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Cronache

Mazzette per le concessioni demaniali, 44 indagati: iniziano gli interrogatori

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Nascondevano soldi e utilità-biglietti d’aliscafo o per gite- nelle cassette dei limoni: mazzette in giro per il golfo di Napoli, e nelle costiere sorrentina e amalfitana per il rilascio e la proroga delle concessioni demaniali.

Si trattava, secondo gli inquirenti, di un  vero e proprio “cartello”, che agiva anche secondo modalità mafiose, per “reprimere sistematicamente ogni forma di concorrenza, non solo ricorrendo a intimidazioni verso i concorrenti, ma anche corrompendo i funzionari delle pubbliche amministrazioni, soprattutto quelli della Regione Campania”. Allo scopo di  “pilotare le procedure amministrative ed estromettere… coloro che presentano istanze di concessione relative al demanio marittimo”, così il giudice Maria Luisa Miranda.  Sono 44 in tutto gli indagati, 10 arresti domiciliari e 8 obblighi di presentazione alla polizia giudiziaria.

Nelle indagini della Guardia Costiera coordinati dalla Direzione distrettuale per gl indagati si ipotizzano a vario titolo i reati di corruzione, turbata libertà degli incanti, turbata libertà del procedimento di scelta del contraente, illecita concorrenza con minaccia o violenza.

Tra le aziende coinvolte figurano Alicost, Alilauro Gruson, Coast Lines e Cooperativa Sant’Andrea, indagati anche Salvatore Lauro, presidente della Alilauro Gru.so.N., e l’imprenditore Gianluigi Aponte, armatore  di Msc.

 

Il metodo -secondo gli inquirenti- non veniva utilizzato solo per le concessioni demaniali marittime (istanze di rilascio, rinnovo, sub-ingresso), ma anche per le procedure finalizzate all’assegnazione delle linee di trasporto marittimo, degli orari di arrivo e partenza delle corse nei porti di rilevanza regionale”.

Il “sistema”, inoltre, secondo i sostituti procuratori antimafia Henry John Woodcock e Giuseppe Cimmarotta, e anche secondo il gip di Napoli, “per impedire la libertà di concorrenza” ed esercitare “minacce e pressioni in danno di altri imprenditori” si avvaleva “anche della fama criminale di Alfonso Ronca, alias l’amalfitano, pure lui indagato, titolare e gestore di attività di trasporto di turisti, pompe funebri ed altro, ritenuto “vicino ad esponenti del clan D’Alessandro”.

Agli arresti domiciliari gli imprenditori Fabio Gentile, Salvatore Di Leva, Marcello Gambardella e Luigi Casola, Aniello Formisano, Rosario Marciano e Liberato Iardino, funzionari della Regione Campania al settore trasporto marittimo e demanio, e  Giovanni Provenzano, ex comandante della guardia costiera di Massa Lubrense,  gli architetti Aniello Portoghese e Francesco Cimmino.

Altre misure minori, quali interdizione dai pubblici uffici o presentazione alla polizia giudiziaria riguardano funzionari delle capitanerie o della Regione.

 

 

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Napoli, sede Pd vandalizzata nella notte. Indagini in corso

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Questa mattina i carabinieri sono intervenuti in via Domenico Cirillo 30, in seguito a una segnalazione ricevuta al numero di emergenza 112. L’intervento si è reso necessario dopo che ignoti, probabilmente agendo durante le ore notturne, hanno fatto irruzione nella sede del Partito Democratico della Quarta Municipalità Napoli San Lorenzo.

All’interno del locale, i malintenzionati hanno provocato disordine, mettendo a soqquadro gli spazi. Nonostante i danni causati, dalle prime verifiche effettuate non sembrerebbe che siano stati sottratti oggetti di valore o documenti importanti.

Sul posto sono intervenuti gli specialisti del nucleo investigativo del comando provinciale di Napoli, che hanno effettuato i rilievi tecnici necessari per raccogliere elementi utili all’identificazione dei responsabili. Le indagini sono attualmente in corso per risalire agli autori dell’atto vandalico e chiarire le motivazioni dietro l’accaduto.

