Collegati con noi

Tecnologia

Milano capitale mondiale dello spazio, al via lo Iac 24

Pubblicato

del

Sostenibilità, inclusione e pace: sono le tre parole chiave del 75esimo Congresso internazionale di astronautica (Iac 2024) che si è aperto a Milano, alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Organizzato dalla Federazione Astronautica Internazionale (Iaf), con l’Associazione italiana per l’Aeronautica e l’Astronautica (Aidaa), l’Agenzia Spaziale Italiana (Asi) e Leonardo, era stato annunciato come un evento da record e tale si è confermato.

“E’ il più grande raduno di professionisti dello spazio mai realizzato nella storia”, ha detto il presidente della Iaf, Clay Mowry, snocciolando numeri straordinari: oltre 11.000 i partecipanti da tutto il mondo, insieme a decine di astronauti e più di 60 tra capi e rappresentanti di agenzie spaziali che parteciperanno al primo Global Space Leaders Summit. Europa e Stati Uniti sono in prima fila con Canada e Giappone, ma ci sono anche i Paesi emergenti nel settore spaziale, come Cina e India, mentre si fa notare la pesante assenza della Russia, inizialmente prevista dal programma preliminare dell’evento. Le tensioni geopolitiche internazionali erano del resto il convitato di pietra, considerati i tragici sviluppi dei conflitti in corso nel mondo.

La cerimonia inaugurale dello Iac, cominciata con entusiasmo nel segno di Leonardo da Vinci e con i saluti agli astronauti a bordo della Stazione spaziale internazionale, ha dovuto fare inevitabilmente i conti con le cronache di questi giorni. L’amministratore delegato di Leonardo, Roberto Cingolani, ha fatto cenno agli oltre 50 conflitti in atto nel mondo auspicando che “in futuro la pace sarà più facile nello spazio che sulla Terra: dipende da noi – ha detto – dobbiamo dimostrare di aver imparato la lezione”. Parole di pace sono arrivate anche dal capo della Nasa, il senatore Bill Nelson, che ha sottolineato come guardando la Terra dallo spazio non si vedano divisioni politiche, religiose o razziali: “siamo tutti cittadini dello stesso Pianeta”. E l’idea dell’esplorazione spaziale per scopi pacifici è tornata pure a proposito delle prossime missioni sulla Luna del programma Artemis, con cui la Nasa prevede di riportare l’uomo a calpestare il suolo lunare “entro la fine del 2026”.

Lo farà insieme a tanti partner internazionali e per questo è stata ribadita ancora una volta la centralità delle partnership. “La cooperazione multilaterale in ambito spaziale è un elemento determinante per affrontare le sfide globali, e deve coinvolgere anche il mondo dell’impresa e della ricerca, che sono motore di innovazione”, ha ricordato il ministro delle Imprese e del Made in Italy con delega per lo Spazio, Adolfo Urso. Anche per questo l’Agenzia spaziale italiana ha contribuito all’organizzazione dello Iac puntando sull’inclusività geografica e generazionale, come ha puntualizzato il presidente Teodoro Valente, favorendo la partecipazione di studenti e giovani professionisti provenienti da Paesi emergenti oltre che di un numero significativo di Pmi provenienti da Africa, America Latina e Sud-Est asiatico. Gli occhi di tutti sono puntati sulle opportunità che potranno nascere dalle missioni lunari (comprese quelle promosse da India e Cina) oltre che dalla commercializzazione dell’orbita bassa terrestre.

Con l’interesse cresce di pari passo anche l’attenzione per la sostenibilità, che tutte le principali agenzie spaziali intendono perseguire sia sulla Terra che in orbita. Spiccano in particolare le iniziative come quella della Carta Zero Detriti, fortemente sostenuta dall’Esa, e le iniziative di privati come lo sviluppo di razzi riutilizzabili: forte l’entusiasmo suscitato dal razzo Super Heavy di SpaceX, che domenica è riuscito nell’impresa di tornare sulla Terra con un rientro di precisione tra i bracci metallici della sua stessa torre di lancio. Tra l’annuncio di nuove scoperte, firme di accordi e meeting di alto livello, lo Iac proseguirà fino a venerdì rendendo Milano la capitale mondiale dello spazio. Uno spazio che si potrà quasi toccare con mano agli stand, soprattutto venerdì con la giornata di apertura al pubblico, grazie alla presenza di un campione dell’asteroide Bennu e di un campione di Luna prelevato sul lato nascosto dalla missione cinese Chang’e-6.

