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L’Università Federico II di Napoli e la Nasa: una collaborazione per il futuro della mobilità aerea avanzata

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L’Università degli Studi di Napoli Federico II ha firmato un importante Space Act Agreement con la Nasa, aprendo la strada a cinque anni di collaborazione nel campo della Advanced Aerial Mobility (AAM). Questo accordo tra il Dipartimento di Ingegneria Industriale dell’ateneo napoletano e l’agenzia spaziale statunitense rappresenta un passo significativo nello sviluppo di tecnologie innovative per droni e taxi aerei elettrici.


Un accordo per il progresso tecnologico

Il progetto si concentra sullo sviluppo di tecnologie di sensing per migliorare la sicurezza e l’autonomia dei velivoli, in particolare in ambienti urbani. Giancarmine Fasano, professore associato di Impianti e sistemi aerospaziali, è il responsabile scientifico per l’università, mentre per la Nasa è Chester Dolph, del Langley Research Center.

Tra gli obiettivi principali ci sono:

  • Sviluppo di algoritmi avanzati per la rilevazione e il tracciamento di oggetti in volo.
  • Test sperimentali in Italia e negli Stati Uniti per verificare le tecnologie.
  • Collaborazione bilaterale con scambi di personale e know-how tra Federico II e Nasa.

Un ponte tra Napoli e la Nasa

La collaborazione con la Nasa nasce da interessi comuni di ricerca e da una solida esperienza dell’ateneo napoletano. Il primo passo è stato un periodo di visiting della dottoranda Federica Vitiello presso il Langley Research Center in Virginia.

Nel corso dei mesi, il rapporto si è rafforzato, portando a test innovativi come l’utilizzo del Lunar Landing Research Facility, una struttura storica del programma Apollo. Qui, i sensori sviluppati dall’Università sono stati testati, dimostrando la capacità di monitorare e controllare il volo in scenari complessi.


Tecnologie per la mobilità aerea urbana

Le tecnologie sviluppate si concentrano su sistemi di sensing ottici, come telecamere e radar, per la sorveglianza a bassa quota in ambienti urbani. Questo include:

  • Droni per il trasporto merci in città.
  • Taxi aerei elettrici, pensati per il trasporto di persone su distanze brevi.

Secondo il professor Fasano, l’obiettivo è creare soluzioni innovative che affrontino le sfide della mobilità aerea urbana, caratterizzata da spazi ristretti e una complessità elevata.


Il futuro della mobilità avanzata

L’accordo rappresenta un’opportunità unica per far progredire la ricerca e coinvolgere giovani talenti. Come spiega il professor Fasano:
“Questo è solo un punto di partenza. La collaborazione con la Nasa ci permette di sviluppare tecnologie che guideranno il futuro della mobilità aerea, integrando sicurezza, autonomia e innovazione.” 

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Stop alla maternità surrogata: promulgata la legge sul reato universale

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Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha promulgato il 4 novembre la legge che introduce il reato universale per la maternità surrogata. Questa normativa, approvata il 16 ottobre, prevede la pubblicazione ufficiale per domani e mira a disciplinare una pratica finora controversa e dibattuta. Le nuove disposizioni hanno l’obiettivo di contrastare il ricorso alla gestazione per altri anche al di fuori dei confini nazionali.

Maternità surrogata e sanzioni previste

La legge stabilisce pene severe per chi ricorre alla GPA (gestazione per altri), con una reclusione che varia da tre mesi a due anni, oltre a una multa compresa tra 600.000 euro e 1 milione di euro. Denominata “Legge Varchi”, dal nome della deputata Carolina Varchi (FdI), la normativa specifica che il reato è perseguibile anche quando commesso all’estero da cittadini italiani.

Ad oggi, circa 250 coppie italiane si recano ogni anno in cliniche estere per avvalersi della maternità surrogata, tornando poi in Italia per richiedere la trascrizione degli atti di nascita. Con la nuova legge, però, queste richieste potrebbero incontrare ostacoli significativi.

Come cambierà la situazione per le famiglie

Il 90% delle coppie che ricorre alla maternità surrogata è eterosessuale. Tuttavia, la normativa colpisce anche le coppie dello stesso sesso, per le quali la legge italiana non prevede la trascrizione diretta nei registri anagrafici, ma richiede una procedura di adozione. Fino ad oggi, i tribunali italiani hanno riconosciuto il diritto dei minori nati da GPA ad essere considerati figli legittimi, una tutela che potrebbe essere messa in discussione dalla nuova normativa.

