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Cronache

Luca Telese e Maria Rosaria Boccia a tavola a Gragnano per parlare di Sangiuliano, stasera li sentiremo ‘In Onda’ su La 7?

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Gragnano, la città della pasta, questa sera diventerà il teatro di un incontro che potrebbe scuotere ancora il panorama politico e mediatico italiano. Luca Telese, giornalista e conduttore di “In Onda” su La7, lo abbiamo ‘intercettato’ (brutta parola visti i tempi) al tavolo di un noto ristorante locale assieme a Maria Rosaria Boccia (e altri). Lei è l’imprenditrice pompeiana nel settore delle comunicazioni (dice lei) e pseudo-lobbyista a caccia di amicizie politiche importanti romane (avrebbe dato vita a un intergruppo  parlamentare di cui poi parleremo) che sta sollevando un polverone con le sue rivelazioni contro il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano.

Il pranzo tra Telese e Boccia (ci hanno mandato questo video e dopo averne verificato l’autenticità lo abbiamo pubblicato, attesa l’importanza dell’argomento per l’opinione pubblica nazionale) non è un momento gastronomico per celebrare la pasta (quella di Gragnano ha bisogno di altri palcoscenici), ma un’occasione importante mediaticamente. Boccia, che ha già attirato l’attenzione dei media con una serie di accuse gravi contro Sangiuliano (“è sotto ricatto”, “è confuso”, “dice bugie” e altre che trovate ovunque su giornali e on line), sarà probabilmente  ospite di Telese a “in Onda” su La 7 per una discussione (l’ennesima)  che promette di rivelare ulteriori dettagli esplosivi sul rapporto tra l’imprenditrice e il ministro. Questo incontro arriva 24 ore dopo l’intervista sempre della Boccia al vice direttore de La Stampa, Federico Monga.

Maria Rosaria Boccia, donna di Pompei, ha attirato l’attenzione con le sue accuse di favoritismi e promesse non mantenute da parte del ministro Sangiuliano. Le sue accuse sono supportate da una serie di documenti e registrazioni, comprese telefonate e mail, che sta sapientemente diffondendo  attraverso i social media e altri canali.

Durante il pranzo, tra una forchettata di spaghetti, un bicchiere di Gragnano (pure acqua c’era a tavola e i commensali erano tutti presenti a se stessi) Telese e Boccia (oltre a parlare del ministro, data la conoscenza che entrambi hanno di Sangiuliano) hanno discusso dei contenuti dell’intervista che andrà in onda su La7. La Boccia, vestita in modo elegante, ma con un sorriso che tradisce una certa freddezza, ha condiviso le sue accuse e dettagli personali riguardanti la sua relazione (privata? affettiva? professionale? ) con Sangiuliano. Boccia ha sostenuto (e sostiene) di avere ascoltato telefonate private del ministro e altre su argomenti di interesse del Governo nazionale. E dice di avere registrazioni che potrebbero mettere in difficoltà Sangiuliano.

Il ministro Sangiuliano, sotto crescente pressione, ha risposto alle accuse affermando che le rivelazioni di Boccia sono frutto di una campagna di disinformazione. Ha anche annunciato di aver affidato la questione a uno studio legale di prestigio (c’è una nota del ministero su questo argomento e l’avvocato che se ne occuperà è Silverio Sica) per valutare eventuali profili di illiceità nel comportamento della Boccia.

Il caso Sangiuliano-Boccia è destinato a diventare il fulcro delle discussioni di fine estate e forse anche autunno se Sangiuliano resterà ancora al vertice di via del Collegio romano. Con ogni nuova rivelazione, le accuse contro il ministro potrebbero amplificarsi, mettendo ulteriormente a rischio la sua carriera. L’intervista a  La7 potrebbe essere l’occasione per Boccia di lanciare nuove accuse o mostrare ulteriori prove, alimentando così il dibattito pubblico e politico.

L’incontro tra Telese e Boccia a Gragnano rappresenta solo l’ultimo capitolo di una saga che potrebbe avere conseguenze significative. Mentre il ministro Sangiuliano affronta accuse sempre più gravi e la pressione aumenta, gli spettatori di “In Onda” saranno ansiosi di scoprire cosa emergerà da questo confronto. La vicenda non solo accende i riflettori sulla politica italiana ma solleva interrogativi fondamentali su integrità e trasparenza. Al punto che Giorgia Meloni, la premier, assai infastidita da quanto accaduto e da quanto accade, sembra abbia già chiesto a Sangiuliano di uscire quanto prima di scena per fermare le propalazioni e la diffusione di audio, video e documenti da parte della Boccia.

