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Meloni, Salvini e Toti in piazza ad urlare fuori la Camera contro i “poltronari”

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E’ la piazza contro le poltrone. Le stesse che occupava la Lega governativa fino a un mese fa, e ora passate ai “poltronari dell’inciucio”. Sono Giorgia Meloni e Matteo Salvini i nuovi ‘barricaderi’ che, insieme, protestano davanti Montecitorio contro il Conte bis nelle stesse ore in cui chiede la fiducia alla Camera. “Elezioni, elezioni!” e “Ladri di sovranita’”, sono le parole d’ordine della piazza convocata da Fratelli d’Italia ma che coinvolge anche i leader della Lega. Per il ‘dress code’ prevale il rosso bianco e verde, nessuna bandiera di partito, mentre non mancano i fischi al premier e poco lontano qualcuno fa i saluti romani durante l’inno di Mameli.

A separare i manifestanti dal Palazzo, ci sono un obelisco, meno di 100 passi e un portone chiuso per lavori. Una casualita’ che simbolicamente amplifica la distanza con chi e’ dentro. Fuori, migliaia di persone: 30 mila, secondo FdI che ha lanciato il sit-in pochi giorni fa. La Lega aderisce in corsa, ma alla fine si prende la scena e si fa sentire anche in Aula, protagonista di cori e fischi che interrompono il premier. Scende in piazza pure il governatore Giovanni Toti di ‘Cambiamo’. Assente invece Forza Italia che segna la differenza in nome di “un’opposizione in Parlamento e su cose concrete”. Non il centrodestra al completo, quindi, ma “un pezzo di Italia schifato dai poltronari e che chiede di votare” e’ quello che occupa per tre ore lo spazio tra Montecitorio e le piazze vicine. Lo urla dal palco Salvini, galvanizzato dalla gente che gli chiede di non mollare e che, prima, lo accerchia per i soliti selfie e abbracci nel breve tratto tra Montecitorio e piazza Capranica. Li’ c’e’ un maxischermo, un altro e’ al Pantheon e altre centinaia di persone restano in via del Corso, aldila’ delle transenne dove li fermano le forze dell’ordine.

“Oggi avremmo potuto riempire piazza del Popolo per quanti siamo!”, arringa i suoi la presidente di FdI, che attacca il Pd e M5s come “i peggiori voltagabbana che si siano mai visti, Scilipoti gli allaccia le scarpe al confronto”. Poi passa la parola a Salvini con un “bentornato al mio amico Matteo”. “L’onore e la dignita’”, sono le prime parole pronunciate dall’ex vicepremier che un po’ le ruba la scena e chiude la manifestazione. E’ in camicia bianca ma di fatto e’ quella verde del Carroccio che sembra rimettersi addosso. Cosi’ incita la folla: “Mi hanno chiesto se questa e’ una piazza eversiva…Mamma mia, quante mamme eversive ci sono oggi!”, scherza. Al contrario, esalta “una piazza fatta di persone a volto scoperto e disarmate”. Non e’ tenero con i nuovi governanti e li paragona a “dittatori chiusi nei palazzi e che si vergognano a uscire”. Ma promette battaglia se proveranno a smontare quota 100 e a riaprire i porti. “Non li lasceremo uscire da quel Palazzo, ci staranno giorno e notte, Natale e ferragosto”, urla tra gli applausi. E aggiunge: “Se proveranno a riaprire i porti, li chiudiamo noi tutti insieme”. Toni molto diversi da quelli di FI che mostra apertamente la differenza di stile e dissenso al Conte bis. “La nostra sara’ un’opposizione seria, tenace, sulle cose”, e’ il mantra che ripete Silvio Berlusconi parlando ai suoi nella riunione ai gruppi, in mattinata. E martella: “Faremo opposizione in Parlamento, perche’ quello e’ il luogo dove in democrazia si esercita la sovranita’ popolare”. Non manca una stoccata al resto del centrodestra che gli rimprovera l’assenza in piazza: “Non abbiamo bisogno che nessuno ci dia lezioni su quando andare in piazza”, fa sapere replicando forse a Salvini. Per l’ex ministro dell’Interno “FI ci sara’ il 19 ottobre (giorno della manifestazione della Lega a Roma, ndr). Chi non c’e’ oggi, ha un mese di tempo per decidere”. Ma Berlusconi non si preoccupa: “La coalizione di centrodestra l’ho fondata io, non voglio romperla”. E taglia corto: “Siamo alleati ma ben distinti”.