Questo episodio si aggiunge a una serie di atti vandalici e intimidatori registrati negli ultimi tempi in diverse città italiane, sollevando interrogativi sulla necessità di maggiori misure di tutela per le sedi di partiti e associazioni sul territorio.

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Consulta, illegittima residenza nella Regione per taxi-Ncc

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La Consulta ha dichiarato l’illegittimità costituzionale della legge della Regione Umbria del 1994 che prevedeva il requisito “di essere residente in uno dei Comuni della Regione Umbria” come necessario al fine dell’iscrizione nel ruolo dei conducenti per il servizio di taxi e per quello di noleggio di veicoli con conducente (Ncc).

Lo rende noto la Corte Costituzionale. La disposizione, antecedente alla riforma del Titolo V della Costituzione, era stata censurata dal Tar Umbria in quanto ritenuta lesiva del principio di ragionevolezza nonché dell’assetto concorrenziale del mercato degli autoservizi pubblici non di linea, giacché d’ostacolo al libero ingresso di lavoratori o imprese nel “bacino lavorativo” regionale.

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Cronache

Dati rubati: oggi a Milano l’interrogatorio di Del Vecchio jr

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E’ stato fissato per oggi pomeriggio un interrogatorio, davanti ai pm, di Leonardo Maria Del Vecchio (foto Imagoeconomica in evidenza) – 29 anni e uno dei figli del patron di Luxottica morto nel 2022 – indagato nell’inchiesta milanese sui presunti dossieraggi illegali per concorso in accessi abusivi a sistema informatico. L’interrogatorio, da quanto si è saputo, è stato richiesto dallo stesso Del Vecchio per difendersi dalle accuse e chiarire. L’audizione si terrà, da quanto si è appreso, non al Palazzo di Giustizia milanese ma in un altro luogo, una caserma degli investigatori.

“Dalle imputazioni preliminari e dall’esito negativo della perquisizione, il dottor Del Vecchio sembrerebbe essere piuttosto persona offesa. Altri, infatti, sarebbero eventualmente i responsabili di quanto ipotizzato dagli inquirenti”, aveva già spiegato l’avvocato Maria Emanuela Mascalchi, che aveva parlato della “infondatezza delle accuse ipotizzate a proprio carico”.

Stando agli atti dell’indagine dei carabinieri del Nucleo investigativo di Varese, del pm della Dda Francesco De Tommasi e del collega della Dna Antonello Ardituro, Nunzio Samuele Calamucci, hacker arrestato, uno dei presunti capi dell’associazione per delinquere di Equalize e che avrebbe creato dossier con dati riservati prelevati in modo illecito, avrebbe realizzato anche un falso “atto informatico pubblico” per “offuscare l’immagine di Claudio Del Vecchio, fratello di Leonardo”.

Calamucci avrebbe creato, in particolare, un finto “rapporto” della Polizia di New York con cui “si dava atto” falsamente “di un controllo eseguito in quella città” nei confronti del fratello di Leonardo. Nel falso report, redatto all’apparenza nel 2018, si segnalava che era “in compagnia” di una persona “registrata” per “crimini sessuali” dal Dipartimento di Giustizia americano.

Il gruppo di hacker, poi, avrebbe dovuto inserire nell’estate 2023, secondo l’accusa per conto di Leonardo Maria Del Vecchio, un “captatore informatico” sul cellulare della fidanzata e modella Jessica Serfaty, ma non ci riuscì malgrado diversi tentativi di inoculare “il trojan”. A quel punto, sarebbero stati creati falsi messaggi tra lei e “un illusionista di fama mondiale”.

Tra gli indagati anche il collaboratore dell’imprenditore, Marco Talarico. Secondo le indagini, le ricerche di informazioni di Del Vecchio jr, richieste al gruppo di Equalize attraverso i suoi collaboratori, si sarebbero inserite nella contesa in corso sull’eredità di famiglia. Nel procedimento milanese una nomina come persona offesa è stata depositata nei giorni scorsi da Claudio Del Vecchio.

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