errori a 5,85.
L’oro è andato a Mondo Duplantis con 6.10, argento al filippino Obiena (6.00, record asiatico), bronzo ex aequo all’australiano Marschall e allo statunitense Nilsen (5.95). Nei 5000 donne ha chiuso al 16/o posto Nadia Battocletti, mentre l’oro è finito nel carniere di Faith Kipyegon, fuoriclasse del Kenya che così ha firmato la doppietta: a Budapest aveva già vinto nei 1500 metri.