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Esteri

Macron finalmente in campo, i sondaggi lo premiano

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A meno di 24 ore prima della scadenza ultima, le 18 di venerdi’, Emmanuel Macron e’ sceso finalmente in campo annunciando che correra’ per la sua rielezione nelle presidenziali del 10 e 24 aprile. Una strategia che ha logorato gli avversari, lasciandoli esaurire uno contro l’altro per dedicarsi ora alla presidenza di turno dell’Unione europea, ora all’opera di mediazione nella guerra in Ucraina. I sondaggi sembrano premiarlo: se qualche mese fa era favorito, oggi Macron non sembra avere avversari. Con la scelta di dichiararsi con una “lettera ai francesi” pubblicata sui quotidiani regionali, da’ la precedenza al francese medio prima ancora di formalizzare la candidatura – domani – davanti al Consiglio costituzionale. E’ una lettera lunga ma sobria quella di Macron, che avverte di “non poter fare campagna elettorale” come avrebbe voluto, fra gli impegni di mediatore e interlocutore di Vladimir Putin nella guerra in Ucraina e quelli di presidente di turno del Consiglio europeo. Il progetto lo spiega ripercorrendo 5 anni di “successi” ma ricordando anche gli obiettivi non centrati: “dovremo lavorare di piu’ e continuare ad abbassare le tasse che pesano sul lavoro e la produzione”, un riferimento alla contestata riforma delle pensioni, architrave della sua campagna e progetto rimandato causa pandemia. Scuole, ospedali, tutte le strutture che hanno sofferto in queste anni dovranno essere sostenute, “rispettate e meglio remunerate”. Sulle proteste sociali e la rivolta dei gilet gialli che hanno caratterizzato il suo mandato, Macron promette che “con l’esperienza acquisita con voi faro’ indubbiamente in modo diverso”. “Sono candidato – scrive Macron – per inventare con voi, di fronte alle sfide del secolo, una risposta francese ed europea originale. Sono candidato per difendere i nostri valori minacciati dagli sconvolgimenti del mondo”. Non e’ sembrato neppure un caso – e la circostanza viene da alcuni criticata – che la discesa in campo sia giunta in una giornata cruciale della guerra, con la drammatica telefonata a Vladimir Putin di questa mattina. E, in aggiunta, con il governo che – a poche ore dalla dichiarazione di candidatura – annuncia l’imminente fine del contestato super green pass e addirittura dell’obbligo di mascherina nei luoghi chiusi. Per Marine Le Pen, “l’annuncio della sospensione del pass vaccinale il 14 marzo, a meno di un mese dalle presidenziali, dimostra quanto l’imposizione di questo strumento fosse inutile e inefficace, ma anche politicamente cinica”. Secondo fonti vicine al presidente-candidato, la “discesa in campo” era stata fissata alla vigilia del 26 febbraio, data dell’inaugurazione da parte del presidente del Salone dell’Agricoltura, un momento sempre ricco di simboli per la tradizione francese. Ma la guerra in Ucraina scoppiata da 24 ore ha costretto Macron prima a rinviare al 26 stesso, poi a spostare in avanti l’annuncio. Annullato anche il primo grande comizio in programma dopodomani a Marsiglia davanti a 10.000 sostenitori. Non sara’ facile prevedere altri eventi di quelle dimensioni se i timori dello stesso Macron dopo la telefonata di oggi con Putin (il presidente ha detto ai suoi che “il peggio deve ancora venire” nella guerra in Ucraina) si riveleranno fondati. Gli ultimi sondaggi sembrano decisamente premiare il presidente uscente, che sale di 3-4 punti attestandosi al primo turno – secondo l’istituto Ifop – al 28%. Marine Le Pen, che lo affronterebbe al ballottaggio, e’ staccata al 17%. Ancora peggio la candidata della destra Re’publicains, Vale’rie Pe’cresse, ferma al 14%, poco avanti al polemista di estrema destra Eric Zemmour (12%). Sale, a sinistra, il solo Jean-Luc Me’lenchon (11,5%), mentre gli altri della gauche non superano il 5%, compreso l’ecologista Yannick Jadot (4,5%), il comunista Fabien Roussel (4%) e la sindaca socialista di Parigi Anne Hidalgo (3%). Se si confermera’ – al ballottaggio – il duello Macron-Le Pen, un bis del 2017, il presidente uscente viene dato al 56,5%, la sfidante al 43,5%.

