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Lazio preoccupata, Dia si ammala di malaria in Senegal

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Preoccupazione per la Lazio: Boulaye Dia colpito dalla malaria durante il ritiro in Senegal

Un’improvvisa notizia scuote la Lazio e i suoi tifosi: Boulaye Dia, attaccante senegalese, ha contratto la malaria mentre si trovava nel suo Paese d’origine. Il calciatore era stato convocato per rappresentare la nazionale senegalese negli impegni di novembre, ma un malore ha interrotto i suoi piani.

La Federazione senegalese ha comunicato ufficialmente l’assenza di Dia dalla partita contro il Burkina Faso, spiegando che il giocatore ha manifestato i primi sintomi proprio il giorno della partenza per Bamako. “Ha avuto un attacco di malaria il giorno della partenza per Bamako, motivo per cui è rimasto a Dakar per continuare le cure” recita la nota diffusa dalla federazione.

Attualmente, Boulaye Dia si trova sotto trattamento a Dakar, e le sue condizioni sono costantemente monitorate dal personale medico. La malaria è una malattia infettiva potenzialmente grave, ma se trattata in modo tempestivo, le possibilità di recupero sono buone.

La Lazio, che conta su Dia per il suo contributo offensivo, segue con apprensione l’evolversi della situazione. Il club capitolino, in attesa di aggiornamenti più dettagliati, resta fiducioso riguardo al pieno recupero dell’attaccante. Nei prossimi giorni saranno essenziali ulteriori controlli per valutare l’eventuale miglioramento delle sue condizioni di salute.

La notizia di Dia è un richiamo alla fragilità e alla complessità degli impegni internazionali per i calciatori, che non solo affrontano sfide sportive ma sono anche esposti a rischi sanitari nei diversi Paesi del mondo.

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11 club A contrari, ricorso su statuto Figc in stand by

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La Lega Serie A mette in standby l’ipotesi di ricorso contro lo statuto Figc. Le undici lettere inviate da altrettanti club per schierarsi contrari all’ipotesi di impugnare il testo del nuovo statuto, approvato dall’assemblea federale lo scorso 4 novembre, hanno portato l’assemblea della Lega andata in scena in serata in videoconferenza a lanciare la palla in tribuna: prima infatti si attenderà la decisione del Coni, che è chiamato a breve ad esprimersi e approvare o meno il nuovo statuto federale proposto dal presidente Figc Gabriele Gravina e approvato appunto in assemblea due settimane fa. Motivo per cui in Lega non si è arrivati al voto, anche se le posizioni tra le società sono chiare.

Gli undici club che hanno inviato la lettera contro il ricorso (Atalanta, Bologna, Como, Fiorentina, Inter, Juventus, Monza, Parma, Roma, Udinese e Venezia) sono sostanzialmente le stesse che il 4 novembre si sono astenute in assemblea federale, creando una prima spaccatura nella massima serie visto le otto che invece avevano votato contro. Ma soprattutto oggi hanno deciso di inviare un messaggio chiaro: l’eventuale ricorso non sarà a nome dell’intera Lega Serie A, visto che serve la maggioranza per deliberare l’impugnazione. Resta l’ipotesi che un singolo club si muova da solo contro la Figc, ma per ora non se ne è parlato in Lega.

In assemblea invece si è discusso, anche tra club, sulle rispettive posizioni, con esposizioni da parte dei singoli dirigenti in una riunione in cui non sono mancati toni anche accesi verso le undici società che hanno inviato la lettera (“come fa ad andarvi bene il nuovo statuto se non hanno accolto le nostre proposte?”, il senso delle discussioni). Ora si attenderà l’approvazione da parte del Coni, come ente ultimo previsto dalle norme, del nuovo statuto federale, per poi capire se ci sarà ancora la volontà di proseguire sull’ipotesi del ricorso.

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Atp Finals, Medvedev: Sinner vincerà ancora per tanti anni

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“Penso che Jannik (Sinner ndr) si meriti il successo. È un bel numero 1 al mondo, vince molti tornei ed è molto giovane. Ha 23 anni, ha forse 13, 14 anni davanti a sé in cui può giocare e vincere”. Così, nella conferenza stampa post match, Daniil Medvedev, dopo la sconfitta che lo ha estromesso dalle Atp Finals.

