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Cronache

Luca Pasquaretta, da portavoce della sindaca Appendino a collaboratore della sottosegretaria Castelli: in mezzo ci sono guai giudiziari vecchi e una nuova incriminazione per estorsione

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Le ipotesi di reato sono: turbativa d’asta, traffico illecito di influenze e una estorsione ai danni di Chiara Appendino, sindaco di Torino. Chi sarebbe il presunto autore di questi presunti reati? Si dice così in un Paese che ha una delle Costituzioni più belle e garantiste al mondo.
I carabinieri hanno notificato ieri un avviso di garanzia a Luca Pasquaretta, 42 anni, pubblicista che fino al  4 agosto del 2017, quando gli è stato revocato l’incarico, era il portavoce della signora Appendino, la prima cittadina di Torino del M5s. Pasquaretta ha un curriculum di cronista sportivo, buttadentro o public relation man di locali e quindi addetto stampa di “Torino Erotica”. Nel suo curriculum Pasquaretta vanta collaborazioni con il gruppo Riffeser, Messaggero. Ha ottenuto l’ incarico di portavoce di Appendino forse per aver lavorato a gratis come addetto stampa della candidata M5s nel 2016.

Amicizia rotta. Nella foto tratta dal profilo Fb di Pasquaretta vedete la sindaca Appendino e a sinistra il suo ex capo ufficio stampa

Oggi Pasquaretta ha un rapporto di collaborazione  col sottosegretario all’Economia Laura Castelli  che non risulta dal sito del Mef, ma che c’è. A meno che Pasquaretta non faccia motu proprio per motivi che ai più sfuggono una sorta di ufficio stampa della sottosegretaria Castelli, anche lei grillina, anche lei torinese.
L’inchiesta partì su denuncia del capogruppo Pd in consiglio comunale di Torino, Stefano Lo Russo. Nel corso del Salone del libro del 2017 Pasquaretta, capo ufficio stampa del Comune, aveva ottenuto un incarico di portavoce di Massimo Bray, presidente della Fondazione per il libro. Incarico durato quindici giorni: parcella da cinquemila euro. Incassati e poi restituiti alla Fondazione. La vicenda fu condannata anche dalla maggioranza del M5S in consiglio comunale.Pasquaretta fu poi coinvolto anche in un’altra inchiesta, quella legata agli incidenti di piazza San Carlo.
L’inchiesta di carabinieri e Guardia di finanza sul Salone del libro, coordinata dal sostituto procuratore Gianfranco Colace, ha messo nei guai il giornalista che è stato iscritto nel registro degli indagati per peculato. La sindaca Appendino prima gli ha revocato l’incarico di capo ufficio stampa, lasciandogli soltanto quello di portavoce, fino a quando l’inchiesta, l’avviso di garanzia e altre situazione poco chiare hanno portato ad una risoluzione consensuale del rapporto di lavoro. Dal 3 agosto 2017 Pasquaretta ha lasciato ogni incarico con la signora Appendino.


Poche settimane fa al termine dell’inchiesta sul Salone del libro il nome di Pasquaretta era stato stralciato perchè il pm inquirente ha voluto approfondire altre vicende. E il primo atto è stata una perquisizione domiciliare a casa  di Pasquaretta. Gli inquirenti sospettano che, terminato il suo incarico, l’ ex collaboratore della sindaca Appendino possa aver commesso altri reati. Quali reati? C’è riserbo strettissimo. L’unica cosa chiara è che nell’avviso di garanzia e l’ordine di perquisizione della casa del giornalista si ipotizza anche il reati di estorsione. E chi sarebbe il soggetto estorto? A chi avrebbe estorto o tentato di estorcere e che cosa avrebbe estorto o tentato di estorcere Pasquaretta?

L’estorsione sarebbe stata commessa, ipotizzano gli inquirenti, ai danni della sindaca Appendino.