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Cronache

Stop a sfratti per il Giubileo, appello Diocesi e Caritas

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Sospendere gli sfratti durante il Giubileo, a partire da quelli per ‘morosità incolpevole’ ossia legati alle difficoltà nel pagare l’affitto. A lanciare la moratoria per l’Anno Santo sono la Caritas di Roma e la Diocesi, nel giorno in cui è stato presentato il nuovo rapporto sulla povertà nella capitale.

“Ci piacerebbe promuovere una moratoria affinché nel Giubileo non vi siano sfratti”, ha detto il Vicario per la città, mons. Baldo Reina. Un appello subito accolto dalle istituzioni locali. “Mi farò portavoce nei confronti del governo perché penso sia giusto che nel Giubileo si vari una moratoria straordinaria sugli sfratti” ha assicurato il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, ricordando che era già stato fatto durante il Covid e che è necessario un “atto normativo”. Sulla stessa linea il presidente della Regione Francesco Rocca. “Sosterrò già dal prossimo Tavolo sul Giubileo questa istanza” ha detto il governatore sottolineando: “Il prefetto è un uomo di grandissimo equilibrio e attenzione sappiamo per certo che intere aree di edilizia residenziale pubblica sono in mano alla criminalità mentre ci sono persone fragili”. E in tal senso ha annunciato che sono in arrivo risorse per il sostegno all’affitto e per il contrasto alla povertà alimentare.

“Nei prossimi giorni, siamo in fase di legge di bilancio e stabilità, ci saranno misure interessanti” ha promesso Rocca. Un impegno apprezzato dal sindaco Gualtieri che ha definito l’ipotesi del contributo regionale “molto positiva”. Di diverso avviso sulla moratoria per gli sfratti il presidente dei senatori di FI, Maurizio Gasparri: “La proprietà privata non si tocca ed il proprietario di un immobile è giusto che possa agire, sempre, per garantire il suo bene – ha tuonato -. Se Gualtieri si fa garante delle occupazioni illegali, noi ci facciamo portavoce, come sempre, della tutela della proprietà privata”.

Intanto dal VII rapporto della Caritas di Roma, una lettura della città dal punto di vista dei poveri, emerge che la quota di persone a rischio di povertà nella capitale è del 12,7%. Lo scorso anno c’è stato un aumento del 21% delle persone accolte nelle tre mense sociali. Complessivamente gli ‘ospiti’ sono stati 11.124, con 322.058 pasti distribuiti in convenzione con Roma Capitale. Otto su dieci sono uomini. In crescita anche le persone che si sono rivolte ai centri di ascolto (3 quelli diocesani e 201 nelle parrocchie). Sono state accolte in tutto 13.162 persone, segnando un +12% rispetto al 2022 e superiori a quelle incontrate durante l’emergenza Covid. A chiedere aiuto continuano a essere prevalentemente le donne, il 60% del totale. A pesare, secondo la Caritas, anche il “progressivo venire meno del Reddito di cittadinanza e l’istituzione dell’Assegno di inclusione e del Supporto alla formazione, misure che solo in parte hanno sostituito i trasferimenti che ricevevano le famiglie più povere”.

“Abbiamo bisogno di metterci in ascolto” ha detto il vicario generale per la diocesi di Roma, Baldo Reina che, riguardo al recente appello del Papa ai parroci ad offrire spazi ai poveri, ha annunciato: “La settimana prossima incontreremo i superiori degli istituti religiosi e i 36 parroci prefetti per metterci all’opera”. Tra le proposte concrete per il Giubileo quella di “arrivare a 100 parrocchie che forniscono il doposcuola” ha spiegato il direttore della Caritas di Roma, Giustino Trincia, che è intervenuto anche sulla questione delle tensostrutture pensate per offrire accoglienza ai senza fissa dimora. “La polemica mi sembra un po’ campata in aria. E’ chiaro che non è soluzione ma nel frattempo queste persone stanno nelle tende. In questa fase che facciamo?” ha detto Trincia. Dal canto suo Gualtieri ha assicurato: “Le tensostrutture si faranno tutte e quattro. Si sta procedendo secondo i piani e saranno pronte per il Giubileo”.

