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Cronache

Lezione di giornalismo dell’arcivescovo di Napoli ai giornalisti napoletani: più spazio ai fatti di cronaca bianca

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Comunicare il bene, dare piu’ spazio ai fatti di ‘cronaca bianca’ che mettono in risalto l’impegno spassionato dei volontari, dare voce alla citta’ che lavora per aiutare gli altri. E’ l’invito che l’arcivescovo di Napoli, don Mimmo Battaglia, rivolge ai giornalisti con una lettera aperta scritta in giorni in cui e’ costretto all’isolamento a causa del Covid. Prima di tutto il suo e’ un “grazie” rivolto agli operatori dell’informazione “perche’ non vi tirate indietro quando c’e’ da correre nei luoghi difficili, segnati dalla morte, dal pericolo, dalla difficolta’. E grazie soprattutto perche’ non vi girate dall’altra parte quando c’e’ da denunciare il marcio della nostra societa’, ovunque esso si trovi, mettendoci la faccia e pagando di persona se necessario, come accaduto ad esempio all’indimenticabile Giancarlo Siani”. Ma, e’ la sua riflessione, “con voi vorrei domandarmi se non sia il caso di dare piu’ spazio alla cronaca “bianca” facendo conoscere ed esaltando il tanto bene e la tanta bellezza che c’e’ nel mondo, iniziando dalla nostra citta’”. “In questi giorni al telefono – spiega l’arcivescovo – ho ascoltato diversi educatori, parroci, religiose ma anche presidenti di cooperative e associazioni impegnate con grande spirito di servizio negli oratori estivi o nei campi scuola. Neanche questo caldo eccezionale e’ riuscito a fermare il loro entusiasmo e il loro donarsi senza riserve per il bene dei piu’ piccoli, dei tanti figli di questa citta’, soprattutto di coloro a cui pochi pensano e rispetto a cui le istituzioni fanno ancora molta fatica a provvedere. Che pagina di cronaca bianca fatta di storie, sorrisi, volti, sudore, entusiasmo e speranza!”. Don Mimmo Battaglia ha maturato un proposito: “comunicare di piu’ e meglio il tanto bene che c’e’ nella nostra citta’ e nella nostra arcidiocesi, dandogli importanza, facendolo conoscere affinche’ si moltiplichi e si diffonda, sostenendo chi e’ sopraffatto dalle tante cattive notizie, dando coraggio a chi vorrebbe essere piu’ solidale ma teme di ritrovarsi solo, spronando al bene coloro che si sono rassegnati al male perche’ convinti che esista solo quello”. “Abbiamo tutti bisogno di racconti di luce, di storie di bellezza, di profezie del bene. E la nostra Napoli ne e’ piena”, evidenzia l’arcivescovo.

Ecco il testo integrale della lettera del Cardinale Battaglia agli “amici giornalisti”

Carissimi amici giornalisti,

in questi giorni caldi di inizio estate permettetemi di raggiungervi con queste poche parole per dirvi anzitutto il mio grazie. Grazie perché attraverso il vostro lavoro veniamo quotidianamente informati su ciò che accade intorno a noi, nella nostra città e nel mondo. Grazie perché non vi tirate indietro quando c’è da correre nei luoghi difficili, segnati dalla morte, dal pericolo, dalla difficoltà. E grazie soprattutto perché non vi girate dallaltra parte quando c’è da denunciare il marcio della nostra società, ovunque esso si trovi, mettendoci la faccia e pagando di persona se necessario, come accaduto ad esempio allindimenticabile Giancarlo Siani.

Sapete, costretto alla permanenza in casa a causa del covid, ho potuto dedicare ancor più tempo a due letture: il Vangelo e i giornali. Karl Barth, il grande teologo protestante, lo raccomandava spesso quando affermava che un cristiano dovrebbe tenere in una mano il Vangelo e nellaltra il giornale.

