Dopo aver sfidato Facebook più volte e con successo nelle aule dei tribunali, Giovanni Mastroianni, avvocato casertano esperto in telecomunicazioni, ha lanciato una petizione per chiedere a Facebook un comportamento più trasparente nei confronti degli utenti. Sono sempre di più, infatti, gli iscritti al social network di Zuckerberg che lamentano di aver subito una chiusura arbitraria del proprio profilo. “Facebook si limita a rimandare agli standard della community, ma non specifica quale di questi standard sia stato violato. Chiude gli account in modo definitivo e l’utente non può fare altro che rivolgersi ad un tribunale per ottenerne la riattivazione. Facebook indichi quale infrazione è stata commessa e offra agli utenti un reale contraddittorio”.
Avvocato Mastroianni, perché ha lanciato questa petizione?
Un numero crescente di utenti è costretto ad adire un tribunale per poter ottenere la riattivazione di pagine e profili disabilitati da Facebook in modo definitivo. Nella fase in cui è chiamata gestire la segnalazione di un account o di un contenuto ritenuto inappropriato, Facebook non offre un reale contraddittorio, né spiega all’utente il motivo del blocco. Al momento di comunicare la chiusura definitiva dell’account, si limita a informare l’utente che non ha rispettato gli standard della community, senza indicare quale di essi è stato violato e in che modo. L’utente si trova così privato del proprio profilo personale senza poter nemmeno conoscere la motivazione, con buona pace di tutti i rapporti che è riuscito a tessere in anni di permanenza sul social network.
Che cosa accade ad un utente quando il suo profilo viene oscurato?
Dai casi che ho trattato e dalle tantissime segnalazioni ricevute, emerge che dopo la sospensione dell’account, Facebook manda una comunicazione per accertare l’identità del proprietario. L’utente invia così il suo documento di identità, senza conoscere l’infrazione che gli viene contestata e senza sapere chi ha segnalato il suo profilo. C’è la possibilità di fare un reclamo che però, non conoscendo precisamente quali standard sono stati violati, non potrà che essere generico. Senza porre ulteriori domande sul caso specifico, a quel punto Facebook può comunicare la decisione di disabilitare l’account in modo assolutamente definitivo, con una motivazione stereotipata: “Non puoi usare Facebook perché il tuo account, o le attività al suo interno, non hanno rispettato i nostri Standard della community. Abbiamo già controllato questa decisione e non può essere annullata”.
A quel punto che cosa può fare l’utente?
Si vede costretto ad adire le vie legali per ottenere la riattivazione del profilo, con tutti i costi del caso e le incertezze insite in ogni contenzioso, aggravando inoltre i tribunali già oberati di lavoro. Io sto seguendo diversi casi finiti in tribunale, ma le segnalazioni che ricevo da parte di utenti vittime di soprusi sono centinaia. Molti di loro purtroppo non sono in grado di sostenere le spese legali del processo. Per questo motivo, con l’aiuto di tanti amici, sto mettendo in piedi un’associazione di consumatori-utenti che a breve sarà formalizzata e avrà proprio l’obiettivo di assistere i tanti cittadini che non possono affrontare le spese di giustizia per casi del genere.
Come potrebbe intervenire il legislatore per regolamentare l’attività dei colossi digitali?
La Commissione Europea di recente ha emanato il DMA (Digital Market Act) e il DSA (Digital Service Act), con cui propone agli Stati membri un pacchetto regolamentare teso, fra le altre cose, a far esplicitare in modo più chiaro ai colossi del web le motivazioni che inducono a bloccare i profili degli utenti e a rendere più agevole la parte extragiudiziale della contestazione dei blocchi. L’auspicio è che i legislatori nazionali aderiscano ai pacchetti proposti dalla Commissione. Bisognerebbe imporre a questi colossi pratiche meno aggressive e più eque e trasparenti.
Mark Zuckerberg. Il patron di Facebook
Ritiene che il problema dell’arbitrarietà e della scarsa trasparenza dei processi derivi dal fatto che le verifiche delle segnalazioni sono perlopiù valutate da un algoritmo?
Quella dell’algoritmo è una scelta sbagliata in partenza, è troppo facile scaricare tutte le responsabilità sulla funzione matematica. Un algoritmo non è in grado di contestualizzare una semplice frase. Chiediamo che la sospensione e il blocco siano preceduti da uno spazio di confronto, un contraddittorio, che al momento è totalmente assente.
Gestire tutte le segnalazioni con il personale richiederebbe un grosso investimento.
