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Politica

Migranti e influenze russe, missione Libia per la premier Meloni

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Reduce dal vertice Nato, dove ha evidenziato l’avanzamento dell’influenza russa sull’Africa e rivendicato per l’Italia il ruolo dell’Inviato speciale per il fianco Sud dell’Alleanza, Giorgia Meloni si prepara a una nuova missione in Libia. Mercoledì sarà a Tripoli, assieme al ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, rispondendo all’invito personale del primo ministro Abdul Hamid Mohammed Dabaiba al Trans-Mediterranean Migration Forum. È atteso anche il vicepresidente della Commissione Ue Margaritis Schinas. Si discuterà di una visione strategica per gestire i flussi migratori, un tassello del delicato quadro di un Paese da tempo in cerca di stabilità, con una significativa presenza dei paramilitari filorussi della brigata Wagner.

Non a caso, quando due mesi fa è stata in Libia nell’ambito della strategia del Piano Mattei, Meloni ha fatto tappa anche a Bengasi, e con il generale Khalifa Belqasim Haftar, che controlla l’area della Cirenaica, non ha solo ribadito la necessità di arrivare a elezioni presidenziali. Ha anche insistito sulla necessità di mettere fine alle presenze straniere. Un problema evidenziato anche dai recenti sequestri di armi con quella destinazione, anche in transito nei porti italiani come quelle sequestrate a Gioia Tauro a giugno e provenienti dalla Cina.

Dinamiche geopolitiche e militari che interessano anche altri Paesi ad alta instabilità dell’area, come Niger, Sudan, Ciad, da dove arriva gran parte dei migranti e rifugiati in Libia: a dicembre erano 706mila, secondo i calcoli dell’Onu, che nei giorni scorsi ha denunciato “gravi e diffuse violazioni dei diritti umani” perpetrate su “larga scala e impunemente” invitando, attraverso il capo dei diritti umani delle Nazioni Unite Volker Türk, la comunità internazionale a rivedere e, se necessario, a “sospendere” la cooperazione in materia di asilo e migrazione con le autorità implicate in violazioni dei diritti umani.

Il Forum organizzato dal Governo di unità nazionale libico punta a promuovere il dialogo tra nazioni europee ed africane sulla gestione dei fenomeni migratori e sull’individuazione di politiche condivise in proposito. La cooperazione Libia-Ue è stata al centro dell’incontro del 15 maggio a Bruxelles fra Dabaiba e Ursula von der Leyen. E fornire una visione strategica è l’obiettivo del primo dei due segmenti del summit, quello con capi di stato e di governo, e i vertici delle organizzazioni internazionali, a cui prenderà parte Meloni, che nei mesi scorsi ha cercato anche la sponda della Turchia (altro attore influente nell’area) per limitare i flussi migratori dalla Libia. Piantedosi, con omologhi europei e africani, interverrà alla sessione dedicata a cooperazione di sicurezza, contrasto al traffico di migranti e ai movimenti irregolari, scambio di esperienze e informazioni, e canali legali di migrazione.

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Politica

La versione di Conte: o il M5s resta progressista o avrà un altro leader

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“Da oggi a domenica i nostri iscritti potranno votare online e decidere quel che saremo. Abbiamo un obiettivo ambizioso, che culminerà con l’assemblea costituente di sabato e domenica: rigenerarci, scuoterci, dare nuove idee al Movimento. Nessuno lo ha fatto con coraggio e umiltà, come stiamo facendo noi”. Così a Repubblica il leader del M5s Giuseppe Conte (foto Imagoeconomica in evidenza).

“Se dalla costituente dovesse emergere una traiettoria politica opposta a quella portata avanti finora dalla mia leadership – aggiunge – mi farei da parte. Si chiama coerenza. Se questa scelta di campo progressista venisse messa in discussione, il Movimento dovrà trovarsi un altro leader”.

Sull’alleanza col Pd “la mia linea è stata molto chiara. Non ho mai parlato di alleanza organica o strutturata col Pd. Nessun iscritto al M5S aspira a lasciarsi fagocitare, ma la denuncia di questo rischio non può costituire di per sé un programma politico”. “Gli iscritti sono chiamati a decidere e hanno la possibilità di cambiare tante cose. Anche i quesiti sul garante (Grillo, ndr) sono stati decisi dalla base. Io non ho mai inteso alimentare questo scontro. Sono sinceramente dispiaciuto che in questi mesi abbia attaccato il Movimento. Se dovesse venire, potrà partecipare liberamente all’assemblea. Forse la sensazione di isolamento l’avverte chi pontifica dal divano vagheggiando un illusorio ritorno alle origini mentre ha rinunciato da tempo a votare e portare avanti il progetto del Movimento. L’ultimo giapponese rischia di essere lui, ponendosi in contrasto con la comunità”.