Advertisement

In Evidenza

Un topo chimera con geni che hanno almeno 400 milioni di anni

Pubblicato

del

Ottenuto un topo chimera le cui cellule sono state riprogrammate utilizzando i geni di un organismo antico almeno 422 milioni di anni. Il risultato, pubblicato sulla rivista Nature Communications da un gruppo di ricerca internazionale guidato dall’Università of Hong Kong, dimostra che i fattori che regolano l’attività delle cellule staminali animali sono molto più antichi del previsto. Probabilmente c’erano già quando gli animali multicellulari non esistevano ancora, e la scoperta promette di avere conseguenze importanti per la medicina rigenerativa.

Allo studio hanno collaborato le Università britanniche di Cambridge e Queen Mary di Londra e l’Istituto tedesco Max Planck. I geni utilizzati nell’esperimento si chiamano Sox2 e Pou, entrambi spingono le cellule adulte a regredire diventando pluripotenti, ossia capaci di svilupparsi assumendo qualsiasi identità. Tutti e due appartengono ai coanoflagellati, animali unicellulari vissuti almeno 422 milioni di anni fa e considerati i più vicini parenti degli animali sulla scala evolutiva. Una volta introdotti nelle cellule di topo, i geni Sox2 e Pou le hanno spinte a resettare il loro programma, facendole regredire allo stato di staminali; le stesse cellule sono state poi fatte crescere fino a ottenere un embrione che ha dato origine a un individuo: il topo chimera.

Le prove della completa integrazione delle cellule antiche nel suo Dna sono macchie di pelo nero e occhi scuri. “Ottenendo con successo un topo utilizzando strumenti molecolari dei nostri parenti unicellulari, siamo testimoni di una straordinaria continuità della loro funzione attraverso un miliardo di anni di evoluzione, osserva Alex de Mendoza, della Queen Mary University, uno degli autori della ricerca. Grazie a questo risultato l’insieme di strumenti della medicina rigenerativa si prepara a diventare più ricco ed efficiente. I nuovi geni si aggiungono infatti al cocktail di geni e fattori di crescita messo a punto nel 2012 da Shinya Yamanaka per riprogrammare le cellule adulte in staminali pluripotenti.

Continua a leggere

In Evidenza

L’Università Federico II di Napoli e la Nasa: una collaborazione per il futuro della mobilità aerea avanzata

Pubblicato

del

L’Università degli Studi di Napoli Federico II ha firmato un importante Space Act Agreement con la Nasa, aprendo la strada a cinque anni di collaborazione nel campo della Advanced Aerial Mobility (AAM). Questo accordo tra il Dipartimento di Ingegneria Industriale dell’ateneo napoletano e l’agenzia spaziale statunitense rappresenta un passo significativo nello sviluppo di tecnologie innovative per droni e taxi aerei elettrici.


Un accordo per il progresso tecnologico

Il progetto si concentra sullo sviluppo di tecnologie di sensing per migliorare la sicurezza e l’autonomia dei velivoli, in particolare in ambienti urbani. Giancarmine Fasano, professore associato di Impianti e sistemi aerospaziali, è il responsabile scientifico per l’università, mentre per la Nasa è Chester Dolph, del Langley Research Center.

Tra gli obiettivi principali ci sono:

  • Sviluppo di algoritmi avanzati per la rilevazione e il tracciamento di oggetti in volo.
  • Test sperimentali in Italia e negli Stati Uniti per verificare le tecnologie.
  • Collaborazione bilaterale con scambi di personale e know-how tra Federico II e Nasa.

Un ponte tra Napoli e la Nasa

La collaborazione con la Nasa nasce da interessi comuni di ricerca e da una solida esperienza dell’ateneo napoletano. Il primo passo è stato un periodo di visiting della dottoranda Federica Vitiello presso il Langley Research Center in Virginia.

Nel corso dei mesi, il rapporto si è rafforzato, portando a test innovativi come l’utilizzo del Lunar Landing Research Facility, una struttura storica del programma Apollo. Qui, i sensori sviluppati dall’Università sono stati testati, dimostrando la capacità di monitorare e controllare il volo in scenari complessi.


Tecnologie per la mobilità aerea urbana

Le tecnologie sviluppate si concentrano su sistemi di sensing ottici, come telecamere e radar, per la sorveglianza a bassa quota in ambienti urbani. Questo include:

  • Droni per il trasporto merci in città.
  • Taxi aerei elettrici, pensati per il trasporto di persone su distanze brevi.

Secondo il professor Fasano, l’obiettivo è creare soluzioni innovative che affrontino le sfide della mobilità aerea urbana, caratterizzata da spazi ristretti e una complessità elevata.