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Ambiente

Peronospora, al via il 19 settembre aiuti per 47 milioni al settore vitivinicolo

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A partire dal 19 settembre, prenderanno il via da parte di Agea i pagamenti dei fondi di solidarietà destinati agli agricoltori colpiti dalla Peronospora. Gli aiuti, per un totale di 47 milioni di euro, sono riservati alle aziende che hanno subito una riduzione di produzione di almeno il 30% a causa dell’infezione fungina che ha colpito nel 2023.

“Abbiamo messo a disposizione tutto ciò che potevamo per sostenere in particolare le piccole e medie imprese, che sono maggiormente vulnerabili rispetto a eventi così distruttivi”, ha dichiarato il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida.

“Il nostro obiettivo – ha rimarcato il ministro – è proteggere il futuro del settore vitivinicolo e offrire un sostegno concreto alle imprese danneggiate. La rapidità e la gravità con cui la Peronospora si è diffusa, complice il clima eccezionale di quell’anno, hanno richiesto un intervento straordinario, e il Governo Meloni ha risposto con decisione”. “Sono circa 30.000 – fa sapere il ministero in una nota – le aziende agricole che hanno fatto richiesta per accedere a tali fondi, una cifra che dimostra l’ampiezza della crisi che ha interessato sia il comparto dell’uva da tavola che quello del vino”.

Il ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, si legge ancora nella nota, “ha destinato tutte le risorse disponibili per sostenere le imprese agricole colpite: 7 milioni di euro provenienti dalla legge 163/2023 e ulteriori 40 milioni dal Decreto Agricoltura. Il 40% dei fondi sarà erogato a tutte le aziende richiedenti, mentre il restante 60% sarà assegnato come quota aggiuntiva alle imprese che hanno adottato misure di prevenzione”.

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Cronache

Reati contro la pubblica amministrazione, arresti

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Travolge anche la Puglia lo scandalo dei falsi titoli formativi e diplomi, che sarebbero stati rilasciati da alcune società in cambio di denaro. La Guardia di finanza di Bari e Barletta sta eseguendo nove misure cautelari e il sequestro di beni per circa 10 milioni di euro, in esecuzione dei provvedimenti firmati dal gip di Trani su richiesta della Procura guidata da Renato Nitti.

L’accusa a carico degli indagati è associazione per delinquere dedita alla commissione di reati contro la fede pubblica, il patrimonio e la pubblica amministrazione. Le misure cautelari sono state eseguite in Puglia e in altre regioni. La Guardia di finanza ha eseguito perquisizioni in tutta Italia.

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Cronache

Contrabbando di orologi di lusso a Malpensa, maxi sequestro

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Sono accusati di contrabbando aggravato due uomini e una donna finiti nel mirino dei militari della Guardia di Finanza del comando provinciale di Varese. Con loro al centro delle indagini ci sono due società di spedizioni che operano all’aeroporto di Malpensa. Nei loro confronti il Gip del tribunale di Busto Arsizio (Varese) Piera Bossi ha emesso un decreto di sequestro per un valore di 23 milioni di euro. I tre nel novembre scorso erano già stati colpiti da un provvedimento identico per un valore di un milione di euro. Al centro di quello che i finanzieri definiscono un vero e proprio sistema di contrabbando ci sono 64mila orologi di lusso. Rolex, IWC, Bulgari, Chopard e Cartier che in almeno 80 occasioni, così come ricostruito dalla procura bustocca, sono stati importati in Italia da Hong Kong in barba a dazi e Iva dovuti e rivenduti in nero (anche a commercianti del settore) dai tre dipendenti infedeli delle società di spedizione con un volume “d’affari” stimato in 103 milioni di euro. Un giro andato avanti per almeno due anni.

Tutto è partito dalla denuncia di un altro dipendente di una delle società coinvolte che ha segnalato all’autorità giudiziaria quanto stava accadendo. In sintesi gli orologi di lusso, erano accompagnati da false fatture estere, venivano introdotti in territorio nazionale attraverso l’aeroporto di Malpensa formalmente assoggettati al regime doganale del “Transito Comunitario”, ovvero senza applicazione di dazi e Iva, in quanto ufficialmente destinati ad una base militare americana (totalmente estranea alla vicenda) su suolo italiano, che gode dunque di extraterritorialità. I preziosi orologi venivano quindi venduti sotto banco. Il sistema di contrabbando sarebbe ora smantellato e il Gip ha disposto il sequestro milionario.

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