È vero, ma dobbiamo pure considerare che per anni Facebook ha ricavato enormi profitti anche grazie alla libertà che gli è stata concessa nella gestione dei servizi. È arrivato il momento che questi colossi inizino a giocare non più solo secondo le loro regole, ma anche secondo le regole della buona concorrenza, della trasparenza e dell’equità. Bisogna investire affinché l’utente segnalato per un’infrazione possa accedere ad una stanza di confronto, anche telematico, in cui però le pratiche siano esaminate caso per caso, nello specifico, e non liquidate frettolosamente. Facebook non può scaricare tutte le responsabilità sull’utente.
Qual è secondo lei la reale natura di Facebook?
Per quanto la società continui a sottolineare la natura privata della sua attività, Facebook ha un’indubbia valenza pubblica, come hanno evidenziato tante autorità e studiosi a livello internazionale. Facebook è ormai una piazza pubblica internazionale, non la possiamo considerare alla stregua di un club o un’associazione che si autoregolamenta. Come tutte le società di rilievo internazionale, che offrono servizi in grado di incidere clamorosamente sulla vita ordinaria delle persone, Facebook deve aderire alle regole imposte ai colossi internazionali che si muovono in campo sociale, commerciale ed economico.
Un bambino di 8 anni è morto nello scontro tra due auto su una strada vicino al cimitero di Oleggio (NOVARA), il fratello di 4 anni è stato portato in ospedale di NOVARA in codice rosso. Ferita anche la nonna due bambini, che era alla guida: è stata portata in codice giallo all’ospedale di Borgomanero (NOVARA. Lievi ferite per le due persone a bordo dell’altra auto.
Il freddo con il termometro sceso sotto lo zero, la neve e le raffiche di vento che hanno raggiunto i 150 chilometri all’ora e causato mareggiate con onde alte 8 metri stanno sferzando buona parte dell’Italia nelle ultime ore. Ma non durerà ancora molto, nel fine settimana infatti è atteso un miglioramento. Nelle province toscane è stata una notte di interventi quella appena trascorsa, con raffiche di Libeccio fino a 150km/h sui crinali dell’Appennino Tosco-Emiliano e fino a 63 nodi sulla costa livornese, e onde a Gorgona di 8 metri e di 6 all’Elba. Strade allagate a causa della pioggia nel Pistoiese, tra le aree più colpite e dove si sono registrati anche black out. Tanti gli interventi per alberi e rami caduti a causa del vento che ha scoperchiato anche due stabili in provincia di Lucca, a Montecarlo e Borgo a Mozzano, con 22 evacuati.
Stop per il vento ai traghetti per l’Elba e Capraia, rallentata in generale l’operatività del porto di Livorno. Stop anche alla linea ferroviaria Faentina per circa due ore stamani dalle 6 alle 8.15 per rami caduti in prossimità dei binari. Intanto “i tecnici Enel stanno intervenendo per risolvere le circa 3.000 utenze senza corrente tra Massa Carrara, Lucca, Prato, Pistoia, Firenze e Livorno, oltre agli interventi in corso per cadute di alberi e allagamenti localizzati” scrive sui social il governatore toscano Eugenio Giani.
Il maltempo rende anche oggi molto difficili i collegamenti marittimi nel golfo di Napoli dove, da stanotte, soffia un vento forte di Ponente. Fermi dunque nei porti tutti gli aliscafi e cancellate le relative corse programmate da Napoli Molo Beverello da e per i porti di Forio, Casamicciola, Ischia Porto e Procida così come quelli da Pozzuoli per Procida. Le due isole restano attualmente collegate solo da pochi collegamenti operati coi traghetti. L’Alto Adige questa mattina si è svegliato imbiancato. In val Ridanna sono caduti 20 centimetri di neve, nelle altri valli (da Resia fino in Pusteria) tra i 10 e i 15 centimetri. Una ‘spolverata’ di neve, inconsueta per questo periodo della stagione, è arrivata anche a Bolzano.
La neve è arrivata anche su buona parte della Lombardia e ha coinvolto anche a basse quote le province di Sondrio, Varese, Lecco, Como, Milano, Brescia e Bergamo. A Milano città, dopo il nevischio di ieri sera, oggi spende il sole. In Valtellina e Valchiavenna sono scesi tra i 15 e i 25 centimetri di neve. Tutti innevati e percorribili in auto solo con le catene montate i passi alpini rimasti aperti. Anche in Valchiavenna oggi è tornato il bel tempo ma c’è già un’allerta gialla della Protezione civile per vento forte. Danni e disagi nella notte a causa del vento che ha soffiato forte nelle Marche, causando in particolare la caduta di alberi su strade e problemi a linee elettriche.
