E’ nel cuore della notte che Donald Trump comincia ad emergere come il favorito nella corsa per la Casa Bianca e il primo segnale in questo senso lo dà, nero su bianco, il New York Times che attribuisce all’ex presidente repubblicano sempre più chance, fino ad oltre l’80%, di vincere su Kamala Harris. Il modello del Nyt stima l’esito della corsa in tempo reale sulla base dei dati dei sondaggi, dei voti scrutinati e di ciò che ci si aspetta dai voti rimanenti.
E prefigura un risultato di 293 voti per il tycoon e 245 per la sua rivale, che avrebbe la magra consolazione di vincere il voto popolare dello 0,4%. Uno scenario che prende corpo a metà della nottata elettorale, quando sono ancora da attribuire alcuni dei cruciali stati in bilico: la Pennsylvania prima di tutto, su cui restano puntati i riflettori, e dove si consuma un serratissimo testa a testa fra i due candidati. Così come in Virginia, Stato considerato solitamente blu (democratico) e dove Joe Biden nel 2020 aveva vinto con 10 punti percentuali di distacco, mentre adesso Trump sembra guidare la corsa. Intanto Harris sembra in vantaggio in Michigan, uno degli Stati in bilico del ‘blue wall’ assieme a Wisconsin e Pennsylvania, che assegna 15 grandi elettori: secondo la Cnn, è al 54,8% contro il 43,3% di Donald Trump, con l’8% dei voti scrutinati.
L’altro ‘swing state’ del Midwest dove la battaglia è incerta e all’ultimo voto è il Wisconsin con un continuo sorpasso tra i due candidati. E, ancora, “too early to call” per il Nevada, un altro dei sette stati in bilico che con il loro bottino di 93 voti elettorali sono destinati a fare la differenza per raggiungere la soglia dei 270 necessaria per entrare alla Casa Bianca. Mentre in Arizona, con il 36% dei voti scrutinati, secondo la Cnn la sfida è perfettamente testa a testa: 49,6% a 49,6%. Si registra intanto il flop del referendum sull’aborto in Florida, su cui pure gli americani erano chiamati ad esprimersi in questo ‘Election Day’: resta quindi in vigore il divieto per le interruzioni di gravidanza dopo le sei settimane, in quanto l'”emendamento 4″, che avrebbe annullato il divieto, non ha raggiunto il quorum del 60%.
La misura avrebbe modificato la costituzione dello stato ampliando l’accesso all’aborto. Per il governatore repubblicano della Florida, Ron DeSantis, è una vittoria: si era infatti espresso a favore del divieto per le interruzioni di gravidanza dopo le sei settimane. Sembra inoltre profilarsi una maggioranza repubblicana al Senato con Tim Sheehy che si avvia a sconfiggere il senatore democratico Jon Tester in Montana, conquistando così il secondo seggio per il Grand old party alla Camera alta americana. Con questo risultato, dopo la vittoria di Jin Justice in West Virginia, i repubblicani ipotecano la maggioranza al Senato se riusciranno a mantenere tutti i seggi che hanno.