“Jannik gioca bene – aggiunge – ed è in un momento di piena fiducia. A malapena manca un tiro e colpisce forte. È difficile interpretarlo. Ti mette sotto pressione e in un certo senso non l’ho affrontato abbastanza bene. Ho sbagliato alcuni colpi in alcuni momenti importanti. Non è facile batterlo, molte persone ci provano, molte persone falliscono”, osserva Medvedev sottolinendo che “c’è uno che lo fa un po’ più volte degli altri, ed è Carlos (Alcaraz ndr). Sì – conclude- è un avversario molto, molto forte”.

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Atp Finals: Sinner non fa sconti, travolto anche Medvedev

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L’obiettivo “minimo” è raggiunto. Jannik Sinner è in semifinale alle Atp Finals di Torino. La corsa al titolo più prestigioso del circuito ora entra nella fase calda. Si parte dal percorso netto dell’azzurro – tre successi su tre incontri, sei set vinti e nessuno perso – nel girone di qualificazione. Un buon viatico. Seppur con il passaggio del turno in tasca (il set vinto da De Minaur contro Fritz, che si è qualificato anche lui per le semifinali, gli ha spianato la strada matematicamente già nel pomeriggio), l’altoatesino non ha tradito la sua “etica professionale”, giocando senza risparmiarsi contro Daniil Medvedev.

Il dinoccolato russo aveva bisogno di una vittoria per proseguire l’avventura alle Finals, ma è stato schiacciato dall’irruenza di Sinner. Il punteggio finale è severo: 6-3 6-4. Con questo successo, inoltre, il talento di San Candido si porta avanti nel bilancio delle sfide con il moscovita, che solo fino ad un anno fa era considerato la sua “bestia nera”: su 15 partite nel circuito professionistico, otto sono state vinte dall’azzurro. Il match si è sviluppato secondo copione: violenti colpi da fondo campo per tentare di spostare l’avversario e creare i varchi dove chiudere il punto. Poche le discese a rete, rare le palle corte. Non sempre spettacolare, ma non è una novità nella sfide tra i due. Fondamentale, come spesso avviene su questa superficie, è stata la velocità. Fondamentale anche il supporto del pubblico. Ma soprattutto fondamentali sono stati i numerosi errori del russo.

Il primo set è partito sul filo dell’equilibrio: servizi spesso vincenti o quantomeno determinanti per la conquista del punto, da una parte e dall’altra. Al sesto game Sinner ha avuto due palle break ma Medvedev ha recuperato e portato a casa il gioco. All’ottavo game però il miracolo non gli è riuscito e, sotto 0-40 (dopo tre errori non provocati), ha dovuto cedere il passo. Per Sinner è stato un gioco da ragazzi aggiudicarsi il set, punteggio 6-3 in 32 minuti. Nel secondo set la musica è stata la stessa, almeno all’inizio. Sinner ha alzato il ritmo, le sue palle si sono infilate nella difesa del russo come un coltello nel burro. Al terzo game è arrivato il break e l’azzurro ha messo la testa avanti.

Quando la partita sembrava essersi incanalata in un binario favorevole a Sinner, è arrivato il controbreak, favorito da un doppio errore di diritto del numero 1 del mondo. Dal possibile 4-2 si è passati così al 3-3. Medvedev ha ripreso fiducia, le sue palle hanno spesso spolverato le righe. Ma al nono game il russo ha ricominciato a collezionare errori ed è stato di nuovo break. Senza storia l’ultimo gioco, chiuso con l’ennesimo errore del tennista di Mosca. Il match è durato un’ora e 12 minuti. Al termine Jannik ha omaggiato il pubblico della Inalpi Arena scrivendo “Grazie Torino” sulla telecamera a bordo campo.

“Stasera un sorriso ci sta – ha detto a caldo – perché è stata una bella partita, l’atmosfera è stata bellissima. Per me vuol dire tanto. E’ stata una gara difficile. Ho cercato di giocare tatticamente nella maniera giusta. Il primo obiettivo era di arrivare in semifinale, siamo contenti, poi sabato vedremo come va. Spero di alzare il livello, ma onestamente sono contento”.

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