“Le vaccinazioni vanno avanti molto bene, l’Italia e’ prima nel rapporto tra popolazione e vaccinati, in serata sfioreremo i 500 mila vaccinati”, dice il ministro degli Affari regionali Francesco Boccia. “Siamo assolutamente ai vertici nel continente europeo”, assicura il presidente del Consiglio superiore di Sanita’ Franco Locatelli. Dopo un inizio a rilento le Regioni sembrano ora quasi fare a gara nella campagna di immunizzazione contro il Covid-19, mentre il contagio non si ferma e lo spettro della terza ondata si fa sempre piu’ ingombrante nei discorsi. La Lombardia ha raggiunto un accordo per far somministrare il siero pure ai medici di base. L’Emilia-Romagna e’ pronta a fare i vaccini anche di notte. La Campania dara’ una card di certificazione a chi e’ stato vaccinato (richiamo compreso). Oltre 413 mila persone sono gia’ state vaccinate in Italia, dato di stamani fornito dal commissariato all’emergenza guidato da Domenico Arcuri, e lunedi’ arriveranno le prime 100 mila dosi del vaccino di Moderna, il secondo approvato in tutta Europa, piu’ semplice da trasportare e conservare. Entro martedi’ invece sono attese altre 470 mila dosi del farmaco di Pfizer-Biontech, con il quale e’ stata finora condotta la campagna vaccinale. Arcuri nelle scorse settimane ha piu’ volte avvertito che “sarebbe complicato portare avanti la vaccinazione nel mezzo di una recrudescenza della curva epidemica”, esortando a comportamenti prudenti. Per capire se la terza ondata arrivera’ bisognera’ aspettare un’altra settimana, fino alla meta’ di gennaio piu’ volte evocata dagli esperti. Allora si capira’ se hanno pesato di piu’ le aperture prefestive e le deroghe o le restrizioni del ‘lockdown’ morbido di Natale.
Un’eventuale impennata dei contagi impegnerebbe fino allo stremo i sanitari nelle cure in corsia e in terapia intensiva, distogliendoli dalle somministrazioni. Ma a breve dovrebbero arrivare i 15 mila rinforzi garantiti con il bando per il reclutamento di ‘vaccinatori’. Per ora le vaccinazioni vengono effettuate negli ospedali e nelle Asl, ma presto saranno coinvolte anche le farmacie, viene ricordato. La seconda fase della campagna e’ previsto che inizi a fine febbraio con gli ultra ottantenni, con gli operatori sanitari gia’ vaccinati e quindi il sistema sulla carta piu’ forte e sicuro, confidano nella struttura commissariale. Da fine febbraio saranno vaccinati anche i disabili e i loro accompagnatori. Intanto le Regioni si organizzano per andare a pieno regime. A Bologna da lunedi’ prossimo, 11 gennaio, vaccinazioni nel turno serale fino alle 22. Il secondo appuntamento al Punto Fiera sara’ venerdi’ 15. “Ho detto ai direttori delle Asl di tenerci pronti anche per aperture notturne, se serve”, annuncia il presidente dell’Emilia Romagna Stefano Bonaccini, secondo il quale “la vera sfida sara’ da marzo” ed e’ necessario “coinvolgere i medici di base per ampliare la platea vaccinale”.
In Lombardia e’ gia’ concluso un accordo tra la Regione e le principali organizzazioni sindacali dei medici di famiglia, Fimmg e Snami. Opereranno su base volontaria “non appena sara’ disponibile il vaccino di Moderna e l’obiettivo e’ di arrivare a vaccinare entro fine ottobre circa 5 milioni di Lombardia”, dice Fiorenzo Corti, vicesegretario nazionale della Fimmg (Federazione italiana medici medicina generale). La Campania invece “dara’ una card di avvenuta certificazione a tutti i cittadini vaccinati dopo il richiamo”, anticipa il presidente Vincenzo De Luca, mostrando il prototipo in diretta Facebook. “Sul retro c’e’ un chip – spiega – ci auguriamo che tra qualche mese i cittadini la possono esibire per andare al cinema, al ristorante con piu’ tranquillita’”.
“Pompei non può essere associata al turismo di massa, ma deve avere come obiettivo quello della qualità”. Gabriel Zuchtriegel stringe tra le mani il suo biglietto nominativo, quello che da oggi è obbligatorio per entrare negli scavi che dirige dal febbraio 2021. È una delle novità introdotte all’interno del parco archeologico. La più importante riguarda il numero chiuso per gli ingressi giornalieri, che non potranno mai superare quota 20mila. Nel periodo di maggiore afflusso (dal primo aprile al 31 ottobre), poi, saranno anche previste specifiche limitazioni a seconda delle fasce orarie: dalle 9 alle 12 massimo 15mila ingressi; altri 5mila da mezzogiorno alle 17.30. L’acquisto dei ticket è consentito sul posto e online. “Alla base – spiega ancora Zuchtriegel – ci sono soprattutto motivi di sicurezza, sia dei visitatori, sia di tutela del patrimonio. Partiamo in questo periodo di bassa stagione per sperimentare tale misura, i cui numeri saranno poi esaminati con calma in vista delle giornate di maggiore afflusso”.
