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Ambiente

Le caratteristiche dell’acqua: un fattore chiave nella produzione di idrogeno verde

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Le caratteristiche dell’acqua possono influenzare significativamente l’efficienza complessiva della fotocatalisi, con un impatto rilevante sulla quantità di idrogeno prodotta nei processi di produzione dell’idrogeno verde. Questo è il risultato di uno studio condotto dall’Istituto per i processi chimico-fisici del Consiglio Nazionale delle Ricerche di Messina (Cnr-Ipcf), dall’Università di Messina e dall’Università di Zurigo, pubblicato sulla rivista Journal of the American Chemical Society.

La fotocatalisi è un processo in cui un materiale semiconduttore, come l’ossido di titanio (TiO2), viene esposto alla luce solare per attivare una reazione chimica che separa le molecole d’acqua in ossigeno e idrogeno. In questo contesto, l’acqua non è solo una materia prima passiva, ma gioca un ruolo attivo nel determinare l’efficienza della reazione.

Lo studio ha dimostrato che l’organizzazione delle molecole d’acqua a livello sub-microscopico è cruciale per l’efficienza della produzione di idrogeno. Utilizzando tecniche sperimentali avanzate e simulazioni su supercomputer, i ricercatori hanno scoperto che l’efficienza nella produzione di idrogeno dipende non solo dalle proprietà del semiconduttore, ma anche dalla disposizione delle molecole d’acqua nei primi strati adiacenti alla superficie del semiconduttore.

Implicazioni e prospettive future

Questo risultato è innovativo perché evidenzia l’importanza cruciale dell’acqua stessa nel processo di fotocatalisi. “Si tratta di un risultato innovativo perché per la prima volta si mette in luce l’importanza cruciale dell’acqua stessa nel processo, aprendo nuove strade per migliorare l’efficienza della produzione di idrogeno verde”, osserva Rosaria Verduci dell’Università di Messina.

Collaborazione interdisciplinare

Il lavoro è frutto di una collaborazione tra fisici e chimici industriali, e include contributi di Giuseppe Cassone di Cnr-Ipcf, Giovanna D’Angelo, Gabriele Centi, Siglinda Perathoner e Rosaria Verduci dell’Università di Messina, e Fabrizio Creazzo dell’Università di Zurigo.

Verso un futuro energetico sostenibile

“Questi progressi sono fondamentali per una produzione di idrogeno verde più efficiente e sostenibile, contribuendo a un futuro energetico più pulito e rispettoso dell’ambiente, in linea con la transizione verso un’economia globale a zero emissioni entro il 2050”, conclude Fabrizio Creazzo. Lo studio offre una comprensione più profonda dei processi di attivazione fotocatalitica e apre nuove prospettive nella progettazione di materiali catalitici capaci di influenzare la struttura dell’acqua a livello molecolare.

La scoperta dell’importanza delle caratteristiche dell’acqua nella fotocatalisi rappresenta un passo avanti significativo nella produzione di idrogeno verde. Questo progresso scientifico potrebbe migliorare l’efficienza dei processi di produzione, contribuendo a un futuro energetico più sostenibile e a un’economia globale a zero emissioni entro il 2050.

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In 10 anni 146 disastri meteo, agricoltura in ginocchio

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In Italia negli ultimi dieci anni, in particolare dal 2015 al 20 settembre 2024, sono stati registrati 146 eventi meteo estremi che hanno causato danni all’agricoltura, pari al 7,4% del totale degli eventi avvenuti nello stesso periodo in Italia. Lo evidenzia il report Città Clima – speciale Agricoltura di Legambiente realizzato in collaborazione con il Gruppo Unipol – indicando che “preoccupa in particolare l’accelerata degli ultimi due anni 2023-2024, con 79 eventi meteo estremi con danni al settore, che è oltre la metà del totale registrato negli ultimi 10 anni. Sei le regioni più colpite: Piemonte con 20 eventi, seguito da Emilia-Romagna (19), Puglia (17), Sicilia e Veneto (ciascuna con 14), Sardegna (11) con danni alle produzioni di frutta, ortaggi, mais, barbabietole, frutteti e vigneti che sono stati sradicati.

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Ambiente

Trovato un ecosistema preistorico fossile in Valtellina

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Orme di anfibi e rettili, ma anche piante, semi, impronte di pelle e persino gocce di pioggia: è un vero e proprio ecosistema fossilizzato su lastre di arenaria, quello scoperto nel Parco delle Orobie Valtellinesi in provincia di Sondrio. Riportato alla luce dallo scioglimento di neve e ghiaccio causato dal cambiamento climatico, conserva tracce di vita risalenti a 280 milioni di anni fa. I primi reperti, recuperati pochi giorni fa a 3.000 metri di quota con una spettacolare operazione supportata da un elicottero, sono stati mostrati per la prima volta al Museo di Storia Naturale di Milano.

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Copernicus: 2024 l’anno più caldo, sforerà limite 1,5 gradi

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Il 2024 sarà l’anno più caldo mai registrato, e la temperatura media globale sarà più di 1,5 gradi sopra i livelli pre-industriali, probabilmente più di 1,55 gradi. Lo scrive in un comunicato il servizio meteo della Ue, Copernicus.

“L’anomalia media della temperatura globale per i primi 10 mesi del 2024, da gennaio ad ottobre – scrive Copernicus -, è stata di 0,71 gradi superiore rispetto alla media 1991-2020: è la più alta mai registrata per questo periodo, e di 0,16 gradi più alta dello stesso periodo del 2023”.

Secondo il servizio meteo della Ue, “è ora virtualmente certo che il 2024 sarà l’anno più caldo mai registrato. L’anomalia della temperatura media per il resto del 2024 dovrebbe crollare quasi a zero perché il 2024 non risulti l’anno più caldo”. Inoltre, prosegue Copernicus, “dato che il 2023 è stato 1,48 gradi sopra il livello pre-industriale, è virtualmente certo che la temperatura globale annuale per il 2024 sarà di più di 1,5 gradi sopra il livello pre-industriale, ed è probabile che sarà superiore di più di 1,55 gradi”.

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