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L’incubo giudiziario di Marina Addati, 32 mesi in cella accusata di voler avvelenare le figlie: assolta

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Nella giornata di ieri, nella Corte di Appello di Roma, è stata pronunciata una sentenza che ha posto fine a un incubo durato otto anni per Marina Addati, cittadina napoletana accusata di aver tentato di avvelenare le sue due figlie piccole. I giudici della prima sezione della Corte di Appello hanno emesso una sentenza di assoluzione piena, restituendo dignità e libertà a una donna che ha vissuto anni di angoscia e dolore.

La vicenda di Marina Addati è stata una storia drammatica che l’ha vista accusata di uno dei crimini più abietti: il tentato omicidio delle proprie figlie attraverso la somministrazione di potenti medicinali soporiferi. Le accuse sostenevano che Marina avesse agito per attirare l’attenzione su di sé, soffrendo della sindrome di Münchhausen per procura, un disturbo in cui il tutore simula malattie nei bambini per ottenere attenzione.

L’incubo di Marina è iniziato nel 2016 con l’avvio delle indagini e l’arresto, che l’ha portata a passare 32 mesi in carcere. Le accuse si basavano su test che avevano riscontrato la presenza di sostanze sospette nei corpi delle figlie, ricoverate rispettivamente al Santobono di Napoli e al Bambin Gesù di Roma. Tuttavia, durante i processi, le prove si sono dimostrate meno solide e il quadro indiziario è vacillato.

Accusata di avere tentato di avvelenare la figlia, assolta madre

Decisivo è stato il lavoro difensivo dell’avvocato Domenico Pennacchio, che è riuscito a ribaltare le richieste della Procura. Marina è stata assolta sia a Napoli (dove il verdetto è definitivo) sia due volte a Roma. Le accuse di somministrazione di farmaci neurolettici e anticonvulsivanti alle figlie non hanno retto in aula, portando a una sentenza di assoluzione.

Nonostante l’assoluzione, il dramma di Marina non è completamente finito. La donna non può ancora riabbracciare le sue due figlie, che ora hanno 11 e 8 anni, poiché sono affidate ai parenti e la potestà genitoriale è stata revocata sia a lei che al marito. Il ritorno a casa delle bambine non è ancora garantito, e Marina continua a lottare per riunire la sua famiglia.

Dopo la sentenza, Marina ha espresso il suo desiderio più grande: “Ridatemi le mie figlie, voglio la mia famiglia”. La sua voce resta un grido di speranza e di giustizia, in un percorso che, nonostante l’assoluzione, richiederà ancora tempo e impegno per sanare le ferite familiari e riconquistare una vita normale.

La vicenda di Marina Addati si chiude con una sentenza di assoluzione che mette fine a otto anni di sofferenza e accuse infamanti. Tuttavia, il percorso verso la completa riabilitazione e il ricongiungimento con le sue figlie è ancora lungo. La sua storia è un monito sulla complessità e l’importanza di una giustizia che sappia distinguere tra verità e pregiudizi, restituendo dignità e speranza a chi è stato ingiustamente accusato.

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Mafia e estorsioni, tra gli arrestati anche ex senatore Papania

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Tra gli arrestati c’è l’ex senatore del Pd Antonino Papania, 75 anni, fondatore del movimento politico “Via”, accusato di scambio elettorale politico-mafioso. E’ stato arrestato anche l’ex vice sindaco di Alcamo, Pasquale Perricone 69 anni ritenuto l’intermediario fra Papania e il clan mafioso di Alcamo. Tra gli indagati Gregorio Savio Ascari, 54 anni, Giorgio Benenati, 55 anni, Francesco Coppola, 64 anni, Giosuè Di Gregorio, 54 anni, Salvatore Li Bassi 66 anni, Antonino Minio, 53 anni, Giuseppe Pipitone, 61 anni, Giuseppe Schiacchitano, 49 anni.

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Criminalità in Italia: Milano e Roma ai vertici, Napoli tra le metropoli più sicure

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I reati denunciati in Italia tornano a salire nel 2023, segnando il primo aumento dal 2013. Dopo la brusca frenata dovuta alla pandemia, il volume dei reati ha recuperato i livelli pre-Covid, superando per la prima volta le cifre del 2019. Secondo i dati forniti in esclusiva al Sole 24 Ore dal Dipartimento di Pubblica Sicurezza, i reati “emersi” nel 2023 sono stati 2,34 milioni, con un incremento del 3,8% rispetto all’anno precedente e dell’1,7% rispetto al 2019.

