E’ un’Italia che piace quella, giovane, di Luciano Spalletti. Non è più quella pallida copia di se stessa vista a Euro 2024, che fin dalle prime battute dei suoi match subiva l’iniziativa degli avversari e spesso prendeva dei gol. Oggi quella squadra sembra nulla più di un semplice ricordo, anche se serviranno ulteriori conferme, a partire dalla sfida di domenica a S. Siro contro la Francia, già battuta a Parigi. L’importante è che si continui così, come sta accadendo in questa Nations League, dove l’Italia approda ai quarti, e che Donnarumma continui ad essere quel baluardo che è ogni volta che veste la maglia della nazionale. Oggi la ‘vittima’ di turno, anche questa volta battuta in casa, così come è successo ai francesi, è stata il Belgio di un evanescente Lukaku, anche lui, come l’Italia di qualche mese fa, pallida copia di se stesso.
La squadra scesa in campo al ‘Re Baldovino’ di Bruxelles, con Barella sottopunta e Rovella in cabina di regia, ha preso il controllo della situazione fin dal primo istante e il gol arrivato all’11’ è stata la naturale conseguenza di questo predominio. La rete è nata da una verticalizzazione di Barella, sul quale De Cuyper non è stato pronto a intervenire permettendo a Di Lorenzo di arrivare sul fondo: il capitano del Napoli ha servito Tonali che, trovandosi da solo nell’area piccola, non ha avuto problemi nello sbloccare il match.
A quel punto, per tutto il resto dei primi 45′, la squadra di Spalletti ha soprattutto gestito il pallone, con Retegui che si è dato molto da fare in avanti ma non ha avuto troppi palloni giocabili, mentre il Belgio, nonostante le iniziative dell’ottimo Trossard, non si è mai reso pericoloso e Donnarumma non ha corso rischi. Per questo il portiere azzurro si è dedicato anche a qualche mossa utile per scaldarsi, vista la temperatura della serata di Bruxelles.
Proprio Trossard, al 12′ st, ha costretto l’estremo difensore azzurro a una parata in tuffo per deviare in corner il destro calciato al volo dal talento belga. Poco dopo si è fatto trovare pronto anche su un destro di Openda che avrebbe potuto creargli più di un grattacapo. Sono stati questi i segnali del risveglio della nazionale di casa che nella ripresa, dopo un paio di buone occasioni azzurre sciupate da Retegui (tiro deviato in corner da Casteels) e Di Lorenzo (conclusione respinta sulla linea da Theate), ha provato a fare il match, facendo soffrire l’Italia, che però ha avuto il merito di avere lo spirito giusto e, di nuovo, interpretare una gara nel giusto modo.
I seimila tifosi italiani presenti allo stadio hanno avuto ancora un brivido quando Faes, difensore sganciatosi in avanti, ha colpito in pieno il palo con un colpo di testa che ha impresso al pallone un effetto ‘a palombella’. Detto che anche Lukaku non ha sfruttato al meglio il cross di Trossard sul quale ha fallito l’occasione del pareggio, alla fine per questa Italia che quando gioca si diverte è arrivata una meritata vittoria che la lancia verso la sfida ai francesi: domenica basterà un pari per vincere il girone. Con uno sguardo, oltre che alla Nations League, alle qualificazioni del prossimo Mondiale, l’appuntamento assolutamente da non mancare dopo i due in cui l’Italia non c’era. Non deve più accadere, lo sa Spalletti e lo sanno i suoi.
La Lega Serie A mette in standby l’ipotesi di ricorso contro lo statuto Figc. Le undici lettere inviate da altrettanti club per schierarsi contrari all’ipotesi di impugnare il testo del nuovo statuto, approvato dall’assemblea federale lo scorso 4 novembre, hanno portato l’assemblea della Lega andata in scena in serata in videoconferenza a lanciare la palla in tribuna: prima infatti si attenderà la decisione del Coni, che è chiamato a breve ad esprimersi e approvare o meno il nuovo statuto federale proposto dal presidente Figc Gabriele Gravina e approvato appunto in assemblea due settimane fa. Motivo per cui in Lega non si è arrivati al voto, anche se le posizioni tra le società sono chiare.
Gli undici club che hanno inviato la lettera contro il ricorso (Atalanta, Bologna, Como, Fiorentina, Inter, Juventus, Monza, Parma, Roma, Udinese e Venezia) sono sostanzialmente le stesse che il 4 novembre si sono astenute in assemblea federale, creando una prima spaccatura nella massima serie visto le otto che invece avevano votato contro. Ma soprattutto oggi hanno deciso di inviare un messaggio chiaro: l’eventuale ricorso non sarà a nome dell’intera Lega Serie A, visto che serve la maggioranza per deliberare l’impugnazione. Resta l’ipotesi che un singolo club si muova da solo contro la Figc, ma per ora non se ne è parlato in Lega.