 

Il giornalista Luca Pasquaretta indagato per estorsione ai danni della sindaca Chiara Appendino perde il lavoro con la sottosegretaria Castelli e dovrà cercarsi un nuovo avvocato

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Donna uccisa in casa, accanto a lei figlio 15enne ferito

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Un donna di 58 anni trovata uccisa a colpi d’arma da fuoco, nella cucina di casa, e accanto a lei il figlio di 15enne, ferito e in gravissime condizioni. E’ ancora un rebus la ricostruzione di quello che i Carabinieri definiscono “un dramma familiare” che ha scosso oggi, verso le 14, la frazione di Vago di Lavagno, in provincia di Verona. Chi abita in via Galilei, una strada di casette tutte simili, ha sentito i colpi degli spari, e ha dato subito l’allarme. Ma per la donna, Alessandra Spiazzi, 58 anni, non c’era più nulla da fare. Un scena terribile quella che si sono trovati davanti i soccorritori del 118, entrando per primi nell’abitazione: vicino al corpo della vittima c’era un ragazzino con ferite gravissime, in una pozza di sangue, il figlio di Alessandra Spiazzi. Cosa sia successo dentro quella cucina e quale sia stata la mano che impugnava l’arma e la successione dei colpi è ancora oggetto della ricostruzione cui stanno lavorando i Carabinieri del reparto operativo di Verona e il sostituto procuratore di Verona Paolo Sachar, che coordina l’indagine.

Fino a sera gli investigatori si sono trincerati dietro il riserbo, facendo filtrare solo che ci si trova davanti a una tragedia familiare. L’area intorno all’abitazione è stata transennata a lungo, per impedire l’avvicinamento di curiosi. All’interno gli uomini della scientifica hanno lavorato ore per repertare ogni cosa utile alla ricostruzione della sparatoria. Fondamentale sarà la testimonianza del marito della donna e padre del 15enne, che alcune indiscrezioni inizialmente avevano dato come possibile sospettato. Ma i Carabinieri hanno subito chiarito che l’uomo non c’entra affatto con la vicenda: su di lui non c’è alcun provvedimento, la sua figura è esclusivamente quella di persona informata sui fatti. Intanto il ragazzino lotta tra la vita e la morte nel reparto di rianimazione dell’ospedale veronese di Borgo Trento. Le sue condizioni sarebbero disperate. Qualcosa comunque non funzionava più in quella villetta di via Galilei. I vicini avrebbero riferito che da giorni si sentivano le urla dei frequenti liti tra madre e figlio. Il sindaco di Lavagno, Matteo Vanzan, fortemente scosso, ha annunciato che il giorno del funerale sarà lutto cittadino. Intanto ha annullato un evento musicale che era previsto per questa sera.

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Sophia Loren per i suoi 90, ‘l’amore tra noi conta’

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Non possiamo sapere come abbia iniziato la sua giornata Sophia Loren, fresca dei suoi novant’anni. Ma sappiamo com’è finita: con l’abbraccio di parenti e amici tra il The Space Cinema Moderno e la terrazza dell’hotel Anantara Palazzo Naiadi a piazza della Repubblica, a Roma. Un compleanno blindatissimo: la diva non si è fatta vedere, entrando da un accesso secondario. Grazie ai suoi invitati, però, a due passi dalla stazione Termini si è creata una passerella inedita, tanto che sembrava di essere su un red carpet. Tra i primi avvistati Al Bano, seguito poi da Alessandra Mussolini e famiglia. Dunque Ferzan Ozpetek e ‘zia’ Mara Venier, per cui Loren “è la più grande, la più meravigliosa, la più ‘normale'”.

