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Politica

Le manovre di Elly Schlein e il futuro del PD senza capicorrente, eccetto Franceschini

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Uscendo da Montecitorio e passeggiando lungo via degli Uffici del Vicario, si attraversa piazza del Pantheon. Tra chiacchiere di politica e retroscena sussurrati con la solita perfidia, si giunge alla presentazione dell’ultimo romanzo di Dario Franceschini, “Aqua e Tera” edito da La Nave di Teseo. Un romanzo ambientato nel dopoguerra, in una storia che intreccia amore e antifascismo, riflettendo sulle radici dell’autore, nato e cresciuto nella terra ferrarese.

Un evento tra curiosità letteraria e politica

Alla libreria Spazio Sette si riuniscono molti, chi per pura curiosità letteraria, chi per amicizia di vecchia data, ma è evidente che l’evento non sia solo letterario. Franceschini, ancora considerato uno dei grandi generali del Partito Democratico (PD), attira l’attenzione di una variegata platea. Molti partecipano per baciare la pantofola politica di chi, nonostante il cambio al vertice del partito, continua a muoversi con abilità nel regno di Elly Schlein (nella foto di Imagoeconomica in evidenza), segretaria del PD.

Presentazione del nuovo libro di Franceschini: tra politica e retroscena del PD

Un deputato anonimo ricorda come Schlein, con astuzia e determinazione, abbia eliminato uno ad uno i vecchi leader del Nazareno, incluso Enrico Letta, che ha lasciato la politica attiva per tornare all’insegnamento. Tuttavia, Dario Franceschini sembra intoccabile, sia per timore concreto che per un briciolo di gratitudine da parte della segretaria, suo principale sponsor nel partito.

La voce di corridoio più insistente è quella di un possibile accordo tra la corrente di Franceschini e Articolo 1, gruppo che include figure come Roberto Speranza e Nico Stumpo. Un’alleanza che potrebbe condizionare, più che insidiare, la leadership di Schlein, con un eventuale ticket tra Michela Di Biase e Dario Nardella a capo del nuovo movimento.

Una nuova direzione per il partito

Nel frattempo, Schlein prosegue nella sua operazione di consolidamento del potere. A giugno, ha candidato un gruppo di notabili, inclusi Nicola Zingaretti, Matteo Ricci, Antonio Decaro e Stefano Bonaccini, inviandoli a Bruxelles. In questo modo, ha di fatto eliminato alcune delle figure più pericolose per la sua leadership interna. Andrea Orlando, considerato una potenziale minaccia, è stato indirizzato verso la difficile campagna elettorale in Liguria.

Un partito in evoluzione

Mentre Franceschini presenta il suo romanzo, la politica interna del PD continua a evolversi. Goffredo Bettini, una delle figure più carismatiche e influenti del partito, sembra essere ancora in gioco, nonostante la sua posizione venga spesso ignorata dai leader attuali. Bettini, con il suo legame con Giuseppe Conte, rappresenta una forza ancora rilevante nelle dinamiche del centrosinistra.

Prospettive future

La serata letteraria si conclude con una platea ricca di volti noti della politica, inclusi Gianni Letta, Pier Ferdinando Casini, Roberto Speranza e il sindaco di Roma Roberto Gualtieri. Persino Schlein partecipa, ufficialmente per mostrare gratitudine a Franceschini, ma non manca un lungo colloquio a porte chiuse con Bettini, alimentando nuove speculazioni.

L’evento offre uno spaccato delle dinamiche interne del Partito Democratico, tra lotte di potere, alleanze e una segretaria sempre più salda al comando, con lo sguardo rivolto verso Palazzo Chigi.

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Politica

La versione di Conte: o il M5s resta progressista o avrà un altro leader

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“Da oggi a domenica i nostri iscritti potranno votare online e decidere quel che saremo. Abbiamo un obiettivo ambizioso, che culminerà con l’assemblea costituente di sabato e domenica: rigenerarci, scuoterci, dare nuove idee al Movimento. Nessuno lo ha fatto con coraggio e umiltà, come stiamo facendo noi”. Così a Repubblica il leader del M5s Giuseppe Conte (foto Imagoeconomica in evidenza).

“Se dalla costituente dovesse emergere una traiettoria politica opposta a quella portata avanti finora dalla mia leadership – aggiunge – mi farei da parte. Si chiama coerenza. Se questa scelta di campo progressista venisse messa in discussione, il Movimento dovrà trovarsi un altro leader”.

Sull’alleanza col Pd “la mia linea è stata molto chiara. Non ho mai parlato di alleanza organica o strutturata col Pd. Nessun iscritto al M5S aspira a lasciarsi fagocitare, ma la denuncia di questo rischio non può costituire di per sé un programma politico”. “Gli iscritti sono chiamati a decidere e hanno la possibilità di cambiare tante cose. Anche i quesiti sul garante (Grillo, ndr) sono stati decisi dalla base. Io non ho mai inteso alimentare questo scontro. Sono sinceramente dispiaciuto che in questi mesi abbia attaccato il Movimento. Se dovesse venire, potrà partecipare liberamente all’assemblea. Forse la sensazione di isolamento l’avverte chi pontifica dal divano vagheggiando un illusorio ritorno alle origini mentre ha rinunciato da tempo a votare e portare avanti il progetto del Movimento. L’ultimo giapponese rischia di essere lui, ponendosi in contrasto con la comunità”.