Reazioni tra favorevoli e contrari

La legge ha generato reazioni opposte nel dibattito pubblico. Marco Cappato e l’avvocata Filomena Gallo, esponenti dell’Associazione Luca Coscioni, hanno dichiarato:
«Questa legge rappresenta un attacco ai diritti delle famiglie e alla scienza. Siamo pronti a portare la questione nei tribunali per difendere le coppie penalizzate e sollevare dubbi di costituzionalità».

D’altro canto, Antonio Brandi, presidente di Pro Vita & Famiglia onlus, ha espresso soddisfazione:
«Questa legge è una pietra miliare nella lotta contro il mercato internazionale dei bambini e rappresenta il coronamento di anni di battaglie».

Applicazione e incertezze

La legge non ha effetti retroattivi. Le gravidanze già in corso o i percorsi di fecondazione avviati prima dell’entrata in vigore della norma non saranno soggetti a sanzioni. Tuttavia, per chi intraprende ora una procedura di maternità surrogata all’estero, il rischio di essere perseguito penalmente al rientro in Italia è concreto.

Come osserva l’avvocata Gallo, «non è ancora chiaro come la magistratura agirà nei confronti delle coppie che tornano in Italia con un atto di nascita estero. Potrebbero essere richiesti certificati di parto e le coppie dello stesso sesso saranno probabilmente più individuabili».

La nuova normativa rappresenta un passo decisivo per regolamentare una pratica controversa, ma solleva interrogativi sui diritti delle famiglie e dei minori coinvolti. Nei prossimi mesi sarà fondamentale capire come questa legge influirà sulla società italiana e sui percorsi legali delle famiglie che si trovano in questa situazione.

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Mattarella firma il 4 Gpa, subito trasmesso a governo

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Una riflessione come sempre approfondita, considerando tutte le implicazioni giuridiche e costituzionali di una legge di poche righe e molteplici risvolti. Poi, Sergio Mattarella ha promulgato uno dei provvedimenti che probabilmente ha meno condiviso nei suoi quasi dieci anni al Quirinale, quello che rende reato universale la gestazione per altri. Lo ha fatto il 4 novembre, alla vigilia della partenza per la missione in Cina, quindi entro un mese dall’approvazione, come previsto dalla Costituzione.

E nella stessa giornata lo ha inviato a Palazzo Chigi, come sottolineano fonti del Quirinale, assicurando che non ha nessun fondamento qualsiasi ricostruzione sul fatto che il provvedimento promulgato sia rimasto alcuni giorni al Colle. In Gazzetta ufficiale,il testo sarà pubblicato lunedì. Una finestra temporale non brevissima, su cui in queste ore nel mondo politico si sono rincorse ricostruzioni e interpretazioni diverse.

C’è chi esclude alcun giallo, sostenendo si tratti di una questione di tempi tecnici. E la precisazione serale di fonti del Quirinale punta a smentire le voci che si sono rincorse in giornata secondo cui il provvedimento sarebbe stato inviato dal capo dello Stato solo pochi giorni fa. Il tutto al termine di due settimane decisamente tese per la politica, con le tensioni governo-magistratura alle stelle dopo l’incontro fra Giorgia Meloni e il vicepresidente del Csm Fabio Pinelli (il 4 novembre) e l’anatema di Elon Musk sui giudici, al quale ha risposto il presidente della Repubblica.

Anche dentro governo e maggioranza sono consapevoli che nelle valutazioni della legge sulla Gpa sarebbero emerse le perplessità presidenziali su un provvedimento delicatissimo dal punto di vista etico ed impattante su legislazioni europee che vanno nella direzione opposta. In questo caso, i ragionamenti su eventuali dubbi di costituzionalità non hanno portato a individuare evidenti incostituzionalità, secondo la distinzione spiegata dallo stesso Capo dello Stato ieri, illustrando il suo ruolo da “arbitro-meccanico” all’evento dell’Osservatorio Permanente Giovani-Editori. Secondo queste ricostruzioni, però, la legge sulla Gpa sembra rientrare a pieno titolo fra le leggi promulgate che lui ha detto di non aver “condiviso” o di aver ritenute “sbagliate e inopportune”. Non basta “un dubbio” per non promulgare una legge, ha chiarito Mattarella nel suo ultimo intervento, “altrimenti usurperei i compiti della Corte costituzionale”.

