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Cronache

Mistero sulla morte di Carlo Bocchetti, 59enne trovato morto in casa in piazza Carlo III

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Sarà l’autopsia a chiarire le cause della morte di Carlo Bocchetti, un dipendente 59enne di una società di recupero crediti, trovato morto due giorni fa all’interno della sua abitazione nella zona di piazza Carlo III, a Napoli. Nonostante gli investigatori della Squadra mobile non escludano l’ipotesi dell’omicidio, molte ombre avvolgono ancora il caso.

Quando la polizia è giunta nell’appartamento al primo piano della palazzina di via Generale D’Ambrosio, ha trovato il corpo di Bocchetti senza vita, seduto su un divano con il capo reclinato sulla spalliera. Non c’erano segni di effrazione alla porta d’ingresso né segni di colluttazione all’interno della casa, che appariva in ordine. Tuttavia, l’ipotesi iniziale di morte naturale è stata messa in discussione dal medico legale, che ha notato segni sospetti sul collo della vittima, teoricamente compatibili con uno strangolamento.

Sul posto è intervenuto anche il capo della Squadra mobile, il primo dirigente Giovanni Leuci, per una prima ricognizione. Il caso è ora in mano alla Procura, con un fascicolo aperto dai magistrati della settima sezione (criminalità comune).

Le indagini sono complesse, in attesa dell’autopsia (la salma è stata sequestrata e trasferita nell’obitorio della Medicina legale del Secondo Policlinico). Il palazzo dove abitava Bocchetti non è dotato di impianti di videosorveglianza, quindi gli investigatori hanno acquisito i filmati di alcuni impianti privati della zona, ora al vaglio degli esperti della Scientifica della Questura.

La Squadra mobile ha iniziato a interrogare diverse persone, partendo dai condomini vicini di casa della vittima, che viveva da solo dopo la separazione dalla moglie. Molti familiari di Bocchetti si sono trasferiti all’estero, causando un inevitabile slittamento della data dell’esame autoptico per consentire la notifica dell’atto di medicina legale. Le indagini si concentrano anche sulle amicizie e le relazioni di Bocchetti, descritto come una persona riservata e dedita al lavoro.

Gli investigatori stanno esplorando diversi scenari, poiché nulla può essere lasciato al caso in una morte misteriosa. Bocchetti lavorava da anni nel settore del recupero crediti per una società napoletana, un’occupazione delicata che poteva esporlo a rischi. Tuttavia, il suo ruolo era quello di esattore, e quindi, sebbene potesse aver incontrato persone con motivi di rancore, ucciderlo non avrebbe rappresentato una soluzione logica.

Gli inquirenti hanno acquisito gli elenchi delle persone contattate da Bocchetti per lavoro negli ultimi mesi. Nonostante molte ombre, emerge che Bocchetti era cardiopatico, non disponeva di particolari ricchezze e conduceva una vita regolare, elementi che contrastano con la pista dell’omicidio.

L’autopsia sarà fondamentale anche per determinare se la vittima avesse assunto sostanze particolari, come sonniferi, somministrati da qualcuno. Fino alla data dell’autopsia, tutte le ipotesi restano aperte e meritano cautela nell’essere formulate.

La comunità attende con ansia i risultati dell’autopsia per fare luce su questa tragica vicenda e capire se Carlo Bocchetti sia stato vittima di un omicidio o se altre circostanze abbiano causato la sua morte.

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Cronache

Napoli, sede Pd vandalizzata nella notte. Indagini in corso

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Questa mattina i carabinieri sono intervenuti in via Domenico Cirillo 30, in seguito a una segnalazione ricevuta al numero di emergenza 112. L’intervento si è reso necessario dopo che ignoti, probabilmente agendo durante le ore notturne, hanno fatto irruzione nella sede del Partito Democratico della Quarta Municipalità Napoli San Lorenzo.

All’interno del locale, i malintenzionati hanno provocato disordine, mettendo a soqquadro gli spazi. Nonostante i danni causati, dalle prime verifiche effettuate non sembrerebbe che siano stati sottratti oggetti di valore o documenti importanti.

