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Politica

Mattarella al lavoro sul discorso di fine anno

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Un nuovo stand up. Sergio Mattarella è al lavoro per definire il discorso di fine anno numero nove. I contenuti sono in fase di messa a punto mentre sembra decisa la modalità con cui si presenterà agli italiani da uno dei saloni del Quirinale: in piedi con sullo sfondo probabilmente un albero di Natale. L’intervento sarà registrato entro la sera del 30 dicembre e andrà in onda, come da tradizione, a reti unificate a San Silvestro, a partire dalle 20.30. Nessuna indiscrezione dal Colle sui temi che saranno toccati dal presidente della Repubblica anche se in ambienti parlamentari si scommette su alcuni argomenti come la guerra, i giovani, il lavoro e anche le sfide tecnologiche come l’intelligenza artificiale.

Per cui – ha ricordato in precedenti interventi – servono regole e non ostacoli. Tutte questioni che hanno rappresentato importanti punti di riferimento in molti interventi pubblici del Capo dello Stato negli ultimi mesi dell’anno. Uno degli spunti potrebbe venire dalle parole del Pontefice. La sua frase “viviamo una guerra mondiale combattuta a pezzi” potrebbe entrare nel filo conduttore del ragionamento del presidente sulle crisi planetarie – si osserva – come ad esempio il conflitto in corso in Ucraina e la drammatica situazione in Medio Oriente. Con la necessità di puntare ad una pace giusta proprio per evitare l’estendersi di un conflitto mondiale. Un concetto che riguarda tutti i conflitti in corso e che il presidente ha spesso inserito nei ragionamenti sullo scontro tra Mosca e Kiev.

Per questo, l’Italia incoraggia tutti i tentativi di mediazione in corso che rispettino l’integrità territoriale dell’Ucraina, ha sostanzialmente detto in diverse occasioni. Manifestando, sempre nella logica della pace giusta, il sostegno del nostro Paese a Kiev. Perchè la pace non si impone automaticamente da sola ma è frutto della volontà degli uomini. I giovani ed il lavoro potrebbero essere altri due temi del discorso presidenziale. I giovani che – ha già detto – devono essere protagonisti della loro vita. Al riguardo, il capo dello Stato ha affermato i valori dell’amicizia, della fraternità, della solidarietà e dell’umanità come “patrimonio fondativo della nostra Costituzione”.

Così come lo è il lavoro, la cui dignità, come quella della vita (in riferimento agli incidenti che hanno causato la morte di tanti cittadini) deve prevalere su ogni altro interesse. Il concetto del lavoro non come merce ma un diritto accessibile a tutti è una delle bandiere dei ragionamenti del presidente della Repubblica, come è un dovere pagare le tasse. Parole che vengono lette come una chiamata alla responsabilità, ma anche alla fiducia, per tutti gli italiani, una chiamata a cui lo stesso presidente – nel discorso fatto davanti alle Camere quando fu eletto per il secondo settennato – disse di non volersi sottrarre nel rispetto dei principi e delle norme della nostra Costituzione.

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Politica

La versione di Conte: o il M5s resta progressista o avrà un altro leader

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“Da oggi a domenica i nostri iscritti potranno votare online e decidere quel che saremo. Abbiamo un obiettivo ambizioso, che culminerà con l’assemblea costituente di sabato e domenica: rigenerarci, scuoterci, dare nuove idee al Movimento. Nessuno lo ha fatto con coraggio e umiltà, come stiamo facendo noi”. Così a Repubblica il leader del M5s Giuseppe Conte (foto Imagoeconomica in evidenza).

“Se dalla costituente dovesse emergere una traiettoria politica opposta a quella portata avanti finora dalla mia leadership – aggiunge – mi farei da parte. Si chiama coerenza. Se questa scelta di campo progressista venisse messa in discussione, il Movimento dovrà trovarsi un altro leader”.

Sull’alleanza col Pd “la mia linea è stata molto chiara. Non ho mai parlato di alleanza organica o strutturata col Pd. Nessun iscritto al M5S aspira a lasciarsi fagocitare, ma la denuncia di questo rischio non può costituire di per sé un programma politico”. “Gli iscritti sono chiamati a decidere e hanno la possibilità di cambiare tante cose. Anche i quesiti sul garante (Grillo, ndr) sono stati decisi dalla base. Io non ho mai inteso alimentare questo scontro. Sono sinceramente dispiaciuto che in questi mesi abbia attaccato il Movimento. Se dovesse venire, potrà partecipare liberamente all’assemblea. Forse la sensazione di isolamento l’avverte chi pontifica dal divano vagheggiando un illusorio ritorno alle origini mentre ha rinunciato da tempo a votare e portare avanti il progetto del Movimento. L’ultimo giapponese rischia di essere lui, ponendosi in contrasto con la comunità”.