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Arresto di Sansal incendia i rapporti Francia-Algeria

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Si infiammano i rapporti già tesi tra la Francia e l’Algeria per la sorte di Boualem Sansal, lo scrittore algerino che da qualche mese ha ottenuto anche la nazionalità francese. Da sabato scorso, quando è stato arrestato all’aeroporto di Algeri, non si sa più nulla di lui. Settantacinque anni, da 25 impegnato da scrittore contro il potere di Algeri e i cedimenti all’integralismo islamico, potrebbe – secondo fonti algerine – essere processato per “violazione dell’unità nazionale e dell’integrità nazionale del Paese”. Preoccupati i familiari, gli amici, i sostenitori, mobilitata la stampa e il mondo degli intellettuali francesi, silenzioso il governo di Parigi con l’eccezione di Emmanuel Macron, che ieri sera ha espresso pubblicamente la sua forte preoccupazione.

L’arresto di uno degli intellettuali più critici contro il potere di Algeri ha inasprito i già tesi rapporti tra Francia ed Algeria, che avevano fatto toccare proprio nelle scorse settimane nuovi picchi per la visita di Macorn in Marocco e i toni di grande vicinanza col regno di Mohammed VI. Oggi anche l’editore francese Gallimard, che pubblica le opere di Boualem Sansal fin dall’uscita del suo libro più famoso, ‘Le serment des barbares’ (Il giuramento dei barbari), si è detto “molto preoccupato” e ha chiesto la “liberazione” dello scrittore. “Sgomento” ha espresso per l’arresto di Sansal anche la sua casa editrice italiana, Neri Pozza.

Dopo l’intensificarsi della pressione mediatica sulla sorte dello scrittore, l’Algeria è uscita oggi duramente allo scoperto attraverso la sua agenzia di stampa, accusando Parigi di essere covo di una lobby “anti-algerina” e “filo-sionista”. L’agenzia Aps conferma, nella sua presa di posizione, l’arresto di Sansal e attacca senza mezzi termini Parigi, la “Francia Macronito-sionista che si adombra per l’arresto di Sansal all’aeroporto di Algeri”. “La comica agitazione di una parte della classe politica e intellettuale francese sul caso di Boualem Sansal – scrive l’agenzia di stato – è un’ulteriore prova dell’esistenza di una corrente d’odio contro l’Algeria. Una lobby che non perde occasione per rimettere in discussione la sovranità algerina”. Si cita poi un elenco di personalità “anti-algerine e, fra l’altro, filo-sioniste” che agirebbe a Parigi, e del quale farebbero parte “Éric Zemmour, Mohamed Sifaoui, Marine Le Pen, Xavier Driencourt, Valérie Pécresse, Jack Lang e Nicolas Dupont-Aignan”.

Ad offendersi, secondo l’Aps, è uno stato che “non ha ancora dichiarato al mondo se ha la necessaria sovranità per poter arrestare Benyamin Netanyahu, qualora si trovasse all’aeroporto Charles de Gaulle!”. L’agenzia passa poi all’attacco diretto di Macron e di Sansal stesso: il presidente che “torna abbronzato da un viaggio in Brasile” scrive Aps, parla di “crimini contro l’umanità” in Algeria ricordando la colonizzazione francese “ma prende le difese di un negazionista, che rimette in discussione l’esistenza, l’indipendenza, la storia, la sovranità e le frontiere dell’Algeria!”, riferendosi a Sansal. Nel suo primo e più celebre libro, Sansal racconta la salita al potere degli integralisti che contribuì a far precipitare l’Algeria in una guerra civile negli anni Novanta. I libri di Sansal, editi in Francia, sono venduti liberamente in Algeria, ma l’autore è molto controverso nel suo Paese, in particolare dopo una sua visita in Israele nel 2014.