Il futuro della mobilità avanzata

L’accordo rappresenta un’opportunità unica per far progredire la ricerca e coinvolgere giovani talenti. Come spiega il professor Fasano:
“Questo è solo un punto di partenza. La collaborazione con la Nasa ci permette di sviluppare tecnologie che guideranno il futuro della mobilità aerea, integrando sicurezza, autonomia e innovazione.” 

Continua a leggere

Economia

L’iPhone spinge Apple, ricavi sopra attese. Bene Amazon

Pubblicato

del

Apple e Amazon archiviano un trimestre sopra le attese e sperano di rassicurare Wall Street, innervosita dalle trimestrali non convincenti di Microsoft e Meta che hanno mandato in fumo i guadagni realizzati dai listini nel mese di ottobre. Il prezzo più salato lo ha pagato il Nasdaq che ha chiuso la seduta in calo del 2,76%. Lo S&P 500 ha perso l’1,86% e il Dow Jones lo 0,90%. Spinta dall’iPhone, Apple ha realizzato nel quarto trimestre dell’esercizio fiscale ricavi record a 94,9 miliardi di dollari, mentre l’utile è sceso del 35% a 14,7 miliardi a causa del pagamento della maxi sanzione per le tasse in Europa. I ricavi dall’iPhone sono saliti del 5,5% a 46,22 miliardi, circa la metà del totale, segnalando un netto cambio di rotta rispetto alla debolezza die primi sei mesi dell’anno.

In Cina i ricavi sono scesi dello 0,3% a 15,02 miliardi, sotto le attese degli analisti. Amazon ha chiuso il terzo trimestre con una solida crescita dell’utile e dei ricavi grazie alla domanda per i servizi di cloud computing. I ricavi sono saliti dell’11% a 158,9 miliardi, con Amazon Web Services cresciuta del 19% a 27,45 miliardi. L’utile netto è salito a 15,3 miliardi rispetto ai 9,9 miliardi dello stesso periodo dello scorso anno. I conti di Apple e Amazon potrebbe allentare i timori degli investitori, preoccupati – dopo le trimestrali di Microsoft e Meta – per la corsa senza freni all’intelligenza artificiale. Una preoccupazione che ha affondato Wall Street.

Nonostante la frenata dell’inflazione – l’indice Pce è sceso in ottobre al 2,1%, ai minimi dal 2021 – i listini americani hanno ceduto anche sotto il peso dell’attesa dell’occupazione americana e dell’incertezza delle elezioni, con Kamala Harris e Donald Trump testa a testa nei sondaggi. Venerdì è in calendario il dato sul mercato del lavoro che, secondo gli economisti, potrebbe essere il peggiore dell’era di Joe Biden con soli 110.000 posti di lavoro creati, meno della metà di quelli di settembre e la cifra più bassa dal 2020. A condizionare il dato sono gli uragani Helene e Milton, che hanno causato ingenti danni in North Carolina e in Florida, e lo sciopero in casa Boeing. Per i democratici e Kamala Harris la rilevazione rischia di rivelarsi una doccia fredda.

La campagna della vicepresidente è già in difficoltà sul fronte economico e una gelata dell’occupazione a quattro giorni dal voto potrebbe infliggerle un duro colpo. In attesa della fotografia del mercato del lavoro, Wall Street è arretrata con Big Tech. Se la trimestrale di Google aveva alleviato i timori sull’IA, i conti di Microsoft e Meta li hanno riaccesi. Pur presentando ricavi e utile sopra le attese, i due colossi hanno deluso con le loro stime, facendo crollare del 3,1% l’indice che monitora le Magnificent Seven (Apple, Amazon, Google, Tesla, Nvidia, Microsoft e Meta).

Redmond ha chiuso il primo trimestre dell’esercizio fiscale con utile netto in aumento dell’11% a 24,7 miliardi su ricavi cresciuti del 16% a 65,6 miliardi di dollari grazie alla domanda per il cloud computing spinta dal boom nell’adozione di strumenti di intelligenza artificiale. Microsoft ha previsto però un rallentamento della crescita delle attività cloud. Nel periodo luglio-settembre i ricavi di Meta sono invece saliti del 19% a 40,58 miliardi di dollari, mentre l’utile netto è balzato del 35% a 15,68 miliardi. Il colosso di Mark Zuckerberg ha paventato anche una “significativa” crescita delle spese di capitale per il prossimo anno. Le previsioni dei due giganti hanno innervosito gli investitori, tornati a temere che la corsa all’IA si sia spinta troppo in avanti: agli investimenti miliardari paventati, infatti, non corrispondo ancora risultati tangibili.

Continua a leggere

In rilievo

error: Contenuto Protetto