Sui risultati elettorali “in un contesto di forte astensionismo, sicuramente è il voto di opinione sui territori, non collegato a strutture di potere e logiche clientelari, ad essere maggiormente penalizzato. Dobbiamo tornare ad ascoltare i bisogni delle comunità locali. E poi c’è la formazione delle liste: dobbiamo sperimentare nuove modalità di reclutamento, senza cadere nelle logiche clientelari che aborriamo”.

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Alessandro Piana: “Perdono, ma non dimentico” – La fine di un incubo giudiziario

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Alessandro Piana (nella foto in evidenza), esponente della Lega e vicepresidente della Regione Liguria, tira un sospiro di sollievo dopo la conclusione di un’inchiesta giudiziaria che per oltre un anno lo ha visto al centro di pesanti sospetti. Accusato ingiustamente di coinvolgimento in un presunto giro di squillo e party con stupefacenti, Piana è stato ufficialmente escluso dall’elenco dei rinviati a giudizio, mettendo fine a un incubo personale e politico.


Un’accusa infondata che ha segnato una campagna elettorale

Alessandro Piana racconta di aver vissuto un periodo estremamente difficile, aggravato dalla tempistica dell’inchiesta, che ha coinciso con la campagna elettorale.

«L’indagine era chiusa da tempo, ma si è voluto attendere per renderne noto l’esito. Mi sarei aspettato maggiore attenzione, considerato il mio ruolo pubblico. Per mesi sono stato bersaglio di accuse infondate, che sui social si sono trasformate in attacchi personali».

Nonostante il clamore mediatico, Piana ha affrontato con determinazione la situazione, ricevendo il sostegno del partito e del leader regionale della Lega, Edoardo Rixi.


Le accuse e il chiarimento

Piana spiega di essere venuto a conoscenza del suo presunto coinvolgimento attraverso i media, vivendo quello che definisce un “incubo”:

«Ero al lavoro quando ho saputo del mio presunto coinvolgimento. Credevo fosse uno scherzo, invece era terribilmente vero».

L’esponente leghista si è immediatamente messo a disposizione della magistratura, fornendo tutte le prove necessarie per dimostrare la sua estraneità ai fatti:

«Non ero presente dove si sosteneva che fossi. Ero a casa mia, a 150 chilometri di distanza, con testimoni pronti a confermarlo. Non ho mai frequentato certi ambienti, nemmeno da giovane».

Secondo Piana, il suo nome sarebbe stato tirato in ballo per millanteria durante un’intercettazione telefonica che citava genericamente un “vicepresidente della Regione”.


Una vicenda che lascia il segno

Nonostante la sua assoluzione dai sospetti, Piana non nasconde l’amarezza per i danni subiti:

«Ho pagato un prezzo molto salato, gratuito e ingiusto. Per mesi sono stato additato come vizioso. Perdono chi ha sbagliato, ma non dimentico».

Il vicepresidente auspica che casi simili siano gestiti con maggiore rapidità in futuro, per evitare che accuse infondate possano danneggiare ingiustamente la reputazione di figure pubbliche.


Conclusione

La vicenda di Alessandro Piana solleva interrogativi sul delicato equilibrio tra diritto di cronaca e tutela dell’immagine pubblica, in particolare quando si tratta di accuse che si rivelano infondate. Oggi, il vicepresidente della Regione Liguria guarda avanti con serenità, forte del sostegno ricevuto e con la determinazione di proseguire il suo impegno politico senza lasciarsi scoraggiare dagli eventi passati.

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Trasporti, De Luca: investito un miliardo per rinnovo parco bus

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Millequattrocento autobus nuovi sui 1.800 programmati, per un investimento di quasi un miliardo di euro, sono già in esercizio sulle tratte coperte da Air Campania. Il dato lo fornisce il presidente della Regione, Vincenzo De Luca, che oggi ha inaugurato ad Avellino la nuova sede dell’azienda interamente partecipata dalla Regione, con la consegna di cinque bus elettrici. “Un impegno enorme – ha sottolineato De Luca-: stiamo sostituendo l’intero parco dei mezzi pubblici, non soltanto per il trasporto su gomma, ma anche per quello ferroviario”. Su questo specifico settore, De Luca ha rimarcato lo “sforzo gigantesco” della regione: “Ora – ha aggiunto – attendiamo l’omologazione per la linea Circumvesuviana che collega Napoli a Sorrento per mettere in esercizio il nuovo treno che ci è stato appena consegnato. Su un altro fronte, abbiamo indetto un altro concorso e presto assumeremo 150 giovani”.

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