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Il porno attore italo egiziano Sharif nel carcere di Giza, rischia 3 anni di carcere

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E’ un appello accorato quello che arriva dall’Egitto dalla madre di Elanain Sharif, quarantaquattrenne nato in quel Paese ma cittadino italiano, fermato al suo arrivo in aeroporto al Cairo. “Sono molto preoccupata perché mio figlio sta male. Aiutatemi, lui ha bisogno di me e io di lui. Non so cosa fare” ha detto la donna con un audio diffuso tramite il legale che l’assiste, l’avvocato Alessandro Russo. E proprio per accertate le condizioni in cui è detenuto, le autorità italiane hanno già chiesto a quelle egiziane di poter effettuare una visita in carcere, alla quale dovrebbe partecipare anche la donna, e sono in attesa di una risposta. Sharif è accusato di produzione e diffusione di materiale pornografico.

Si tratta di reato, secondo la normativa egiziana, punibile con una pena da 6 mesi a tre anni. Il capo di imputazione è stato comunicato dal Procuratore egiziano al legale del 44enne e in base al codice penale egiziano, un qualunque cittadino di quel paese che commette un reato, anche fuori dall’Egitto, può essere perseguito. Un principio giuridico analogo a quello previsto dal nostro ordinamento. L’ex attore porno è stato già ascoltato dal procuratore che ha convalidato il fermo per 14 giorni, disponendo che il caso sia nuovamente riesaminato il 26 novembre. Le Autorità egiziane stanno infatti attendendo il risultato della perizia tecnica sul materiale presente online. Dopo il fermo all’aeroporto, il 9 novembre, l’uomo si trova ora nel carcere di Giza. “E’ stato messo in carcere appena siamo arrivati in aeroporto” ha detto ancora la madre di Sharif dall’Egitto.

“Non posso sapere come sta – ha aggiunto – perché non riesco a parlarci e sono molto preoccupata”. Sono in particolare le sue condizioni di salute a preoccuparla perché, ha spiegato, “mio figlio ha subito tre interventi alla schiena, l’ultimo 30 giorni fa a Londra”. Dal giorno in cui è stato bloccato la madre ha incontrato un paio di volte il figlio. “La prima – ha detto il legale – il giorno dopo a quello in cui era stato preso in consegna dalle autorità, in carcere al Cairo e poi dopo cinque o sei giorni trasferito dove è ora e l’ha visto sempre per un paio di minuti”. Sharif e la madre erano atterrati al Cairo provenienti dall’Umbria. Vive, infatti, da alcuni anni a Terni mentre la madre è residente a Foligno ed è sposata con un italiano.

“In aeroporto è stato tenuto a lungo negli uffici della polizia e poi la madre lo ha visto uscire con le manette ai polsi – aveva ricordato ieri il legale – Le procedure di arresto sono state fatte utilizzando solo il passaporto egiziano, quello dell’Italia gli è stato restituito alcuni giorni dopo”. L’avvocato Russo ha poi spiegato che la madre si trova ancora in Egitto “assieme al fratello, che lavora nella polizia egiziana, e spera di avere notizie di un suo rilascio”. Con la donna, e con gli avvocati italiano ed egiziano e le autorità del Cairo, sono in contatto fin dall’inizio della vicenda sia l’ambasciata italiana sia la Farnesina.

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Brasile: la Corte trova la maggioranza, Robinho resta in carcere

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La Corte suprema ha raggiunto la maggioranza dei giudici per rigettare gli appelli e mantenere in carcere l’ex calciatore Robinho. L’atleta è detenuto in Brasile dal 22 marzo e sta scontando una condanna a nove anni per uno stupro di gruppo commesso in Italia nel 2013. Finora sei giudici hanno votato per respingere la richiesta di scarcerazione di Robinho. Si tratta del relatore del caso Luiz Fux, oltre ai giudici Edson Fachin, Luís Roberto Barroso, Cristiano Zanin, Cármen Lúcia e Alexandre de Moraes. Solo Gilmar Mendes ha votato a favore. Il processo si conclude il 26 novembre.

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