Manca meno di un mese agli esami di maturità che tornano alla forma ‘pre-covid’: il 21 e 22 giugno infatti, dalle 8,39, mezzo milione di maturandi sarà alle prese con le due prove scritte a carattere nazionale, stabilite dal ministero, seguite da un colloquio. A fare ancora eccezione saranno i Pcto (Percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento), che non sono requisito di ammissione all’esame ma potranno essere oggetto del colloquio, se svolti. Le prove Invalsi invece, che non concorrono alla valutazione, sono requisito per l’ammissione. Per la prima volta dopo la pandemia, dunque, tutte le prove scritte (prima, seconda e terza solo per alcuni indirizzi, tra cui Esabac, Esabac Techno, licei internazionali) saranno a carattere nazionale, a eccezione degli istituti Professionali di nuovo ordinamento. Tra le novità, l’introduzione della seconda prova scritta per gli Istituti Professionali di nuovo ordinamento: si tratterà di un’unica prova integrata che non verterà su discipline scolastiche ma sulle attività svolte durante il percorso di studi. La prima prova è il tema di italiano. Ha una durata massima di sei e si potrà scegliere tra sette diverse tracce che fanno riferimento agli ambiti artistico, letterario, storico, filosofico, scientifico, tecnologico, economico, sociale.
La seconda prova riguarda le discipline che caratterizzano il corso di studi. Nei giorni degli scritti è vietato l’uso dei telefoni cellulari, smartphone e smartwatch “di qualsiasi tipo, dispositivi di qualsiasi natura e tipologia in grado di consultare file, di inviare fotografie e immagini, apparecchiature elettroniche portatili di tipo palmare o personal computer portatili”. Nel colloquio, che prenderà avvio da uno spunto iniziale (un’immagine, un breve testo, un breve video) scelto dalla Commissione, verranno valorizzati il percorso formativo e di crescita, le competenze, i talenti, la capacità dello studente di elaborare, in una prospettiva pluridisciplinare, i temi più significativi di ciascuna disciplina.
Questi ultimi saranno indicati nel documento del Consiglio di Classe – che le scuole hanno predisposto entro il 15 maggio – di ciascuno studente. Nella parte del colloquio dedicata alle esperienze svolte nell’ambito dei Pcto o dell’apprendistato di primo livello, tenuto conto delle criticità determinate dall’emergenza pandemica, le studentesse e gli studenti potranno illustrare il significato di queste esperienze in chiave orientativa, anche in relazione alle loro scelte future, sia che queste implichino la prosecuzione degli studi sia che prevedano l’inserimento nel mondo del lavoro. In sede d’esame saranno valorizzate le competenze di Educazione civica maturate durante il percorso scolastico. Il voto finale dell’esame di Stato sarà determinato dalla somma dei punti assegnati per il credito scolastico, le due prove scritte e il colloquio. Sarà possibile ottenere fino a 5 punti bonus. Il punteggio massimo sarà di 100, con la possibilità di ottenere la lode, e il punteggio minimo per superare l’esame sarà 60/100. La commissione d’esame sarà composta da un presidente esterno, tre commissari interni e tre esterni, con il ministero che stabilirà le discipline assegnate ai membri esterni. Per essere ammessi all’esame, i candidati dovranno soddisfare determinati requisiti, tra cui un voto non inferiore a 6/10 nelle singole discipline, un voto in condotta non inferiore a 6/10, una frequenza di almeno tre quarti del monte ore annuale personalizzato e la partecipazione alle prove Invalsi 2023. Per l’anno in corso, non sarà necessario svolgere le attività Pcto per l’ammissione.