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Cronache

L’impiegato accusato di accessi abusivi ai dati finanziari di istituzioni statali forse aveva complici

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Vincenzo Coviello, l’impiegato di Intesa Sanpaolo al centro di un’indagine che ha scosso il mondo finanziario e istituzionale italiano forse aveva complici. Secondo quanto riportato nel decreto di perquisizione della Procura di Bari, Coviello avrebbe compiuto accessi informatici abusivi ai dati finanziari di istituzioni cruciali per la Repubblica Italiana e dei loro familiari e collaboratori. Questi dati, considerati riservati e di fondamentale importanza per la sicurezza dello Stato, sarebbero stati consultati per fini che devono ancora essere chiariti.

L’impiegato, che lavorava presso il distaccamento di Bisceglie della Filiale Agribusiness di Barletta, avrebbe agito “in concorso e previo concerto con persona/e da identificare”. La Procura sospetta che dietro le azioni di Coviello vi siano mandanti ancora sconosciuti, interessati ad ottenere informazioni delicate per ragioni di sicurezza nazionale o di interesse politico.

L’accusa: accessi abusivi e tentato procacciamento di notizie riservate

L’inchiesta si basa su una serie di reati, tra cui l’accesso abusivo ai sistemi informatici di Intesa Sanpaolo e il tentativo di ottenere notizie che avrebbero dovuto rimanere segrete per motivi di sicurezza dello Stato. Coviello avrebbe sfruttato la sua posizione lavorativa per accedere a dati protetti, effettuando ben 6637 accessi non autorizzati a 679 filiali dell’istituto bancario e a 3572 clienti, tra cui figure istituzionali di alto profilo come la premier Giorgia Meloni, i ministri Santanché, Fitto, Crosetto e il presidente del Senato Ignazio La Russa.

Come ha agito Coviello

Secondo le prime ricostruzioni, gli accessi ai dati sarebbero avvenuti con relativa facilità, sfruttando la semplice ricerca nei sistemi informatici della banca dei nominativi di persone specifiche. Non risulta, al momento, che Coviello abbia forzato o hackerato i sistemi di sicurezza della banca. Tuttavia, l’abuso delle sue mansioni ha permesso di accedere a informazioni che dovevano rimanere confidenziali.

L’indagine ha preso il via grazie alla querela di un professionista di Bitonto, presentata il 22 luglio 2024. Tale denuncia ha portato alla scoperta degli accessi abusivi, al conseguente licenziamento di Coviello e al sequestro dei suoi dispositivi elettronici, tra cui telefoni, pc e tablet, sia personali che aziendali.

Le indagini in corso

Gli inquirenti della Procura di Bari stanno ora cercando di capire se l’ex impiegato abbia agito da solo o su mandato di terzi, ipotesi che potrebbe allargare ulteriormente lo spettro delle responsabilità. Il sospetto è che Coviello, impiegato di livello medio presso Intesa Sanpaolo, possa aver procurato informazioni per conto di persone o organizzazioni esterne.

L’inchiesta prosegue, con gli investigatori che cercano di identificare i mandanti degli accessi abusivi e di chiarire la destinazione delle informazioni ottenute da Coviello.

Conclusione

Questo caso solleva preoccupazioni su possibili falle nei sistemi di sicurezza informatica delle grandi banche italiane e sulla facilità con cui dati sensibili possono essere consultati e potenzialmente utilizzati per scopi illeciti. L’opinione pubblica attende ora ulteriori sviluppi dalle indagini, mentre la Procura di Bari continua a cercare risposte.

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Cronache

Cosenza: costringono madre e figlia minorenne a prostituirsi, due arresti

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I carabinieri della compagnia di Cosenza hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal gip presso il Tribunale di Catanzaro su richiesta della locale Procura della Repubblica, nei confronti di un uomo e una donna per gravi indizi in ordine ai delitti, ipotizzati nei loro confronti in concorso, di induzione e sfruttamento della prostituzione, anche minorile, in danno di due donne, madre e figlia, quest’ultima minorenne.

