La risposta di Vladimir Putin al tentato golpe di Yevgeny Prigozhin è solo all’inizio, ma i primi effetti cominciano già a farsi sentire: la Wagner non combatterà più in Ucraina. Per mesi spina nel fianco dell’esercito di Kiev, il gruppo di mercenari era stato avvertito che se non avesse firmato il contratto che lo legava mani e piedi all’esercito regolare di Mosca, “non avrebbe più preso parte all’operazione militare speciale e non ci sarebbero più stati finanziamenti o forniture”, ha ricordato il presidente del comitato di Difesa della Duma Andrey Kartapolov. Così è stato. Con Prigozhin che sarebbe confinato in Bielorussia, nonostante il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov dica di non sapere dove sia il capo della Wagner, anche le altre pedine che gli avrebbero fornito una mano starebbero per cadere. Una su tutte, il capo delle forze aeree russe Sergei Surovikin, irrintracciabile da quando sabato ha diffuso un video in cui esortava i ribelli a fermarsi.
Il Financial Times oggi ha confermato le indiscrezioni del Moscow Times sul suo arresto, ma non si sa ancora se “sia stato accusato di essere un complice della rivolta o se sia semplicemente detenuto per essere interrogato”. Per Bloomberg il generale sarebbe sotto interrogatorio da diversi giorni “in un luogo non precisato”, ma non si troverebbe in prigione. Qui gli starebbero chiedendo dei legami con la Wagner e con Prigozhin. La figlia di Surovikin, Veronika, ha invece smentito tutto, sostenendo che “non è successo niente” e che “tutti sono al loro posto”: “Mio padre – ha sostenuto la ragazza per spiegare il cono d’ombra in cui è precipitato il generale – non è mai apparso sui mass media ogni giorno e non rilascia dichiarazioni pubbliche regolarmente”. Surovikin e Prigozhin erano entrambi attivi in Siria e il capo della Wagner ha sempre speso parole positive nei suoi confronti.
Tuttavia, non sarebbe l’unico motivo per il quale ‘il generale Armageddon’ potrebbe sperare in un cambio al vertice. Dopo essere stato nominato da Putin in autunno per guidare le forze russe in Ucraina, Surovikin ha condotto la campagna con cui Mosca ha bombardato i sistemi di approvvigionamento energetico di Kiev, colpendo le centrali elettriche ucraine e altre infrastrutture vitali, senza però riuscire fino in fondo nel tentativo di lasciarli senza energia elettrica. Una parziale sconfitta che avrebbe portato lo zar a sostituirlo, a gennaio, con il capo di Stato maggiore Valery Gerasimov, di cui Surovikin è il vice. Come lui, ci sarebbero altri vertici militari sotto interrogatorio, sospettati di aver quantomeno simpatizzato con il tentativo di ribellione di Prigozhin. Le speculazioni sull’epurazione di coloro che Putin ha etichettato come traditori per aver dato una “pugnalata alle spalle” della Russia non sono confermate.
Ma che si tratti di propaganda o meno, dopo l’uscita di scena di Prigozhin il presidente russo sembra aver ritrovato fiducia. Accompagnato da un sostanzioso apparato di sicurezza, ieri sera si è recato in visita in Daghestan dove, secondo la presentatrice Olga Skabeyeva, sarebbe stato ricevuto “come una rock star”. Una passeggiata con strette di mano e dimostrazioni di sostegno da parte della folla, alla quale Putin si è rivolto dicendo di “non aver mai dubitato” del suo popolo durante l’ammutinamento della Wagner. Una sicurezza che il presidente russo ha ostentato anche oggi a Mosca in occasione del forum dell’agenzia per le iniziative strategiche. Prima si è avvicinato sorridente allo stand di NexTouch, brand che produce display touch, disegnando un viso sorridente sulle schermo. Poi ha ricordato che “il mondo non è crollato a causa delle sanzioni e del ritiro delle aziende occidentali” e che, “al contrario, le opportunità per gli imprenditori russi si sono moltiplicate”.