Sul posto sono intervenuti gli specialisti del nucleo investigativo del comando provinciale di Napoli, che hanno effettuato i rilievi tecnici necessari per raccogliere elementi utili all’identificazione dei responsabili. Le indagini sono attualmente in corso per risalire agli autori dell’atto vandalico e chiarire le motivazioni dietro l’accaduto.

Questo episodio si aggiunge a una serie di atti vandalici e intimidatori registrati negli ultimi tempi in diverse città italiane, sollevando interrogativi sulla necessità di maggiori misure di tutela per le sedi di partiti e associazioni sul territorio.

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Cronache

Consulta, illegittima residenza nella Regione per taxi-Ncc

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La Consulta ha dichiarato l’illegittimità costituzionale della legge della Regione Umbria del 1994 che prevedeva il requisito “di essere residente in uno dei Comuni della Regione Umbria” come necessario al fine dell’iscrizione nel ruolo dei conducenti per il servizio di taxi e per quello di noleggio di veicoli con conducente (Ncc).

Lo rende noto la Corte Costituzionale. La disposizione, antecedente alla riforma del Titolo V della Costituzione, era stata censurata dal Tar Umbria in quanto ritenuta lesiva del principio di ragionevolezza nonché dell’assetto concorrenziale del mercato degli autoservizi pubblici non di linea, giacché d’ostacolo al libero ingresso di lavoratori o imprese nel “bacino lavorativo” regionale.

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Dati rubati: oggi a Milano l’interrogatorio di Del Vecchio jr

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E’ stato fissato per oggi pomeriggio un interrogatorio, davanti ai pm, di Leonardo Maria Del Vecchio (foto Imagoeconomica in evidenza) – 29 anni e uno dei figli del patron di Luxottica morto nel 2022 – indagato nell’inchiesta milanese sui presunti dossieraggi illegali per concorso in accessi abusivi a sistema informatico. L’interrogatorio, da quanto si è saputo, è stato richiesto dallo stesso Del Vecchio per difendersi dalle accuse e chiarire. L’audizione si terrà, da quanto si è appreso, non al Palazzo di Giustizia milanese ma in un altro luogo, una caserma degli investigatori.

“Dalle imputazioni preliminari e dall’esito negativo della perquisizione, il dottor Del Vecchio sembrerebbe essere piuttosto persona offesa. Altri, infatti, sarebbero eventualmente i responsabili di quanto ipotizzato dagli inquirenti”, aveva già spiegato l’avvocato Maria Emanuela Mascalchi, che aveva parlato della “infondatezza delle accuse ipotizzate a proprio carico”.

Stando agli atti dell’indagine dei carabinieri del Nucleo investigativo di Varese, del pm della Dda Francesco De Tommasi e del collega della Dna Antonello Ardituro, Nunzio Samuele Calamucci, hacker arrestato, uno dei presunti capi dell’associazione per delinquere di Equalize e che avrebbe creato dossier con dati riservati prelevati in modo illecito, avrebbe realizzato anche un falso “atto informatico pubblico” per “offuscare l’immagine di Claudio Del Vecchio, fratello di Leonardo”.

Calamucci avrebbe creato, in particolare, un finto “rapporto” della Polizia di New York con cui “si dava atto” falsamente “di un controllo eseguito in quella città” nei confronti del fratello di Leonardo. Nel falso report, redatto all’apparenza nel 2018, si segnalava che era “in compagnia” di una persona “registrata” per “crimini sessuali” dal Dipartimento di Giustizia americano.

Il gruppo di hacker, poi, avrebbe dovuto inserire nell’estate 2023, secondo l’accusa per conto di Leonardo Maria Del Vecchio, un “captatore informatico” sul cellulare della fidanzata e modella Jessica Serfaty, ma non ci riuscì malgrado diversi tentativi di inoculare “il trojan”. A quel punto, sarebbero stati creati falsi messaggi tra lei e “un illusionista di fama mondiale”.

Tra gli indagati anche il collaboratore dell’imprenditore, Marco Talarico. Secondo le indagini, le ricerche di informazioni di Del Vecchio jr, richieste al gruppo di Equalize attraverso i suoi collaboratori, si sarebbero inserite nella contesa in corso sull’eredità di famiglia. Nel procedimento milanese una nomina come persona offesa è stata depositata nei giorni scorsi da Claudio Del Vecchio.

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