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Lega critica Lollobrigida sul Frecciarossa, “da evitare”

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Il ministro Francesco Lollobrigida non si dimette e difende la scelta di scendere eccezionalmente a Ciampino, dal Frecciarossa che viaggiava in ritardo, per andare a inaugurare un parco a Caivano. Ma se Forza Italia archivia il caso come ‘tutto chiarito’, la Lega lo bacchetta. A farlo, 48 ore dopo, è Massimiliano Romeo, presidente dei senatori leghisti: “Penso che sia una cosa che bisogna evitare”.

Troppo alto il rischio di innescare polemiche, è la sua tesi, e nonostante la giustificazione degli impegni istituzionali da rispettare. Collegato al telefono con il programma ‘Un giorno da pecora’ su Radio 1, Romeo quasi non finisce il ragionamento che viene ripreso dai conduttori: “Ora si becca un’altra levata di capo – gli dicono ironici – Stia attento, già ha presentato 3 emendamenti alla manovra…”. Lui si schernisce ma non corregge il tiro. Non passa inosservata, in effetti, la sua uscita a due giorni dagli emendamenti che ha presentato per conto della Lega, tradendo di fatto l’accordo di maggioranza e l’impegno preso pure da Matteo Salvini per blindare la finanziaria. Piccoli indizi delle insofferenze che covano nel centrodestra e che soprattutto il partito di Giorgia Meloni prova a contenere.

Probabilmente va letta così la precisazione del senatore di FdI, Domenico Matera: sono sue le 34 proposte di modifiche che spiccano nella legge di bilancio ma presentate a nome del Comitato di legislazione, di cui è presidente. Correttivi concordati e di “natura squisitamente tecnica e non politica”, si affretta a chiarire. Anche il ministro e cognato della premier ridimensiona le accuse che l’hanno travolto. “Non sono mai fuggito al confronto – ribatte ai cronisti – Sono convinto di aver agito non solo nell’ambito della legalità ma nell’interesse dello Stato e per rappresentarlo a Caivano”. Insiste che la fermata eccezionale del Frecciarossa “non era per andare in vacanza o dalla mia famiglia, ma per andare a fare il mio lavoro”. Ed enfatizza che “il vero privilegio era stare tra i cittadini di Caivano, a cominciare dai bambini”. Enfasi che il governatore campano Vincenzo De Luca smonta con sarcasmo: “C’è un pellegrinaggio di ministri e quindi noi della Regione abbiamo installato una tenda della Protezione civile, li ospitiamo lì i ministri”.

Segue la replica piccata dei 14 esponenti del governo che sono stati nella piazza di spaccio alle porte di Napoli: “Caivano conoscerà finalmente una stagione di bellezza e ciò avverrà nonostante il suo atteggiamento menefreghista”. Ancor più evidenti le divisioni nella maggioranza sulla vittoria in Olanda di Geert Wilders, il leader di ultra destra e anti Islam che accarezza il sogno di diventare premier. Salvini gli fa i complimenti via sms ai primi risultati delle urne e commenta entusiasta: “Altro che inciucio con i socialisti, il 3 dicembre nascerà una nuova Europa”, citando la reunion con i sovranisti europei (invitato anche Wilders) organizzata dalla Lega a Firenze. Agli antipodi FI con il neocapogruppo al Senato, Maurizio Gasparri, che associa il programma del leader olandese ai tedeschi di Alternative für Deutschland e li liquida come “entrambi non compatibili con il Partito popolare europeo”. Fino al numero uno del Ppe, Manfred Weber che sentenzia: “Se non risolviamo i problemi della migrazione sul terreno, Wilders e gli altri continueranno a guadagnare” consenso.

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Politica

La versione di Conte: o il M5s resta progressista o avrà un altro leader

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“Da oggi a domenica i nostri iscritti potranno votare online e decidere quel che saremo. Abbiamo un obiettivo ambizioso, che culminerà con l’assemblea costituente di sabato e domenica: rigenerarci, scuoterci, dare nuove idee al Movimento. Nessuno lo ha fatto con coraggio e umiltà, come stiamo facendo noi”. Così a Repubblica il leader del M5s Giuseppe Conte (foto Imagoeconomica in evidenza).

“Se dalla costituente dovesse emergere una traiettoria politica opposta a quella portata avanti finora dalla mia leadership – aggiunge – mi farei da parte. Si chiama coerenza. Se questa scelta di campo progressista venisse messa in discussione, il Movimento dovrà trovarsi un altro leader”.

Sull’alleanza col Pd “la mia linea è stata molto chiara. Non ho mai parlato di alleanza organica o strutturata col Pd. Nessun iscritto al M5S aspira a lasciarsi fagocitare, ma la denuncia di questo rischio non può costituire di per sé un programma politico”. “Gli iscritti sono chiamati a decidere e hanno la possibilità di cambiare tante cose. Anche i quesiti sul garante (Grillo, ndr) sono stati decisi dalla base. Io non ho mai inteso alimentare questo scontro. Sono sinceramente dispiaciuto che in questi mesi abbia attaccato il Movimento. Se dovesse venire, potrà partecipare liberamente all’assemblea. Forse la sensazione di isolamento l’avverte chi pontifica dal divano vagheggiando un illusorio ritorno alle origini mentre ha rinunciato da tempo a votare e portare avanti il progetto del Movimento. L’ultimo giapponese rischia di essere lui, ponendosi in contrasto con la comunità”.