Nottata di burrasca sulla costa spezzina con venti oltre i 100 km/h che hanno obbligato i Vigili del Fuoco a un superlavoro per gestire crolli di piante, tetti scoperchiati e cornicioni pericolanti oltre a un container finito in mare. Il forte peggioramento delle condizioni meteo a Taranto, che dalle prime ore della giornata è sferzata da violente raffiche di vento superiori ai 60 km/h ha indotto il sindaco, Rinaldo Melucci, a firmare un’ordinanza per la chiusura immediata di giardini, parchi e cimiteri, a rinviare le iniziative per il Natale e ad attivare il Centro Operativo Comunale, l’organo di gestione delle emergenze. L’accensione delle luminarie e l’inaugurazione della pista di pattinaggio sul ghiaccio sono state rinviate a domani.
Sospendere gli sfratti durante il Giubileo, a partire da quelli per ‘morosità incolpevole’ ossia legati alle difficoltà nel pagare l’affitto. A lanciare la moratoria per l’Anno Santo sono la Caritas di Roma e la Diocesi, nel giorno in cui è stato presentato il nuovo rapporto sulla povertà nella capitale.
“Ci piacerebbe promuovere una moratoria affinché nel Giubileo non vi siano sfratti”, ha detto il Vicario per la città, mons. Baldo Reina. Un appello subito accolto dalle istituzioni locali. “Mi farò portavoce nei confronti del governo perché penso sia giusto che nel Giubileo si vari una moratoria straordinaria sugli sfratti” ha assicurato il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, ricordando che era già stato fatto durante il Covid e che è necessario un “atto normativo”. Sulla stessa linea il presidente della Regione Francesco Rocca. “Sosterrò già dal prossimo Tavolo sul Giubileo questa istanza” ha detto il governatore sottolineando: “Il prefetto è un uomo di grandissimo equilibrio e attenzione sappiamo per certo che intere aree di edilizia residenziale pubblica sono in mano alla criminalità mentre ci sono persone fragili”. E in tal senso ha annunciato che sono in arrivo risorse per il sostegno all’affitto e per il contrasto alla povertà alimentare.
“Nei prossimi giorni, siamo in fase di legge di bilancio e stabilità, ci saranno misure interessanti” ha promesso Rocca. Un impegno apprezzato dal sindaco Gualtieri che ha definito l’ipotesi del contributo regionale “molto positiva”. Di diverso avviso sulla moratoria per gli sfratti il presidente dei senatori di FI, Maurizio Gasparri: “La proprietà privata non si tocca ed il proprietario di un immobile è giusto che possa agire, sempre, per garantire il suo bene – ha tuonato -. Se Gualtieri si fa garante delle occupazioni illegali, noi ci facciamo portavoce, come sempre, della tutela della proprietà privata”.
Intanto dal VII rapporto della Caritas di Roma, una lettura della città dal punto di vista dei poveri, emerge che la quota di persone a rischio di povertà nella capitale è del 12,7%. Lo scorso anno c’è stato un aumento del 21% delle persone accolte nelle tre mense sociali. Complessivamente gli ‘ospiti’ sono stati 11.124, con 322.058 pasti distribuiti in convenzione con Roma Capitale. Otto su dieci sono uomini. In crescita anche le persone che si sono rivolte ai centri di ascolto (3 quelli diocesani e 201 nelle parrocchie). Sono state accolte in tutto 13.162 persone, segnando un +12% rispetto al 2022 e superiori a quelle incontrate durante l’emergenza Covid. A chiedere aiuto continuano a essere prevalentemente le donne, il 60% del totale. A pesare, secondo la Caritas, anche il “progressivo venire meno del Reddito di cittadinanza e l’istituzione dell’Assegno di inclusione e del Supporto alla formazione, misure che solo in parte hanno sostituito i trasferimenti che ricevevano le famiglie più povere”.
“Abbiamo bisogno di metterci in ascolto” ha detto il vicario generale per la diocesi di Roma, Baldo Reina che, riguardo al recente appello del Papa ai parroci ad offrire spazi ai poveri, ha annunciato: “La settimana prossima incontreremo i superiori degli istituti religiosi e i 36 parroci prefetti per metterci all’opera”. Tra le proposte concrete per il Giubileo quella di “arrivare a 100 parrocchie che forniscono il doposcuola” ha spiegato il direttore della Caritas di Roma, Giustino Trincia, che è intervenuto anche sulla questione delle tensostrutture pensate per offrire accoglienza ai senza fissa dimora. “La polemica mi sembra un po’ campata in aria. E’ chiaro che non è soluzione ma nel frattempo queste persone stanno nelle tende. In questa fase che facciamo?” ha detto Trincia. Dal canto suo Gualtieri ha assicurato: “Le tensostrutture si faranno tutte e quattro. Si sta procedendo secondo i piani e saranno pronte per il Giubileo”.