E, ancora, da Zubin Mehta ad Aurelio De Laurentiis, passando per Christian De Sica, Trudie Styler, Claudia Gerini, Margareth Madè, Franco Nero, Nancy Brilli, Gigi D’Alessio e così via. A farle gli auguri dal palco, Enrico Lo Verso, Ferzan Özpetek, Laura Delli Colli, Ibrahim Gueye. Una volta dentro, l’intramontabile diva è stata accolta da un lungo, caloroso applauso. Il figlio, Edoardo Ponti, commosso ha letto un discorso dal palco, una dedica alla madre. “Tu sei una luce che questo paese porta come una torcia in giro per il mondo e che tutti noi portiamo nei nostri cuori – ha detto – La luce della dignità e del coraggio che brilla attraverso il tuo esempio di non aver mai rinnegato o dimenticato le tue radici e di non aver mai permesso a un’altra luce, quella dei riflettori, di rubarti l’identità”. All’attrice è arrivato anche un riconoscimento unico nel suo genere, una chiave dorata con il suo nome impresso e la forma degli studi di Cinecittà. Appunto, la ‘Chiave di Cinecittà’, unica nel suo genere, consegnatale dalla sottosegretaria alla Cultura, Lucia Borgonzoni, e la presidente di Cinecittà, Chiara Sbarigia. Un omaggio voluto da MiC, Cinecittà e Archivio Luce. “Il vantaggio dell’età è che non possiamo perdere tempo con cose inutili. Una serata come questa è troppo corta – ha detto Loren, dopo i ringraziamenti – Una serata con la mia famiglia, i miei figli, i miei nipoti, i miei amici, i miei collaboratori. Quest’amore tra noi conta. Queste amicizie sono la vita. Il fatto che abbiamo pianto insieme, abbiamo riso insieme, ballato insieme e questa sera possiamo anche brindare insieme. E se c’è un regalo che mi volete fare, un dono è di celebrare non solo me, ma tutti noi che siamo ancora qui”.

In chiusura, la proiezione dell’episodio “Pizze a credito”, tratto dal film “L’oro di Napoli” (1954) di Vittorio De Sica nella nuova versione restaurata in 4K da Luce Cinecittà e Filmauro, presentata in prima mondiale in preapertura dell’ultima Mostra del cinema di Venezia. Poi, il momento di festa sulla terrazza dell’albergo, con una vista magnifica sulla città eterna illuminata. Ma non sono solo le stelle a festeggiare Sophia Loren. Tra i suoi fan anche il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che in mattinata le ha mandato un messaggio: “Desidero farle pervenire gli auguri più sentiti – ha scritto – uniti al ringraziamento della Repubblica per la sua straordinaria carriera di interprete cinematografica, contrassegnata dall’attribuzione di numerosi e prestigiosissimi riconoscimenti nazionali e internazionali”.

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Multa a bagnino dopo il salvataggio, ‘valuteremo archiviazione’

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“Il soccorso portato a termine con successo dall’assistente bagnanti di Cavallino-Treporti è un gesto che conferma la professionalità acquisita da questa categoria di operatori, che lavorano con grande attenzione nell’organizzazione del soccorso in mare. Al signor Saverio Amato va un plauso per il suo intervento, per il coraggio e la prontezza dimostrati”.

Lo afferma un comunicato della Guardia costiera Capitaneria di porto di Venezia, in relazione al caso della multa di 1.032 euro ad un bagnino che, dopo aver salvato all’annegamento una turista, il 3 settembre scorso, non allertò celermente la Capitaneria di porto., come da protocollo. Il direttore marittimo del Veneto, ammiraglio Filippo Marini, afferma che “in merito al verbale amministravo contestato dalla Guardia costiera di Jesolo, stiamo effettuando i necessari accertamenti per valutare le circostanze che hanno portato alla contestazione. Un elemento da valutare sarà certamente il contesto in cui si sono svolti i soccorsi e la concitazione che ha caratterizzato il momento di emergenza. Se le circostanze saranno confermate e ricorreranno i presupposti si potrà valutare, come previsto, anche l’archiviazione del verbale amministrativo”.

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