Quasi sette su dieci tra i fumatori di sigarette tradizionali dichiarano di non aver mai provato a smettere di fumare, mentre quasi uno su tre dice di aver tentato. Il 15,5% invece non ha alcuna intenzione di rinunciare alle sigarette ‘classiche’. Alle quali oggi si sono affiancate quelle elettroniche e i prodotti a tabacco riscaldato, che negli ultimi 5 anni hanno visto una crescita “evidente e costante”. I prodotti tradizionali e innovativi vengono spesso usati contemporaneamente, o per diminuire l’uso delle sigarette tradizionali. Sono alcuni dei dati diffusi dall’Eurispes, che ha presentando i risultati più importanti delle indagini del 2023 sul tema “Fumo: nuovi prodotti e riduzione del danno. L’evoluzione del fenomeno in Italia”.
L’indagine, con il contributo di Philip Morris Italia, evidenzia quali sono le abitudini e le opinioni dei fumatori che in Italia nel 2023 sono 10,5 milioni (25,1% degli uomini e il 16,3% delle donne), secondo i dati dell’Iss. Lo studio rivela che la maggioranza di chi fuma le sigarette tradizionali (il 68,8%) non ha mai provato a smettere, mentre il 31,4% afferma invece di averci provato. Il 15,5% non vuole assolutamente abbandonare le sigarette. “I risultati delle nostre indagini – evidenzia il presidente dell’Eurispes, Gian Maria Fara – continuano a confermare tre aspetti: il primo che vi è un costante aumento di fumatori che dichiarano di non avere alcuna intenzione di smettere di fumare. Il secondo è legato ai prodotti senza combustione, la cui diffusione va di pari passo con una diminuzione delle sigarette tradizionali o con l’abbandono delle stesse. Il terzo aspetto riguarda la mancanza di informazione sui nuovi prodotti lamentata da quanti hanno partecipato negli anni alle indagini campionarie.”
Per quanto riguarda le e-cig gli intervistati hanno conosciuto la sigaretta elettronica soprattutto grazie al passaparola di amici e conoscenti che già la usavano. Più della metà utilizza liquidi senza nicotina, il 15,5% preferisce quelli con nicotina, consumati questi ultimi per lo più dagli over 64. La maggioranza non ha incontrato difficoltà nel reperire informazioni esaustive e attendibili sulle e-cig. Sul ruolo dello Stato rispetto a eventuali prodotti senza combustione ritenuti scientificamente meno dannosi rispetto a quelli tradizionali, l’82% ritiene che debba essere permesso ai cittadini di essere informati.
Oltre uno su due pensa che lo Stato debba promuovere campagne di informazione, sostiene la necessità di incentivi fiscali per tali prodotti o incentivi regolamentari come divieti e limitazioni. Per il 62,7% lo Stato dovrebbe incoraggiare l’utilizzo della sigaretta elettronica tra i fumatori che, altrimenti, continuerebbero a fumare in ogni caso. Secondo l’indagine, inoltre, “l’adozione dei dispositivi a tabacco riscaldato è riuscita ad avere un impatto positivo sulla riduzione del consumo di sigarette tradizionali. Il 79,5% degli intervistati che usa tabacco riscaldato ha abbandonato le sigarette tradizionali dopo essere passati ai prodotti senza combustione. Prima l’87% fumava sigarette tradizionali, l’8,8% quella elettronica.
Sette su 10 non hanno incontrato difficoltà nel trovare informazioni esaustive e attendibili sui prodotti con tabacco riscaldato. Su quali comportamenti lo Stato debba adottare nel caso in cui fosse scientificamente provata l’esistenza di prodotti senza combustione meno dannosi rispetto a quelli tradizionali, secondo il 91,9% lo Stato avrebbe il dovere di promuovere campagne di informazione, altrettanto alta la quota di coloro che vorrebbero una riduzione della tassazione su prodotti certificati come meno dannosi.