La crescita non indica necessariamente una recrudescenza della criminalità, come sottolineato dagli esperti: le oscillazioni su base annua devono essere monitorate, e i dati provvisori del primo semestre del 2024 mostrano già una lieve flessione (-1,1%). Tuttavia, il trend in aumento di reati violenti e truffe informatiche richiede particolare attenzione.

Napoli tra le città più sicure

Dall’analisi del Sole 24 Ore sull’Indice della criminalità, che considera i reati denunciati ogni 100mila abitanti, emerge un quadro interessante sulle principali città italiane. Milano, Roma e Firenze guidano la classifica delle città più colpite dai reati, con Milano che registra il maggior numero di denunce per abitante, seguita da Roma e Firenze.

In controtendenza rispetto ad altre metropoli, Napoli si posiziona bene, risultando una delle grandi città italiane meno violente (12esima posizione). Con un’incidenza di 4.576 reati ogni 100mila abitanti, Napoli registra numeri inferiori rispetto a città come Torino, Bologna e Firenze. Questo risultato evidenzia come, nonostante la sua reputazione spesso associata a episodi di criminalità, Napoli sia riuscita a contenere i livelli di reati denunciati, mostrando una dinamica più positiva rispetto ad altre città del Centro-Nord.

Aumento dei reati informatici e violenti

A livello nazionale, il report evidenzia un aumento significativo dei reati informatici e delle frodi, che hanno sostituito in parte la criminalità predatoria su strada. Le truffe informatiche sono cresciute del 10,3% rispetto al 2022 e del 42% rispetto al pre-pandemia. Inoltre, i reati violenti, come rapine in pubblica via e percosse, hanno mostrato un incremento preoccupante, soprattutto nelle aree metropolitane.

La geografia della criminalità

L’indice della criminalità, aggiornato per il 2023, offre una mappatura delle province italiane in cui si concentrano maggiormente le denunce. Milano, con oltre 230mila denunce, guida la classifica, seguita da Roma con oltre 256mila denunce. Napoli, invece, si colloca in una posizione più bassa, confermandosi una città meno interessata da fenomeni di criminalità rispetto ad altre metropoli, sebbene il numero totale di reati denunciati (135.805) resti rilevante.

In conclusione, sebbene i reati in Italia siano tornati a salire, il trend complessivo non suggerisce una “nuova emergenza criminalità”. L’Italia rimane, in termini generali, un paese più sicuro rispetto al passato, con le città del Nord in cima alla classifica per numero di reati denunciati, mentre Napoli si distingue per una migliore gestione del fenomeno criminale nelle sue strade.

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Calcio: Conte, questa squadra non si sporcava tanto le mani, siamo in crescita

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“Questa è una squadra che negli anni non amava tanto sporcarsi le mani, dopo quello che è successo l’anno scorso lo switch sta proprio in questo tipo di situazioni, oltre alle qualità tecniche e all’organizzazione che mettiamo. La squadra oggi mi è piaciuta, ha fatto ottime cose, anche nella pressione siamo stati bravi. E’ una squadra sicuramente in crescita, però questo aspetto non è facile da impiantare da oggi al domani. Quando ho denunciato alcune cose (post ko con il Verona, ndr), siccome ho un gruppo di ragazzi per bene, loro hanno capito e stiamo lavorando sulla voglia e sulla cattiveria”.

Lo ha detto il tecnico del Napoli Antonio Conte ai microfoni di Sky dopo il successo ottenuto in casa del Cagliari. “E’ un campo difficile, c’era vento ed era molto secco – ha aggiunto – Abbiamo iniziato molto bene, po’ c’è stata la questione dei fumogeni e dei botti che li ha un po’ facilitati perché ci ha spezzato il ritmo. Hanno usato palle lunghe e calci da fermo e ci hanno messo un po’ in difficoltà, poi a fine primo tempo abbiamo visto ciò che dovevamo fare meglio”. SPR NG01 azn 152038

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