I Blues sono schierati tutti dalla stessa parte, come aveva annunciato ieri Marcus Thuram invitando a votare contro il Rassemblement National di Marine Le Pen: “condivido i suoi stessi valori – ha detto oggi il capitano e trascinatore dei francesi, Kylian Mbappé – e c’è la libertà di parola. Sto con lui”. La presa di posizione della nazionale, che ricorda altri momenti di tensione dei Bleus con l’estrema destra, ha fatto già reagire la classe politica.
“Sono pregiudizi, pensino a concentrarsi sul campo” ha detto Aleksandar Nikolic, europarlamentare e responsabile dello Sport per il partito. A Dusseldorf, la vigilia dell’esordio agli Europei contro l’Austria si scalda subito, quando in conferenza stampa arriva la domanda più attesa a Mbappé, quella sul momento cruciale che vive la Francia. Da mesi nell’occhio del ciclone per il suo passaggio al Real Madrid, l’ex attaccante del PSG non si tira indietro, neppure dopo la “frenata” della Federcalcio francese, che con un comunicato dopo le parole Thuram ha oggi chiesto a tutti di “evitare un uso politico della nazionale”.
“Condivido gli stessi valori di Marcus – ha chiarito subito Mbappé – certo che sono d’accordo con lui. Per me non ha esagerato, c’è libertà d’espressione. Sto con lui”. Poi ha spiegato: “Ci sono priorità. La partita di domani è importantissima, ma la situazione in Francia lo è ancora di più. E non è per questo che non abbiamo preparato l’incontro nel miglior modo possibile. Una cosa non impedisce l’altra. E’ una situazione diversa ma siamo grandi giocatori e dobbiamo adattarci. Siamo pagati per questo”. “Io sono contro le estreme – ha continuato – abbiamo la possibilità di scegliere il futuro del nostro Paese. E’ molto importante. Ho voglia di essere orgoglioso di portare questa maglia il 7 luglio e di non rappresentare un Paese che non corrisponde ai miei valori”. Parole destinate ad alimentare una polemica già esplosa ieri con quelle di Thuram.
Durissimo il portavoce del partito di Marine Le Pen, Julien Odoul: “Il cittadino Marcus Thuram non ha mai detto una parola per esprimere tristezza quando Thomas, Lola e tutte le altre giovani vittime sono state massacrate dai delinquenti? Ne abbiamo piene le scatole di questi privilegiati che danno lezioni, che prendono i francesi per imbecilli”.
Nella conferenza stampa di oggi, ad un Didier Deschamps che ha cercato di riportare la calma senza prendere posizioni, un giornalista ha ricordato della sua polemica nel 1996 con il padre di Marine Le Pen, Jean-Marie, fondatore del Front National che aveva criticato i giocatori della nazionale perché non cantavano l’inno. Quella volta, l’attuale ct, allora centrocampista dei Bleus, rispose: “come al solito, Le Pen dice solo sciocchezze”. Oggi precisa, rivolto al giornalista: “ecco, lo sapevo che lo avresti tirato fuori…allora ce l’avevo con una persona che si era permessa di attaccare frontalmente i giocatori. Ero il capitano e non potevo accettarlo”. Ma non fu l’unico scontro.
Nel 2008, quando lo stesso Le Pen padre disse che “la Francia non si riconosce pienamente in questa squadra, forse perché il tecnico ha esagerato la proporzione di giocatori di colore, magari si è lasciato trasportare dalle sue scelte ideologiche”. Rispose il ct di allora, Raymond Domenech: “in politica ci sono troppi str…., e lui lo è in particolare. I giocatori sono fieri di vestire la loro maglia e difendere i colori della Francia”. Seguirono le parole di Thuram padre, Lilian: “se vedete Jean-Marie Le Pen, ditegli che tutti i giocatori della nazionale sono fieri di essere francesi. Viva la Francia. Non quella che vuole lui. Quella vera…”.