Nel 2019, il movimento Hamas (organizzazione terroristica) ha affrontato una delle defezioni più gravi nella sua storia ultraventennale. Suheib Yousef, un membro di spicco del movimento basato in Turchia, ha deciso di fuggire e si è messo in contatto con la rete televisiva israeliana Channel 12 per condividere la sua storia. Yousef non era un militante qualsiasi; era il figlio di uno dei sette fondatori del movimento, Sheikh Hassan Yousef. Una volta raggiunta una località sconosciuta in Asia, ha concesso un’intervista sconvolgente.
Nell’intervista, Yousef ha rivelato dettagli sulla corruzione che coinvolgeva i dirigenti di Hamas all’estero e i loro canali di arricchimento. In particolare, ha dichiarato che uno dei compiti degli agenti di Hamas in Turchia era quello di intercettare i dirigenti palestinesi in Cisgiordania e in vari Paesi arabi. Tuttavia, queste operazioni non avevano scopi politici, ma servivano a preservare interessi stranieri. Yousef ha dichiarato che tali informazioni venivano vendute all’Iran in cambio di sostegno finanziario, rivelando così una realtà che sembrava dimenticata.
La corruzione all’interno dei gruppi dirigenti di Hamas è considerata endemica, e anche i media arabi hanno accusato i principali leader di essersi arricchiti notevolmente grazie al loro controllo su Gaza. La situazione è diventata particolarmente evidente quando i figli di Ismail Haniyeh (nella foto con Erdogan), il capo politico di Hamas, sono riusciti a lasciare Gaza con facilità negli ultimi anni e hanno iniziato a condurre una vita da facoltosi uomini d’affari.
Un esempio eclatante è Hazem Haniyeh, figlio del capo politico del movimento. La sua uscita autorizzata da Gaza nel luglio 2022 ha scatenato proteste sui social media da parte delle persone comuni bloccate nel territorio. Un attivista di nome Mahamoud Nashwan ha pubblicato un selfie in cui indossava un guanto nero con un sorriso sarcastico, riferendosi a un celebre discorso tenuto da Haniyeh nel 2009. In quell’occasione, il futuro leader di Hamas aveva dichiarato: “Le nostre mani sono pulite. Non rubiamo, non possediamo immobili, non costruiamo ville…”
Inoltre, è stato riferito che Maaz Haniyeh, un altro figlio del capo politico, avrebbe ottenuto un passaporto turco e gestirebbe il vasto patrimonio immobiliare della famiglia da Istanbul. Il legame tra Hamas e il presidente turco Recep Tayyip Erdogan è rimasto saldo, come dimostrato dalla recente difesa del movimento da parte di Erdogan.
Sebbene sia difficile stimare con esattezza le fortune di coloro che sono stati eletti nel 2006, è innegabile che essi abbiano regnato con forza sui palestinesi di Gaza. La prestigiosa rivista araba Al-Majalla stima che il numero due di Hamas, Musa Abu Marzuk, disponga di una fortuna di due o tre miliardi di dollari, mentre l’ex capo politico Khaled Mashal e lo stesso Haniyeh controllerebbero quattro miliardi ciascuno. Anche se tali cifre sono difficili da verificare, l’evidenza della corruzione sistematica a Gaza è abbondante.
Questi leader di Hamas controllano non solo il flusso degli aiuti provenienti da Paesi come il Qatar, l’Iran e le comunità musulmane in tutto il mondo, ma sembrano anche trarre profitto dal contrabbando attraverso i tunnel destinato alla popolazione intrappolata a Gaza.
Suheib Yousef, il militante che ha deciso di denunciare questa corruzione, ha dichiarato: “I leader di Hamas vivono all’estero in hotel eleganti e grattacieli di lusso. Mi appello ai leader, inclusa mia padre, affinché si dimettano da questo movimento corrotto. Sono certo che anche lui sa come stanno le cose.”
Questi dettagli sulla corruzione sistematica all’interno di Hamas gettano una luce negativa sul movimento, mettendo in evidenza il fatto che i leader sembrano essere più interessati all’arricchimento personale che a migliorare le condizioni del popolo palestinese a Gaza. Mentre le accuse di corruzione si moltiplicano, il popolo palestinese continua a soffrire sotto il controllo di Hamas, mentre i leader sembrano indifferenti al loro benessere.