In fondo sono entrambe notizie: la buona, bella, felice notizia dellamore incondizionato di Dio per ogni creatura e le tante notizie degli accadimenti umani, degli eventi quotidiani che scandiscono il tempo della città degli uomini, spesso segnata anche da tragedie, da atti di un male incomprensibile, da orrori tali da destare una totale sfiducia nellessere umano e nel suo futuro. La buona notizia del Vangelo però ci strappa via dal cuore il senso di sfiducia e ci invita ad accogliere la scala di colori di cui è composta la vita, senza radicalizzazioni malevole e soprattutto invitando a comprendere che il bene e il male, la gioia e la tristezza crescono luna accanto allaltra, proprio come fa il grano con la zizzania. Proprio per questo bisogna evitare di correre il rischio didimenticare il grano a furia di parlare solo della zizzania.

Cerco di spiegarmi meglio: lungi da me lintenzione di invitarvi a parlare meno delle tante notizie brutte che ogni giorno si affacciano sul nostro presente, però con voi vorrei domandarmi se non sia il caso di dare più spazio alla cronaca biancafacendo conoscere ed esaltando il tanto bene e la tanta bellezza che c’è nel mondo, iniziando dalla nostra città.

In questi giorni al telefono ho ascoltato diversi educatori, parroci, religiose ma anche presidenti di cooperative e associazioni impegnate con grande spirito di servizio negli oratori estivi o nei campi scuola. Neanche questo caldo eccezionale è riuscito a fermare il loro entusiasmo e il loro donarsi senza riserve per il bene dei più piccoli, dei tanti figli di questa città, soprattutto di coloro a cui pochi pensano e rispetto a cui le istituzioni fanno ancora molta fatica a provvedere. Che pagina di cronaca bianca fatta di storie, sorrisi, volti, sudore, entusiasmo e speranza!

Che bello ascoltare la vicenda del piccolo Luigi, che dopo aver perso qualche mese fa la sua mamma, si è ritirato da ogni rapporto sociale chiudendosi in se stesso fino al giorno in cui, grazie allinsistenza del suo papà si è iscritto alloratorio estivo tornando a sorridere, a divertirsi, condividendo le tante grida di gioia con i suoi coetanei ma anche qualche lacrima di dolore con gli educatori, liberando finalmente il cuore e dando sfogo alla sua sofferenza, unico modo per ritrovare la via della serenità e della speranza.

Che gioia poter parlare al telefono con Lina, che nonostante gli impegni della maturità non si è sottratta nellaiutare lequipe educativa di cui è membro nella preparazione del campo estivo, raggiungendo i suoi ragazzi nelle pause di studio e vivendo con trepidazione lattesa di ascoltare ogni giorno il concerto delle loro urla divertite appena lesame sarà concluso; nelle sue pause avrebbe potuto tuffarsi nel mare della nostra Napoli ma ha preferito immergersi nellunico oceano sconfinato che bagna la nostra terra: il cuore dei bambini!

E tante altre storie e vicende potrebbero essere raccontate. Ogni giorno ascolto nei miei incontri tanti dolori, raccolgo molte lacrime, e accarezzo tanti volti segnati dalla sofferenza e dalla fatica. Un pocome voi, amici giornalisti. E, un po’ come voi,spesso li condivido quando vado in giro o li racconto in qualche lettera. Ma in questi giorni di esercizi spiritualiforzati ho fatto un proposito che vorrei condividervi: comunicare di più e meglio iltanto bene che c’è nella nostra città e nella nostra arcidiocesi, dandogli importanza, facendolo conoscere affinché si moltiplichi e si diffonda, sostenendo chi è sopraffatto dalle tante cattive notizie, dando coraggio a chi vorrebbe essere più solidale ma teme di ritrovarsi solo, spronando al bene coloro che si sono rassegnati al male perché convinti che esista solo quello.

Andiamo insieme, amici giornalisti, camminiamo per le strade della nostra città, per i suoi vicoli e le sue piazze, per le periferie geografiche e per quelle esistenziali e troveremo tanto materiale per i racconti di cronaca biancae magari riposeremo il cuore troppo affaticato per le tristezze di cui viene a conoscenza ogni giorno. So bene infatti che il vostro lavoro non vi esenta dalla fatica di chi soffre nel vedere laltro soffrire, di chi geme nel vedere la comunità sociale gemere sotto il peso del malaffare, della criminalità, della corruzione e dellindifferenza.

