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Missili russi su una scuola militare, è strage: più di 50 morti e oltre 220 feriti

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E’ di oltre 50 morti e più di 220 feriti il bilancio, che sembra destinato ad aggravarsi, di un bombardamento russo su un istituto per la formazione di militari ucraini a Poltava. Una strage provocata da due missili, secondo quanto ha reso noto il presidente Volodymyr Zelensky, il quale ha promesso una risposta alla “feccia russa”, tornando a chiedere ai Paesi Nato il permesso di utilizzare le armi da loro fornite per colpire in profondità la Russia. Ma l’episodio ha rinfocolato le polemiche in Ucraina, con alcuni blogger e una deputata che chiamano in causa i comandi militari accusandoli di esporre i soldati a pericoli inutili.

Il presidente ucraino ha detto di avere ordinato “un’inchiesta completa e rapida” sulle circostanze dell’attacco, che secondo alcuni canali Telegram di osservatori militari di Kiev sarebbe avvenuto mentre molti soldati erano radunati per una cerimonia all’aperto. Il ministero della Difesa ha smentito questo particolare, ma ha ammesso che l’allarme è risuonato solo pochi istanti prima che i missili arrivassero sul bersaglio, non lasciando ai presenti il tempo per mettersi al riparo.

“Le tragedie si ripetono, quando finirà tutto questo?”, ha scritto sui social la deputata della Rada Maryana Bezuhla, molto critica dei vertici militari, che la settimana scorsa aveva attribuito la perdita di un jet F-16 fornito da Paesi occidentali a Kiev al suo abbattimento ad opera di un sistema di difesa Patriot in dotazione agli ucraini. L’episodio aveva portato alla rimozione del comandante dell’Aeronautica, Mykola Oleshchuk. Tre ministri ucraini si sono intanto dimessi oggi, ma non è ancora chiaro il motivo.

Il presidente del Parlamento ha dichiarato che il ministro responsabile della supervisione della produzione di armi Oleksandr Kamyshin, il titolare della Giustizia Denys Maliuska e quello dell’Ambiente Ruslan Strilets hanno lasciato i loro incarichi. Il primo a dare notizia del bombardamento odierno è stato Zelensky con un messaggio sul suo canale Telegram nel quale ha parlato di un attacco che ha colpito “un istituto scolastico” e un “vicino ospedale”.

“Uno degli edifici dell’Istituto delle comunicazioni è stato parzialmente distrutto”, ha aggiunto il presidente. Si tratta appunto, come ha precisato Rbc Ucraina, dell’Istituto di comunicazioni militari di Poltava, dove si trova anche il Collegio militare dei sergenti che si formano in informatica, telecomunicazioni e radioingegneria.

Immagini diffuse sui social media hanno mostrato un edificio a più piani completamente sventrato. L’attacco a Poltava è un altro “terribile esempio della brutalità di Putin”, ha affermato il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale Usa, John Kirby, annunciando nuovi aiuti militari a Kiev la prossima settimana. Gli Stati Uniti, hanno detto funzionari citati dalla Reuters, sono vicini a un accordo per fornire all’Ucraina missili da crociera a lungo raggio per gli F-16 che potrebbero raggiungere in profondità la Russia.

Ma Kiev dovrà attendere diversi mesi mentre gli Usa risolvono problemi tecnici prima di procedere con qualsiasi spedizione. Per Zelensky, tuttavia, non c’è tempo da perdere: “Gli attacchi a lungo raggio che possono proteggerci dal terrore russo sono necessari ora, non in un secondo momento”, ha affermato il presidente.

Il presidente russo Vladimir Putin ha intanto lasciato la Mongolia dopo una visita in cui è stato ricevuto con tutti gli onori dal suo omologo Ukhnagiin Khurelsukh, il quale ha salutato l’evento come un’occasione per sviluppare la “partnership strategica” tra i due Paesi. E questo nonostante la Mongolia fosse in teoria tenuta ad arrestare l’ospite in osservanza di un mandato della Corte penale internazionale, alla quale aderisce. La Ue ha espresso “rammarico” per il fatto che Ulan Bator non abbia “rispettato gli obblighi previsti”.

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Breton: von der Leyen non mi voleva, gestione dubbia

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Il francese Thierry Breton accusa Ursula von der Leyen di aver chiesto a Parigi di sostituire il suo nome nel quadro dei negoziati per la formazione della nuova Commissione Ue. Sviluppi che “testimoniano ulteriormente una governance dubbia” e che lo hanno portato alle dimissioni. “Lei ha chiesto alla Francia di ritirare il mio nome – per ragioni personali che in nessun caso lei ha discusso con me direttamente – e ha offerto alla Francia, come scambio politico, un portafoglio che sarebbe più influente. Le sarà ora proposto un altro candidato”, si legge nella lettera di dimissioni di Breton indirizzata a von der Leyen.

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Kiev invita Onu e Croce Rossa nella zona occupata del Kursk

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Il nuovo ministro degli Esteri dell’Ucraina, Andriy Sybiha, ha invitato le Nazioni Unite e il Comitato internazionale della Croce Rossa (Cicr) a visitare la porzione della regione russa di Kursk che le truppe di Kiev occupano. “L’Ucraina è pronta a facilitarne il lavoro ed a provare che rispetta il diritto umanitario internazionale” in quel territorio russo, ha scritto Sybiha su X.

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Comore, il presidente Assoumani accoltellato: è fuori pericolo

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Il presidente delle Comore, Azali Assoumani, è “fuori pericolo” dopo essere stato ferito venerdì in un attacco con coltello da parte di un poliziotto di 24 anni che è stato trovato morto nella sua cella il giorno dopo. Lo rendono noto le autorità dello Stato africano insulare, citate dai media internazionali. L’attentato è avvenuto intorno alle 14 ora locale a Salimani Itsandra, subito a nord della capitale Moroni. “Il presidente sta bene. Non ha problemi di salute, è fuori pericolo. Gli sono stati dati alcuni punti di sutura”, ha detto ieri sera il ministro dell’Energia comoriano Aboubacar Said Anli in una conferenza stampa. Azali è stato aggredito mentre partecipava a un funerale. Il movente dell’attacco non è stato ancora determinato.

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