Obiettivo è anche combattere il fenomeno del bagarinaggio, che portava i turisti ad acquistare biglietti rivenduti a prezzi maggiorati e con l’aggiunta di “servizi” già compresi nel costo abituale del ticket. Altro proposito è puntare a distribuire i visitatori anche sugli altri siti del parco (Boscoreale, Torre Annunziata, Villa dei Misteri, Civita Giuliana e Stabia). Gli scavi di Pompei introducono le novità del numero chiuso e del biglietto nominativo dopo un’estate da record, che ha fatto registrare flussi mai visti in passato, con oltre quattro milioni di visitatori e punte di oltre 36.000 presenze in occasione di una delle prime domeniche del mese (quelle a ingresso gratuito). Questa mattina Zuchtriegel ha deciso di seguire personalmente l’avvio del cambiamento insieme con Prefettura, vigili del fuoco e consulenti dei lavoratori insieme ai quali è stata ravvisata la necessità di prevedere una gestione in piena sicurezza del sito Unesco.
“Abbiamo avuto in autunno, estate e primavera – sottolinea ancora il direttore – giornate in cui il limite dei 20.000 ingressi è stato superato: ci siamo resi conto di dover garantire a tutti i visitatori una esperienza di qualità. Pompei non deve essere un sito per il turismo di massa. Abbiamo un territorio meraviglioso e ci impegneremo a canalizzare maggiormente i flussi, ma anche gli investimenti, la ricerca e la valorizzazione di questi luoghi. Questo non è una misura contro la crescita. Anzi, noi puntiamo sulla crescita”. Nessuna gara sui numeri, come avviene in particolare in occasione delle domeniche ad ingresso gratuito: “La nostra priorità è la sicurezza – conclude Zuchtriegel -. E in caso di emergenza, abbiamo pensato di assicurare uscite controllate ai visitatori. Attenzione, siamo orgogliosi dei dati che abbiamo raggiunto in questi anni: spesso eravamo al primo posto nelle giornate di ingressi gratuiti. Questa classifica è carina, ma logica ci impone di scegliere la conservazione del nostro patrimonio: non vorremmo mai che qualche classifica finisca per danneggiarlo”.
Calano i contagi da Covid-19 in Italia. Nella settimana dal 17 al 23 ottobre si registrano 8.660 nuovi casi rispetto ai 11.433 della rilevazione precedente mentre i decessi sono 116 a fronte di 117. Il maggior numero di nuovi casi è stato registrato in Lombardia (2.693), Veneto (1.206), Piemonte (998) e Lazio (928). Mentre continua la corsa della variante Xec. E’ quanto emerge dal bollettino aggiornato e dal monitoraggio settimanale a cura del ministero della Salute e dell’Istituto Superiore di Sanità. Nell’ultima settimana sono stati effettuati 89.792 tamponi, in calo rispetto ai 94.880 della precedente rilevazione, e scende anche il tasso di positività, da 12% a 9,6%.
L’indice di trasmissibilità (Rt) basato sui casi con ricovero ospedaliero, al 15 ottobre è pari a 0,84 rispetto a 1,06 del 9 ottobre. È in lieve diminuzione, in quasi tutte le regioni, l’incidenza settimanale: la più elevata è stata in Lombardia (27 casi per 100mila abitanti) e la più bassa in Sicilia (con 0,2 casi per 100mila abitanti). Al 23 ottobre, si legge, “l’occupazione dei posti letto in area medica è pari a 3,7%, stabile rispetto alla settimana precedente (3,8% al 16 ottobre). In lieve diminuzione l’occupazione dei posti letto in terapia intensiva, pari a 0,9% (76 ricoverati), rispetto alla settimana precedente (1,0% al 16 ottobre)”. In base ai dati di sequenziamento nell’ultimo mese si osserva la co-circolazione di differenti sotto-varianti di JN.1 attenzionate a livello internazionale, con una predominanza di KP.3.1.1. In crescita, inoltre, la proporzione di sequenziamenti attribuibili a Xec (17% nel mese di settembre contro il 5% del mese di agosto).
Dopo il calo delle ultime settimane, tornano a salire i contagi da Covid-19 in Italia. Dal 19 al 25 settembre sono stati 11.164 i nuovi positivi, rispetto agli 8.490 della settimana precedente, pari a un aumento di circa il 30%. La regione con più casi è la Lombardia (3.102), seguita dal Veneto (1.683) e Lazio (1.302). E a crescere sono anche i decessi settimanali, passati da 93 a 112. Stabile l’impatto sugli ospedali mentre cresce la variante Xec.
Questi i dati dell’ultimo bollettino settimanale pubblicato dal ministero della Salute e del monitoraggio a cura dell’Istituto superiore di Sanità. Ad aumentare sono stati anche i tamponi, passati dai 81.586 del 12-18 settembre a 85.030, mentre il tasso di positività è passato dal 10% al 13%. Stabile invece il numero di posti letto occupati da pazienti Covid nei reparti di area medica (pari a 3% con 1.885 ricoverati), così come quelli occupati in terapia intensiva (0,7% con 62 ricoverati). I tassi di ospedalizzazione e mortalità restano più elevati nelle fasce di età più alte.
L’indice di trasmissibilità (Rt) basato sui casi con ricovero, è pari a 0,9, in lieve aumento rispetto alla settimana precedente. Mentre l’incidenza è di 19 casi per 100mila abitanti, anche questa in aumento rispetto alla settimana precedente (14 casi per 100mila abitanti). L’incidenza più elevata è in Veneto (35 casi per 100mila abitanti) e la più bassa nelle Marche (1 per 100mila). In base ai dati di sequenziamento genetico, nell’ultimo mese circolano insieme differenti sotto-varianti di Jn.1 attenzionate a livello internazionale, con una predominanza di Kp.3.1.1 (68%). In crescita, e pari a circa il 5%, i sequenziamenti del lignaggio ricombinante Xec, appartenente alla famiglia Omicron.