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Psi, per Regionali in Campania lista aperta al riformismo e al futuro del Sud

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Il segretario regionale del Psi, Michele Tarantino ha convocato una riunione insieme ai membri della direzione nazionale di Napoli(Antonio Demitry, Roberto De Masi, Pasquale Sannino e Antonella Marciano, Felice Laudadio), al consigliere regionale socialista, Andrea Volpe, Marco La Monica, Felice Iossa e Giulio Di Donato, per discutere il nuovo percorso politico del Partito Socialista Italiano in vista delle Regionali 2025. Il PSI lancia un appello a tutte le forze riformiste, ai movimenti civici e a quei cittadini “che non si sentono rappresentati dagli attuali partiti ma vogliono contribuire a costruire una proposta politica innovativa, inclusiva e concreta.

La lista socialista è pronta ad accogliere le istanze di chi desidera un Mezzogiorno più forte, coeso e protagonista di un’Italia moderna e solidale. Invitiamo tutte le realtà riformiste, associative e civiche, e i cittadini che non si riconoscono nei partiti tradizionali a unirsi alla nostra lista e al nostro progetto. Insieme possiamo costruire una Campania e un Mezzogiorno più giusti, moderni e capaci di rispondere alle sfide del futuro”. “La recente bocciatura da parte della Corte Costituzionale delle proposte di autonomia differenziata rende evidente la necessità di ripensare il regionalismo in Italia”.

Il PSI “intende aprire un dibattito serio e costruttivo su questo tema cruciale per il futuro del Mezzogiorno. A gennaio, avvieremo una grande Conferenza sul Regionalismo, coinvolgendo esperti, rappresentanti istituzionali e cittadini. Sarà un’occasione per elaborare proposte innovative che coniughino equità territoriale, efficienza amministrativa e solidarietà tra i territori, garantendo risorse e opportunità uguali per tutti”. “Guardando alle elezioni regionali del 2025, il PSI invita tutto il centro-sinistra ad avviare un dialogo aperto e costruttivo per definire un programma condiviso e ambizioso, così come indicato dal Segretario Nazionale, Enzo Maraio. È necessario rispondere insieme alle sfide della Campania, con particolare attenzione a temi come la giustizia sociale, la sanità, il lavoro, l’ambiente e il rilancio del Mezzogiorno. L’obiettivo è costruire una coalizione forte e coesa, in grado di offrire ai cittadini una visione chiara e condivisa per il futuro della Regione”, conclude la nota.

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Università e ospedali plurisecolari su francobolli Italia

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Tre universita’ e cinque ospedali ”storici” italiani compariranno sui francobolli italiani. L’emissione dedicata alle università e’ stata emessa oggi e riguarda le universita’ di Napoli, Trieste e Firenze. La serie dedicata agli ospedali comparira’ invece il 24 novembre prossimo e riguardera’ ospedali di Roma, Milano, Napoli, Venezia e Firenze. Le vignette dei francobolli (tutti validi per la posta ordinaria) mostrano per le universita’:

  • -una prospettiva della facciata principale dell’Università degli Studi di Napoli” Federico II” istituita il 5 giugno 1224 dall’Imperatore del Sacro romano Impero;
  • -su uno sfondo che riprende i colori istituzionali del centenario dell’Università degli Studi di Trieste, una rivisitazione del logo dell’anniversario che raffigura, un’illustrazione al tratto, l’edificio centrale dell’Ateneo;
  • -l’ingresso del Rettorato dell’Università degli Studi di Firenze che, nel 2024, celebra i 100 anni dalla sua fondazione; Per gli ospedali le vignette mostrano;
  • -ospedale di Santa Maria Nuova di Firenze: il Loggiato di ingresso, progettato da Bernardo Buontalenti nel 1574, in cui è visibile l’affresco “Annunciazione” del XVII secolo attribuito al Pomarancio; -ospedale civile Santi Giovanni e Paolo di Venezia;
  • – il Portego delle Colonne della Scuola Grande di San Marco a Venezia (1485-1495);
  • -Ca’ granda ospedale maggiore policlinico di Milano: la Sala del Capitolo d’estate, edificata nel 1637 su progetto di Francesco Richini, che ospita l’archivio storico;
  • -ospedale di Santo Spirito in Sassia di Roma: le Corsie Sistine risalenti al XV secolo; -ospedale di Santa Maria del Popolo degli Incurabili di Napoli: la Farmacia storica degli Incurabili con i vasi in maiolica del 1747-1751.

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