Per l’uomo di Cosenza, cui è stato contestato anche il delitto di violenza sessuale in danno della minore, è stata disposta la custodia cautelare in carcere, mentre alla donna che conviveva con lui, e lo aiutava fornendo alle vittime abiti e indicando loro i comportamenti da assumere in occasione degli incontri con i clienti, è stata applicata la misura cautelare degli arresti domiciliari. Le indagini, che si sono articolate nell’acquisizione delle denunce delle vittime presso la stazione dei carabinieri di Castrolibero (CS) e di elementi a riscontro (ovvero il sequestro di una pistola scacciacani utilizzata per costringere le due donne alla prostituzione e alla corresponsione degli introiti), hanno consentito di delineare la gravità indiziaria circa la sussistenza di un’attività di induzione e sfruttamento della prostituzione, nonché del reato di violenza sessuale.

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Cronache

Insulti razzisti in partita di calcio, due Daspo

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Due persone, di 65 e 79 anni, hanno ricevuto dal Questore di Padova, Marco Odirisio, notifica di Daspo per 5 anni in seguito agli insulti razzisti nei confronti di un assistente di gara in occasione della partita del Campionato Dilettanti di Promozione – girone C, tra il Nuovo Monselice e Torre del 29 settembre scorso. Nell’occasione la partita venne sospesa dopo che i due tifosi, di Monselice e di Ferrara, avevano augurato all’assistente di gara dell’arbitro di tornare nel proprio paese e di morire. Gli agenti della Digos e della Divisione Polizia Anticrimine hanno accertato che, presso lo stadio comunale di Monselice, a partire dal ventesimo minuto del secondo tempo alcuni spettatori del settore della tifoseria locale, avevano più volte indirizzato offese e insulti razzisti al guardalinee, un 30enne ivoriano proveniente dalla provincia di Treviso i quale aveva poi denunciato il fatto.

Sulla base delle testimonianze e anche dal resoconto arbitrale è emerso che i due tifosi, già noti per simili episodi, hanno ininterrottamente offeso l’assistente anche dopo la fine della gara e insultandolo anche quando stava lasciando lo stadio con la propria auto. La gravità della situazione aveva, pertanto, indotto l’arbitro a sospendere definitivamente l’incontro di calcio. I due destinatari dei provvedimenti sono anche stati segnalati per il reato di propaganda ed istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale, aggravati dall’aver agito in un luogo dove si stava svolgendo una manifestazione sportiva. Il questore aveva preso un analogo provvedimento quando a Camin (Padova) il 3 dicembre, una 16enne, arbitro di basket, fu bersaglio dei supporters della squadra ospite di insulti sessisti oltre a frasi ingiuriose oltre ad augurarle di fare “la fine di quella di Vigonovo!”, con chiaro riferimento alla morte di Giulia Cecchettin avvenuta pochi giorni prima. All’autore fu notificato un Daspo per 5 anni da tutte le manifestazioni.

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Cronache

Tragico incidente sulla Palermo-Sciacca: tre vittime e tre bambini feriti gravemente

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Un drammatico incidente stradale si è verificato oggi lungo la statale Palermo-Sciacca, lasciando un tragico bilancio di tre persone decedute e tre bambini gravemente feriti. L’impatto, avvenuto in circostanze ancora da chiarire, ha coinvolto più veicoli e ha richiesto l’intervento immediato dei soccorsi.

I soccorsi e l’intervento dei vigili del fuoco

Sul luogo dell’incidente sono intervenuti tempestivamente i sanitari del 118, i carabinieri e i vigili del fuoco, che hanno lavorato per estrarre le vittime dalle lamiere contorte dei veicoli coinvolti. L’operazione di soccorso si è rivelata estremamente complessa a causa delle gravi condizioni in cui versavano i mezzi.

Tre bambini in codice rosso trasportati in ospedale

I tre bambini feriti, trasportati in codice rosso presso l’ospedale, sono attualmente sotto osservazione dei medici. Le loro condizioni sono giudicate critiche, e i sanitari stanno facendo il possibile per garantire loro le cure necessarie.

Statale chiusa al traffico

La strada statale Palermo-Sciacca è stata temporaneamente chiusa al traffico per consentire le operazioni di soccorso e mettere in sicurezza l’area. Le autorità stanno lavorando per ricostruire la dinamica dell’incidente e capire cosa abbia causato questa tragica fatalità.

Indagini in corso per accertare le cause dell’incidente

Le forze dell’ordine stanno indagando sull’accaduto per chiarire le responsabilità e comprendere cosa abbia provocato l’incidente. La zona rimarrà presidiata per garantire il corretto svolgimento delle operazioni di recupero e messa in sicurezza.

(la foto in evidenza per illustrare l’articolo è frutto della creazione dell’IA) 

 

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