La domenica sera, d’estate, il Molo Audace di Trieste è un luogo di ritrovo, una passerella pedonale alle 22 ancora molto frequentata da autoctoni, turisti e anche tanti immigrati. Come i 4 giovanissimi pachistani che sono stati assaliti, ieri sera, da una gang di una quindicina di afghani, in cerca di incontri sessuali e denaro contante. Secondo una ricostruzione, sulla base della denuncia delle vittime, gli aggressori, oltre ai coltelli con cui hanno gravemente ferito due persone, avevano anche una piccola pistola. Dai pachistani pretendevano sesso. Non avendolo ottenuto, si sono fatti consegnare i pochi risparmi che custodivano nelle tasche. E, per vendetta, li hanno accoltellati. Una delle vittime è riuscita a trascinarsi fin nei pressi della Questura.
L’allarme è stato lanciato proprio da una pattuglia della Squadra Volante. Il 18enne pachistano, poco dopo aver riferito la propria versione di quanto avvenuto, ha perso i sensi per la ferita profonda subita ed è stato ricoverato d’urgenza a Cattinara. Dove nell’arco di pochi minuti sono giunti, autonomamente, anche le altre vittime del raid. Si tratta di un ragazzo di 19 anni, che aveva riportato profonde ferite da taglio ed è stato accolto in codice rosso, un adolescente di 16 anni, con evidenti lesioni al volto, e un altro giovane di 19 anni, con lesioni di minor entità. Le indagini sono condotte dalla Squadra Mobile che, vista la gravità dell’episodio, è in costante contatto coi vertici della Questura e della Prefettura. Nonostante il raid notturno, i gruppi di migranti che quotidianamente si radunano nella centrale piazza Libertà sono persuasi che la città non sia pericolosa.
“In periferia succedono episodi di violenza, dovuti a migranti che sono qui da tempo: sono situazioni che si lasciano marcire – spiega Gian Andrea Franchi, tra i fondatori dell’associazione Linea d’ombra – noi garantiamo un certo tipo di ordine, ma non c’è paura”. Ma il presidente dell’Ics, Consorzio italiano di solidarietà – Ufficio rifugiati, Gianfranco Schiavone, sostiene invece che a Trieste c’è preoccupazione tra i migranti: “Molti si lamentano della situazione e dei connazionali, hanno timore di questi episodi” di devianza. “Ci sono bande che si formano. Molti hanno dormito su una presunta tranquillità e assenza di disagio sociale che invece a Trieste c’è come in altre parti”.
L’episodio di ieri, conclude Schiavone, è tuttavia un “fatto di cronaca nera che va trattato come tale e non inquadrato nella questione immigrazione”. A Trieste “è evidente che ci sono tra i più giovani dei processi di imitazione che passano da italiani a stranieri e da stranieri a italiani: su questo bisognerebbe riflettere. Sono comportamenti antisociali frequenti, al di là della nazionalità”.