In assemblea invece si è discusso, anche tra club, sulle rispettive posizioni, con esposizioni da parte dei singoli dirigenti in una riunione in cui non sono mancati toni anche accesi verso le undici società che hanno inviato la lettera (“come fa ad andarvi bene il nuovo statuto se non hanno accolto le nostre proposte?”, il senso delle discussioni). Ora si attenderà l’approvazione da parte del Coni, come ente ultimo previsto dalle norme, del nuovo statuto federale, per poi capire se ci sarà ancora la volontà di proseguire sull’ipotesi del ricorso.
“Penso che Jannik (Sinner ndr) si meriti il successo. È un bel numero 1 al mondo, vince molti tornei ed è molto giovane. Ha 23 anni, ha forse 13, 14 anni davanti a sé in cui può giocare e vincere”. Così, nella conferenza stampa post match, Daniil Medvedev, dopo la sconfitta che lo ha estromesso dalle Atp Finals.
“Jannik gioca bene – aggiunge – ed è in un momento di piena fiducia. A malapena manca un tiro e colpisce forte. È difficile interpretarlo. Ti mette sotto pressione e in un certo senso non l’ho affrontato abbastanza bene. Ho sbagliato alcuni colpi in alcuni momenti importanti. Non è facile batterlo, molte persone ci provano, molte persone falliscono”, osserva Medvedev sottolinendo che “c’è uno che lo fa un po’ più volte degli altri, ed è Carlos (Alcaraz ndr). Sì – conclude- è un avversario molto, molto forte”.
L’obiettivo “minimo” è raggiunto. Jannik Sinner è in semifinale alle Atp Finals di Torino. La corsa al titolo più prestigioso del circuito ora entra nella fase calda. Si parte dal percorso netto dell’azzurro – tre successi su tre incontri, sei set vinti e nessuno perso – nel girone di qualificazione. Un buon viatico. Seppur con il passaggio del turno in tasca (il set vinto da De Minaur contro Fritz, che si è qualificato anche lui per le semifinali, gli ha spianato la strada matematicamente già nel pomeriggio), l’altoatesino non ha tradito la sua “etica professionale”, giocando senza risparmiarsi contro Daniil Medvedev.
Il dinoccolato russo aveva bisogno di una vittoria per proseguire l’avventura alle Finals, ma è stato schiacciato dall’irruenza di Sinner. Il punteggio finale è severo: 6-3 6-4. Con questo successo, inoltre, il talento di San Candido si porta avanti nel bilancio delle sfide con il moscovita, che solo fino ad un anno fa era considerato la sua “bestia nera”: su 15 partite nel circuito professionistico, otto sono state vinte dall’azzurro. Il match si è sviluppato secondo copione: violenti colpi da fondo campo per tentare di spostare l’avversario e creare i varchi dove chiudere il punto. Poche le discese a rete, rare le palle corte. Non sempre spettacolare, ma non è una novità nella sfide tra i due. Fondamentale, come spesso avviene su questa superficie, è stata la velocità. Fondamentale anche il supporto del pubblico. Ma soprattutto fondamentali sono stati i numerosi errori del russo.
Il primo set è partito sul filo dell’equilibrio: servizi spesso vincenti o quantomeno determinanti per la conquista del punto, da una parte e dall’altra. Al sesto game Sinner ha avuto due palle break ma Medvedev ha recuperato e portato a casa il gioco. All’ottavo game però il miracolo non gli è riuscito e, sotto 0-40 (dopo tre errori non provocati), ha dovuto cedere il passo. Per Sinner è stato un gioco da ragazzi aggiudicarsi il set, punteggio 6-3 in 32 minuti. Nel secondo set la musica è stata la stessa, almeno all’inizio. Sinner ha alzato il ritmo, le sue palle si sono infilate nella difesa del russo come un coltello nel burro. Al terzo game è arrivato il break e l’azzurro ha messo la testa avanti.
Quando la partita sembrava essersi incanalata in un binario favorevole a Sinner, è arrivato il controbreak, favorito da un doppio errore di diritto del numero 1 del mondo. Dal possibile 4-2 si è passati così al 3-3. Medvedev ha ripreso fiducia, le sue palle hanno spesso spolverato le righe. Ma al nono game il russo ha ricominciato a collezionare errori ed è stato di nuovo break. Senza storia l’ultimo gioco, chiuso con l’ennesimo errore del tennista di Mosca. Il match è durato un’ora e 12 minuti. Al termine Jannik ha omaggiato il pubblico della Inalpi Arena scrivendo “Grazie Torino” sulla telecamera a bordo campo.
“Stasera un sorriso ci sta – ha detto a caldo – perché è stata una bella partita, l’atmosfera è stata bellissima. Per me vuol dire tanto. E’ stata una gara difficile. Ho cercato di giocare tatticamente nella maniera giusta. Il primo obiettivo era di arrivare in semifinale, siamo contenti, poi sabato vedremo come va. Spero di alzare il livello, ma onestamente sono contento”.