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Cronache

Lite finisce nel sangue, amico confessa il delitto

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Un giovane si presenta al pronto soccorso di Brunico con varie ferite. Le insistenti domande dei sanitari su come se le fosse procurate lo fanno crollare e confessa di aver ucciso un suo amico poco prima nel suo appartamento a termine di una lite e di aver poi gettato l’arma del delitto, un coltello, e il cellulare nel fiume Rienza. A questo punto chiama il 112 e ripete ai carabinieri quanto appena detto ai sanitari. E’ quanto e’ accaduto la scorsa notte nella cittadina della val Pusteria. Per il delitto e’ stato fermato il polacco, Oskar Kozlowski, di 21 anni, che da alcuni anni vive in Alto Adige. La vittima e’ Maximum Zanella, 30enne d’origine russe, adottato da bambino da una famiglia altoatesina. La Procura di Bolzano indaga per omicidio volontario, non tralasciando per il momento nessuna ipotesi. Il ritrovamento di un teschio nell’appartamento della vittima, nel quale e’ stato compiuto il delitto, e il fatto che il fermato, secondo foto pubblicate sui social media, avesse tatuato sul braccio il numero ‘666’, hanno alimentato voci su un possibile retroscena satanista. In merito la Procura ha pero’ precisato che “sul movente non ci sono ancora elementi” utili. Smentiscono nettamente questa pista i genitori della vittima, Carlo Alberto Zanella, presidente provinciale del Cai, e la moglie. Il teschio – spiegano – e’ una solo una specie di sopramobile di plastica, nient’altro. I coniugi Zanella e la loro figlia non si danno pace. Descrivono Maximum come ragazzo “timido e buono”, che in passato “ha compiuto qualche errore come tanti ragazzi”. Da sei anni viveva a Brunico e attualmente lavorava come bagnino nella piscina della cittadina. Si sentivano piu’ volte al giorno, cosi’ anche ieri sera. Il figlio sembrava tranquillo. Cosa sia successo nella ore successive lo potra’ chiarire solo Oskar Kozlowski che sara’ sentito a breve per l’interrogatorio di garanzia.

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Cronache

Uccise due amiche a Melbourne, preso 47 anni dopo a Roma

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Dopo quasi mezzo secolo di indagini arriva la svolta su un duplice omicidio che nel 1977 sconvolse la città australiana di Melbourne. Il presunto responsabile è stato arrestato a Roma, dall’altra parte del mondo. Si tratta di un 65enne greco-australiano accusato di aver ucciso due giovani amiche colpendole con decine di coltellate. È stato fermato dalla polaria giovedì sera all’aeroporto di Fiumicino dove era atterrato con un volo dalla Grecia per una vacanza nella città eterna. Aveva con sé una carta d’identità greca che riportava un nome simile a quello con cui era conosciuto in Australia. Era ricercato a livello internazionale da sette anni.

Dopo l’omicidio l’uomo, all’epoca adolescente, era stato ascoltato dagli inquirenti e rilasciato. Poi grazie ai ‘progressi tecnologici’ nel corso degli anni c’è stata un’accelerazione nelle indagini. Nel 2017 gli sarebbe stato richiesto un campione di Dna e da quel momento l’uomo si è reso irreperibile. Ma gli investigatori australiani sarebbero riusciti comunque a fare una comparazione individuandolo come responsabile del delitto. “Ora l’Australia avvierà le procedure di estradizione per il sospettato, un cittadino greco-australiano che viveva in Grecia dove era protetto dalla prescrizione” ha annunciato in una conferenza stampa il capo della polizia dello Stato australiano di Victoria, Shane Patton, descrivendo questo ‘cold case’ come il più lungo e grave dello Stato australiano.

Nel 2017 la polizia aveva anche offerto una ricompensa di un milione di dollari australiani (680mila dollari americani) per informazioni che portassero a un arresto del responsabile del duplice omicidio definito dal capo della polizia “assolutamente raccapricciante, orribile e frenetico”. Suzanne Armstrong di 27 anni e Susan Bartlett di 28 anni furono trovate morte a gennaio del 1977 nell’appartamento che condividevano nel sobborgo di Melbourne. Erano in una pozza di sangue. Sui loro corpi i segni di decine di coltellate. In casa con le due ragazze, amiche fin da quando erano bambine, c’era anche il figlio di Suzanne, che aveva solo 16 mesi. Fu proprio il pianto del bambino, fortunatamente illeso nel suo lettino, a far scattare l’allarme. Emozione tra i parenti delle vittime alla notizia dell’arresto del sospettato. Le famiglie di Susan e Suzanne si sono dette “riconoscenti per non essere state dimenticate” al detective che segue il caso dal 2015 e ha comunicato la svolta.

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Cronache

Calcinacci da facciata San Gregorio, vertice in prefettura

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Convocata dal Prefetto di Napoli, Michele di Bari (nella foto), si è tenuta oggi una riunione relativa all’effettuazione dei lavori di messa in sicurezza conseguenti alla caduta di calcinacci dalla facciata del chiostro di San Gregorio Armeno. All’incontro, presieduto dal vice prefetto vicario Gaetano Cupello hanno partecipato Rosalia D’Apice, delegato della Soprintendenza Archeologica Belle Arti e per il Paesaggio del Comune di Napoli e il Comandante della Polizia Locale di Napoli Ciro Esposito. Nel corso della riunione è stata definito che nella prima mattinata di lunedì, con ordinanza sindacale, verrà chiusa al traffico la via San Gregorio Armeno, per la durata di cinque giorni, affinché la ditta incaricata dalla Soprintendenza possa provvedere ad installare il mezzo meccanico per effettuare i lavori di messa in sicurezza della facciata del complesso, mentre verranno verificate le altre facciate non interessate dal distacco di materiale. È stata inoltre disposta una vigilanza continuativa da parte della Polizia Locale dell’area prospiciente la facciata interessata dal distacco, attualmente già transennata.

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Cronache

Ucciso mentre difende una donna, fiori su luogo dell’aggressione

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Qualche mazzo di fiori, la sciarpa del Venezia calcio e un biglietto di ringraziamento, si trovano sul luogo in cui ieri sera è stato accoltellato a morte Giacomo Gobbato, aggredito assieme a un amico per aver cercato di sventare una rapina a una donna, a Mestre (Venezia). Il punto dell’aggressione si trova in uno dei viali di ingresso alla città di terraferma, Corso del Popolo, su un marciapiede solitamente percorso dagli studenti di due licei vicini, un classico e un artistico.

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