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Cronache

Lecce: inala ‘droga della risata’, muore 26enne durante suo compleanno

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Tragedia ad Alessano (Lecce), nella tarda serata di ieri: un ragazzo è morto mentre stava festeggiando il suo 26esimo compleanno con alcuni amici, in strada, nei pressi della sua abitazione.Stando a quanto si apprende, il ragazzo avrebbe inalato da un palloncino il protossido di azoto, chiamata ‘droga della risata’ o gas esilarante, e avrebbe accusato un malore. Inutili i soccorsi. Le indagini sono affidate ai carabinieri. La salma del 26enne è stata posta sotto sequestro dal pm di turno della procura di Lecce. Nelle proissime ore il magistrato conferità incarico al medico legale per l’autopsia

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Cronache

Si schianta con l’auto contro un muro, 34enne muore nel Casertano

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Un 34enne di Alife (Caserta), Fabio Zazzarino, ha perso la vita nella tarda serata di ieri in seguito ad un incidente stradale che ha coinvolto l’auto su chi viaggiava. L’uomo stava percorrendo con la sua Toyota Yaris la Strada provinciale 290 che collega Piedimonte Matese a San Potito Sannitico, quando ad una curva ha perso il controllo del mezzo schiantandosi sullo spigolo di cemento di un muro perimetrale di una abitazione; violentissimo l’impatto, il 34enne è morto sul colpo. Sono stati i residenti dell’abitazione a sentire l’urto e ad allertare i soccorsi; sul posto la squadra dei vigili del fuoco del distaccamento di Piedimonte Matese, che ha estratto il corpo di Fabio dalle lamiere già privo di vita. La dinamica del sinistro è in corso di ricostruzione da partr dei carabinieri della compagnia di Piedimonte Matese. La salma del 34enne è stata trasportata all’istituto di medicina legale di Caserta per l’esame autoptico.

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Non rivelò interdittive, prosciolto ex segretario Prefetto Vibo

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featured, Stupro di gruppo, 6 anni ,calciatore, Portanova

Il gup di Vibo Valentia, Roberta Ricotta, ha prosciolto Rocco Gramuglia, ex segretario particolare del Prefetto di Vibo Valentia, arrestato il 26 gennaio 2023 con l’accusa di rivelazione di segreti d’ufficio nell’ambito dell’operazione condotta dalla Dda di Catanzaro, denominata “Olimpo” e che ha coinvolto oltre settanta tra funzionari regionali, imprenditori e presunti appartenenti alle cosche locali. Al funzionario prefettizio, difeso dagli avvocati Andrea Alvaro e Carlo Oliva, veniva contestato di avere rivelato il contenuto di alcune informative interdittive antimafia. La difesa, nel corso dell’udienza preliminare, ha illustrato le argomentazioni difensive contenute in una articolata memoria depositata in udienza. I difensori hanno evidenziato l’assoluta estraneità del proprio assistito ai fatti oggetto del capo d’imputazione e il gup, accogliendo la richiesta difensiva, ha ritenuto che gli elementi acquisiti nel corso delle indagini non consentissero di formulare una ragionevole previsione di condanna.

La sentenza di proscioglimento si inserisce nel solco già tracciato dal provvedimento del Tribunale del Riesame di Catanzaro, che aveva annullato l’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip distrettuale di Catanzaro, con la quale, in accoglimento della richiesta avanzata dalla Procura Distrettuale, era stato ordinato l’arresto del funzionario. Quella decisione del Tribunale del Riesame, favorevole all’imputato, era stata confermata anche dalla Cassazione, che aveva dichiarato inammissibile il ricorso proposto dalla Procura di Catanzaro contro la scarcerazione, evidenziando come il reato di rivelazione di segreti d’ufficio non consentisse l’applicazione di alcuna misura detentiva, trattandosi di reato punito con pena massima di tre anni e non, per converso, con pena superiore a tre anni.

“Si era trattato, pertanto – hanno affermato i legali di Gramuglia – di un eclatante arresto processualmente non consentito. A quella valutazione tranciante si aggiunge adesso anche la decisione del gup, con cui si chiude definitivamente la delicata vicenda. La sentenza restituisce piena dignità al funzionario prefettizio, fortemente provato dalla vicenda giudiziaria e dalla dolorosa esperienza della privazione della libertà personale”.

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Addio ad Amar Kudin: il poliziotto-rugbista scomparso in un tragico incidente a Roma

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La comunità del rugby e delle forze dell’ordine piange la perdita di Amar Kudin, poliziotto di 32 anni e appassionato rugbista, morto questa mattina alle 5 in un tragico incidente stradale che ha coinvolto due volanti della Polizia di Stato a Roma.

Una vita dedicata al rugby

Nato in Croazia, Amar Kudin è arrivato in Italia da giovanissimo, crescendo a Treviso, dove ha scoperto il rugby, sport che avrebbe segnato profondamente la sua vita. Dopo essere entrato nelle giovanili del Benetton Rugby (2010-2012), Kudin ha indossato le maglie di squadre di prestigio come il San Donà, il Paese, il Marchiol Mogliano e le Fiamme Oro Roma, mostrando in campo le qualità di un tallonatore solido e dinamico.

La sua carriera lo aveva portato a vestire anche la maglia della Nazionale Under 20, confermando il suo talento e il suo impegno sportivo.

Ad agosto, Amar aveva deciso di trasferirsi al Civitavecchia Rugby, squadra di Serie A, descrivendo la nuova avventura come una scelta felice:
“Civitavecchia è un bellissimo posto per giocare a rugby, mi piace l’aria che si respira”.

Proprio ieri aveva giocato nella sfida contro Livorno, mostrando ancora una volta la sua passione per lo sport.

Il cordoglio della comunità rugbistica

La notizia della sua scomparsa si è rapidamente diffusa nel mondo del rugby italiano, suscitando grande dolore. Il Rugby San Donà, una delle squadre con cui Kudin aveva giocato, ha dedicato un messaggio commovente sui social:
“La giornata inizia con la terribile notizia dell’incidente di Roma tra due auto della polizia in cui ha perso la vita Amar Kudin. Attualmente in forza al Rugby Civitavecchia, nella sua carriera di rugbista, Amar ha vestito anche la maglia biancoceleste. Profondamente dispiaciuti per la triste circostanza, porgiamo le nostre condoglianze alla famiglia”.

Anche i tifosi veneti hanno voluto ricordarlo con un post:
“Ci è giunta la notizia che è deceduto il nostro ex giocatore Amar Kudin in un incidente a Roma. Porgiamo le nostre condoglianze alla famiglia”.

Una perdita per lo sport e la società

Amar Kudin non era solo un grande atleta, ma anche un uomo dedito al servizio della comunità come poliziotto. La sua scomparsa lascia un vuoto non solo nella famiglia del rugby italiano, ma anche tra i suoi colleghi e amici nelle forze dell’ordine.

La tragica morte di Amar Kudin è un duro colpo per chi lo conosceva e per tutto il movimento rugbistico italiano. Un uomo che ha saputo portare avanti con orgoglio due carriere, quella di poliziotto e quella di rugbista, lasciando un ricordo indelebile in entrambe le comunità.

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