Abbiamo tutti bisogno di racconti di luce, di storie di bellezza, di profezie del bene. E la nostra Napoli ne è piena. Se ne volete subito una prova non richiesta, basterebbe una passeggiata tra i tanti oratori estivi, che vi confermerebbe quanto vi dico in un batter docchio. E darebbe sollievo alla vostra penna e speranza ai vostri lettori.

Grazie amici giornalisti, grazie per quello che fate attraverso le pagine dei giornali, gli schermi delle televisioni, la rete internet con i tanti siti di informazione che contiene. Siate sempre più avversari dellassurdo e profeti del significato, nemici di ogni male e amici fedeli di ogni bene!

Con gratitudine,

† Don Mimmo

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Cronache

Strage in famiglia: 17enne rivede i nonni in carcere

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A distanza di poco più di due settimane dalla strage di Paderno Dugnano, nel Milanese, avvenuta nella notte tra il 31 agosto e il primo settembre, il 17enne, che ha ucciso a coltellate padre, madre e fratello di 12 anni, oggi ha incontrato nel carcere minorile Beccaria i nonni. Nonni che da giorni avevano chiesto di vederlo perché, comunque, malgrado ciò che è successo e che resta senza una vera spiegazione, hanno deciso di non abbandonare il nipote e di “sostenerlo”. Cinque giorni fa il Tribunale per i minorenni di Milano aveva autorizzato, su richiesta della difesa, il colloquio, dopo che sia il 17enne che i nonni, così come gli altri familiari, avevano manifestato la loro disponibilità. I nonni, ma allo stesso modo gli zii del ragazzo, hanno più volte ripetuto, infatti, che vogliono rimanergli vicino e vogliono aiutarlo nel suo percorso giudiziario. E oggi si è trattato ovviamente, da quanto si è saputo, di un incontro toccante, fatto di lacrime, parole e silenzi.

“Volevo proprio cancellare tutta la mia vita di prima”, aveva messo a verbale, interrogato, il ragazzo parlando di un suo “malessere” che durava da tempo, ma che si era acuito in estate, e dicendo di sentirsi “estraneo” rispetto al mondo. E aveva spiegato, però, che non ce l’aveva con la sua famiglia nello specifico e non aveva, dunque, fornito un movente preciso per la strage. La difesa, con legale Amedeo Rizza, intanto, punta su una consulenza psichiatrica affidata ad un esperto per una successiva richiesta di perizia, affinché venga accertato se al momento dei fatti il giovane avesse o meno un vizio di mente. Per la difesa, inoltre, non può reggere nel procedimento l’aggravante della premeditazione, contestata, invece, dalla procuratrice facente funzione per i minori di Milano, Sabrina Ditaranto, e dalla pm Elisa Salatino nell’accusa di triplice omicidio. Aggravante riconosciuta dalla gip Laura Pietrasanta nella misura cautelare.

Il ragazzo, dopo l’incontro con i nonni di oggi, è stato poi trasferito, da quanto si è saputo, dal carcere minorile Beccaria di Milano a quello di Firenze.

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Maltempo: temporali e forti venti, allerta gialla in 10 regioni

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Una vasta perturbazione, attualmente centrata sull’area balcanica, determinerà un graduale inasprimento delle condizioni di maltempo sull’Italia, con precipitazioni sparse sul territorio, specie settori adriatici, più diffuse e persistenti su Emilia-Romagna e Marche. Inoltre, la formazione di un’aera di bassa pressione sul basso Tirreno genererà una intensificazione dei venti nord-orientali sui settori adriatici centro-settentrionali. Sulla base delle previsioni disponibili, il Dipartimento della Protezione Civile d’intesa con le regioni coinvolte – alle quali spetta l’attivazione dei sistemi di protezione civile nei territori interessati – ha emesso un avviso di condizioni meteorologiche avverse.

