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Mariah Carey perde la madre e la sorella lo stesso giorno

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Doppio dramma per Mariah Carey: la cantante ha perso madre e sorella nello stesso giorno lo scorso fine settimana. “Ho il cuore a pezzi. Ho perso la mamma e, in un tragico corso degli eventi, lo stesso giorno è morta anche mia sorella”, ha detto la Carey al magazine People. La madre della Carey, Patricia, aveva 87 anni. La sorella Alison 63. Mariah ha detto che si sente “fortunata” per aver potuto passare con Patricia l’ultima settimana della sua vita. La 55enne cantante aveva avuto in passato relazioni difficili con entrambe le donne. Con Alison in particolare, una ex tossicodipendente sieropositiva e spesso senzatetto, non aveva avuto rapporti negli ultimi 30 anni, traumatizzata perché la sorella l’aveva “drogata col valium, offerto una dose di cocaina, bruciata con ustioni di terzo grado e tentato di venderla a un magnaccia” quando lei aveva appena 12 anni.

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Media, lettera Sinwar ringrazia capo Hezbollah per il ‘sostegno’

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Il capo di Hamas, Yahya Sinwar, ricercato numero uno di Israele, ha inviato al leader dell’Hezbollah, Hassan Nasrallah, una lettera di ringraziamento e di apprezzamento per il sostegno dato dall’organizzazione filoiraniana libanese dall’inizio della guerra contro Israele. Lo si legge sui media israeliani, che citano l’emittente libanese filo-Hezbollah al-Mayadeen, la quale ha pubblicato il testo della lettera. Nel testo, Sinwar ringrazia Nasrallah per le sue condoglianze per l’uccisione in un attentato a Teheran a luglio, attribuito a Israele, del capo politico di Hamas, Ismail Haniyeh. Il capo dell’organizzazione terrorista palestinese afferma inoltre che “la beata processione dei martiri crescerà in forza e in potenza nella lotta contro l’occupazione nazi-sionista” e s’impegna a combattere il “progetto sionista” insieme al resto del cosiddetto ‘asse della resistenza’ anti-Israele, “fino a quando l’occupazione non sarà sconfitta e spazzata via dalla nostra terra e il nostro stato indipendente con piena sovranità non sarà stabilito con Gerusalemme come capitale”.

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Morte di Maradona: rinviato a marzo processo contro i sanitari

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Il processo contro gli operatori sanitari per la morte di Diego Armando Maradona, avvenuta nel 2020, è stato rinviato all’11 marzo. Lo hanno annunciato i tribunali. Si tratta di un nuovo rinvio – la prima udienza era previsto il prossimo ottobre – contro i sanitari accusati di ‘potenziale negligenza’ che avrebbe portato al decesso del fuoriclasse argentino. Il tribunale di San Isidro (a nord di Buenos Aires) “ha accolto la richiesta di rinvio dell’udienza” chiesta dai difensori di tre degli otto imputati, aggiornando il processo all’11 marzo 2025 alle 9:30. Inizialmente previsto per giugno, il processo era già stato posticipato una volta, al 1° ottobre.

Una delle accusate, l’infermiera Gisela Madrid – che fin dall’inizio aveva affermato di aver seguito solo le indicazioni dei medici – aveva chiesto di essere giudicata separatamente e da una giuria popolare. Maradona, icona argentina e leggenda del calcio mondiale, è morto all’età di 60 anni per una crisi cardio-respiratoria il 25 novembre 2020, solo, su un letto medico in una residenza a Tigre, dove era convalescente dopo un intervento neurochirurgico per un ematoma alla testa. Per due volte, nel 2022 e poi in appello nel marzo 2023, i tribunali hanno confermato l’avvio di un processo per l’équipe medica che aveva in cura Maradona. Sono tutti accusati di ‘potenziale negligenza ‘. Tra gli otto professionisti indagati figurano il medico curante (neurochirurgo), un medico clinico, uno psichiatra, uno psicologo, una caposala e infermieri. Il reato di cui sono accusati è punibile con una pena da 8 a 25 anni di carcere.

(Nella foto Maradona con. Leopoldo Luque, medico di Diego)

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Ue boicotta Orban, Ecofin a Budapest senza commissari

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Riunioni senza commissari europei e con una manciata di ministri: arriva all’Ecofin il boicottaggio Ue della presidenza di turno ungherese dell’Ue. Dopo la visita plateale del primo ministro Viktor Orban al presidente russo Vladimir Putin a poche ore dall’avvio della guida a rotazione dell’Unione da parte dell’Ungheria l’ordine della presidente Ursula von der Leyen era stato perentorio: nessun commissario sarebbe andato alle riunioni informali organizzate da Budapest per il semestre Ue. Prima di questo altri consigli informali sono stati disertati e quelli di Esteri e Difesa si son tenuti a Bruxelles e non più nella capitale ungherese grazie a un escamotage, ovvero la convocazione ‘ad hoc’ fatta dall’Alto rappresentante Josep Borrell.

Più recentemente alla riunione dei ministri dell’ Agricoltura di Budapest le assenze non sono mancate. E ora arriva il momento dei ministri dell’Economia: alla riunione informale nella capitale ungherese domani e sabato non ci saranno né il vicepresidente della Commissione europea Valdis Dombrovskis e né il commissario all’Economia Paolo Gentiloni. Il ministro italiano Giancarlo Giorgetti invece ci sarà. Ma l’Italia ha la presidenza di turno del G7 e ci sarà un aggiornamento sui lavori per arrivare all’uso degli extraprofitti degli asset russi immobilizzati nell’agenda dell’Eurogruppo, il coordinamento dei ministri dell’Economia dell’Eurozona (forum indipendente dal Consiglio Ue e dalla presidenza ungherese).

Ad un certo punto era persino parso che l’Eurogruppo potesse saltare o venir convocato a Bruxelles, sempre per opportunità politica. Ma la prassi è sempre stata quella di riunirlo a ridosso dell’Ecofin, per evitare raddoppi agli spostamenti dei ministri, e così sarà anche questa volta. Il coordinamento ha bisogno di riunioni periodiche, a prescindere dalle presidenze di turno presenti e future, è stato il ragionamento, e così si andrà avanti su questa linea. Saranno comunque molti i ministri europei assenti, magari per impegni concomitanti spesso legati all’approvazione dei bilanci nazionali e non esplicitamente per ‘boicottare’ Orban. Fatto sta che i ministri di Olanda, Spagna e Germania non ci saranno. Mentre quelli di Francia e Belgio hanno la giustificazione di essere dimissionari. A livello di Eurogruppo l’attesa è comunque che i ministri presenti saranno solo otto su 20. Nella riunione dell’Ecofin i ministri presenti dovrebbero essere dieci, Ungheria inclusa.

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