Sui risultati elettorali “in un contesto di forte astensionismo, sicuramente è il voto di opinione sui territori, non collegato a strutture di potere e logiche clientelari, ad essere maggiormente penalizzato. Dobbiamo tornare ad ascoltare i bisogni delle comunità locali. E poi c’è la formazione delle liste: dobbiamo sperimentare nuove modalità di reclutamento, senza cadere nelle logiche clientelari che aborriamo”.

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Politica

Alessandro Piana: “Perdono, ma non dimentico” – La fine di un incubo giudiziario

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Alessandro Piana (nella foto in evidenza), esponente della Lega e vicepresidente della Regione Liguria, tira un sospiro di sollievo dopo la conclusione di un’inchiesta giudiziaria che per oltre un anno lo ha visto al centro di pesanti sospetti. Accusato ingiustamente di coinvolgimento in un presunto giro di squillo e party con stupefacenti, Piana è stato ufficialmente escluso dall’elenco dei rinviati a giudizio, mettendo fine a un incubo personale e politico.


Un’accusa infondata che ha segnato una campagna elettorale

Alessandro Piana racconta di aver vissuto un periodo estremamente difficile, aggravato dalla tempistica dell’inchiesta, che ha coinciso con la campagna elettorale.

«L’indagine era chiusa da tempo, ma si è voluto attendere per renderne noto l’esito. Mi sarei aspettato maggiore attenzione, considerato il mio ruolo pubblico. Per mesi sono stato bersaglio di accuse infondate, che sui social si sono trasformate in attacchi personali».

Nonostante il clamore mediatico, Piana ha affrontato con determinazione la situazione, ricevendo il sostegno del partito e del leader regionale della Lega, Edoardo Rixi.


Le accuse e il chiarimento

Piana spiega di essere venuto a conoscenza del suo presunto coinvolgimento attraverso i media, vivendo quello che definisce un “incubo”:

«Ero al lavoro quando ho saputo del mio presunto coinvolgimento. Credevo fosse uno scherzo, invece era terribilmente vero».

L’esponente leghista si è immediatamente messo a disposizione della magistratura, fornendo tutte le prove necessarie per dimostrare la sua estraneità ai fatti:

«Non ero presente dove si sosteneva che fossi. Ero a casa mia, a 150 chilometri di distanza, con testimoni pronti a confermarlo. Non ho mai frequentato certi ambienti, nemmeno da giovane».

Secondo Piana, il suo nome sarebbe stato tirato in ballo per millanteria durante un’intercettazione telefonica che citava genericamente un “vicepresidente della Regione”.


Una vicenda che lascia il segno

Nonostante la sua assoluzione dai sospetti, Piana non nasconde l’amarezza per i danni subiti:

«Ho pagato un prezzo molto salato, gratuito e ingiusto. Per mesi sono stato additato come vizioso. Perdono chi ha sbagliato, ma non dimentico».

Il vicepresidente auspica che casi simili siano gestiti con maggiore rapidità in futuro, per evitare che accuse infondate possano danneggiare ingiustamente la reputazione di figure pubbliche.


Conclusione

La vicenda di Alessandro Piana solleva interrogativi sul delicato equilibrio tra diritto di cronaca e tutela dell’immagine pubblica, in particolare quando si tratta di accuse che si rivelano infondate. Oggi, il vicepresidente della Regione Liguria guarda avanti con serenità, forte del sostegno ricevuto e con la determinazione di proseguire il suo impegno politico senza lasciarsi scoraggiare dagli eventi passati.

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Trasporti, De Luca: investito un miliardo per rinnovo parco bus

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Millequattrocento autobus nuovi sui 1.800 programmati, per un investimento di quasi un miliardo di euro, sono già in esercizio sulle tratte coperte da Air Campania. Il dato lo fornisce il presidente della Regione, Vincenzo De Luca, che oggi ha inaugurato ad Avellino la nuova sede dell’azienda interamente partecipata dalla Regione, con la consegna di cinque bus elettrici. “Un impegno enorme – ha sottolineato De Luca-: stiamo sostituendo l’intero parco dei mezzi pubblici, non soltanto per il trasporto su gomma, ma anche per quello ferroviario”. Su questo specifico settore, De Luca ha rimarcato lo “sforzo gigantesco” della regione: “Ora – ha aggiunto – attendiamo l’omologazione per la linea Circumvesuviana che collega Napoli a Sorrento per mettere in esercizio il nuovo treno che ci è stato appena consegnato. Su un altro fronte, abbiamo indetto un altro concorso e presto assumeremo 150 giovani”.

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