Sui risultati elettorali “in un contesto di forte astensionismo, sicuramente è il voto di opinione sui territori, non collegato a strutture di potere e logiche clientelari, ad essere maggiormente penalizzato. Dobbiamo tornare ad ascoltare i bisogni delle comunità locali. E poi c’è la formazione delle liste: dobbiamo sperimentare nuove modalità di reclutamento, senza cadere nelle logiche clientelari che aborriamo”.

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Alessandro Piana: “Perdono, ma non dimentico” – La fine di un incubo giudiziario

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Alessandro Piana (nella foto in evidenza), esponente della Lega e vicepresidente della Regione Liguria, tira un sospiro di sollievo dopo la conclusione di un’inchiesta giudiziaria che per oltre un anno lo ha visto al centro di pesanti sospetti. Accusato ingiustamente di coinvolgimento in un presunto giro di squillo e party con stupefacenti, Piana è stato ufficialmente escluso dall’elenco dei rinviati a giudizio, mettendo fine a un incubo personale e politico.


Un’accusa infondata che ha segnato una campagna elettorale

Alessandro Piana racconta di aver vissuto un periodo estremamente difficile, aggravato dalla tempistica dell’inchiesta, che ha coinciso con la campagna elettorale.

«L’indagine era chiusa da tempo, ma si è voluto attendere per renderne noto l’esito. Mi sarei aspettato maggiore attenzione, considerato il mio ruolo pubblico. Per mesi sono stato bersaglio di accuse infondate, che sui social si sono trasformate in attacchi personali».

Nonostante il clamore mediatico, Piana ha affrontato con determinazione la situazione, ricevendo il sostegno del partito e del leader regionale della Lega, Edoardo Rixi.


Le accuse e il chiarimento

Piana spiega di essere venuto a conoscenza del suo presunto coinvolgimento attraverso i media, vivendo quello che definisce un “incubo”:

«Ero al lavoro quando ho saputo del mio presunto coinvolgimento. Credevo fosse uno scherzo, invece era terribilmente vero».

L’esponente leghista si è immediatamente messo a disposizione della magistratura, fornendo tutte le prove necessarie per dimostrare la sua estraneità ai fatti:

«Non ero presente dove si sosteneva che fossi. Ero a casa mia, a 150 chilometri di distanza, con testimoni pronti a confermarlo. Non ho mai frequentato certi ambienti, nemmeno da giovane».

Secondo Piana, il suo nome sarebbe stato tirato in ballo per millanteria durante un’intercettazione telefonica che citava genericamente un “vicepresidente della Regione”.


Una vicenda che lascia il segno

Nonostante la sua assoluzione dai sospetti, Piana non nasconde l’amarezza per i danni subiti:

«Ho pagato un prezzo molto salato, gratuito e ingiusto. Per mesi sono stato additato come vizioso. Perdono chi ha sbagliato, ma non dimentico».

Il vicepresidente auspica che casi simili siano gestiti con maggiore rapidità in futuro, per evitare che accuse infondate possano danneggiare ingiustamente la reputazione di figure pubbliche.


Conclusione

La vicenda di Alessandro Piana solleva interrogativi sul delicato equilibrio tra diritto di cronaca e tutela dell’immagine pubblica, in particolare quando si tratta di accuse che si rivelano infondate. Oggi, il vicepresidente della Regione Liguria guarda avanti con serenità, forte del sostegno ricevuto e con la determinazione di proseguire il suo impegno politico senza lasciarsi scoraggiare dagli eventi passati.

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Trasporti, De Luca: investito un miliardo per rinnovo parco bus

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Millequattrocento autobus nuovi sui 1.800 programmati, per un investimento di quasi un miliardo di euro, sono già in esercizio sulle tratte coperte da Air Campania. Il dato lo fornisce il presidente della Regione, Vincenzo De Luca, che oggi ha inaugurato ad Avellino la nuova sede dell’azienda interamente partecipata dalla Regione, con la consegna di cinque bus elettrici. “Un impegno enorme – ha sottolineato De Luca-: stiamo sostituendo l’intero parco dei mezzi pubblici, non soltanto per il trasporto su gomma, ma anche per quello ferroviario”. Su questo specifico settore, De Luca ha rimarcato lo “sforzo gigantesco” della regione: “Ora – ha aggiunto – attendiamo l’omologazione per la linea Circumvesuviana che collega Napoli a Sorrento per mettere in esercizio il nuovo treno che ci è stato appena consegnato. Su un altro fronte, abbiamo indetto un altro concorso e presto assumeremo 150 giovani”.

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