Sui risultati elettorali “in un contesto di forte astensionismo, sicuramente è il voto di opinione sui territori, non collegato a strutture di potere e logiche clientelari, ad essere maggiormente penalizzato. Dobbiamo tornare ad ascoltare i bisogni delle comunità locali. E poi c’è la formazione delle liste: dobbiamo sperimentare nuove modalità di reclutamento, senza cadere nelle logiche clientelari che aborriamo”.

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Alessandro Piana: “Perdono, ma non dimentico” – La fine di un incubo giudiziario

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Alessandro Piana (nella foto in evidenza), esponente della Lega e vicepresidente della Regione Liguria, tira un sospiro di sollievo dopo la conclusione di un’inchiesta giudiziaria che per oltre un anno lo ha visto al centro di pesanti sospetti. Accusato ingiustamente di coinvolgimento in un presunto giro di squillo e party con stupefacenti, Piana è stato ufficialmente escluso dall’elenco dei rinviati a giudizio, mettendo fine a un incubo personale e politico.


Un’accusa infondata che ha segnato una campagna elettorale

Alessandro Piana racconta di aver vissuto un periodo estremamente difficile, aggravato dalla tempistica dell’inchiesta, che ha coinciso con la campagna elettorale.

«L’indagine era chiusa da tempo, ma si è voluto attendere per renderne noto l’esito. Mi sarei aspettato maggiore attenzione, considerato il mio ruolo pubblico. Per mesi sono stato bersaglio di accuse infondate, che sui social si sono trasformate in attacchi personali».

Nonostante il clamore mediatico, Piana ha affrontato con determinazione la situazione, ricevendo il sostegno del partito e del leader regionale della Lega, Edoardo Rixi.


Le accuse e il chiarimento

Piana spiega di essere venuto a conoscenza del suo presunto coinvolgimento attraverso i media, vivendo quello che definisce un “incubo”:

«Ero al lavoro quando ho saputo del mio presunto coinvolgimento. Credevo fosse uno scherzo, invece era terribilmente vero».

L’esponente leghista si è immediatamente messo a disposizione della magistratura, fornendo tutte le prove necessarie per dimostrare la sua estraneità ai fatti:

«Non ero presente dove si sosteneva che fossi. Ero a casa mia, a 150 chilometri di distanza, con testimoni pronti a confermarlo. Non ho mai frequentato certi ambienti, nemmeno da giovane».

Secondo Piana, il suo nome sarebbe stato tirato in ballo per millanteria durante un’intercettazione telefonica che citava genericamente un “vicepresidente della Regione”.


Una vicenda che lascia il segno

Nonostante la sua assoluzione dai sospetti, Piana non nasconde l’amarezza per i danni subiti:

«Ho pagato un prezzo molto salato, gratuito e ingiusto. Per mesi sono stato additato come vizioso. Perdono chi ha sbagliato, ma non dimentico».

Il vicepresidente auspica che casi simili siano gestiti con maggiore rapidità in futuro, per evitare che accuse infondate possano danneggiare ingiustamente la reputazione di figure pubbliche.


Conclusione

La vicenda di Alessandro Piana solleva interrogativi sul delicato equilibrio tra diritto di cronaca e tutela dell’immagine pubblica, in particolare quando si tratta di accuse che si rivelano infondate. Oggi, il vicepresidente della Regione Liguria guarda avanti con serenità, forte del sostegno ricevuto e con la determinazione di proseguire il suo impegno politico senza lasciarsi scoraggiare dagli eventi passati.

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Trasporti, De Luca: investito un miliardo per rinnovo parco bus

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Millequattrocento autobus nuovi sui 1.800 programmati, per un investimento di quasi un miliardo di euro, sono già in esercizio sulle tratte coperte da Air Campania. Il dato lo fornisce il presidente della Regione, Vincenzo De Luca, che oggi ha inaugurato ad Avellino la nuova sede dell’azienda interamente partecipata dalla Regione, con la consegna di cinque bus elettrici. “Un impegno enorme – ha sottolineato De Luca-: stiamo sostituendo l’intero parco dei mezzi pubblici, non soltanto per il trasporto su gomma, ma anche per quello ferroviario”. Su questo specifico settore, De Luca ha rimarcato lo “sforzo gigantesco” della regione: “Ora – ha aggiunto – attendiamo l’omologazione per la linea Circumvesuviana che collega Napoli a Sorrento per mettere in esercizio il nuovo treno che ci è stato appena consegnato. Su un altro fronte, abbiamo indetto un altro concorso e presto assumeremo 150 giovani”.

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