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Biden: competizione con la Cina non diventi conflitto

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“La competizione non viri verso un conflitto”. E’ l’auspicio del presidente Usa Joe Biden nel suo incontro a Lima in Perù con il presidente cinese Xi Jinping. Un faccia a faccia a margine del vertice della Cooperazione economica Asia-Pacifico (Apec) due mesi prima che Donald Trump entri in carica a gennaio, sullo sfondo delle preoccupazioni di nuove guerre commerciali e sconvolgimenti diplomatici. “Noi due non siamo sempre stati d’accordo, ma il nostro dialogo è sempre stato candido.

E questo penso che sia importante”, ha chiosato il commander in chief, mentre il leader cinese, da parte sua, ha annunciato che lavorerà per una “transizione fluida” nei rapporti Cina-Usa. Pechino è “pronta a lavorare con la nuova amministrazione americana per mantenere la comunicazione, espandere la comunicazione e gestire le differenze”, ha poi aggiunto Xi, precisando che “solo la solidarietà e la cooperazione possono aiutare l’umanità a superare le attuali difficoltà”. Il primo viaggio all’estero di Joe Biden come presidente degli Stati Uniti nel 2021 fu una missione celebrativa per rassicurare gli alleati democratici che l’America era tornata. Ma dopo la vittoria di Donald Trump, i due vertici all’estero per il presidente Usa uscente, all’Apec di Lima, e al G20 di Rio de Janeiro di lunedì e martedì, sono l’ultimo canto del cigno, che si trasforma in un’allerta sul rapido cambiamento dell’ordine globale.

Dopo il bilaterale col cinese Xi Jinping, Biden incontrerà il presidente brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva, con cui si è dato appuntamento in Amazzonia – luogo simbolo della collaborazione sulla lotta ai cambiamenti climatici – prima di toccare terra a Rio. Una cooperazione quella sull’ambiente, che con gli Stati Uniti a guida repubblicana ora rischia di andare in frantumi. D’altra parte Trump è il convitato di pietra al summit brasiliano, dove si negozia fino all’ultimo minuto sulla dichiarazione finale, nel tentativo di sbrogliare i nodi sui dossier geopolitici di Ucraina e Medio Oriente.

Il russo Vladimir Putin a Rio diserta il vertice e anche questa volta manda il capo della diplomazia, Serghei Lavrov, che non di meno terrà il punto sulla partita con Kiev, come già accaduto alla riunione del G20 Esteri di febbraio, chiusa senza un comunicato finale. A complicare il lavoro degli sherpa è arrivato anche il dietrofront dell’Argentina di Javier Milei sulla tassazione dei super-ricchi. Una risorsa considerata come un’importante fonte per l’Alleanza per la lotta alla fame e alla povertà, uno dei tre assi portanti – insieme alla riforma della governance globale e alla transizione energetica – del G20 a trazione brasiliana.

In particolare, merita rilevare che prima di arrivare in Brasile, Milei è volato a Mar a Lago per incontrare il tycoon Usa e il suo ormai braccio destro Elon Musk, riemergendone con una dichiarazione in cui ipotizza un’asse di Paesi “faro del mondo” occidentale, che si consoliderà grazie alla guida di Trump a Washington, con “gli Stati Uniti nel Nord, l’Argentina nel Sud, l’Italia” di Giorgia Meloni “nella vecchia Europa e Israele come sentinella nella frontiera in Medio Oriente”.

Quasi una profezia. Uno scenario che interroga gli osservatori politici e di fronte al quale l’Unione europea di Ursula von der Leyen e il Brasile di Lula sentono la necessità di accelerare sull’accordo Ue-Mercosur. L’intesa tra i due blocchi, in stallo da oltre vent’anni, potrebbe essere portata a buon fine anche per questioni geopolitiche, oltre che per motivi economici, permettendo ai 27 una maggiore autonomia strategica dagli Stati Uniti di Trump, e ai sudamericani dai Brics di Xi. Stando alle ultime indiscrezioni, la firma – solo sulla parte commerciale dell’accordo – potrebbe arrivare già il 6 dicembre al vertice del Mercosur di Montevideo. Milei permettendo.

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