L’avviso prevede dalle prime ore di domani precipitazioni diffuse e persistenti, anche a carattere di carattere di rovescio o temporale, su Emilia-Romagna e Marche, dalla mattinata, precipitazioni sparse, anche a carattere di rovescio o temporale, su Abruzzo e Molise, specie settori costieri, e su Campania, Puglia e Basilicata. Tali fenomeni saranno accompagnati da rovesci di forte intensità, frequente attività elettrica, locali grandinate e forti raffiche di vento. Attesi, inoltre, dal primo mattino di domani, venti da forti a burrasca nord-orientali, su Friuli Venezia Giulia, Veneto, Emilia-Romagna e Marche, specie su settori costieri e appenninici, con mareggiate sulle coste esposte. Sulla base dei fenomeni previsti e in atto è stata valutata per la giornata di domani allerta gialla su parte di Emilia-Romagna, Marche, Umbria, Lazio, Abruzzo, sugli interi territori di Molise, Basilicata e Puglia, su parte di Campania e Sardegna.

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Auto contro scooter, omicidio volontario dopo una lite

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Un incontro, questa volta casuale. Gli animi che si scaldano, ancora, per quella relazione sentimentale con sua sorella che proprio non gli andava giù. Il finestrino della sua auto frantumato con un martelletto, la rabbia che monta e l’inseguimento dello scooter a bordo del quale viaggiavano i due rivali. Infine la tragedia provocata da una collisione, a quanto pare voluta, che trasforma un diciannovenne nell’assassino di un ventenne. E’ il drammatico epilogo di una lite che andava avanti da qualche mese, caratterizzata anche da altri episodi su cui adesso si sta cercando di fare luce, la morte di Corrado Finale, speronato mentre era in fuga su uno scooter con un altro giovane che, per fortuna, è rimasto solo ferito. Contrariamente a quanto si era pensato in un primo momento non si è trattato di un incidente, uno dei tanti che funestano i weekend, ma di un atto voluto, deliberato, finalizzato a punire quei giovani suoi rivali.

E così ha trasformato la Fiat 500 in un ariete, facendo carambolare a terra i ragazzi che prima finiscono con lo scooter contro un palo e poi su una fioriera. Le condizioni di Corrado, disarcionato dal Beverly, sono sembrate subito molto gravi. E, purtroppo, il suo decesso è sopraggiunto poco dopo, per le gravi ferite riportate. Sarà l’esame autoptico disposto dalla Procura di Napoli Nord, a fornire l’esatta causa della morte. L’altro centauro, il ragazzino protagonista dell’osteggiata liaison amorosa, invece se l’è cavata: la sua prognosi è di 30 giorni, ma è vivo. E’ stato proprio lui a raccontare ai carabinieri la dinamica dell’accaduto (peraltro confermata dalle immagini dei sistemi di videosorveglianza acquisite dagli investigatori), insieme con il movente: una relazione sentimentale contrastata con la sorella del 19enne fermato il quale, dopo l’incidente, si è allontanato senza prestare soccorso alcuno.

Solo successivamente si è consegnato in caserma accompagnato dall’avvocato. Ieri, l’investitore, che viaggiava su una Fiat 500, al termine dell’interrogatorio è stato sottoposto a fermo, non per omicidio stradale, come sembrava logico in un primo momento, ma per i ben più gravi reati di omicidio volontario e tentato omicidio. Nell’auto c’era anche la sorella la quale ha confermato la lite che da mesi andava avanti tra il fratello e il fidanzatino. In caserma, davanti al pm, sono stati convocati e ascoltati anche alcuni parenti del sopravvissuto. Uno ha fatto riferimento a un grave episodio risalente a qualche settimana fa, quando è stata lanciata una bottiglia incendiaria contro il portone della sua abitazione. Un episodio inquietante ma non denunciato. Secondo questa persona sarebbe stato proprio quel giovane fermato l’autore del gesto intimidatorio, ma lui, che ha reso dichiarazioni parzialmente confessorie, ha smentito di avere compiuto quell’attentato. Sequestrati per le perizie la vettura, il parafango bianco di una Fiat 500 trovato su via del Mare, teatro dell’incidente, e lo scooter sul quale viaggiava la vittima.

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