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Lo sguardo fa la differenza tra lupi e cani

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Più ci guardano in viso e negli occhi per chiedere aiuto, piu’ sono dipendenti da noi: i ricercatori lo chiamano “gazing behaviour” ed è uno dei segnali che indicano la distanza evolutiva dei cani dal lupo. Lo indica la ricerca pubblicata sulla rivista Royal Society Open Science e condotta da una equipe tutta al femminile composta dalla docente dell’Università di Pisa, Elisabetta Palagi, dalle studentesse Veronica Maglieri ed Erica Tommasi, con la psicologa dell’Università di Milano Emanuela Prato-Previde. Le ricercatrici, spiega una nota dell’Ateneo pisano, “hanno scoperto che il cane lupo cecoslovacco è il piu’ vicino alle razze canine antiche e primitive, e quindi al lupo, seguito dal pastore tedesco e dal labrador retriever”. Per Maglieri e Tommasi, “il gradiente di gazing behaviour ha il suo minimo nel cane lupo cecoslovacco e il suo massimo nel labrador retriever, mentre i pastori tedeschi si collocano a livello intermedio”. I cani “sono stati sottoposti a un protocollo denominato ‘Impossible task’, che consiste nel mettere il soggetto davanti a una situazione impossibile da risolvere (cibo non raggiungibile), per verificare se e come ‘chiede aiuto’ attraverso lo sguardo, rivolgendosi allo sperimentatore o al proprietario”. Durante i test i cani lupo cecoslovacchi lanciavano agli umani occhiate piu’ fugaci e veloci, contrariamente agli altri due gruppi che invece dirigevano spesso lo sguardo e il muso verso i loro compagni umani. Differenze di comportamento più evidenti nelle preferenze di gazing: “I cani lupo cecoslovacchi – sottolinea l’Ateneo – preferivano rivolgere lo sguardo verso le sperimentatrici, le uniche a manipolare la ricompensa, mettendo in secondo piano il vincolo affettivo con il padrone, mentre per i pastori tedeschi prevaleva comunque il legame con il proprietario. Nessuna preferenza è stata rilevata invece per i labrador retriever”. Per Palagi, “il cane lupo cecoslovacco per la sua recente e meno intensa selezione artificiale è una razza più antica e primitiva, geneticamente piu’ vicina al lupo e meno orientata verso l’essere umano rispetto alle altre razze”.

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In 10 anni 146 disastri meteo, agricoltura in ginocchio

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In Italia negli ultimi dieci anni, in particolare dal 2015 al 20 settembre 2024, sono stati registrati 146 eventi meteo estremi che hanno causato danni all’agricoltura, pari al 7,4% del totale degli eventi avvenuti nello stesso periodo in Italia. Lo evidenzia il report Città Clima – speciale Agricoltura di Legambiente realizzato in collaborazione con il Gruppo Unipol – indicando che “preoccupa in particolare l’accelerata degli ultimi due anni 2023-2024, con 79 eventi meteo estremi con danni al settore, che è oltre la metà del totale registrato negli ultimi 10 anni. Sei le regioni più colpite: Piemonte con 20 eventi, seguito da Emilia-Romagna (19), Puglia (17), Sicilia e Veneto (ciascuna con 14), Sardegna (11) con danni alle produzioni di frutta, ortaggi, mais, barbabietole, frutteti e vigneti che sono stati sradicati.

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Trovato un ecosistema preistorico fossile in Valtellina

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Orme di anfibi e rettili, ma anche piante, semi, impronte di pelle e persino gocce di pioggia: è un vero e proprio ecosistema fossilizzato su lastre di arenaria, quello scoperto nel Parco delle Orobie Valtellinesi in provincia di Sondrio. Riportato alla luce dallo scioglimento di neve e ghiaccio causato dal cambiamento climatico, conserva tracce di vita risalenti a 280 milioni di anni fa. I primi reperti, recuperati pochi giorni fa a 3.000 metri di quota con una spettacolare operazione supportata da un elicottero, sono stati mostrati per la prima volta al Museo di Storia Naturale di Milano.

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Copernicus: 2024 l’anno più caldo, sforerà limite 1,5 gradi

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Il 2024 sarà l’anno più caldo mai registrato, e la temperatura media globale sarà più di 1,5 gradi sopra i livelli pre-industriali, probabilmente più di 1,55 gradi. Lo scrive in un comunicato il servizio meteo della Ue, Copernicus.

“L’anomalia media della temperatura globale per i primi 10 mesi del 2024, da gennaio ad ottobre – scrive Copernicus -, è stata di 0,71 gradi superiore rispetto alla media 1991-2020: è la più alta mai registrata per questo periodo, e di 0,16 gradi più alta dello stesso periodo del 2023”.

Secondo il servizio meteo della Ue, “è ora virtualmente certo che il 2024 sarà l’anno più caldo mai registrato. L’anomalia della temperatura media per il resto del 2024 dovrebbe crollare quasi a zero perché il 2024 non risulti l’anno più caldo”. Inoltre, prosegue Copernicus, “dato che il 2023 è stato 1,48 gradi sopra il livello pre-industriale, è virtualmente certo che la temperatura globale annuale per il 2024 sarà di più di 1,5 gradi sopra il livello pre-industriale, ed è probabile che sarà superiore di più di 1,55 gradi”.

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